Demo -Partecipare alle gare d'appalto

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Demo - Partecipare alle gare d'appalto

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Demo - Partecipare alle gare d'appalto

In questa prima unità didattica tratteremo il tema del quadro normativo di riferimento che regola il sistema degli appalti pubblici in Italia.

Introdurremo l'argomento analizzando i principi tratti dalle norme comunitarie e il recepimento delle direttive comunitarie attuato col Codice dei contratti pubblici e relativo regolamento di attuazione. Si faranno inoltre alcuni alle due fasi della procedura di aggiudicazione del contratto e alcuni cenni finali alla problematica della normativa regionale concorrente. La legislazione concorrente regionale, necessaria soprattutto alla fase di esecuzione del contratto, è di fatto poco rilevante in fase negoziale tra stazione appaltante ed operatore economico.

Con la presente unità didattica si vuole esplicare la scala di gerarchie tra le norme vigenti nel mercato degli appalti pubblici in Italia.

Vengono perciò forniti tutti gli estremi legislativi vigenti del complesso quadro regolante i contratti pubblici in Italia: dalle direttive comunitarie al Codice dei contratti pubblici, al Regolamento di attuazione del codice dei contratti ad alcuni cenni ai testi normativi collegati e al Codice civile italiano .

L’unità didattica inoltre fornisce i collegamenti per la ricognizione della legislazione concorrente delle regioni italiane, nonostante questa non sia rilevante però alla fase procedurale di aggiudicazione dell’appalto.

Nello studio del mercato degli appalti pubblici assistiamo ad un complesso quadro normativo ripartito sulle diverse fonti normative:

a) internazionale

b) europea

c) nazionale

d) regionale

Il corso argomentando la fase di aggiudicazione del contratto di appalto, tratterà esclusivamente la normativa nazionale di derivazione comunitaria. Infatti per il principio di tutela della concorrenza e libero mercato, il diritto comunitario europeo impone specifiche procedure a tutela della concorrenza degli operatori economici e al corretto uso dei fondi pubblici.

Il mercato interno europeo offre l'accesso a beni, servizi, lavoro e opportunità commerciali, nonché alla ricchezza culturale dei 27 Stati membri. Si tratta di un'area senza frontiere interne, che garantisce la libera circolazione di beni, persone, servizi e capitali.

I principi del mercato interno europeo sono :

• la libera circolazione delle merci

• la Libera circolazione dei lavoratori

• la Liberta di stabilimento e libera prestazione dei servizi

• Il reciproco riconoscimento dei diplomi

• la libera circolazione dei capitali

La pubblica amministrazione perciò, nelle sue articolazioni possibili, stipula contratti passivi per garantire l'esecuzione di lavori e la prestazione di servizi o la fornitura di prodotti. Tali contratti, stipulati a titolo oneroso con uno o più operatori economici, sono perciò passivi di spesa, denominati «appalti pubblici» e rappresentano una quota importante del Prodotto Interno Lordo dell'Unione Europea.

La strategia degli appalti pubblici è parte della regolazione del mercato interno.

L'attuazione del mercato interno europeo è perciò attuata con:

• Politica della concorrenza

• Appalti pubblici

• Diritto societario

• La proprieta intellettuale, industriale e commerciale

• Sistema europeo di vigilanza finanziaria

• Servizi finanziari: importanti atti legislativi. Il rispetto della normativa comunitaria applicabile ai contratti di appalti pubblici di forniture, lavori e servizi, è perciò un elemento importante dell'esecuzione del bilancio.

La base giuridica degli appalti pubblici nel Trattato di Funzionamento dell' Unione Europea è formata dai seguenti articoli:

• Articolo 26

• Articolo 34

• Articolo 53 - paragrafo 1

• Articoli 56, 57 e 62

• Articolo 114

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L'aggiudicazione degli appalti pubblici infatti da o per conto di autorità degli Stati membri deve rispettare i principi del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, il TFUE e in particolare la libera circolazione delle merci , la libertà di stabilimento e la libera prestazione di servizi, nonché i principi che ne derivano, come la parità di trattamento, la non discriminazione,il mutuo riconoscimento, la proporzionalità e la trasparenza.

Tuttavia, per gli appalti pubblici con valore superiore a una certa soglia, è opportuno elaborare disposizioni per coordinare le procedure nazionali di aggiudicazione degli appalti in modo da garantire che a tali principi sia dato effetto pratico e che gli appalti pubblici siano aperti alla concorrenza.

Il TFUE è costituito da un preambolo e da 358 articoli, raccolti in sette parti; questi possono essere composti a loro volta da diversi titoli, capitoli e paragrafi.

Le parti sono denominate nel seguente modo:

• parte I: principi;

• parte II: non discriminazione e cittadinanza dell'Unione;

• parte III: politiche e azioni interne dell'Unione;

• parte IV: associazione dei Paesi e territori d'oltremare;

• parte V: azione esterna dell'Unione;

• parte VI: disposizioni istituzionali e finanziarie;

• parte VII: disposizioni generali e finali.

La normativa dell'Unione europea in materia di appalti pubblici non intende coprire tutte le forme di esborsi di fondi pubblici, ma solo quelle rivolte all'acquisizione di lavori, forniture o prestazioni di servizi a titolo oneroso per mezzo di un appalto pubblico.

È opportuno precisare che a tali acquisizioni di lavori, forniture o prestazioni di servizi dovrebbe essere applicata la direttiva comunitaria se effettuate tramite acquisto, locazione finanziaria o altre forme contrattuali.

Gli appalti pubblici costituiscono uno degli strumenti basati sul mercato interno necessari alla realizzazione di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva garantendo contemporaneamente l'uso più efficiente possibile dei finanziamenti pubblici. Inoltre svolgono un ruolo fondamentale nella strategia Europa 2020, illustrata nella comunicazione della Commissione del 3 marzo 2010 dal titolo "Europa 2020 - Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

Schematizzando perciò l’intenzione del legislatore comunitario abbiamo la seguente successione logica

Entriamo nel merito dell'esame legislativo vigente con l'anticipazione delle nuove direttive comunitarie in sostituzione delle due direttive 2004/18/CE e 2004/17/CE e la nuovissima direttiva concessioni in Gazzetta ufficiale della Comunità economica europea del 28 marzo 2014. Le tre nuove direttive comunitarie regolanti gli appalti e concessioni pubbliche entrano in vigore il 18 aprile 2014 e gli Stati membri dovranno mettere in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alle presenti direttive entro il 18 aprile 2016. Le tre direttive nel testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità economica Europea sono :

1. la Direttiva 2014/23/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sull'aggiudicazione dei contratti di concessione.

2. la Direttiva 2014/24/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sugli appalti pubblici e che abroga la Direttiva 2004/18/CE;

3. la Direttiva 2004/25/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali e che abroga la direttiva 2004/17/CE

Il recepimento delle nuove direttive europee nei prossimi anni non cambia però il sistema italiano vigente, che si basa su testi legislativi che hanno recepito le precedenti direttive.

Il nostro ordinamento giuridico e procedurale per l'affidamento dei contratti pubblici, che esamineremo dettagliatamente durante il corso, recepisce infatti le seguenti direttive:

• DIRETTIVA 2004/18/CE

• DIRETTIVA 2004/17/CE

A tal fine, la normativa sugli appalti adottata ai sensi della direttiva 2004/17/CE e della direttiva 2004/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sono state abrogate dalle nuove direttive in modo da accrescere l'efficienza della spesa pubblica, facilitando in particolare la partecipazione delle piccole e medie imprese (PMI) agli appalti pubblici e permettendo ai committenti di farne un miglior uso per sostenere il conseguimento di obiettivi condivisi a valenza sociale.

È inoltre necessario chiarire alcuni concetti e nozioni di base onde assicurare la certezza del diritto e incorporare alcuni aspetti della giurisprudenza consolidata della Corte di giustizia dell'Unione europea in materia, consentire permettere ai committenti di farne un miglior uso risorse pubbliche, e sostenere il conseguimento di obiettivi condivisi a valenza sociale.