Post on 28-Jan-2023
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UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI DI VENEZIA
MASTER ITALS IN DIDATTICA
DELLA LINGUA E CULTURA ITALIANA A STRANIERI
IX CICLO
INDIRIZZO: LSO
TESI
Promozione e diffusione dell'Italiano in Angola.
Progetto per la creazione di un Comitato Dante Alighieri nella città di Luanda
Candidati: ALESSANDRO MANCA FRANCA VIGLIONE
Tutor: MARIA ANGELA RAPACCIUOLO A n n o A cca d emi co 2008/ 2009
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INDICE
Introduzione
Motivazione della scelta
Cap. 1 Analisi del contesto di riferimento
‒ Breve storia d'Angola
1.1.1 Il periodo pre coloniale
1.1.2 L'abolizione della schiavitù e l'espansione portoghese di fine '800
1.1.3 Il '900
1.1.4 L'Indipendenza
1.2. Principali Indicatori Macroeconomici
1.3. Profilo economico
1.4. Inquadramento politico
1.5. Quadro generale dei rapporti Angola – Italia
1.6. La cooperazione allo sviluppo
Cap. 3 La città di Luanda
3.1 La vita culturale a Luanda
3.2 Istituzioni culturali straniere
3.3 L'insegnamento dell'italiano a Luanda
Cap. 4 Un approccio interculturale alla promozione di eventi
4.1 Progettare un evento - l'acronimo S.P.E.A.K.I.N.G.
4.2 Alcune nozioni di marketing
4.3 L’analisi S.W.O.T
4.4 Gli sponsor
4.5 Il fund raising
4.6 I contributi MAE
Cap. 5 La creazione di un comitato Dante Alighieri
5.1 La Dante Alighieri
5.2 La Dante oggi
5.3 Come si costituisce un Comitato Dante Alighieri
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5.4 I destinatari/questionario
5.5 Obiettivi
5.6 La sede: l'Università Cattolica
5.7 Strategie di marketing
5.8 Risorse Umane
5.9 Piano economico
5.10 Piano operativo e scansione temporale
Cap. 6 Attività del Comitato Dante Alighieri a Luanda
6.1 La proposta didattica dei corsi di lingua italiana in Angola
6.2 Contenuti
6.3 Metodologie
6.4 Strumenti / materiali
6.5 Formazione insegnanti
6.6 Possibili attività promozionali del Comitato
6.7 L'evento d'apertura.
Conclusioni
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Introduzione
Il presente studio intende sviluppare il progetto per la creazione di un Comitato
della Dante Alighieri nella città di Luanda, capitale dell'Angola e porre le basi per un
obiettivo più ampio, ma naturalmente non immediato, che è quello di allargare la
diffusione della lingua italiana in altre città del paese. L'idea nasce grazie alla esperienza
di uno dei due autori della tesi che ha lavorato come insegnante d'italiano a Luanda e
all’amore che entrambi proviamo per l’Africa. Nel dicembre del 2006 l'Ambasciata
Italiana a Luanda contattò uno dei due autori del presente lavoro, residente in loco, per
tenere i corsi di lingua italiana presso l'Università Cattolica di Luanda per gli anni
2007/08 e allo stesso tempo per gestire la sezione culturale. Questa esperienza ci ha
consentito di conoscere una città ai più sconosciuta e di valutare le potenzialità che la
nostra lingua ha in questo particolare contesto.
L'italiano a Luanda non è infatti una novità: l'Ambasciata promuove da circa dieci anni la
diffusione della nostra lingua grazie al contributo ministeriale relativo al Cap. 2620,
contattando annualmente un professore italiano. Come partner locale in questo decennio
l'Ambasciata ha fatto riferimento per i primi cinque anni all'Università pubblica,
Universidade Agostinho Neto (UAN), e attualmente all'Universita privata, Universidede
Catòlica de Angola (UCAN). L'idea di fondo che ha spinto l'Ambasciata a richiedere per
tutti questi anni il contributo ministeriale è quella di giungere ad un maggiore
coinvolgimento delle istituzioni angolane per arrivare alla creazione di una cattedra di
lingua italiana e alla possibilità di richiedere un lettore. Purtroppo questo ambizioso
progetto non si è ancora realizzato e questo a causa delle risorse limitate e del poco
interesse dimostrato dalle università angolane fino ad ora coinvolte. In questa situazione
il massimo che si è potuto fare è stato mantenere i corsi annuali, ma con un solo
professore ad operare sul territorio, non si è riusciti a soddisfare la continua e crescente
richiesta di lingua italiana e allo stesso tempo tempo non è stato possibile offrire una
proposta formativa adeguata e diversificata (si pensi infatti che l'insegnamento
dell'italiano è fermo ai primi due livelli linguistici).
Una possibile soluzione a questa situazione di stasi ci è sembrata quella di
promuovere/progettare la creazione di un comitato della Dante Alighieri, dando vita ad
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un'istituzione stabile che riesca a soddisfare la richiesta, a diversificare la proposta e a
creare nuovi servizi. Una scuola di lingua italiana a Luanda si inserirebbe nell'ambito
della promozione e produzione culturale, in un contesto che per ragioni storiche e sociali
è ancora povero di iniziative culturali e formative.
La motivazione della scelta.
Il fenomeno dell’immigrazione in Italia è iniziato in ritardo rispetto agli altri stati
europei, quindi l’Italia può guardare alle esperienze realizzate negli altri paesi per
attingervi e formulare proprie proposte di promozione culturale in una prospettiva
interculturale. Il concetto di intercultura non è ancora ben definito ed è legato ai processi
in atto della nuova società globale ed anche alle esigenze di formazione. È necessario fare
subito una prima distinzione tra i termini multiculturale e interculturale: si parla di
multiculturalità quando individui appartenenti a culture diverse convivono nello stesso
territorio senza avere rapporti sociali significativi e la conoscenza dell’altro e della sua
cultura è visto solo come tolleranza delle differenze dell’altro gruppo culturale; si parla
invece di interculturalità quando ci si impegna a cercare un confronto interattivo con altri
punti di vista. Muoversi secondo una prospettiva interculturale significa andare oltre la
tolleranza, aprirsi al dialogo, favorire le relazioni e la comunicazione con l’altro
attraverso il cambiamento reciproco negli atteggiamenti. Imparare a mettersi in
discussione e lasciarsi ridefinire dallo scambio con l’altro. Uscire quindi da un’ottica
monoculturale, dal proprio egocentrismo per conoscere l’altro e il suo punto di vista,
arricchirsi attraverso una pluralità di rappresentazioni che riguarda tutti: autoctoni e
stranieri. Ricercando quindi più gli elementi comuni che quelli che ci dividono,
valorizzando la ricchezza insita nelle differenze, legittimandone l’esistenza, essendo
consapevoli di dover costruire insieme ad altri lo spazio per l’incontro, promuovere
infine, come dice Armando Gnisci, la creolizzazione1, il fenomeno mondiale
dell’incrociarsi di lingue e culture intese come realtà collegate in continuo movimento e
non più come universi statici e chiusi.
È necessario perciò promuovere l’incontro tra culture diverse che devono trovare non
solo la capacità di convivere ma anche di interagire fra loro, perché la non conoscenza 1 Zenobi B. Rielaborazione ed integrazione di Insegnamento dell’italiano L2 in prospettiva
interculturale, di F. Della Puppa, dispensa IX ciclo Master Itals
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del pensiero dell’altro, da sempre genera pregiudizi, stereotipi e conflitti sotterranei.
Riconoscere invece che tutte le culture hanno pari dignità comporta l’apertura al dialogo
alla pari nella quale si concretizza il rifiuto al diritto d’imporsi come cultura dominante,
adottando strategie d’incontro che non si limitino all’ascolto ma che promuovano la
somiglianza degli uomini, cioè l'uomo visto nella sua dignità ontologica con la sua
singolarità irrepetibile: la persona che viene prima della cultura, trovando in essa
l’universale senza perderne però il particolare. Ciò sarà possibile solo portando avanti il
nostro lavoro di educatori e formatori in una direzione che rimuovi le cause di
diseguaglianze e discriminazione proprio in quei paesi da cui i nuovi fenomeni migratori
hanno inizio. Creare, promuovendo migliori condizioni “in loco”, una cultura del sapere
che è l’unica che possa cancellare le differenze. È dunque partendo da una prospettiva
interculturale che abbiamo deciso di progettare, promuovere e infine realizzare l’apertura
di una scuola d’italiano in Angola. Ciò costituisce una grande sfida.
La motivazione dunque non può essere solo economica: oggi l'Angola si presenta come
una terra di grandi opportunità d'investimento, ma guardando al suo drammatico passato
siamo costretti a considerare la portata sociale e culturale della nostra scelta. Un paese
che ha vissuto 27 anni chiuso in se stesso a causa della guerra civile si sta aprendo ora
lentamente sempre di più al mondo, ne è testimonianza anche la visita in questi giorni del
Santo Padre. La creazione della Dante, in quest'epoca di trasformazione e ricostruzione
che l'Angola sta vivendo, vuole essere perciò una finestra su una parte del mondo che è il
nostro paese. L'attività culturale assume in questo contesto una forte carica sociale,
dobbiamo perciò sapere quali sono i benefici che la conoscenza della nostra cultura, della
nostra storia e della nostra lingua può portare alla società angolana. La pace e la
conseguente stabilità politica ed economica non hanno ancora risolto tutti i problemi. Gli
angolani portano ancora con se le cicatrici della guerra. Il dialogo è difficile, le divisioni
etniche ed economiche persistono, la società è frammentata e caratterizzata dai contrasti.
Le attività che un comitato della Dante Alighieri in Angola sviluppare partono
obbligatoriamente da principi etici e formativi: la promozione degli individui,
l'avvicinamento tra le persone e l'educazione al dialogo.
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Cap. 1 Analisi del contesto storico e socio culturale di riferimento
1.1 Breve storia dell'Angola
Per poter capire la situazione attuale che lo stato angolano vive è necessario
segnalare le fasi più importanti che ne hanno caratterizzato la storia. L'Angola è stata
eterna terra di conquiste, segnata dalle guerre interne tra le diverse etnie, dalla tratta degli
schiavi, dall'oscurantismo della colonizzazione portoghese e infine dalla guerra civile
degli ultimi trent'anni. Pur in un momento di stabilità economica e politica l'Angola non
ha ancora trovato una sua via autonoma e continua ad essere terra di grandi paradossi.
1.1.1 Il periodo pre coloniale2
Nel 1483, quando il navigatore portoghese Diego Cao sbarcò presso la foce del
fiume Congo, diversi regni africani governavano la regione angolana.
Il più importante era il regno del Congo, apparso nel Tredicesimo secolo, e esteso dal
Gabon al fiume Cuanza da Nord a Sud, e dall’Atlantico fino al fiume Cuango dall’Ovest
all’Est. Si trattava di un regno altamente strutturato: si divideva in feudi, chiamati
“Mbanza”, guidati dai “Mani”, aristocratici che occupavano le posizioni chiave del regno
e rispondevano solo all’onnipotente re del Congo. Mbanza Congo, la capitale, aveva una
popolazione di oltre 500.000 persone nel Sedicesimo secolo.
Oltre al regno del Congo, attorno al fiume Cuanza si erano sviluppati diversi Stati, tra i
quali il regno degli Ndongo, guidati dal Ngola (re), era il più importante. Dal nome dato a
questo re i portoghesi ricavarono il nome Angola per definire il territorio.
Gli interessi iniziali del Portogallo furono in un primo momento di tipo logistico: la
creazione di una base costiera come punto di rifornimento delle navi che lungo la rotta
africana si dirigevano in Oriente. Successivamente si passò alla creazione di relazioni
commerciali con il regno del Congo: in cambio delle armi da fuoco i portoghesi
ricevevano schiavi, avorio e minerali. I rapporti si consolidarono con la conversione al
cristianesimo dei re del Congo (chiamati manikongo), che arrivarono ad adottare una
struttura politica simile a quelle europee dell’epoca.
2 Per una breve storia d'Angola dagli anni dell'arrivo dei portoghesi fino al '900 si veda Kapuscinski,
R.,(1997)
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I portoghesi trovarono un alleato nel re Muemba-a-Nzinga, che si converte e riceve il
nome cristiano di Afonso I. Tra il 1509 e il 1540, questo re offre schiavi ai portoghesi
perché vuole ottenere in cambio missionari, ma anche agenti di sviluppo sociale ed
economico per il suo regno.
Ma i portoghesi persero interesse per l'Angola e rivolsero le loro attenzioni
all’esplorazione dell’Asia e dell’America. Lisbona vedeva soprattutto l’Africa come una
fonte di schiavi per le piantagioni di canna da zucchero del Brasile e delle altre colonie
portoghesi. Dopo il 1520, buona parte dei missionari ritornarono in Portogallo, la
maggior parte dei bianchi rimasti erano ormai mercanti di schiavi che non tenevano in
alcuna considerazione l’autorità dei manikongo.
Alla morte di Afonso nel 1540, seguirono 30 anni di rivolte popolari, sommosse e
continue successioni di re diversi, mentre la tratta degli schiavi imperava, facendo
dell'Angola il più fiorente mercato di schiavi diretti verso le Americhe. Le guerre e la
schiavitù ridussero la popolazione angolana da 18 milioni nel 1450 ad appena 8 milioni
nel 1850.
1.1.2 L'abolizione della schiavitù e l'espansione portoghese di fine '800
Nel 1858, la schiavitù venne legalmente abolita anche in Angola. La
proclamazione ufficiale dichiarava però che ogni forma di schiavitù doveva cessare entro
il 1878, e molti coloni trovarono il
sistema per aggirare il decreto, così le condizioni dei lavoratori non cambiarono
significativamente.
L’abolizione del commercio degli schiavi coincise con una nuova espansione dei
portoghesi in Angola. Dalla fine degli anni Settanta all’inizio degli Ottanta del
diciottesimo secolo, il Portogallo rilanciò la propria politica espansionistica in Angola,
grazie anche alla Società Geografica di Lisbona, fondata nel 1875 da un gruppo di
industriali e militari.
Nel 1883, i portoghesi occuparono Cabinda e Massabi a Nord del fiume Congo, e anche
la regione corrispondente al vecchio reame del Congo. Nella Conferenza di Berlino del
1884, le potenze coloniali europee si divisero l’Africa. Altre e più potenti Stati europei
avevano esplorato l’Africa centrale, costringendo i portoghesi a rinunciare ad ogni
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pretesa territoriale sul Nyasaland (oggi Malawi) e sulla Rhodesia (oggi Zimbabwe e
Zambia). Al Portogallo spettava l’Angola.
Questo non significava però che il Paese fosse sotto il controllo portoghese. Lisbona
intensificò allora i suoi sforzi, riuscendo a pacificarne le provincie interne solo dopo
trent’anni di campagne militari (1890-1921).
1.1.3. Il '9003
Dopo le guerre per il dominio completo del territorio i portoghesi portano avanti
una nuova strategia di dominio, il sistema di assimilazione che punta alla cancellazione
completa di tutte le manifestazioni della cultura africana.
Negli anni Venti viene creato lo statuto dell’assimilado, cioè dell’uomo africano che ha
perso completamente le tracce della cultura e della lingua africana, che devono essere
sostituite dal portoghese, dal modo di vestire portoghese, dal cibo portoghese. In cambio
gli assimilados ricevevano la promessa di privilegi economici e di accesso all’istruzione
scolastica. Gli effetti principali furono la formazione di una nuova classe sociale e l'inizio
di una nuova divisione della popolazione africana, dando il via ad un processo di
stratificazione della società angolana. Questa stratificazione avrà il suo impatto nella
guerra civile della post- indipendenza.
Nel 1951 il Portogallo che non intendeva abbandonare le sue colonie decise di
considerare l’Angola come una provincia d’oltremare, e continuò ad imporre periodi di
lavoro forzato per la popolazione locale, così come a limitare stipendi e carriere degli
africani impiegati nell’amministrazione coloniale.
Tra il 1955 ed il 1960, il governo di Lisbona, promettendo denaro e case, favorì
l’emigrazione nelle colonatos (grosse comunità agricole) dell’Angola, di 55.000 bianchi
provenienti dal Portogallo e da Capo Verde.
Molti emigranti decisero però di spostarsi nelle città, e finirono per competere con la
popolazione africana per lavori qualificati e non, reclamando la supposta superiorità dei
portoghesi sugli africani.
Questa politica aumentò le tensioni razziali e il sentimento anticoloniale, dando vita ai
3 Per una completa analisi della situazione storica e socio culturale dell'Angola del '900 fino
all'Indipendenza e alla conseguente guerra civile si rimanda all'opera di David Birmingham,2006
10
movimenti nazionalisti: l'FNLA (Fronte Nazionale per la Liberazione d'Angola) al nord ,
l'UNITA (Unione Nazionale per la Liberazione Totale d'Angola), nelle provincie centrali
e l'MPLA (Movimento per la Liberazione d'Angola) a Luanda. Quest'ultimo il 4 febbraio
1961 con l'assalto alla prigione di Luanda dà inizio alla lotta di liberazione.
1.1.4. L'Indipendenza.
In Portogallo, un’insurrezione militare guidata dal Movimento delle Forze Armate
(MFA) rovesciò il regime fascista di Oliveira Salazar e Marcelo Caetano il 25 aprile
1974. I nuovi leader presero tutte le misure necessarie a garantire l’indipendenza delle
colonie invitarono quindi l'MPLA, l'FNLA e l’UNITA a partecipare, insieme al
Portogallo ad un governo di transizione verso l’indipendenza, secondo un percorso
tracciato con gli Accordi di Alvor, avvenuti nel gennaio 1975.
I tre movimenti non riuscirono mai ad unirsi in un fronte comune, e il progetto di formare
dei partiti politici per arrivare alle prime elezioni dell’indipendenza fallì.
È da questo momento che inizia la guerra civile che vede i tre movimenti, sostenuti da
forze esterne, lottare per il controllo politico.
L'11 novembre 1975 tutti e tre i movimenti dichiararono l'indipendenza. L'MPLA, che
controllava Luanda, aveva proclamato la Repubblica Popolare dell’Angola, e Agostinho
Neto ne era diventato il primo Presidente. Nel 1976, le Nazioni Unite – ma non gli Stati
Uniti - riconobbero il governo del MPLA come rappresentante legittimo dell’Angola, che
intanto stava vincendo la prima fase della guerra civile con i suoi alleati. Dal momento
dell'indipendenza fino al 2002, la storia d'Angola è stata caratterizzata da una guerra
civile lunga ben 27 anni che ha visto confrontarsi l'esercito governativo e le truppe ribelli
dell'UNITA. Con la morte del leader dell'UNITA Jonas Savimbi, nel 2002, finalmente la
guerra finisce e inizia il periodo della ricostruzione nazionale.
Oggi l'Angola vive per la prima volta nella sua lunga storia i primi anni di pace.
1.2. Principali Indicatori Macroeconomici4
Superficie: Kmq.1.246.700 (Italia Kmq 301.336)
4 Dati presi dal sito dell'Ambasciata d'Italia a Luanda www.ambuluanda.esetri.it
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Popolazione: 16.000.000 circa (stime 2008) di cui attiva 9.800.000 (Italia 58.751.000 di
cui attiva 24.600.000)
Lingua officiale: portoghese
Densità abitanti per kmq: 12,8 (Italia 195)
Tasso di crescita della popolazione: 2,8% (stima 2008) (Itália 0,2%)
Fertilità: 6 figli per donna fertile (Italia 1,3)
50% della popolazione ha meno di 18 anni
38% della popolazione ha meno di 10 anni
Aspettativa di vita: 47 anni (uomini 41 anni; donne 49 anni) (Itália 78 e 84)
Mortalitá infantile: 145 per 1000 (Italia 4)
Analfabetismo: 56%
Popolazione con istruzione primaria: 34,7 %
Popolazione con istruzione secondaria o universitaria: 9,3 %
1.3 Profilo economico.
L'economia angolana dipende totalmente dall'estrazione del petrolio che
rappresenta più della metà del PIL del paese, costituisce il 75% delle entrate del
governo e il 90% delle esportazioni. L'Angola è il secondo produttore di petrolio, dopo la
Nigeria, dell'Africa sub Sahariana. Dal 2006 fa parte dell'OPEC. La produzione, tutta
offshore, è stata stimata per il 2007 in più di 2 milioni di barili al giorno. La crescita
economica è impressionante, la più alta al mondo per il 2007, stimata al 23.4% .
Dall'inizio del 2006 l'Angola è il più grande fornitore di petrolio della Cina.
L'Angola è oggi anche il quarto maggiore produttore di diamanti al mondo, ed il primo
per la qualità delle pietre preziose. I diamanti rappresentano il 95% delle esportazioni.
Nonostante la grande crescita economica e la raggiunta stabilità politica l'Angola è uno
dei paesi più poveri al mondo considerando che l'87% della popolazione vive con $ 1,70
al giorno, di cui il 26% con $ 0,76.
Nell'ultimo rapporto dell'UNDP sull'Indice di Sviluppo Umano il paese è al 157 posto (su
175) nella lista, con indicatori sociali e demografici in generale più bassi rispetto alla
media africana; i settori della salute e dell’educazione sono estremamente deboli, anche
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se ultimamente sono stati compiuti limitati sforzi per migliorare la situazione, spesso
peraltro, solo con fondi dei donatori: l’indice di mortalità infantile è 145/1000 (91/2000
in Africa), il 44% della popolazione ha accesso ai servizi sanitari (54% in Africa) e 38%
ad acqua sicura (55% in Africa), la speranza di vita alla nascita è di 47 anni, l’indice di
analfabetismo della popolazione al di sopra dei 15 anni di età è del 58% (39% in Africa).
1.4. Inquadramento politico.
L'Angola è una Repubblica presidenziale, con un parlamento guidato dal primo
ministro, ma i pieni poteri sono in mano al presidente, Josè Eduardo dos Santos.
Quest'ultimo detiene il potere dal 1978, anno della morte del primo presidente fondatore
della patria Agostinho Neto. Dall'ora non si sono mai tenute elezioni presidenziali e il
processo democratico ha avuto inizio solo dopo il 2002. Nel 2008 si sono tenute le
seconde elezioni amministrative (le prime elezioni furono nel 1992 e portarono a 10 anni
di conflitto), vinte con la maggioranza assoluta dal partito del presidente (MPLA), mentre
le presidenziali sono previste per il 2010. Lo stato angolano, con la fine della guerra
fredda e la caduta del blocco comunista è passato da una ideologia marxista – leninista al
libero mercato.
1.5. Quadro generale dei rapporti Angola – Italia5
A livello politico economico i rapporti Italia Angola sono stati sempre ottimi,
l'Ambasciata italiana è una delle prime ambasciate europee presenti nel paese e l'Italia è
stata il primo stato dell'Europa occidentale a riconoscere dopo l'indipendenza il nuovo
stato angolano. L'Italia è il 14esimo acquirente e il 12esimo fornitore dell'Angola e nel
2008 gli scambi commerciali tra Luanda e Roma hanno raggiunto la quota di 380 milioni
di dollari, segnando un incremento del 45% rispetto all'anno precedente. Le importazioni
italiane sono quasi interamente composte da petrolio greggio, per un totale di circa 155
milioni di euro nel primo semestre 2008. Il buon stato dei rapporti bilaterali è confermato
dalla recente visita, nel marzo 2008, del Ministro degli Esteri Frattini. La visita del 5 http://www.esteri.it/rapporti/pdf/angola.pdf
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ministro mira a rafforzare i rapporti economici, soprattutto sotto il profilo della sicurezza
energetica, e a favorire una maggiore presenza delle imprese italiane nei progetti lanciati
dal governo angolano nel settore delle infrastrutture. Oggi sono 22 le aziende italiane
presenti in Angola, tra cui l`Eni, che estrae circa 135.000 barili di greggio al giorno.
Dall'incontro del titolare della Farnesina con i rappresentanti delle imprese italiane attive
in Angola, è emerso il loro un interesse a garantire la formazione a giovani locali: l'idea e'
di portare in Italia ragazzi del posto, formarli e quindi farli tornare in Angola. Per
rilanciare i rapporti con l'Angola, l'Italia prevede anche di organizzare missioni settoriali.
Nel rapporto Paese prodotto nel 2008 dall'Ambasciata italiana e dall'Ufficio ICE si
riscontra una grande attenzione dell'Italia verso le prospettive di allargamento economico
in Angola: le potenzialità dell’Angola e le sue prospettive di sviluppo dovrebbero attirare
l’attenzione di un sempre maggior numero di imprese del nostro paese nell’attuale fase di
ricostruzione nazionale.“Le imprese italiane o con capitale italiano stanno dimostrando una
crescente vitalità nel mercato angolano, pur in un contesto di forte concorrenza da parte
di imprese di paesi che possiedono vantaggi competitivi, come la Cina, il Brasile o il Sud
Africa. Investimenti italiani si registrano nel settore dell’agroalimentare (commercio di
carne in scatola e insaccati), edile e del materiale per costruzioni (produzione di ghiaia,
brecciolina e asfalto), nei servizi (ristorazione e ricreazione, raccolta e gestione dei rifiuti
solidi urbani a Luanda ed igiene ambientale, rete di distribuzione di combustibile), nei
trasporti e nella logistica marittima, portuale e mineraria, e nelle telecomunicazioni, oltre
che nel settore petrolifero, grazie all’ENI”6.
I settori maggiormente interessanti per le imprese italiane sono quelli agroindustriale,
della meccanizzazione agricola e della trasformazione alimentare, del legno (che ha visto
nel mese di maggio 2008 un rappresentante della FEDERLEGNO in missione a Luanda)
e dei materiali di costruzione, dei mezzi di trasporto, dell’elettronica e delle
telecomunicazioni, dei graniti e delle pietre ornamentali e della meccanica, nonché
segmenti del mercato dei beni di consumo e di lusso, attualmente in rapida crescita.
Nel mese di aprile 2007 si è concluso l’iter di ratifica dell’Accordo bilaterale sulla
promozione e protezione degli investimenti firmato a Roma il 10 luglio 1997. In tal
modo, gli investitori italiani avranno a disposizione un importante strumento di tutela che
6 Ibidem pag. 14
14
può contribuire ad attivare una più intensa attività di internazionalizzazione sul mercato
angolano.
Oltre al precitato Accordo bilaterale sulla Promozione e Protezione degli Investimenti,
nello stesso anno è entrato in vigore l’Accordo di cooperazione culturale, scientifica e
tecnologica, firmato tra l’Italia e l’Angola nel 2002. Entrambi gli strumenti possono
offrire nuove interessanti prospettive alla cooperazione bilaterale soprattutto nei settori ad
alto contenuto tecnologico.
1.6. La Cooperazione allo sviluppo
Anche nel campo della Cooperazione allo sviluppo l'Italia, fin dai tempi
dell'indipendenza, ha avuto un ruolo fondamentale. Negli ultimi anni gli sforzi in questo
settore si sono intensificati, tanto che nel 2008 i progetti si sono gradualmente spostati
dall’emergenza a strategie di sviluppo a lungo termine. La Cooperazione italiana ha
confermato la propria vitalità e visibilità in Angola finanziando 23 interventi. Particolare
attenzione è andata ai settori considerati prioritari dal Governo del Paese nell’attuale fase
di ricostruzione nazionale, ovvero: sanità; giustizia minorile; sviluppo rurale;
telecomunicazioni; sminamento ed educazione. Attualmente sono attive in Angola 8
ONG con relativi progetti nei campi sopraindicati.
Una lunga storia è quella della formazione in Angola. Ai tempi della guerra i
missionari e i religiosi italiani furono fra gli incaricati della gestione dell'educazione
soprattutto nelle zone più remote del paese, mentre a livello universitario dobbiamo
ricordare il programma di cooperazione con l’Università A. Neto a cura del consorzio
CICUPE (Consorzio Interuniversitario per la Cooperazione Universitaria con i Paesi
Emergenti), finanziato dal MAE. L'attività del CICUPE in Angola in Angola risale al
1982 e in quindici anni portò alla creazione della Facoltà d'Architettura e alla formazione
dei professori.
Il nuovo programma del 2007 ha come obbiettivo il supporto alla riforma dell'Università
Agostinho Neto. Si sviluppa in due sottoprogrammi: A) supporto alla gestione della
nuova Città Universitaria in corso di costruzione nella zona sud di Luanda; introduzione
dei crediti formativi; aggiornamento metodologico dei docenti angolani. B) Appoggio ai
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Dipartimenti di Architettura, Microbiologia, Geologia, Geofisica e Ingegneria Mineraria.
Cap.2. La città di Luanda
Motore economico e politico dell'Angola è la città di Luanda. Fondata nel 1575
dal capitano portoghese Paulo Dias de Novais, la città capitale si affaccia sull'Oceano
Atlantico. Da sempre centro propulsivo del paese, la città fu progettata durante la
colonizzazione portoghese del secondo '900 per 500.000 persone mentre oggi ne ospita
ben 6 milioni. Questo è dovuto alla fuga dalla guerra da parte degli angolani delle restanti
provincie del paese, i quali trovarono rifugio nel luogo più sicuro che era appunto la
capitale (Luanda non ha mai sofferto vere azioni di guerra, a parte la guerriglia urbana
scatenatasi dopo le elezioni del 1992). Dal 1974, sono cresciuti soprattutto i quartieri
popolari ai margini della città, mentre il centro si è mantenuto tale e quale agli anni '60.
Nei giorni precedenti all'indipendenza tutti i portoghesi fuggirono dalla città lasciando
libere le loro case che furono invase dagli angolani che già cominciavano a muoversi
dalle provincie più interne verso la città. Il processo di migrazione verso la città, pur in
quest'epoca di pace, non si ferma e Luanda cresce a ritmi vertiginosi. Luanda è oggi per
gli angolani l'unico luogo in cui si possa sperare in un miglioramento delle condizioni di
vita, in quanto le provincie vivono ancora in una situazione abbastanza arretrata e le
possibilità di lavoro rimangono molto scarse.
È importante ricordare che quando si parla di Luanda e del resto del paese ci si riferisce a
due realtà completamente differenti. Luanda è sede di tutte le importanti imprese
nazionali e straniere, delle sedi del governo, delle rappresentanze diplomatiche e degli
organismi internazionali.
La città rappresenta da sempre un punto di incontro di svariate culture, e forte è la sua
vocazione al multiculturalismo. Multiculturalismo oggi non solo angolano (a Luanda
possiamo trovare la maggior parte delle etnie presenti nel paese), ma negli ultimi anni
sempre più internazionale; in città vivono sempre più stranieri, impiegati in vari settori:
portoghesi, brasiliani, cinesi, indiani, pachistani, libanesi, europei, ecc. In questi anni
successivi alla pace la città sta subendo radicali trasformazioni dal punto di vista urbano e
architettonico. La prima riguarda l'allargamento della città nella zona sud, dove sta
16
nascendo un numero spropositato di condomini di lusso future abitazioni dei nuovi ricchi.
La città vecchia invece vive una costante trasformazione architettonica: i vecchi edifici di
epoca coloniale vengono distrutti e sostituiti da nuovi palazzi, senza nessuna attenzione
alla preservazione del patrimonio architettonico della città. L'obiettivo del governo è
quello di fare di Luanda la città più importante di questa parte dell'Africa, tanto che ci si
riferisce alla città come alla Dubai africana.
La sovrappopolazione, la pessima condizione delle strade e il traffico caotico,
costituiscono i problemi più grandi di Luanda. A questo si aggiunge un costo della vita
paragonabile a quello di una importante capitale europea, ma senza nessun servizio che lo
giustifichi. Spesso mancano luce e acqua e non esiste trasporto pubblico. Luanda è oggi
la città più cara per gli espatriati. Il carovita coinvolge i beni di prima necessità (a volte
difficili da trovare) e soprattutto gli affitti e la vendita degli immobili. Un appartamento
in un nuovo condominio della zona sud parte infatti, da una base di 4 milioni di dollari,
mentre un affitto in centro può costare dai 2000 ai 5000 dollari.
2.1. La vita culturale a Luanda
Luanda è purtroppo una città estremamente arida dal punto di vista culturale.
Questo costituisce una grande contraddizione. Infatti al volume enorme d'affari che si
consuma in città o alle numerose iniziative commerciali, legate soprattutto alla
prestazione di servizi e al mercato immobiliare, che coinvolgono un gran numero di
espatriati e una grande quantità di denaro, non fa fronte un altrettanto ricco mercato
legato alla sfera culturale. Cinema, teatro, musica, corsi di lingua, corsi di musica sono
tutte attività rare e marginali. A volte è difficile trovare qualcosa d'interessante da fare o
investire il proprio tempo in qualcosa che non sia il lavoro. A questo si aggiunge che le
poche e sporadiche manifestazioni culturali (conferenze, esposizioni d'arte, presentazioni
di libri, concerti, ecc.) sono poco considerate dalla stampa, poco pubblicizzate e legate ad
un pubblico ristretto. È normale incontrare in questi ambienti sempre lo stesso circuito di
persone, per lo più gli stessi addetti ai lavori. Altro grande problema è la mancanza di
spazi adeguati alla cultura: sale cinematografiche, teatri, sale da concerto, ecc. sono
poche e tutte in mano a privati che chiedono prezzi esorbitanti per l'affitto. Infine altro
17
fatto non secondario è la difficoltà di movimento dovuta al traffico che spesso porta le
persone a rinunciare all'evento culturale per l'impossibilità di arrivare in tempo.
2.3. Istituzioni culturali straniere
- L'Instituto Camoes
Attualmente a Luanda l'istituzione culturale più attiva è l'Instituto Camoes (IC).
Si tratta di una istituzione pubblica portoghese, legata al Ministero degli Esteri e dotato di
autonomia amministrativa e di risorse economiche proprie. L'IC è un centro culturale
legato all'Ambasciata Portoghese ed ha come missione l'insegnamento e la diffusione
della lingua straniera all'estero, gestire i lettorati di lingua e cultura portoghese. A Luanda
l'IC possiede una moderna e elegante sede in un area centrale della città. La struttura è
dotata di una biblioteca, uno spazio comune per esposizioni di arti visive e una sala
cinematografica.
L'attività dell'IC di Luanda, essendo l'Angola un paese lusofono, si è concentrata
soprattutto nella realizzazione di eventi culturali, che non sui corsi di lingua portoghese.
Nel 2008 sono state realizzate numerose rassegne cinematografiche a tema (cinema
angolano, settimana del cinema iberico, cinema d'animazione portoghese, festival del
cinema europeo organizzato dalla EC e che coinvolge quasi tutte le rappresentanze della
UE, solo per citarne alcune), accompagnate da esposizioni di arte visiva. Il direttore
dell'IC ha voluto aprire l'Istituto e i suoi spazi a tutte quelle istituzioni angolane e
straniere che avessero attività da proporre (per es. con l'Ambasciata italiana abbiamo
organizzato una rassegna di film d'animazione italiani), facendo dell'IC il primo centro
culturale internazionale della città e riuscendo in questo modo a coprire un anno intero di
programmazione.
- L'Alliance française
Come il Portogallo anche la Francia ha la sua istituzione culturale stabile in città.
L'Alliance française (AF), vera e propria “multinazionale della cultura”, ha una propria
sede a Luanda situata in una posizione strategica facilmente raggiungibile. Questa
possiede numerose sale, una biblioteca, uno spazio sociale e una sala per le proiezioni
18
cinematografiche. Promuove: corsi di lingua francese a tutti i livelli ed è ente certificatore
non solo per i propri certificati (DAEFLE per esempio) ma anche riconosciuta dal
Ministero della Pubblica Istruzione francese come ente certificatore per gli esami in
lingua francese DELF e DALF; di lingua portoghese per stranieri e di lingua kimbundo
(lingua locale di Luanda). Oltre all'attività legata all'insegnamento linguistico l'Alliance è
riuscita con un'ottima politica di intervento a creare un suo spazio autonomo nella vita
culturale della città: in primo luogo ha preso in mano la gestione dello spazio pubblico
dedicato alla cultura più importane del paese, il Cine Teatro Chà de Caxinde. Possiede
tutto il materiale necessario per la realizzazione degli spettacoli (service audio, luci,
proiettori, tele, ecc.) e ha a servizio tecnici professionisti europei di elevata competenza.
L'Alliance non solo promuove i suoi eventi (quasi tutti a pagamento, a parte quelli legati
alla festa della francofonia nel mondo), ma può affittare lo spazio, l'attrezzatura e i tecnici
a terzi.Oltre a questo ha instaurato proficui rapporti di collaborazione con i più prestigiosi
locali della città, in cui organizza soprattutto i concerti di importanti musicisti africani
(solitamente provenienti dai paesi dell'Africa francofona).
Per poter sviluppare al meglio il nostro progetto è importante osservare e prendere spunto
dall'azione culturale portata avanti da queste due istituzioni. Questo ci aiuterà a capire
meglio come entrare nel mercato culturale della città e in particolar modo ci aiuterà a
capire come:
‒ affiancarci a due realtà già esistenti e consolidate nel territorio;
‒ attuare strategie di cooperazione con le due istituzioni ed evitare la competizione;
‒ prendere spunto dalle strategie sviluppate dalle due istituzioni:
per quanto riguarda l'IC portare avanti una strategia di internazionalizzazione, dunque
apertura verso i vari attori culturali, locali e stranieri;
per quanto riguarda l'AF, invece, portare avanti un politica di differenziazione dei
servizi che faccia del Comitato Dante Alighieri, un terzo polo di intervento culturale
nel territorio.
2.4. La situazione dell'insegnamento dell'italiano a Luanda.
19
La politica di diffusione della nostra lingua in Angola si è concentrata
esclusivamente nella città capitale, abbiamo infatti un solo sporadico caso di un corso
d'italiano, inaugurato nel novembre 2007 in un'altra città angolana, Lubango, nel sud del
paese e tenuto da un insegnante italiano residente in città che per l'occasione si è offerto
ed è stato assunto come professore d'italiano. Il corso fu organizzato da una ONG
italiana, Intersos, con la finalità di dare le prime nozioni di lingua italiana a un numero di
dipendenti del governo della città vincitori di borse di studio per un corso di formazione
in Italia. Ciò è dovuto al fatto che i corsi sono stati organizzati sempre dall'Ambasciata in
collaborazione con università locali. La strategia adottata dalla nostra rappresentanza è
stata quella di usufruire unicamente del contributo ministeriale relativo al Cap. 2620 per
il pagamento dello stipendio di un professore non di ruolo. Oltre a questo il MAE ha
sempre fornito il materiale librario. L'insegnamento dell'italiano è cominciato 10 anni fa e
fino ad oggi si sono alternati 3 professori italiani. L'ambasciata, a causa del principale
problema qui a Luanda, l'elevato prezzo degli affitti, ha sempre offerto ai professori
l'alloggio, mentre per gli spostamenti, la possibilità di usare una macchina. Ai professori
venivano poi rimborsate le spese di viaggio. Questa strategia ha permesso in questo
contesto estremamente difficile soprattutto per il costo della vita estremamente elevato, di
poter avere un espatriato per insegnare l'italiano. Naturalmente il contributo ministeriale
(di solito intorno ai 20.000 € all'anno) non riesce a coprire tutte queste spese (alloggio,
viaggi, macchina) così che si è stati costretti a far pagare il corso agli studenti e allo
stesso tempo non delimitare l'accesso al corso ai soli studenti dell'università partner, ma a
qualsiasi persona che ne fosse interessata.
Per promuovere il corso si è sempre e solo fatto ricorso alla pubblicità sull'unico giornale
a tiratura nazionale (Jornal de Angola) qualche settimana prima dell'inizio del corso e a
volte alla affissione di manifesti autoprodotti nelle università e nei vari collegi. La
pubblicazione di un annuncio nel giornale si è rilevata la strategia più efficace (il Jornal
de Angola è letto da tutti e soprattutto le pagine degli annunci), ma una caratteristica
della comunicazione in questa città è che le informazioni passano a una velocità
impressionante di bocca in bocca ed in poco tempo gran parte della popolazione di
Luanda può venire a conoscenza di una nuova attività promossa in città.
La presenza di un unico professore ha circoscritto l'insegnamento dell'italiano su due soli
20
livelli linguistici, con corsi della durata di 3 mesi, mentre la mancanza di fondi ha
limitato la strategia di diffusione e promozione della nostra lingua solo all'attività
d'insegnamento, non proponendo attività culturali extrascolastiche e perciò non
costruendo un orizzonte culturale che andando oltre l'insegnamento, permettesse agli
studenti di entrare in contatto con la nostra lingua anche al di fuori del contesto lezione.
Nonostante le numerose difficoltà affrontate e i limiti sopra descritti, l'Ambasciata si è
sempre impegnata al massimo per poter mantenere i corsi di lingua e la risposta degli
angolani è stata sempre positiva e al di là delle nostre aspettative: le classi sono sempre al
completo e molti sono quelli che non riescono a iscriversi perché in una sola settimana,
dopo l'uscita dell'annuncio sul giornale, le classi sono già al completo.
Cap. 3 Un approccio interculturale alla promozione di eventi
3.1. Progettare un evento
La comunicazione è un fenomeno universale, ma il modo concreto in cui si realizza, le
forme che assume, le modalità dello scambio sono strettamente legati al tipo di società e
di cultura in cui avviene. Uno strumento importante per lo studio della comunicazione in
un contesto culturale è il modello SPEAKING7 elaborato dal sociolinguista Dell Hymes.
Questo modello si rivela un fondamentale strumento anche per l'analisi della
progettazione di un evento, soprattutto quando ci si trova ad operare in contesti
socioculturali differenti. S.P.E.A.K.I.N.G. è un acronimo8 che sta per Setting –
Partecipants - Ends - Act sequences - Key - Instrumentals - Norms - Genres
Vediamo nella tabella qui in basso che cosa intende Hymes con i termini del suo
acronimo
7 Hymes D.(1964),Language in Culture and Society.New York:Harper and Row 8 Hymes D.(1972), Models of interactions of Languages and Social Life,in Gumpertz J.
21
S Indica sia il setting fisico che la situation, la scena culturale. questo modello di analisi va seguito
sia nella progettazione che nell’organizzazione dell’evento e deve anche diventare una traccia del
contratto che andremo a stipulare con possibili co-organizzatori e membri di una eventuale joint-
venture9. L’importanza del luogo fisico è di fondamentale importanza per richiamare l’audience
adeguata e raggiungere il target a cui tendiamo.
P Si riferisce ai partecipanti intesi come destinatari. Si identifica e distingue tra audience e target, e
inoltre entrano in questa voce i progettisti dell’evento e eventuali testimonial che interverranno per
l’inaugurazione dell’evento
E Esiti, lo scopo dell’azione/promozione, l'obiettivo. Questo deve essere chiaro e ben definito per poi
essere più facilmente valutabile.
A Rappresenta gli atti del discorso (o comunicativi) che intervengono nell’esito di una manifestazione
e sono quelli relativi a tutte quelle azioni richieste per promuovere l'evento
K Si riferisce alla chiave psicologica
I Indica tutti quegli strumenti di cui ci serviamo per promuovere l’evento
N Indica le norme e si riferisce a come l’evento verrà interpretato dai destinatari, in base alla loro
cultura
G Indica il genere comunicativo, quindi genere di evento
Vediamo in cosa ci aiutano i principi segnalati da Hymes nel suo acronimo e come fare di
questo un modello operativo ogni volta che ci troveremo ad organizzare un evento ai fini
della promozione della nostra impresa.
Per quanto riguarda il luogo fisico, questo dovrà avere le seguenti caratteristiche:
facilmente raggiungibile, ben collegato, fornito di parcheggio. Potrà essere uno spazio di
prestigio in modo da accrescere la nostra credibilità oppure uno spazio più comune per
eventi minori soprattutto quando si è costretti ad operare con pochi fondi. Come si evince
dalle pagine da noi dedicate in precedenza alla descrizione della città di Luanda (caro
affitti, difficoltà degli spostamenti, mancanza di un servizio di trasporto urbano), trovare
un luogo fisico che soddisfi le nostre esigenza prescinde un buon cono.
La seconda voce ci aiuta a inquadrare e a definire i partecipanti all'evento,
analizzare la nostra audience e il nostro target. Per audience intendiamo i potenziali
9 Ibidem
22
clienti della nostra scuola, infatti il primo obiettivo che ci si pone nella realizzazione
dell'evento è quello di catturare nuovi studenti, essendo l'iscrizione degli allievi la nostra
principale fonte economica, mentre il target è quella parte di pubblico a cui indirizziamo
direttamente il nostro messaggio pubblicitario (per una descrizione del target si rimanda
al cap.4 sezione 4.4), cioè l'evento sarà organizzato per colpire un determinato gruppo di
partecipanti, per soddisfare le loro esigenze e per far accrescere in loro il bisogno dei
nostri servizi. Ma per “partecipanti” si intendono anche gli sponsor e i partner, coloro i
quali hanno investito nell'impresa e a cui dobbiamo dimostrare che cosa realmente siamo
capaci di fare, dimostrare che i loro fondi affidatici sono stati investiti bene e che grazie
all'evento stanno guadagnando visibilità e pubblicità. Infine in questa voce ritroviamo
anche i nostri invitati: le autorità locali, i rappresenti di istituzioni culturali, gli artisti, i
giornalisti ecc. L'evento diviene così un momento di scambio e di convivialità che
porterà a stabilire nuovi contatti e nuove conoscenze tra i diversi gruppi di partecipanti.
La “E” ci pone di fronte agli esiti che la nostra azione si prefigge. Come ogni atto
comunicativo anche l'evento culturale deve porsi al momento della progettazione le sue
finalità o scopi. Indichiamo qua due scopi: uno dichiarato o manifesto e l'altro implicito,
nascosto. Il primo consiste nell'evento in se, cioè in ciò che l'evento rappresenta, ciò che
vediamo sul palco, la realizzazione dello spettacolo a cui i partecipanti prendono parte; il
secondo invece è lo scopo che solo gli organizzatori si prefiggono, la finalità
promozionale, nel nostro caso l'aumento delle iscrizioni ai corsi di lingua e della visibilità
della nostra impresa e della nostra azione nel territorio.
Con la “A” ci occupiamo dell'analisi degli atti del discorso o comunicativi che
intervengono quando si realizza una manifestazione: gli atti relativi a tutte quelle azioni
richieste per promuovere l'evento come, per esempio, una campagna di lancio secondo il
modello break down di Flores e Winograd10. Oltre alla campagna di lancio, entrano in
gioco sotto questa voce anche la scelta del nome e dello slogan, la produzione di tutto il
materiale cartaceo, dal programma ai manifesti che serviranno a promuovere l’evento,
come pure gli atti più specificamente comunicativi come il parlare in pubblico.
10 T.Win F.Flores, 1987 Calcolatore e Conoscenza. Secondo questo modello, infatti se usciamo, dalla
natura delle nostre pratiche sociali, organizzative ed interattive, questa ci si rivela in modo che noi la possiamo osservare, quindi come occasione di cambiamento, scegliendo soluzioni altre che non conosciamo, sviluppando così una importante funzione cognitiva.
23
Questo punto ha una fondamentale importanza e va trattato con estrema cura in quanto è
attraverso una buona gestione degli atti comunicativi che si potrà lasciare traccia, ovvero
il ricordo dell'evento, non solo tra i partecipanti ma anche in quelli che non vi hanno
potuto partecipare. Il nome e lo slogan ad esso legato devono fissarsi nella memoria. Il
materiale grafico deve essere trattato con cura poiché costituisca un elemento affettivo e
venga conservato dai partecipanti. Grande attenzione va data agli organi di stampa:
l'evento deve apparire sui giornali prima durante e dopo la sua realizzazione. La
pubblicità deve essere mirata a colpire il target e a conquistare l'audience e deve essere
distribuita nel tempo in modo da creare una aspettativa per l'evento.
La “K” di key cioè la chiave psicologica che nel nostro caso sarà l’immagine che
vogliamo proporre dell’Italia e dell’italiano. Dobbiamo offrire un'immagine dell’Italia
che a un tempo soddisfi le aspettative del pubblico a cui ci proponiamo, ma che sia anche
nuova, reale, accattivante. Dobbiamo chiederci quali sono le spinte psicologiche che
muovono il pubblico angolano verso la conoscenza della lingua e cultura italiana, cosa
realmente si aspettano da noi. La scelta dell'offerta culturale deve cadere
obbligatoriamente verso la rappresentazione dell'Italia come un paese giovane, ricco
d'innovazione e cultura, che attraverso le sue bellezze paesaggistiche, il suo patrimonio
storico, culturale, industriale, artigianale soddisfi la curiosità del pubblico. Mostrare
l'italianità intesa come apertura mentale e di sentimento, fatta di generosità, umanità,
predisposizione verso gli altri, creatività: quel tocco in più che da una quattro ruote fa
nascere una Ferrari, da un po’ di pasta in padella fa nascere gli spaghetti e da due stoffe il
“Rosso” Valentino. Poi c’è quella capacità tutta italiana di arrivare sempre ultimi e
ripartire paradossalmente per primi, tutti questi pregi, insieme ai difetti che tutti hanno,
fanno sì che l’Italia sia a tutt’oggi il terzo paese più visitato al mondo.
La “I” sta invece per instruments, cioè tutte quelle strategie utili per la
promozione, visibilità e pubblicità dei nostri eventi, della nostra produzione culturale e
dei servizi offerti. La stampa cartacea, le radio e le televisioni locali saranno gli strumenti
principali per far conoscere al grande pubblico chi siamo e cosa facciamo.
La N indica le norme che si sceglierà di adottare e che saranno strettamente
collegate non solo al luogo fisico, dove si svolgerà l’evento ma anche e soprattutto alla
scena culturale del paese in cui operiamo e per non creare barriere socio-culturali sarà
24
necessario considerare: la struttura delle gerarchie nell’ambito della correttezza politica
tenendo in conto i modi e i costumi del luogo, la maniera particolare di vivere un evento
culturale da parte dei fruitori angolani e cosa questi ultimi si aspettino dalla nostra
proposta.
Infine la G definisce il genere di evento che andremo a proporre. La promozione
della nostra attività si basa sulla promozione di eventi che costituiscono e sono sentiti dai
partecipanti come una una proposta culturale italiana.
3.2 Alcune nozioni di Marketing
Indipendentemente dal fatto di voler realizzare un’iniziativa in funzione o meno
dei bisogni dello spettatore/fruitore è importante sapere come raggiungere le fasce di
pubblico potenzialmente interessate ed individuare gli opportuni strumenti che ci aiutino
ad incrementare il pubblico. Il Marketing non porta ad una mercificazione dell’arte
poiché come afferma Colbert “la creazione artistica (prodotto) è il punto di partenza non
di arrivo”11. L’immagine dominante della funzione marketing è sempre stata quella di
strumento esclusivo per imprese industriali, strettamente collegato quindi a vendita e
promozione sul mercato. Il settore culturale ha sempre guardato con diffidenza al
marketing e a tutto ciò che facesse riferimento ad un approccio economico alla cultura
adducendo motivazioni diverse. Per cominciare, tutta la terminologia ad esso collegata è
stata definita letterariamente dura, sia nella definizione della parola stessa e sia nella
denominazione dei suoi strumenti con termini come: slogan, piani, battaglia, ecc. A ciò si
aggiunge la paura di una mercificazione della cultura, dovuta alla sfiducia nella capacità
di adattamento delle tecniche del marketing al settore culturale, paura determinata in
genere dall’ignoranza delle nozioni basilari del marketing stesso.
Il settore culturale solo ultimamente ha preso coscienza del ruolo determinante che il
marketing può avere nel campo artistico - culturale, grazie anche alle affermazioni di A.
Bollo12, in quale individua tra le ragioni del cambio di atteggiamento, l’insufficienza
delle risorse pubbliche, il maggior coinvolgimento dei privati in progetti culturali,
11 Colbert. F. (2000) Marketing delle arti e della cultura. Etas, Milano 12 Bollo A.(2000) il Market culturale in Italia, la fine di un ossimoro? In Colbert F. Op.cit
25
l’incremento dell’offerta di servizi per il tempo libero, la crescita nel consumo di arte e
cultura come fattore di differenziazione degli stili di vita e di costruzione di una nuova
identità collettiva. Questa diversa attitudine ci porta a colmare almeno parzialmente, quel
divario che si era formato tra l’Italia e gli altri paesi industrializzati, primo fra tutti quello
anglosassone che già aveva sottolineato con le sue politiche economico – culturali,
quanto il mondo delle organizzazioni culturali possa essere produttore di beni, allargando
così il concetto di patrimonio artistico culturale a bene economico, con tutte le
implicazioni ad esso connesse. Promozione culturale come fonte di reddito, vero e
proprio settore economico e produttivo “bene primario di cui la nostra società ha un
bisogno fondamentale”13 capace di fornire benefici concreti se gestito con adeguati criteri
ed investimenti. Sfida importante che l’Italia dovrà affrontare subito, visto che il mercato
unico europeo e la concorrenza delle nuove strutture d’avanguardia, condannerà chi non
offrirà nuovi e migliori proposte capaci di attrarre un numero sempre maggiore di
pubblico.
3.3 L’Analisi S.W.O.T
Per formulare strategie finalizzate alla identificazione dei punti di forza, debolezza,
minacce ed opportunità per una particolare azienda / progetto si può utilizzare l’analisi
S.W.O.T , anche conosciuta come Matrice TOWS14. Questo è un utile strumento di
supporto all’analisi del contesto (interno ed esterno) entro cui si colloca un evento. e
permette di visualizzare contemporaneamente: punti di forza interni, punti di debolezza
interni, opportunità e minacce esterne. Facendo ciò in base ad una ottica sistemica si
evidenziano in modo chiaro e sintetico tutte le variabili che possono agevolare oppure
ostacolare il raggiungimento degli obiettivi del progetto/iniziativa distinguendo tra fattori
legati all’ambiente esterno e fattori legati invece all’organizzazione interna e consentendo
quindi agli operatori di orientare in modo più efficace le successive scelte strategiche ed
operative. L'indagine SWOT punta soprattutto a stabilire l'armonia con l'ambiente esterno
in cui si opera.
13 Boni M.I,Giogieri C,1999 Il Marketing culturale in De Biase F., Il nuovo manuale delle professioni
culturali.Torino, Utet. 14 Boone.L,Kurtz.D,1992 Contemporary marketing, Forthworth, TX:Dryden press
26
Questa tecnica, sviluppata più di cinquanta anni fa come supporto alla definizione di
strategie aziendali in contesti caratterizzati da incertezza e forte competitività, a partire
dagli anni '80 è stata utilizzata come supporto alle scelte di intervento pubblico per
analizzare scenari alternativi di sviluppo. Oggi l’uso di questa tecnica è stata estesa alle
indagini territoriali e alla valutazione dei programmi regionali ed i programmi comunitari
ne richiedono l’utilizzo per la valutazione di piani e programmi, per esaminare le forze e
le debolezze che sono presenti all’interno di un’organizzazione per individuare le
minacce e le opportunità presenti nell’ambiente esterno.
I punti di forza e di debolezza possono infatti creare o distruggere valore all’interno di
una azienda; esempi tipici sono gli skills, le competenze o le risorse possedute da una
determinata azienda/progetto e si identificano con un vantaggio competitivo rispetto ai
competitors. Questi fattori possono essere oggetto di misurazione attraverso assessments
“interni od esterni”. Le minacce e le opportunità possono creare o distruggere valore
all’interno dell’azienda perché possono emergere dalle dinamiche competitive
dell’azienda /contesto in cui si opera o da fattori demografici, politici, sociali, legali o
culturali. In base alle conoscenze individuate attraverso questa analisi si delineano due
tipi di strategia possibili: la strategia Dedotta e quella Costruita. La prima si propone di
adattare nel miglior modo possibile le risorse e le competenze con l’opportunità offerta
dall’ambiente (marketing strategico di risposta), mentre la seconda cerca di sfruttare al
massimo le risorse e competenze dell’azienda cercando di costruirsi delle opportunità che
permettano di generare profitti (marketing strategico di creazione dell’offerta).
Quest’ultima è quella che più di tutte cura l’aspetto qualitativo perché l’efficacia
dell’analisi dipende dalla possibilità di effettuare una lettura incrociata dei fattori
individuati nel momento in cui si decidono le linee da seguire per raggiungere gli
obiettivi prefissati. Questi dati vengono poi rappresentati in diagrammi per una lettura
agevolata ed evidenziano così quegli elementi in grado di favorire od ostacolare il
raggiungimento degli obiettivi previsti .In questo quadro, i punti di forza e di debolezza
sono modificabili grazie agli interventi e alle politiche proposte mentre le opportunità e le
minacce non lo sono perché derivanti dalla situazione esterna. Questi fattori
caratterizzanti possono essere determinati a tavolino (metodo desktop) o con lavori di
gruppo (metodologia partecipata). Nel primo caso è il ricercatore a formulare, sulla base
27
dei dati raccolti, la previsione degli scenari, nel secondo invece vengono sfruttate le
tecniche partecipative per individuare scenari condivisi attraverso un’analisi condivisa tra
esperti e Stake holders. Il risultato sarà la cosi detta matrice SWOT che fa riferimento a
quattro diverse sezioni: il territorio oggetto d’intervento, il settore interessato, i singoli
comparti, gli assi prioritari su cui si articolerà l’intervento
Vediamo ora la matrice SWOT applicata al nostro progetto nella fase iniziale. Il modello
scelto presenta sulla riga in alto i fattori interni (forze e debolezze) e sulla riga in basso i
fattori esterni (opportunità e minacce). Dall'unione incrociata tra forze e opportunità e
forze e minacce, così come tra debolezze e opportunità e debolezze e minacce,
risulteranno le nostre strategie d'azione15.
Forze (S) 1) Riconoscibilità del marchio Dante 2) conoscenza approfondita del contesto di riferimento 3) competenza organizzativa 4) network con i partner 5) servizi nuovi e innovativi 6) offerta differenziata di servizi 7) competenza didattica
Debolezze (W) 1) Mancanza di risorse umane e mezzi 2) Difficoltà di accesso a fondi locali 3) Capitale iniziale limitato 4) Difficoltà logistiche 5) difficoltà dovute allo start up di un'impresa nel contesto di riferimento
Opportunità (O) 1) contesto favorevole alla proposta 2) target differenziato 3) necessità dei servizi offerti nel contesto di riferimento 4) mancanza di concorrenti diretti 5) elevata standard di competenza 6) possibilità di creare joint venture e stabilire sinergie con operatori culturali presenti nel territorio
Minacce (T) 1) difficoltà congenite all'ambiente (mancanza di spazi, alto costo della vita) 2) difficoltà burocratiche (concessione visto, mercato del lavoro chiuso agli stranieri)
Le indicazioni che la matrice SWOT ci mostra appaiono subito chiare: le forze interne e
le opportunità del contesto di riferimento ci permettono di affrontare le nostre debolezze
e le minacce provenienti dall'esterno. La ricerca di sponsor e partner affidabili e la
creazione di un rapporto continuato con questi ci permettono di sopperire alla mancanza
15 La matrice è presa dalla pagina web: http://www.5doublew.com/senza-categoria/il-piano-di-marketing-
strategico-lanalisi-swot/
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di spazi e all'alto costo della vita (minacce), ma anche al capitale iniziale limitato
(debolezza); la formazione del personale locale sarà la strategia che ci permetterà di
sopperire all'iniziale mancanza di risorse umane mentre la riconoscibilità del marchio, la
conoscenza del territorio e lo sviluppo della nostra azione all'interno dell'accordo di
cooperazione siglato tra Italia e Angola ci aiuteranno a superare le difficoltà burocratiche.
Questo tipo d'analisi può essere effettuato anche in una fase intermedia dell'impresa in
modo da verificare se in base ai cambiamenti effettuati nel contesto le linee d'azione
individuate siano ancora pertinenti o se è necessario apportare modifiche al nostro
programma.
3.4 Gli sponsor.
La nostra decisione di costituirci Comitato Dante Alighieri è scaturita dal fatto che per la
promozione di un evento culturale solido come quello dell’apertura di una scuola
d’italiano all’estero bisognasse avere ben chiaro in mente quale Italia presentare e quindi
che la società Dante Alighieri, per la sua storia e per la sua importanza acquisita in lunghi
anni di lavoro assiduo e sinergico con istituzioni italiane ed estere, potesse rappresentare
sicuramente il miglior biglietto da visita. Abbiamo volontariamente scelto il termine
biglietto da visita perché l’apertura di una scuola d’italiano in un territorio che ne è
sprovvisto, ci porterà in contatto con possibili sponsors: principalmente le aziende
italiane operanti sul territorio. Gli sponsors saranno una delle nostre principali fonti
finanziarie, insieme ai contributi ministeriali. Queste potranno divenire anche nostri
partners organizzativi e si potranno quindi stabilire relazioni vantaggiose reciproche tra le
aziende italiane operanti sul territorio e il neonato comitato di promozione culturale. Le
ditte/aziende italiane parteciperebbero più volentieri alle iniziative di promozione della
cultura e lingua italiana se i fondi elargiti alle associazioni, fossero poi deducibili dalle
tasse. Ciò è infatti possibile per le aziende solo se i fondi sono dati a fondazioni o
associazioni promotrici di eventi culturali, riconoscibili ed identificabili legalmente.
Tenendo conto che a Luanda non sono presenti né l’Istituto Italiano di Cultura né
l’Istituto per il Commercio Estero, (l’ICE per l'area dell'Africa sub sahariana ha la sua
sede stabile in Sud Africa e interviene in Angola solo in occasioni specifiche), sarà
29
l’Ambasciata italiana il nostro principale punto di riferimento, per quanto riguarda il
rapporto istituzionale con l'Italia. Possono infatti essere suddivisi in due gruppi i nostri
possibili alleati, sponsors o partners nel portare avanti la nostra iniziativa di promozione
culturale: le istituzioni legate all’Italia fra cui appunto l’Ambasciata mentre nel secondo
gruppo rientrano le istituzioni italiane in loco. Le seconde sono le aziende italiane
presenti sul territorio: l’Eni, la Saipem, l’Intels, la Socotherm spa, la Sgep, la Italconsult,
la Intertransport, la Interbetao, l’Interland e la Federlegno e La Grimaldi che operano,
con successo, in vari settori: energetico, edilizio, agricolo, distribuzione alimentare e
trasporti, le quali vedranno nell’offerta linguistica un suo elemento correlato: strumento
di comunicazione e oggetto di apprendimento per investimenti professionali futuri da
parte degli stranieri. La dimensione economica infatti, collegata alle altre manifestazioni
della realtà italiana contemporanea rappresenterebbe un fattore di doppia attrazione per
gli stranieri, unendo e non contrapponendo l’anima economica con quella intellettuale: le
aziende sponsorizzando i servizi legati ad un’iniziativa culturale otterrebbero in cambio
un’ottima pubblicità per la loro ditta e svolgerebbero contemporaneamente quella
funzione di tramite con le realtà sociali, culturali ed economiche locali, garantendo inoltre
il coinvolgimento delle autorità economiche locali che altrimenti non sarebbe stato
possibile coinvolgere e fornirebbero, allo stesso tempo, tramite la pubblicizzazione
dell’offerta linguistica, quegli strumenti per il recupero o l’aumento di mobilità sociale
tramite la cultura. Anche le Regioni italiane hanno a disposizione fondi per la
promozione culturale16 e quindi potrebbero essere coinvolte,visto che i finanziamenti
regionali sono destinati a soggetti pubblici e privati, riconosciuti giuridicamente e che
operino senza fini di lucro. La strategia da noi proposta per il coinvolgimento delle
imprese italiane è quella di presentarci attraverso l'Ambasciata italiana. L'apertura di un
Comitato DA non è una cosa da poco e la rappresentanza diplomatica deve farsi carico di
appoggiare e agevolare la nostra azione soprattutto diffondendo la conoscenza di questa
iniziativa attraverso i canali propri delle imprese commerciali. Si potrebbe scegliere
un'occasione importante come la Festa della Repubblica il 2 giugno o la Settimana della
Lingua Italiana per presentarla pubblicamente e l'Ambasciata o lo stesso ambasciatore
16 LR 37/94 e LR13/97 con cui la Regione prevede finanziamenti a beneficio di soggetti pubblici e privati
per sostenere la promozione di attività culturali.
30
potrebbero organizzare un incontro con i dirigenti delle imprese e i responsabili del
futuro Comitato. L’ambasciatore in questo incontro coglierebbe l’ occasione per mostrare
in maniera dettagliata gli obiettivi del progetto segnalando i benefici che le stesse aziende
potrebbero avere nell'appoggiarlo.
Allo stesso modo e con l'appoggio dell'Ambasciata stabiliremo i nostri rapporti di
collaborazione con i partner. Consideriamo partner tutte quelle entità socio culturali che
per finalità d'intenti, mission e vocazione possono essere coinvolti nei nostri progetti: le
università, i collegi primari (nel caso si promuovessero attività dedicate ai bambini) e
secondari (equivalenti alle nostre scuole superiori), gli istituti culturali stranieri, l'Istituto
Camoes e l'Alliance Française, ma anche le ONG italiane e non, con particolare
attenzione a quelle che si occupano di programmi di formazione ed educazione.
3.5 Il fund rising17.
Con il termine fund rising si intendono tutte quelle operazioni di ricerca e di raccolta
fondi per finanziare le attività di Fondazioni, Associazioni, Onlus che operano senza
scopo di lucro, mediante donazioni, contributi offerti da privati cittadini ed imprese.
Il fund raising è un’attività che si è sviluppata prevalentemente nei Paesi di origine
anglosassone, in particolare negli Stati Uniti.
Strutturare una campagna di raccolta fondi comporta un certo costo, soprattutto in
investimenti per la comunicazione (personale, telefono, stampa materiale informativo,
spedizione), ciò comporta un investimento iniziale in denaro da recuperare con
l’iniziativa.
Inoltre questo tipo di attività non si può improvvisare ed è necessario affinare delle
capacità professionali specifiche, dal momento che per una buona riuscita bisogna
applicare azioni di marketing diretto, attivando campagne di direct mail rivolte ai
potenziali donatori.
Con la strategia del direct mail si può raggiungere circa un terzo delle donazioni totali
raccolte e per la sua realizzazione è determinante costruire un database che identifichi
17 Le informazioni contenute in questo paragrafo sono rintracciabili nel seguente
sito:http://www.fundraising.it
31
precedentemente il target potenziale verso cui vogliamo dirigere la nostra raccolta di
contributi. Dal momento che statisticamente i contatti possono essere trasformati in
donazioni in una percentuale che varia tra l’1% ed il 5%, in rapporto alla popolarità
dell’istituzione o della causa, non è assolutamente possibile improvvisare, pena il dover
subire un risultato economico passivo.
Per una corretta gestione dei rapporti tra i donatori e l'organizzazione ricevente è
necessario che quest'ultima applichi criteri di accountability della propria organizzazione,
in modo da rendere sempre più trasparente il processo di fund raising e di investimento
dei fondi.
Per accountability si intende non solo l’assunzione di responsabilità, ma più
specificamente un sistema di regole e criteri trasparente, secondo il quale un soggetto
accetta anticipatamente di «render conto» ad altri di proprie azioni o risultati specificati.
In particolare cinque sono le aree da tenere presente:
• Responsabilità nei confronti dei donatori:
Include la rendicontazione dettagliate delle spese. I rendiconti economici devono
descrivere le attività e lo stato economico generale dell’organizzazione nonprofit, devono
essere redatti in conformità con i principi e nelle forme standard della contabilità e
devono contenere la relazione del revisore del conti e del tesoriere, nonché note e
programmi aggiuntivi.
• Utilizzo dei fondi:
Una percentuale ragionevole delle entrate totali provenienti da tutte le fonti disponibili
deve essere allocata ai programmi e alle attività direttamente collegate alla finalità per cui
esiste l’organizzazione nonprofit.
Una parte delle donazioni ricevute va invece allocata ai programmi e alle attività descritte
nel corso delle sollecitazioni, in linea con le attese dei donatori.
I costi totali sostenuti ai fini amministrativi e di fund raising devono essere ragionevoli.
Un uso ragionevole dei fondi richiede che
• almeno il 50% delle entrate totali provenienti da tutte le fonti sia speso per
programmi ed attività direttamente collegati alle finalità dell’organizzazione
nonprofit;
32
• almeno il 50% delle donazioni provenienti da privati sia speso per i programmi e
le attività descritti durante le sollecitazioni, in linea con le aspettative dei donatori;
• i costi del fund raising non superino il 35% delle donazioni collegate;
• i costi totali sostenuti a fini amministrativi e di fund raising non superino il 50%
delle entrate totali.
Un’azienda nonprofit che non soddisfa uno o più di questi limiti percentuali può produrre
prove per dimostrare di stare comunque utilizzando i fondi in modo ragionevole. Tra i
fattori che giustificano una spesa maggiore di queste percentuali figurano i maggiori costi
amministrativi e di fund raising dovuti all’avvio recente dell’organizzazione nonprofit;
restrizioni imposte dai donatori; lasciti straordinari; l’impopolarità di una certa causa;
eventi politici o ambientali imprevedibili per l’organizzazione nonprofit.
Le aziende nonprofit che richiedono donazioni devono provare, su richiesta, di allocare i
fondi, in linea con le aspettative dei donatori, ai programmi e alle attività descritti durante
le sollecitazioni.
Le aziende nonprofit che richiedono donazioni devono istituire ed applicare controlli
adeguati sulle spese.
• Materiali informativi e per le sollecitazioni:
I materiali informativi e per le sollecitazioni, con qualunque mezzo siano distribuiti,
devono essere esatti, veritieri e non fuorvianti.
Le sollecitazioni devono comprendere una descrizione chiara dei programmi e delle
attività per cui l’organizzazione nonprofit chiede fondi. Le sollecitazioni che descrivono
una tematica, un problema, un bisogno o un evento, senza spiegare chiaramente i
programmi e le attività per cui l’organizzazione nonprofit chiede fondi, non sono
conformi a questo criterio. Nelle sollecitazioni per le quali sussistono vincoli di spazio o
di tempo, i fundraiser devono segnalare una fonte da cui sia possibile ottenere
informazioni scritte.
Nelle sollecitazioni personali, compresi gli incontri faccia a faccia e il telemarketing,
occorre specificare
a) chi sia il fundraiser e quali siano i suoi rapporti con l’organizzazione nonprofit
33
beneficiaria,
b) quale sia l’organizzazione nonprofit e quale sia la sua buona causa;
c) i programmi e le attività per cui si chiedono fondi
• Pratiche di fund raising
Le aziende nonprofit che chiedono donazioni devono istituire ed esercitare controlli sulle
attività di fund raising realizzate per loro conto dal personale retribuito, dal personale
volontario, dai consulenti, dai fornitori esterni, dagli enti controllati o affiliati, ed
impegnarsi a mettere per iscritto tutti i contratti e gli accordi relativi al fund raising.
Le aziende nonprofit che chiedono donazioni devono istituire ed esercitare controlli
adeguati sulle donazioni.
Le aziende nonprofit che chiedono donazioni devono mantenere la massima riservatezza
sui donatori e non rendere pubblica l’identità di questi ultimi senza aver prima ricevuto
un permesso scritto. La richiesta di riservatezza da parte dei donatori che i loro dati non
vengano utilizzati, scambiati, noleggiati o venduti non si limita ad un puro fatto formale
ma ne comprendono la esplicita richiesta.
Il fund raising deve essere condotto senza pressioni eccessive. Tra le pressioni eccessive
in cui possono incorrere i fund raiser figurano, tra le altre, sollecitazioni con l’invio di
fatture; insistenza; intimidazione e coercizione, come minacce di divulgazione di segreti
o estorsione; rappresenta un abuso anche l’omettere di informare chi riceva oggetti non
espressamente richiesti di non avere alcun obbligo di pagarli o restituirli, nonché il
lanciare appelli fortemente emotivi che rappresentano le attività o i beneficiari
dell’organizzazione nonprofit in modo distorto.
Le aziende nonprofit che chiedono donazioni devono avere un organo direttivo adeguato;
devono avere ed agire in accordo con i documenti societari (statuto, atto costitutivo,
norme societarie) che ne descrivono le finalità e gli scopi basilari dell’organizzazione
nonprofit e ne definiscono la struttura.
Le aziende nonprofit che chiedono donazioni devono avere un organo direttivo attivo. Un
organo direttivo attivo (Consiglio di amministrazione) è responsabile di stabilire le
politiche, mantenere la leadership qualificata e supervedere la leadership stessa. Un
34
Consiglio di amministrazione attivo si incontra formalmente almeno tre volte all’anno,
con incontri a scadenza regolare nel corso dell’anno e con la presenza della maggioranza
dei consiglieri (di persona o con delega). Poiché i donatori si aspettano, com’è
ragionevole, che i consiglieri di amministrazione partecipino personalmente alle decisioni
politiche, l’organo direttivo non può considerarsi attivo e la composizione del Consiglio
può essere considerata fuorviante se la maggioranza dei consiglieri non si presenta ad
alcuna riunione formale di persona nel corso dell’anno. Qualora il Consiglio di
amministrazione al completo si incontri solo una volta all’anno, devono essere indette
almeno due riunioni straordinarie a scadenza regolare durante l’anno di un comitato
direttivo con poteri decisionali ad interim, la cui maggioranza sia presente di persona.
Le aziende nonprofit che chiedono donazioni devono avere un organo direttivo
indipendente. Le aziende nonprofit i cui consiglieri retribuiti direttamente e/o
indirettamente costituiscono più di un quinto (20%) del totale dei fundraiser votanti del
Consiglio di amministrazione o comitato direttivo non sono aderenti ai presenti criteri. (I
sacerdoti di una parrocchia che organizza raccolte di fondi pubbliche, anche qualora
facciano parte di strutture gerarchiche con potere decisionale all’interno della Diocesi
competente, non sono soggetti a questo limite del 20%, anche se possono essere
stipendiati o ricevere donazioni o altre forme di sostegno in favore della Chiesa). Le
aziende che operano transazioni in cui i consiglieri di amministrazione hanno conflitti di
interesse materiali in rapporto a qualunque relazione o affiliazione economica non sono
conformi a questi criteri.
Nel nostro caso, partendo da un budget limitato e considerando la difficoltà di incontrare
competenze in questo campo a Luanda,.non possiamo permetterci di delegare questo
delicato e prioritario compito a terzi. Dobbiamo perciò attuare una politica di fund rising
in economia, sfruttando le risorse a disposizione, il nostro direttivo in primis, e che
rispetti le norme di accontabilility sopra indicate attraverso la pianificazione di un
progetto strategico di massima in modo da operare subito in una logica di sviluppo della
nostra capacità di raccogliere fondi (per la definizione della strategia di fund rising che
intendiamo operare si rimanda al cap. 4, sezione 4.7 – Strategie di marketing).
35
3.6. I fondi del Ministero Affari Esteri
Una volta che il Comitato si sarà costituito ed avrà avviato, sviluppato e stabilizzato la
propria azione di promozione della lingua e cultura italiana attraverso i corsi di lingua e
le attività culturali, si potrà attuare con l'appoggio e la supervisione della rappresentanza
diplomatica la richiesta dei contributi finanziabili dal Ministero degli Esteri, che nella
circolare n.1318 dell’agosto 2003 relativa alla promozione e diffusione della lingua e
cultura italiana per la collettività all’estero, cita che i migliori risultati nella diffusione
della lingua italiana all’estero si sono ottenuti grazie ad enti che si caratterizzano come
“istituzioni che apprendono” e che hanno manifestato intraprendenza, flessibilità e
prontezza per adeguare il proprio piano d’azione all’evolversi dell’utenza. In quest’ottica
il Ministero propone un programma Piano- Paese reperibile anche in rete a partire dal
2004, dove il precedente Piano-Azione è stato trasformato in un vero e proprio strumento
d’indagine per l’ottimazione di una politica d’intervento in materia di promozione
incentrata su tre obiettivi principali, quelli della semplificazione,del riequilibrio e
dell’innovazione degli interventi. Infatti nel paragrafo dedicato all’innovazione (pr.1,c)
emerge la volontà di promuovere progetti pilota per la diffusione dell’italiano in
collaborazione col Miur o progetti internazionali di partenariato sotto l’egida dell’EU
finalizzati ad ampliare l’offerta formativa anche attraverso la stipula di convenzioni tra le
rappresentanze diplomatiche e le Autorità locali, operando in sinergia con soggetti già
esistenti sul territorio con esperienza nel campo della formazione. I fruitori (pr.8) di dette
azioni promozionali saranno gli alunni italiani o di origine italiana, ma anche alunni di
altra origine frequentanti le scuole situate sul territorio locale. Inoltre agli enti di
assistenza scolastica o associazioni e comitati all’estero con scopi assistenziali, educativi
e ricreativi, costituitisi tali nell’ambito della” legge locale”, viene anche fornito uno
statuto-tipo rilevabile dal modulo 10 di detta circolare. L’erogazione dei fondi del MAE
che sarà sotto forma di contributo e non finanziamento è legata al parere favorevole
espresso dagli Uffici consolari dopo che abbiano valutato il livello di intraprendenza, il
grado di ricaduta e di visibilità sul territorio dell’azione dell’ente stesso che ne farà
18 Ministero degli Affari Esteri, circolare n.13 , agosto 2003
36
richiesta. La qualità dell’insegnamento della lingua italiana, altro aspetto rilevato nella
circolare, deve essere il presupposto ed insieme l’obiettivo di un servizio per le comunità
italiane all’estero. Solo dopo che il progetto sarà stato autorizzato dal Ministero degli
Affari Esteri che esso diventerà effettivo e riceverà l’erogazione dei fondi a disposizione
previsti per la diffusione della lingua e cultura italiana nel mondo.
I capitoli del Ministero degli Affari Esteri destinati alla promozione della lingua e cultura
italiana all’estero sono: il capitolo 2620 che prevede contributi ad istituzioni scolastiche
ed universitarie per la creazione ed il funzionamento di cattedre di lingua italiana,
insieme al capitolo 2749 relativo a contributi da destinare per la promozione di corsi di
aggiornamento a docenti di lingua italiana. La concessione di tali contributi, a sostegno di
istituzioni straniere potrà essere accordata solo per un periodo che non superi i 5 anni nel
corso di un decennio e le domande per tale attribuzione dovranno naturalmente essere
presentate con la documentazione richiesta presso gli Enti appositamente delegati
(DGPCC Ufficio I per le università e Ufficio IV per le istituzioni scolastiche) nei tempi
indicati, e previa accettazione da parte delle autorità italiane in loco, pena la non
attribuzione dello stesso. Bisognerà inoltre specificare, nella documentazione da allegare,
che il corso è rivolto a docenti di lingua italiana non di ruolo e che per tale esercizio
finanziario non si usufruisce di altri contributi da parte del Ministero come per esempio,
quelli del capitolo 3153.
Cap. 4. La Dante Alighieri.
4.1. La storia
Essendo la situazione in Angola e precisamente a Luanda quella da noi descritta nelle
pagine precedenti, abbiamo deciso di organizzarci in comitato Dante Alighieri perché
“l’italiano si mantiene e si diffonde laddove l’insegnamento è di qualità perché scegliere
di studiare l’italiano è una scelta personale, non dettata dal mercato”19 ed infatti la società
19 P.Balboni, La promozione di eventi,rielaborazione e intergazione a cura di M.A.Rapacciuolo,dispensa
didattica del IX ciclo Master Itals
37
Dante Alighieri, sorta nel 1889 ad opera di un gruppo di intellettuali guidati da Giosuè
Carducci, si propone di “tutelare e diffondere la lingua e cultura italiana nel
mondo,tenendo alto il sentimento di italianità, ravvivando i legami spirituali tra i
connazionali all’estero e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà
italiana”20. I fondatori intitolarono l’associazione a Dante Alighieri per confermare che
in quel nome si era realizzata l’unità linguistica della Nazione Italia riconosciuta poi solo
secoli dopo. Già con il suo primo presidente Ruggiero Bonghi alla fine del 1800 furono
istituiti corsi di lingua per gli emigrati che si recavano all’estero in cerca di lavoro
sviluppando soprattutto contatti con quei paesi dove la comunità italiana era più
rappresentativa come la Svizzera, il Belgio e la Francia. Ma comitati sorsero anche in
Turchia e Grecia sviluppando con questi paesi i più antichi sodalizi come nel caso della
Grecia dove, anno dopo anno, sorsero comitati prima a Salonicco (1890), poi. a Smirne e
infine a Costantinopoli. In seguito sorsero comitati in tutti quei paesi del bacino
Mediterraneo con il secondo presidente Pasquale Villari. Quindi dall’Egitto alla Francia e
fino ai paesi dell'Europa dell’est come la Romania e l’Ucraina. Sotto la presidenza di
Villari si svilupparono rapporti anche oltre oceano. in America del Nord e precisamente a
New York e a Boston e in America del Sud: in Argentina e in Paraguay, poi in Cile in
Argentina ed infine in Brasile. All’inizio 900 ,sotto la guida del terzo presidente Luigi
Rava, la Società si espande maggiormente in quei paesi geograficamente più lontani,
aprendo comitati anche in Canada rafforzando quelli già esistenti nelle aeree di
espansione coloniale italiana: in Libia ne nascono appunto due:uno a Bengasi ed uno a
Tripoli. Con la presidenza di Paolo Boselli nei primi decenni del 900 si da, per la prima
volta, una struttura più scientifica alla attività della società istituendo i primi corsi di
formazione per i docenti di italiano e delle prime Borse Premio. Durante il fascismo la
Società attraversa una fase di espansione europea creando comitati in quasi tutti i paesi
europei;dalla Polonia all’Olanda,alla Finlandia, Norvegia, Austria, Bulgaria e
naturalmente Germania. Tale espansione raggiunse anche l’Estremo Oriente: Cina,
Giacarta, Indonesia, Australia e tutti quei paesi africani in cui aveva imposto la sua
egemonia coloniale: Eritrea, ed Etiopia. In un secondo momento le attività culturali
furono affidate all'amministrazione dei Fasci o agli istituti di Cultura all’estero e sottratte
20 http:www.ladante.it/chisiamo/laStoria.asp
38
alla Società in ottemperanza agli accordi stabiliti tra il Ministero degli Affari Esteri e la
Società stessa nel 1938. Queste nuove disposizioni avevano lo scopo di diffondere non
solo la cultura italiana ma di diffondere anche la nuova ideologia politica. Gran parte dei
Comitati della Dante Alighieri furono quindi sciolti o posti sotto il controllo di un”
fiduciario” privandoli appunto della loro autonomia e capacità di manovra. Ci fu però
qualche eccezione, alcuni comitati riuscirono a sopravvivere aggirando la legge e
specializzandosi per esempio in studi storici e letterari nel caso del comitato di Vienna
oppure nel caso di quello di Varsavia che si sciolse per poi ricomporsi sotto altro
nome:comitato Polonia-Italia. Alla fine della seconda guerra mondiale un nuovo Statuto
fu riscritto ad opera del presidente Vittorio Emanuele Orlando che ne ridefinì le attività
nel quadro di un nuovo indirizzo sociale e politico. Molti comitati risorsero ma
soprattutto in America la società fu ampiamente osteggiata ed inserita nell’elenco delle
associazioni sovversive nel 1947 provocando diffidenza verso l’associazione per diversi
anni. Tale diffidenza fu superata solo quando Edward Kennedy fu nominato socio
onorario del Comitato di Boston. Con la presidenza di Arangio Ruiz furono aggiornate le
biblioteche dell’Associazione all’estero e promosso uno studio più approfondito delle
opere dantesche. Seguì poi la presidenza di Aldo Ferrandino che modificò di nuovo lo
statuto affidando i compiti amministrativi all’Assemblea dei Soci e al Congresso invece
quelli più strettamente culturali. Durante la presidenza più che decennale del Ministro
Giovanni di Giuria furono ristabiliti i rapporti di stretta collaborazione tra la Dante e gli
Istituti di Cultura creando un comitato permanente interministeriale di coordinamento per
esaminare e programmare iniziative in collaborazione anche con altri Enti. In questo
periodo si svilupparono maggiormente iniziative in sud america e soprattutto in
Argentina. Nel 1989, in occasione del Centenario sotto la nuova presidenza di Salvatore
Valitutti la società Dante Alighieri fu inserita tra i componenti della Commissione
nazionale per la promozione della cultura italiana all’estero. Sotto la presidenza poi di
Massimo Pallottino la Società ha inaugurato un programma per la certificazione
dell’insegnamento della lingua italiana: il Plida. Dal 1996 la presidenza è stata affidata a
Bruno Bottai che ne è ancora presidente.21
21 Filippo Caparelli, La Dante Alighieri,Roma, Bonacci,1987.
39
Fin dalle sue origini la società si è sempre dedicata a promuovere iniziative sia all’interno
dei confini nazionali che all’estero. È infatti all’estero che la Società ha esplicato meglio
le iniziative culturali che meglio hanno definito il suo evolversi come organismo di
produzione e di diffusione culturale.
4.2. La Dante Alighieri: la situazione odierna Alessandro Masi, attuale segretario generale della società “Dante Alighieri”, il 30 aprile a
colloquio con Italiachiamaitalia.com 22 ha sottolineato di voler sensibilizzare i nostri
politici sul pil culturale e sui pesanti tagli effettuati dal nostro governo ai capitoli di
bilancio imposti dalla finanziaria per il prossimo triennio su lingua e cultura, ed ha
aggiunto che tali “...tagli li subiremo tutti, ma noi soffriremo meno perché da 120 anni
contiamo sulle nostre risorse”. Ha inoltre aggiunto che secondo l’articolo 1 dello statuto
della “Dante Alighieri: “scopo principale dell’associazione è quello di tutelare e
diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo ravvivandone i legami spirituali con i
connazionali all’estero e alimentando tra gli stranieri il culto e l’amore per la civiltà
italiana”. Il segretario ha poi richiamato l’attenzione sui risultati lusinghieri ottenuti dalla
società dal lontano 1889, quando fu fondata da un gruppo di intellettuali per diffondere la
bella lingua di Dante nel mondo insieme al nostro patrimonio artistico, sempre di grande
interesse tra gli stranieri. Per dare riscontro alle sue affermazioni ha continuato dicendo
che negli ultimi 10 anni il numero degli iscritti è cresciuto in maniera esponenziale,
soprattutto nei Balcani, grazie anche alle strategie adottate attraverso l’uso del web o
della certificazione linguistica e grazie soprattutto alla crescita del numero dei Comitati,
oggi circa 400 che operano in 71 paesi stranieri, portando il numero degli studenti di
lingua e cultura italiana nel mondo, da 87 mila a 300mila studenti, negli ultimi dieci anni.
Il segretario ha continuato sottolineando ancora che la cultura è un elemento che sostiene
l’economia e solo facendo proprio tale concetto che si potrà avere una ancor più efficace
diffusione della lingua italiana nel mondo non solo nel Sud America dove la presenza
della Società è storicamente consolidata, ma aprire anche a realtà nuove, come appunto i
- 4 - 22 Intervista di F.Toscano al Segretario Generale della Dante Alighieri, A.
Masi,http://www.italiachiamaitalia.net
40
paesi dell’ex- blocco comunista. Alla domanda sullo studente tipo,Masi ha avuto
l’occasione di sottolineare come gli utenti dei corsi di lingua tenuti dalla società siano
giovani di famiglie del luogo benestanti, interessati a studiare in Italia ma anche
interessati al nostro patrimonio artistico e agli altri aspetti tipici della cultura italiana
come il mangiar bene. Ma ad essere interessati all’italiano e all’Italia ci sono anche gli
italiani di terza generazione soprattutto in quelle aree dell’Europa del Nord dove la
presenza degli italiani a partire dagli anni 50, è sempre stata numerosa ed in costante
aumento, come Germania e Svizzera e Belgio. Questi italiani sono molto presenti, dice il
Segretario, nell’ambito del volontariato mossi non solo dall’amore verso l’Italia ma anche
da quel sentimento di nostalgia che è stato ravvivato ed accresciuto dallo studio degli
aspetti della cultura italiana nei nostri connazionali, dalle mille attività e dalla ampia
offerta formativa promossa dalla Dante nel mondo. La società infatti non offre solo corsi
di lingua ma finanzia biblioteche, istituti e attività che li fa sentire sempre più italiani.
Inoltre il target, sottolinea sempre il Sottosegretario, a cui la Dante si rivolge si è negli
anni modificato attraendo sempre più persone con un livello culturale medio-alto, che
hanno determinato un vero e proprio rinnovamento anche generazionale avvicinando un
pubblico in gran parte giovane, in tendenza contraria agli anni passati quando la media
dell’età era abbastanza alta. Ciò è avvenuto principalmente con l’introduzione del sito
web della Società: www.ladante.it che offre esercizi/test di lingua italiana, percorsi
specifici su poeti ed artisti, ma anche una certificazione linguistica ufficialmente
riconosciuta nel mondo. Per quanto riguarda poi i contributi che la società riceve dallo
stato, Masi, ha poi sottolineato che esso incide sul bilancio della società solo per un
trentesimo; la Società si mantiene infatti con i contributi dei soci e con i ricavi dei corsi
di lingua, con sottoscrizioni e forme di volontariato e che quindi i tagli della finanziaria
incideranno sicuramente sul bilancio della società ,ma per fortuna in minima parte.
Alla domanda politica del giornalista che chiedeva se l’atteggiamento favorevole degli
eletti all’estero in favore di un aumento di fondi per la lingua e cultura all’estero, sia solo
di facciata, visto che poi le loro politiche reali sono diverse, il Sottosegretario ha risposto
che la società si è tenuta lontana da dispute politiche, come è previsto dallo statuto,ma
che tutti i deputati si erano dichiarati favorevoli a misure in favore della crescita del
cosiddetto Pil culturale visto che anche il nostro Ambasciatore a Bruxelles,ha
41
sottolineato che sono 5 milioni, i turisti che ogni anno visitano l’Italia e che quindi il
binomio turismo-cultura produce economia ed i politici avrebbero dovuto tenerlo in
conto, ma forse aggiunge speranzoso, lo faranno in seguito.
4.3 Come si costituisce un Comitato Dante Alighieri
Per costituirci comitato Dante Alighieri come recita lo Statuto dell’associazione,
all’articolo 6:“i Comitati all’estero si costituiscono per le adesioni spontanee di almeno
25 persone, curano le iscrizioni dei soci e promuovono ogni iniziativa rivolta ad attuare i
fini della Società. Sono enti di fatto e sono collegati con la sede di Roma, ente morale
costituito con decreto governativo n.347 del 18 luglio1893”.
Primo passo indispensabile sarà quindi trovare 25 persone che condividano il
nostro entusiasmo ed interesse e che possano aiutarci nel nostro viaggio verso la
costituzione della prima scuola di lingua italiana in Angola. Trovate le persone che
potranno essere: colleghi e docenti universitari già operanti in Angola, loro amici,
rappresentanti dell’ambasciata lieti di abbracciare il nostro progetto o anche personale
delle ditte italiane che operano in loco. Gli iscritti al Comitato dovranno poi riunirsi in
assemblea ed eleggere un presidente ed un proprio consiglio direttivo (art.7). Il presidente
eletto comunicherà poi a Roma l’avvenuta costituzione ed invierà il verbale delle elezioni
per ottenere la ratifica da parte della sede centrale (art.6). L’attività del comitato potrà poi
cominciare solo quando ci sarà l’avvenuta ratifica da parte dell’amministrazione centrale
dopo che ne avrà verificato l’avvenuto svolgimento secondo le regole societarie. I
comitati inoltre potranno darsi un proprio regolamento interno sempre in armonia con le
disposizioni dello Statuto sociale (art. 7) e quindi decidere tra i soci quali saranno parte
attiva del progetto e quali per esempio parteciperanno solo con un sostegno economico
all’iniziativa. I soci che decideranno di partecipare a pieno titolo all’azione di
promozione e realizzazione da noi progettata e quelli che parteciperanno solo come
sostenitori dell’iniziativa, tutti contribuiranno economicamente con una cifra minima
quantificabile in almeno 150 euro a persona, per affrontare le spese iniziali.
Per trovare i 25 partecipanti alla fondazione del Comitato sarà ancora una volta
necessaria la collaborazione con l'Ambasciata italiana. È da qui che deve partire
42
l'iniziativa di avvisare i connazionali presenti in Angola della possibilità della
costituzione di un Comitato Dante Alighieri invitandoli a partecipare. Il settore consolare
possiede infatti tutti i dati relativi agli italiani presenti nel paese (indirizzo, telefono,
mail), il settore commerciale possiede tutti i dati relativi alle imprese presenti nel
territorio, l'Ambasciatore o il Primo Segretario possono produrre un documento scritto
ufficiale, inviato per conoscenza al Ministero, in cui si descrivono le attività del
Comitato, si sottolineano i vantaggi che l'Italia e gli italiani in Angola possono ricavare
dalla presenza di una struttura predisposta alla diffusione della lingua e cultura italiana e
si invita la collettività a dare il suo appoggio all'impresa. Inoltre verranno informate le
autorità angolane legate al ministero della cultura e lo stesso ministro e ciò anche sulla
base dell'accordo culturale tra i due paesi ratificato due anni fa.
Inoltre l'Ambasciata possiede un'altra importantissima fonte di contatti che potrebbero
esser interessati a partecipare al Comitato: la lista con almeno 300 borsisti che hanno
compiuto gli studi post universitari in Italia. Tra questi troviamo alcuni degli attuali
quadri angolani (uno fra tutti il vice governatore della Provincia di Luanda).
4.4. I destinatari
Naturalmente per essere credibili presso i nostri possibili sponsor non bisogna essere solo
riconoscibili quindi organizzarsi in fondazione o associazione di insegnanti, ma bisogna
soprattutto aver chiaro chi sono i destinatari del nostro progetto di promozione della
lingua italiana attraverso l’apertura di una scuola. Parlando di destinatari dobbiamo prima
distinguere tra “audience” e “target”, il primo termine si riferisce al pubblico che può
essere contattato per farlo partecipare a una manifestazione e il secondo invece è il
gruppo di persone che vogliamo attirare verso i nostri corsi, quindi l’obbiettivo preciso
che si vuole raggiungere. Per prima cosa bisogna individuare il “target” e poi studiare le
strategie di approccio.
Per questa iniziativa la tipologia di destinatario da prendere in considerazione non sarà la
comunità di origine italiana per le ragioni sopra elencate: non c’è infatti in Angola una
tradizione di insediamento italiano di lunga generazione: gli ingegneri, tecnici e il resto
del personale delle aziende italiane in loco, se presenti in Angola con le loro famiglie
43
mandano i loro figli alle scuole internazionali (Francese, Portoghese, Inglese). Non sono
cioè italiani definibili “di seconda o terza generazione” che si avvicinerebbero all’italiano
per nostalgia e ricerca delle proprie radici. Quella che sarà il target della nostra azione
sarà la comunità che non ha origine italiana: la comunità in cui l’italiano può espandersi
per il futuro perché rappresenta la lingua della speranza. Speranza di migliorare le
proprie condizioni di vita e di lavoro sia emigrando nel nostro paese e sia rimanendo
nella propria nazione ma avendo la possibilità di stabilire rapporti economici più facili
con le aziende italiane operanti sul territorio se solo se ne conosce la lingua. In Angola i
destinatari principali sono la gente del luogo che guarda all’Italia potenza industriale e
luogo di prestigiosa industria, di gusto, di cucina d’alto livello, luogo dalle origine
antiche, in altre parole un luogo desiderabile da visitare, viverci o con cui avere scambi
economici e culturali. Chi lavora presso le aziende italiane ha quindi interesse ad
imparare e a migliorare la lingua italiana per continuare e migliorare il rapporto di lavoro
con la propria azienda e anche per coloro che vogliono andare in Italia a specializzarsi,
come i giovani ingegneri impiegati presso l’Eni, la Saipem , etc. ma anche tutte quelle
persone, che secondo il meccanismo descritto da Renzo Titone e chiamato egodinamico,
in cui riusciremo a creare quell’interesse per l’Italia e l’italiano attraverso le altre attività
che il comitato, una volta insediato e avviata l’attività principale, deciderà di volta in
volta di attivare per attrarre sempre più gente e risvegliare sempre più interesse per tutto
ciò che è italiano. Altri possibili destinatari potrebbero essere anche gli insegnanti del
luogo che potrebbero imparare la nostra lingua per diffonderla al di fuori della capitale,
coinvolgendoli ed associandoli come insegnanti di italiano. Lavorare in sinergia con altri
insegnanti è infatti un modo sicuro per ottenere un maggiore successo per la nostra
iniziativa coinvolgendo anche le altre scuole o istituzioni europee presenti sul territorio.
Abbiamo pensato quindi di somministrare prima di tutto un questionario per meglio
individuare le esigenze più sentite dai possibili destinatari affinché il nostro progetto
nasca sotto una buona stella andando sempre incontro e rispettando i bisogni dei
destinatari e capire attraverso un’attenta analisi il territorio dove ci si troverà ad operare
per meglio organizzare e gestire la nostra azione .Il questionario andrà somministrato agli
studenti di italiano presso l’Università Cattolica e alle ditte italiane presenti sul territorio
per meglio conoscere e capire le loro esigenze e per adottare le misure più appropriate
44
alle esigenze dei possibili fruitori dell’azione che andremo a proporre e a realizzare.
Qui di seguito cercheremo di dividere quello che abbiamo considerato come il target
generale in quattro categorie differenziate alle quali dovremmo attingere attraverso
altrettanto differenti strategie di marketing. Infatti nell'analisi dei beneficiari della nostra
azione è fondamentale ora considerare target distinti perché mossi da motivazioni,
esigenze e aspettative differenti.
1) Giovani adulti mossi da esigenze formative:
un problema molto sentito in Angola è quella relativo al bisogno formativo. La società
angolana è molto giovane (il 50% della popolazione ha meno di 18 anni) e
l'atteggiamento di chiusura verso il mondo esterno dovuto alla guerra e alla situazione
politica degli anni ottanta e novanta ha fatto sì che attualmente uno dei settori più
penalizzati e arretrati è appunto quello formativo. Oggi con il passaggio da uno stato
marxista all'apertura verso il libero mercato, con l'accesso all'informazione globalizzata
grazie alla tv satellitare e alla rete, i giovani angolani hanno finalmente la possibilità di
affacciarsi alla realtà globale. Tuttavia è ancora difficile incontrare mezzi e strutture
formative che favoriscano la comprensione della complessità delle dinamiche del mondo
contemporaneo.
Questo viene vissuto da gran parte dei giovani angolani con una forte esigenza di
informazione e urgenza di formazione. La domanda formativa è in costante crescita e i
vari corsi privati di lingue straniere, computer, ecc. e le università private presenti nel
paese non riescono a soddisfare la domanda. A ciò si aggiunge che la qualità dell'offerta
formativa è il più delle volte estremamente bassa.
Da questo punto di vista un gruppo molto ampio che può costituire un forte bacino
d'utenza per il nostro progetto è costituito da giovani studenti e lavoratori , con età
compresa tra i 18 e i 25 anni, che si avvicinerebbero alla lingua italiana mossi da una
forte curiosità culturale e dalla possibilità di trovare nei nostri corsi una possibilità
formativa alternativa, da parte nostra sostenuta da una didattica moderna che punti a
standard qualitativi elevati e competitivi per gli standard angolani.
Inoltre per questo target apprendere una lingua straniera significa poter viaggiare e
formarsi in Italia a livello superiore. A questo si deve aggiungere che fare l'università in
45
Angola è molto caro (in media 300 USD al mese). È questo il target principale a cui
dobbiamo puntare ed è qui che potremmo trovare e formare le risorse umane (professori
locali d'italiano) per la crescita della scuola e la diffusione della nostra lingua in altri
centri oltre a Luanda.
2) Gli espatriati:
un altro ambio bacino d'utenza è costituito dagli espatriati, stranieri che vivono e
lavorano a Luanda per un tempo abbastanza lungo. Di queste persone non se ne conosce
il numero esatto (un grande problema del paese è la mancanza di dati statistici affidabili,
tanto che anche il numero della popolazione angolana è incerto in quanto l'unico
censimento risale agli anni settanta).
Luanda costituisce oggi una città multiculturale con un numero sempre crescente di
stranieri provenienti dalle più svariate parti del mondo Ci riferiamo soprattutto a persone
che lavorano nelle istituzioni internazionali (UNDP, UNICEF, FAO, WHO) nelle ONG e
nelle Ambasciate, nelle imprese petrolifere.. Inoltre sempre più stranieri sono attratti in
Angola dalle possibilità di crescita economica che il paese attualmente offre. Si tratta
soprattutto di persone con una istruzione universitaria o superiore che oltre al lavoro non
hanno possibilità di svago. Molti si trasferiscono a Luanda con le famiglie, dove di solito
solo uno dei coniugi lavora. Hanno un tenore di vita molto alto, ma oltre al lavoro non
hanno grandi possibilità di svago. Ecco allora che nelle attività proposte dal CDA queste
persone troverebbero un ambiente culturale stimolante,la possibilità d'incontrarsi o
semplicemente imparare la nostra lingua perché non ci sono molte alternative su come
impiegare il loro tempo libero.
3) I dipendenti stranieri delle imprese italiane a Luanda.
Ci spostiamo considerando questo bacino d'utenza su esigenze e motivazioni di tipo
utilitaristico. Attualmente a Luanda sono presenti 29 imprese italiane1 che naturalmente
possiedono nel loro organico numerosi dipendenti angolani e non, mentre gli italiani
1 Per un elenco completo delle imprese italiane operanti in Angola consultare il sito dell'Ambasciata
d'Italia alla seguente pagina web: http://www.ambluanda.esteri.it/Ambasciata_Luanda/Menu/I_rapporti_bilaterali/Cooperazione_economica/Scheda_Paese/Elenco_societa/
46
espatriati coprono solo i ruoli chiave a livello direzionale. Non siamo capaci di
quantificare il numero dei dipendenti stranieri delle ditte italiane, ma basti pensare ad
alcune di esse come la ENI, la Saipem, l'Intertransports e la CMC Ravenna per renderci
conto che siamo di fronte ad un target numeroso.
Per questa utenza i corsi potrebbero essere organizzati ad hoc direttamente nelle sedi
delle ditte, con programmi formativi mirati a seconda delle esigenze delle aziende. Inoltre
alcune di queste costituiranno i nostri principali sponsor in loco, perciò la strategia di
marketing da adottare sarebbe quella di offrire il nostro servizio in base allo sforzo di
ciascuna di esse nel sostenere il nostro progetto. In più il Comitato DA potrebbe porsi
come intermediario per la ricerca di un docente di lingua italiana che verrebbe assunto,
anche per brevi periodi, direttamente dall'azienda.
4) I lavoratori locali delle ONG italiane.
Sempre nell'ambito della formazione linguistica di lavoratori locali il Comitato DA
potrebbe offrire un appoggio alle ONG operanti sul territorio a Luanda2.
Anche in questo ambito c'è un forte interesse per l'insegnamento della lingua italiana in
quanto spesso le ONG inviano alcuni dei loro lavoratori locali nelle loro sedi in Italia per
corsi di perfezionamento, di aggiornamento e di formazione. Inoltre bisogna prevedere
che in futuro sempre più angolani ricopriranno presso le ONG ruoli di responsabilità in
modo che queste ultime possano contenere le spese relative alle risorse umane, essendo il
costo degli espatriati italiani una delle voci più care all'interno dei loro budget.
Anche con le ONG come con le imprese italiane il Comitato DA potrà attuare una
politica di marketing che attraverso l'abbassamento del prezzo del servizio offerto si
possano ottenere alcune agevolazioni, per esempio dal punto di vista logistico. Queste
infatti possiedono strutture abitative per la ricezione dei volontari e per esempio nel caso
in cui il Comitato DA volesse organizzare un evento che preveda la presenza di ospiti
italiani (artisti, professori, docenti, ecc.) potrebbe appoggiarsi alle ONG con cui si è
precedentemente lavorato nella formazione linguistica per l'alloggio dei nostri ospiti.
Inoltre come già detto per le imprese italiane anche per le ONG il Comitato DA 2 Per un elenco delle ONG italiane in Angola e i relativi programmi consultare:
http://www.ambluanda.esteri.it/Ambasciata_Luanda/Menu/I_rapporti_bilaterali/Cooperazione_allo_sviluppo/Programmi/
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costituirebbe una fonte di ricerca di docenti, magari giovani laureati in didattica
dell'italiano, desiderosi di fare un'esperienza all'estero come volontari.
Quanto delineato sopra mostra i principali potenziali utenti dell'iniziativa proposta. È
importante sottolineare ancora una volta che si potranno raggiungere questi target così
diversi solo attraverso una corretta strategia di marketing e di scambio.
Considerando poi gli ultimi due gruppi trattati, le imprese italiane e le ONG, il Comitato
DA potrà guadagnare attraverso la prestazione di servizi a questi due beneficiari
prestigio, fama e curriculum sia nel campo del profit che in quello del nonprofit, sia in
Italia che in Angola.
Come strumento per una prima indagine sui potenziali beneficiari si è pensato di
somministrare ai gruppi sopra indicati il seguente questionario:
Questionario
1) Cosa conosci dell’Italia e dell’Italiano?
□ Arte □ musica □ cucina □ storia □ cinema □ altro
2) Suggeriresti a qualcuno di studiare l‘italiano?
□ Amici □ parenti □ colleghi □ altro
3) Perché secondo te, gli angolani scelgono di studiare l’italiano?
□ Interesse personale □ lavoro □ emigrazione □ altro
4) I corsi di lingua italiana a chi devono rivolgersi?
□ Adulti □ bambini □ docenti □ tutti □ altro
5) Quanto è importante la figura dell’insegnante per la divulgazione dell’italiano LS?
□ Molto □ poco □ abbastanza □ irrilevante □ altro
6) Quali caratteristiche deve avere l’insegnante per incontrare i bisogni dell’alunno?
□ Severità □ competenza □ flessibilità □ disponibilità □ altro
7) Quali pensi che siano le maggiori difficoltà nello studio della lingua italiana?
□ Lingua □ sintassi □ vocaboli □ pronuncia □ altro
8) Perché saresti interessato a diventare socio di un Comitato per la promozione della
cultura italiana?
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□ Conoscere gente nuova □ partecipare ad eventi culturali □ conoscere un'altra
lingua e un'altra cultura □ altro
4.5. Obiettivi.
Definiremo qui di seguito gli obiettivi della nostra azione di promozione culturale visto
che essi saranno di diversa natura: a lungo, a medio e a breve termine perchè terranno in
conto la situazione oggetttiva del paese in cui intendiamo operare.
1) Obiettivo a lungo termine (2015):
Diffusione e promozione della lingua italiana in Angola.
Per raggiungere questo obiettivo abbiamo un tempo di realizzazione di 5 anni in
cui dobbiamo aver consolidato la presenza dell'italiano nel paese, non solo a Luanda ma
anche in altre tre città, scelte perché si prospetta che da ora a cinque anni costituiranno i
nuovi poli di sviluppo del paese. Le città in questione sono Benguela, Huambo e
Lubango. Si tratta di città che già da ora stanno portando avanti un piano di sviluppo
urbano ed economico che ne farà i nuovi poli di crescita della popolazione.
Benguela si trova a sud dell'Angola sulla costa. Non ha subito gravi conseguenze con la
guerra e si trova in una posizione ottima per lo sviluppo di attività commerciali e
turistiche. Inoltre nella vicina città di Lobito troviamo il più importante porto
commerciale del paese.
Lubango si trova invece nell'interno, al principio dell'altipiano centrale. È una cittadina di
stile europeo, capoluogo di una regione, la Huila, che si prospetta come il più importante
centro agricolo del paese.
Infine Huambo, situata al centro del “planalto central”, fu progettata e costruita dai
portghesi negli anni '60 e con il nome di Nova Lisboa, prima dell'Indipendenza, sarebbe
dovuta diventare la nuova capitale dell'Angola. È una delle città che più ha subito le
conseguenze della guerra soprattutto durante la ripresa del conflitto negli anni '90,
quando fu totalmente distrutta. In questi primi 5 anni di pace la città è stata
completamente ricostruita e si presenta oggi come una fiorente cittadina con tutti i
servizi, mostrando la piena volontà del governo di ridar forza a questa città e cancellare
49
gli orrori della guerra.
In queste città si dovranno aprire corsi di lingua gestiti da professori angolani formati
durante i primi 5 anni di progetto. In ogni città dovrà operare un professore e portare
avanti corsi di lingua che arrivino almeno al livello linguistico B1. I professori si
troveranno ad operare in collaborazione con le istituzioni culturali e con i dipartimenti
d'educazione delle rispettive città. Il Comitato di Luanda dovrà instaurare rapporti di
collaborazione con queste istituzioni in modo da preparare il terreno per la creazione dei
corsi. I professori saranno pagati dal Comitato di Luanda e disporranno di fondi per
l'organizzazione di eventi culturali.
2) Obiettivo a medio termine (2013 - 2015):
Consolidamento del lavoro di promozione della lingua italiana da parte del Comitato DA
a Luanda.
Formazione dei primi professori angolani.
A partire dal secondo anno (2013) d'attività del Comitato questo dovrà aver consolidato:
- la sua presenza a Luanda. Questo dovrà lavorare a pieno ritmo attraverso un calendario
di corsi e attività in grado di soddisfare a pieno la domanda;
- il rapporto con gli sponsor e partner e si avrà ben chiaro chi saranno i nostri stekholder;
- il numero delle iscrizioni.
Inoltre si procederà alla formazione di almeno 3 professori angolani, ricercati tra gli
studenti più meritevoli e motivati, formati in loco o in Italia attraverso il contributo MAE
ricavabile dal capitolo di spesa 2749.
3) Obiettivo a breve termine. (fine 2010 – 2013)
Creazione del Comitato DA, instaurando il rapporto con sponsor e partner, con
l'Ambasciata e con i vari stekholders.
Le attività prevedono la realizzazioni di corsi d'italiano e di attività culturali. La
50
formazione linguistica dei lavoratori stranieri delle imprese italiane e delle ONG che
partecipano al progetto. La partecipazione e l'appoggio all'Ambasciata italiana nella
realizzazione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo e di altre eventuali attività
culturali.
4.6. La sede: l'Università Cattolica
Come sede del Comitato abbiamo deciso di appoggiarci all'Università Cattolica d'Angola
(UCAN) che diventa così il nostro partner principale per quanto riguarda gli spazi
necessari al progetto. L'UCAN è la prima università privata ad essere sorta in Angola. Il
progetto della creazione dell'università risale infatti al 1992. In quell'anno, con il crollo
del sistema marxista, il Governo riconosce l’insegnamento privato e permette anche la
creazione di università private. La Chiesa Cattolica era così autorizzata a aprire la propria
università. Sono però gli anni terribili della ripresa della guerra civile, ed è quindi solo
nel 1995 che viene istituito il “gruppo di lavoro”. Nel 1997 la Conferenza Episcopale
crea ufficialmente l’UCAN, Università Cattolica di Angola, con sede in Luanda, avente
come proprio Cancelliere l’arcivescovo di Luanda.
Il 22 febbraio 1999 iniziano ufficialmente le attività accademiche, nella sede provvisoria
del Collegio São José, in pieno centro città. Le prime due facoltà a funzionare sono
Diritto e Economia, mentre nel 2001 fu aggiunta la facoltà di Ingegneria, con il
dipartimento di Informatica, e nel 2003 quella di Scienze Umane, con i dipartimenti di
Lingue, Letteratura e Amministrazione. Nel 2007 aumentò ancora l’offerta di formazione
accademica: Psicologia nella facoltà di Scienze Umane; Ingegneria delle
Telecomunicazioni e Contabilità (Facoltà di Economia).
Con l'aumento dei corsi, e con il conseguente aumento degli studenti, l'Università si è
trasferita dal quartiere centrale di Kinaxixe alla nuova sede dotata di grandi spazi e
ambienti moderni nel quartiere periferico di Palanca. La Cattolica è oggi una delle
Università in Angola più frequentate e le iscrizioni per l’anno 2008-2009 sfiorano le
4.000.
L’Università, pur essendo privata, non vuole discriminare i suoi studenti in base al censo.
Per questo, grazie agli aiuti provenienti da varie istituzioni civili e religiose (in Italia,
51
Portogallo, Spagna, Norvegia, Stati Uniti, Sudafrica, ed altri), ma anche ai contributi
statali, può offrire borse di studio e rette mensili contenute.
La scelta di instaurare la sede del Comitato DA presso gli spazi dell'UCAN è
dettata soprattutto dalla questione dello spazio: non possiamo permetterci in questa fase
iniziale del progetto, di avere una sede nostra in totale autonomia, in quanto costituirebbe
una voce di spesa troppo elevata da poter sostenere. L'UCAN è da tre anni a questa parte
l'istituzione locale che ospita i corsi d'italiano tramite il contributo del cap. 2620, ed offre
al professore italiano contrattato annualmente dall'Ambasciata una sala per le lezioni e un
ufficio. La nuova sede nel quartiere Palanca, pur non essendo in posizione centrale,
presenta grandi e moderni spazi che ancora non sono utilizzati a pieno.
Inoltre operando già presso questa istituzione il professore reclutato dall'Ambasciata,
concentreremo per il momento l'insegnamento dell'italiano in un solo spazio, in modo da
poter lavorare in questa fase iniziale in collaborazione con il suddetto docente evitando
sovrapposizioni e situazioni di contrasto o antagonismo. La principale attività che il
Comitato svolgerà sarà quella di tenere corsi di lingua italiana. Appoggiando il lavoro del
professore già presente, che attualmente non riesce a soddisfare appieno la domanda, il
Comitato offrirà un secondo professore espatriato che si dividerà tra il lavoro presso
l'Università Cattolica e la formazione linguistica presso le imprese e le ONG italiane, che
sceglieranno di attivare corsi d'italiano presso le loro sedi (secondo quanto visto nel cap.
dedicato ai destinatari).
La base d'azione del professore del Comitato DA rimarrà comunque l'Università Cattolica
in cui avrà il suo ufficio personale dotato di computer, connessione ad internet,
stampante, fax telefono, registri delle iscrizioni e documentazione relativa alle attività
culturali. Tutto il materiale d'ufficio sarà a carico del Comitato mentre lo spazio verrà
offerto dalla Cattolica in base al rapporto di collaborazione attivato con l'Ambasciata.
Oltre all'ufficio del professore e alla sala per le lezioni, dentro gli spazi universitari
potremmo utilizzare una sala per le riunioni del direttivo e l'aula magna per le conferenze,
presentazioni, ecc.
52
4.7. Strategie di marketing
Essendo la nostra una nuova impresa che opererà in un contesto come più volte ripetuto
ancora povero di iniziative culturali sarà fondamentale pianificare la strategia di
marketing da adottare. Questa deve avere come obiettivo principale la riconoscibilità
dell'impresa, la sua promozione e la pubblicità. Tutto ciò deve essere portato avanti con
costi contenuti, ma puntando sull'efficacia: promuovere la nostra immagine per
diffondere la nostra mission cioè lo scopo della nostra esistenza ed attività; rendere
visibile e chiara la nostra identità, ovverosia i tratti distintivi che caratterizzano la nostra
attività. Dovrà subito essere chiaro che siamo il primo ente in Angola dedicato alla lingua
e alla cultura italiana.
A causa dell'incertezza relativa alle risorse pubbliche (nel nostro caso i fondi ministeriali)
la prima strategia da adottarere è il coinvolgimento dei privati. Come già detto in
precedenza l'anello di congiunzione tra il Comitato e le imprese private italiane operanti
in Angola sarà l'Ambasciata. Di comune accordo con la rappresentanza diplomatica si
troverà l'occasione per incontrare i responsabili delle aziende e presentare loro il progetto.
A questo punto si potranno valutare le risorse economiche disponibili e pianificare il
lavoro del Comitato in base alle esigenze formative delle imprese. Queste ultime inoltre
guadagnerebbero in prestigio e pubblicità non solo in loco ma anche in Italia. In Angola
infatti in ogni attività proposta dal Comitato, appariranno i nomi delle aziende italiane
finanziatrici (nei manifesti, programmi, flyer, ecc.), così come verranno segnalate in ogni
servizio giornalistico o televisivo in cui si parlerà del Comitato. Inoltre i loro nomi
appariranno nella pagina principale del sito del Comitato e il marchio Dante Alighieri
potrà apparire nei siti delle imprese. L'addetto all'amministrazione fornirà ai nostri
sponsor relatori dettagliati a scadenza annuale su come sono stati investiti i fondi donati
in un'ottica di totale trasparenza. Puntiamo perciò ad avere degli sponsor che ci seguano
nel progetto, che credano in questa iniziativa, e che ci sostengano economicamente.
Non necessariamente gli sponsor devono contribuire attraverso donazioni monetarie, ma
possono mettere a disposizione servizi in base all'area commerciale in cui operano. Per
esempio prendiamo il caso della ditta Intertransports. Si occupa di logistica, edilizia e
possiede un supermercato. Per il tipo di attività svolte si ha continuamente bisogno di
53
materiali provenienti dall'Italia e ogni mese, la ditta riceve un gran numero di containers.
Coinvolgere questa impresa nella nostra attività ci aiuterà nella gestione del trasporto del
materiale librario, che compreremo in Italia e porteremo in Angola attraverso i carichi
dell'Intertransports, evitando costi di spedizione proibitivi e agevolando le operazioni di
sdoganamento del materiale.
Per quanto riguarda la pubblicità della principale attività del Comitato, i corsi d'italiano,
questa avverrà attraverso la realizzazione di eventi culturali che coinvolgano il nostro
target e che puntano ad allargare l'audiance. Non opereremo in una prima fase con grandi
eventi dispendiosi, ma penseremo ad una strategia più cauta anche attraverso piccole
manifestazioni senza perdere di vista la qualità dando comunque grande visibilità al
nostro nome e alle nostre iniziative, mostrando agli sponsor le nostre capacità
organizzative e di gestione dei fondi.
Attenzione particolare verrà data alla raccolta fondi, che coinvolgerà non solo le imprese
italiane, ma anche singoli donatori. Questo è un aspetto a cui dobbiamo dare particolare
attenzione. Muoversi nel territorio del nonprofit (ricordiamo infatti che i Comitati non
sono a fini di lucro) prescinde una buona abilità nella richiesta e gestione dei fondi. È
necessaria perciò una figura professionale dedicata al fund rising, che ne conosca
dinamiche e strategie e sia dotata di ottime capacità comunicative. L'organizzazione delle
campagne di raccolta fondi dovrà partire dalla rete, la creazione di una mailing list e
l'invio di bollettini informativi per coinvolgere i donatori, tenerli informati sulle attività,
farli partecipi della nostra azione, mostrare quali sono i benefit che potranno avere
aiutandoci nella nostra impresa. L'addetto al fund rising si occuperà di produrre e inviare
i bollettini informativi e gli inviti ai donatori, nonché di fornire tutta la documentazione
relativa alla rendicontazione.
Infine dobbiamo stabilire il nostro rapporto con i partner. Individuiamo per i primi anni
d'attività quelli che possiamo già considerare i partner principali:
1) l'Università Cattolica: mette a disposizione gli spazi (ufficio insegnante, aula per
le lezioni, sala per le riunioni, sala per conferenze)
2) l'Instituto Camoes, grazie alla sua impostazione di istituto culturale europeo,
aperto a qualsiasi organizzazione culturale potrà fornire lo spazio per esposizioni
54
d'arte e la sala cinematografica per le attività legate al cinema.
3) Infine le ONG. Queste potrebbero essere d'aiuto dal punto di vista delle risorse
umane: ricerca di volontari, professori disposti a lavorare per periodi brevi, a cui
possono assicurare un alloggio e dei quali possono trattare la documentazione
relativa ai visti di soggiorno nel paese. Il Comitato da parte sua può appoggiare le
ONG nell'organizzazione di eventi, in quanto le ONG hanno bisogno di
pubblicizzare e promuovere il loro operato e attraverso la formazione del
personale locale.
4.8. Le risorse umane
Il core group del Comitato sarà costituito dalle seguenti figure organizzate secondo il
seguente schema:
Il presidente è il diretto responsabile e primo rappresentante del Comitato si occupa di
convocare l'assemblea generale, il consiglio direttivo e esecutivo. Subito dopo il
presidente troviamo il vice presidente con ruolo amministrativo. A seguire sotto la
responsabilità del vice presidente troviamo l'addetto alla raccolta fondi e alla
comunicazione e il professore. Un segretario si occupa di appoggiare il lavoro del
presidente e del vice oltre a tenere i registri e le iscrizioni ai corsi.
Il vice presidente ha la gestione della cassa, si occupa dei pagamenti, della contabilità e
Presidente
Vice Presidente Addetto
amministrazione
Segretario/a
Addetto fund rising e comunicazione
Professore
55
della gestione dei fondi, in collaborazione con l'addetto al fund rising e comunicazione.
Quest'ultimo si occupa di tenere i rapporti con i vari donors, con gli sponsor e partner.
Inoltre è responsabile per la comunicazione (stampa, pubblicità, ecc.) e per la gestione
delle informazioni, produce i bollettini informativi e supporta il vice presidente nella
produzione dei rendiconti da sottoporre ai donors. Il Vice presidente e l'addetto al fund
raising e comunicazione devono lavorare in stretta collaborazione per poter sviluppare
una buona strategia di raccolta fondi che, con il progredire del progetto ci permetta di fare
delle sovvenzioni provenienti dai donors una risorsa sempre più consistente del budget.
Il professore è il responsabile didattico, progetta e tiene i corsi d'italiano, si occupa della
direzione artistica degli eventi, delle proposte culturali e mantiene i contatti con le
istituzioni culturali presenti a Luanda. Nel caso in cui siano presenti più professori
(quando avremmo raggiunto la seconda fase del progetto e avremmo a disposizione
professori locali) sarà il responsabile del loro lavoro didattico. Il professore avrà uno
scambio diretto con il segretario per quanto riguarda le questioni legate ai corsi
(frequenze, registri, pagamenti, ecc.) e con l'addetto al fund raising e comunicazione
appoggiando il suo lavoro nell'area della comunicazione.
Il core group del Comitato ha il compito della programmazione delle attività (progettare i
corsi, realizzare gli eventi promozionali, partecipare a manifestazioni culturali). Per far
questo pianifica un calendario annuale d'attività da realizzare; parallelamente lavora alla
ricerca dei fondi e presenta la programmazione ai soci e ai donors. Ogni membro dello
staff porta avanti il suo lavoro individualmente. Lo staff si riunisce ogni due settimane
per verificare l'andamento dei lavori e per la progettazione delle attività.
4.9. Piano economico
Nei costi fissi non appaiono gli affitti dei locali perché questi verranno messi a
disposizione dall'Università Cattolica. Il Comitato, si farà carico delle spese relative alle
macchine per l'ufficio (di proprietà dunque del Comitato) e i materiali di cancelleria.
COSTI
56
Fissi Acquisto macchine da ufficio: 2 note book 1 stampante laser 1 fotocopiatrice 1 proiettore video
Acquisto cancelleria
Stipendio docenti
Pagamento alloggio decente espatriato
Rimborso spese viaggio docente espatriato (2 biglietti aerei all'anno)
Spese telefoniche
Spese stampa programmi, manifesti
Spese amministrative
Acquisto materiale librario
Variabili Spese straordinarie
RICAVI
Fissi Sovvenzioni finalizzate
Sponsorizzazioni dirette
Variabili Vendita iscrizioni al corso
4.10. Piano operativo e scansione temporale delle attività
Attività Periodo
• Presentazione progetto
all'Ambasciata
• Pianificazione della strategia di
Fine 2009
57
Attività Periodo
ricerca dei 25 soci per la
costituzione del Comitato
• Riunione per l'elezione del
presidente
• Comunicazione alla sede di Roma
della costituzione del comitato di
Luanda
• invio verbale dell'atto costitutivo
Febbraio 2010
• Scrittura Statuto interno Aprile 2010
• Pianificazione delle attività • Attivazione del rapporto di
partnership con l'Università Cattolica
Giugno 2010
• Presentazione ufficiale del Comitato alle imprese italiane.
• Inizio dell'attività di ricerca sponsor e richiesta fondi
Agosto 2010
• Settimana della Lingua Italiana nel Mondo: presentazione pubblica del Comitato, Evento d'appertura
Ottobre 2010
• Inizio attività Gennaio 2011
Cap. 5 Attività del Comitato Dante Alighieri a Luanda
5.1 La proposta didattica dei corsi di lingua italiana in Angola
Il primo passo per progettare la didattica dei nostri corsi sarà l'analisi dei risultati del
questionario somministrato ai nostri possibili utenti, in modo da individuare con
precisione la fascia d’età dei nostri interlocutori, le motivazioni e le loro aspettative.
Prima dell'inizio del corso verrà loro somministrato un test d’ingresso per valutarne le
conoscenze e stabilire il livello dei corsi. Il test d’ingresso potrà essere svolto sul web
58
facilitando e contenendo così i tempi di somministrazione e l' analisi dei risultati. Si
avvieranno comunque almeno due corsi di italiano generale uno a livello principianti ed
uno di livello immediatamente successivo, offrendo così anche a chi ha già seguito un
corso d’italiano, la possibilità di poter progredire nell’apprendimento della lingua. Con la
formula corsi di italiano generale, intendiamo quei corsi che presentano una duplice
caratteristica: essere rivolti a un’utenza generalizzata non marcata sul piano sociale e
dell’età, non motivata all’apprendimento dell’italiano da esigenze specifiche di
spendibilità sociale immediata, quei corsi cioè che hanno come oggetto la lingua nella sua
dimensione comune quotidiana, non marcata da usi particolari. Poi ci sono quei corsi che
in base al contenuto dell’insegnamento sviluppano una particolare abilità linguistica
come la lettura, l’ascolto o la scrittura, oppure che approfondiscono un particolare aspetto
del sistema linguistico come la sintassi o il lessico. Il discorso della diversificazione
dell’offerta formativa, cioè di una offerta formativa pertinentizzata dà sempre garanzia di
professionalità e di maggiore qualità, verrà sicuramente affrontato in un momento
successivo ma verrà programmato fin dall’inizio perché solo attraverso l’attivazione di
corsi settoriali e specialistici, quali un corso sul linguaggio della medicina o
dell’ingegneria, che si potrà fornire ai nostri utenti la possibilità di partecipare a progetti
europei di mobilità e persino di iscriversi e frequentare l’università in Italia. Ogni corso
dovrà poi avere degli strumenti di verifica iniziali finali ed in itinere o intermedi che
consentano così al docente di accertare il grado di competenza raggiunto ma che gli
consentano anche di riprogettare o bilanciare il programma di studio per meglio adattarlo
alla situazione ed ai bisogni della classe. Bisognerà inoltre prevedere anche che il nostro
Comitato scelga la forma più adatta di valutazione certificatoria ufficiale della
competenza dell’italiano come lingua straniera, visto che è vigente in Italia dal 199323
una convenzione quadro firmata da il Ministero degli Affari Esteri e da tre università
italiane: quella per stranieri di Perugia e di Siena e quella di Roma, che rilasciano
certificazione di competenza, CILS, CELI e IT e soprattutto la certificazione interna alla
Dante Alighieri PLIDA (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri).24
23 Italiano 2000, Indagine sulle motivazioni e sui pubblici dell’italiano diffuso fra stranieri, progetto
diretto da T.De Mauro in collaborazione con M.Vedovelli, realizzato su incarico del Ministero degli Affari Esteri
24 www.ladante.org
59
Quest'ultima nasce allo scopo di offrire assistenza scientifica e didattica ai Comitati della
Società Dante Alighieri che operano in Italia e all’estero, e in risposta alla richiesta
crescente di apprendimento dell’italiano da parte di stranieri. In armonia con le
indicazioni della Sede Centrale, il PLIDA opera per far coesistere la tradizione più che
centenaria della Società con i principi della glottodidattica e della linguistica moderne. Il
PLIDA promuove, produce e diffonde tutti gli strumenti utili ad agevolare e a migliorare
le attività di insegnamento e apprendimento della lingua italiana, dai materiali da
destinare alla didattica agli studi scientifici da destinare alla formazione e
all’aggiornamento degli insegnanti.
La principale attività del PLIDA è costituita dalla Certificazione di competenza in lingua
italiana come L2. Infatti, in base a una convenzione con il Ministero degli Affari Esteri
(n. 1903 del 4.11.1993), la Società Dante Alighieri rilascia ai cittadini stranieri un
diploma che attesta la conoscenza della lingua italiana come lingua straniera secondo la
scala di sei livelli stabilita dal Consiglio d’Europa nel Quadro comune europeo di
riferimento per le lingue .
Inoltre, il PLIDA organizza corsi di formazione e di aggiornamento per insegnanti
d’italiano come lingua straniera. Tali corsi si svolgono due volte l’anno e intendono
fornire utili strumenti per migliorare e aggiornare la didattica dell’italiano agli stranieri.
Nel corso degli anni, il PLIDA ha realizzato una serie di progetti di assistenza linguistica
per lavoratori stranieri intenzionati a trasferirsi in Italia per motivi di lavoro. A partire dal
2004, infatti, il Ministero del Lavoro ha affidato alla Società Dante Alighieri la
formazione linguistica dei lavoratori prima della loro partenza, dal momento che la
vigente legge sull’immigrazione attribuisce un diritto di preferenza a quegli stranieri che
abbiano usufruito nel loro paese d’origine di un programma di istruzione e di formazione
professionale.
Il Certificato PLIDA è un diploma rilasciato dalla Società Dante Alighieri in base a una
convenzione con il Ministero degli Affari Esteri. Esso attesta la competenza in italiano
come lingua straniera secondo una scala di sei livelli, che rappresentano altrettante fasi
del percorso di apprendimento della lingua. I sei livelli del PLIDA vanno da A1 a C2 in
progressione di difficoltà, e corrispondono ai livelli del Quadro comune europeo di
riferimento del Consiglio d’Europa (QCE)
60
La Certificazione di competenza in lingua italiana PLIDA è una delle quattro
ufficialmente riconosciute dal Ministero degli Affari Esteri della Repubblica italiana in
base alla Convenzione n. 1903 del 4.11.1993. Il PLIDA opera anche in base a una
convenzione con l’Università “La Sapienza” di Roma (29.6.2004) che rilascia un plauso
scientifico alla Certificazione. Inoltre, il PLIDA è riconosciuto anche dal Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali (decreto 18.10.2002) e dal Ministero dell'Università e
della Ricerca come titolo per l'immatricolazione universitaria a condizioni agevolate degli
studenti stranieri (prot. n. 1906 del 9.10.2006).
Il PLIDA è un esame per tutte le persone di madrelingua diversa dall’italiano che
desiderano verificare il proprio livello di conoscenza della lingua italiana e ottenere un
riconoscimento ufficiale della propria competenza linguistica. Per iscriversi agli esami
non sono fissati limiti di età. Ogni candidato può scegliere il livello al quale presentarsi, e
non è necessario aver superato prima i livelli inferiori (cioè, è possibile iscriversi al B2
senza avere superato prima i livelli A1, A2 e B1).
Gli esami PLIDA si svolgono ogni anno a maggio e a novembre.
Le prove svolte sono inviate dai vari Centri Certificatori alla Sede Centrale; qui sono
corrette e valutate entro 60 giorni dalla data di arrivo.
Il certificato PLIDA non è soggetto a scadenza. S’intende naturalmente che l’istituzione o
la persona (scuola o università, datore di lavoro, ecc.) alla quale viene presentato il
certificato potrà valutare, in base alle diverse necessità, se la data in cui è stato ottenuto lo
stesso certificato non sia troppo lontana da quella in cui viene presentato. Per iscriversi
all’esame bisogna rivolgersi ad uno dei Centri Certificatori sparsi in tutto il mondo e fare
domanda d’iscrizione al livello per il quale si ritiene di essere idonei. Le quote di
iscrizione si versano direttamente al Centro Certificatore.
5.1.1 I contenuti
Il primo corso per principianti organizzato e progettato dal neo-nato Comitato Dante
Alighieri si svolgerà presso i locali dell’Università Cattolica di Luanda che già ospita
61
corsi universitari di lingua Italiana. Tale corso avrà cadenza bisettimanale e durata di due
ore per lezione per un totale di quaranta ore per il primo modulo e continuerà poi nel
semestre successivo con la stessa programmazione oraria. Il docente incaricato sarà scelto
tra i docenti italiani presenti in loco che presenteranno domanda dopo che sarà stata
pubblicata notizie del bando di concorso sui giornali locali e sul sito dell’Ambasciata.
Egli dovrà avere la laurea in lingue con esami d’italiano e la certificazione ufficialmente
riconosciuta della sua formazione glottodidattica per l’insegnamento dell’Italiano
all’estero,dovrà inoltre conoscere la lingua portoghese ed avere l’esperienza professionale
necessaria per fornire il servizio richiesto.
I contenuti del corso di lingua italiana vanno dal livello principianti al livello B1, avranno
come finalità quella di una piena integrazione interculturale, come affermato nel QCE25.
Pertanto si prefiggono l’obiettivo di fornire agli studenti, giovani e adulti, l'acquisizione
delle strutture base della lingua, la padronanza della competenza comunicativa in lingua
italiana che permetterà loro di capire ed essere capiti, di comprendere ed esprimere saperi
comuni. Fare della lingua italiana un mezzo di comunicazione, di contatto interpersonale
e di lingua veicolare per l'apprendimento, rispondendo così a quei bisogni ed esigenze
linguistiche che si evidenziano nelle prime fasi della acquisizione. I moduli preparano lo
studente ad essere in grado di interagire in una conversazione guidata da un’altra persona
esprimendosi in italiano standard riguardo le proprie esperienze di vita, progetti e
opinioni attraverso l’acquisizione, lo sviluppo e il potenziamento delle quattro abilità
linguistiche. I moduli autonomi in se stessi, prevedono test di verifica d’ingresso, in
itinere e finali per fornire al docente indicazioni utili sul percorso di apprendimento dei
singoli allievi e funzioneranno quindi da feed-back per l’insegnante che potrà così
adattarlo alle esigenze degli allievi, man mano che queste si manifestano.
5.1.2 Le metodologie
Partendo dalla convinzione che per un apprendimento efficace occorre una motivazione
forte, si privilegerà quindi una metodologia incentrata sullo studente, il quale verrà
coinvolto continuamente a risolvere problemi, eseguire compiti semplici, esprimere e
25 Quadro Comune Europeo,2002
62
confrontare le proprie opinioni, lavorando a coppie, in piccoli gruppi o individualmente,
soprattutto nei momenti relativi alla riflessione grammaticale.
Lezioni frontali e attività didattiche si alterneranno a forme di facilitazione didattica e
linguistica e con interventi mirati e graduati per difficoltà e aeree di interesse degli
allievi, più intensivi nella prima fase e meno nella seconda parte del modulo. Si
utilizzeranno inoltre strategie cognitive per classificare, per effettuare operazioni
associative e per elaborare informazioni. Inoltre verranno utilizzate strategie
organizzative per aiutare lo studente ad organizzare il proprio programma di studio al di
fuori della classe e strategie di studio per addestrare lo studente ad un uso sistematico di
materiali di riferimento e alla creazione di strumenti di lavoro personali che lo conducano
alla consapevolezza dei suoi processi di apprendimento e funzionamento della lingua. Si
applicheranno anche strategie di produzione per superare gli ostacoli della comunicazione
e strategie socio-affettive per dare allo studente maggior fiducia nelle sue capacità; infine
l'autovalutazione per far riflettere lo studente sui propri progressi di apprendimento. Gli
apprendenti verranno anche avviati verso lo sviluppo di strategie di ricezione e
d’inferenze nell’approccio di un testo scritto e saranno anche guidati ed educati ad un uso
corretto delle nuove tecnologie, non da un punto di vista tecnico ma etico e cognitivo.
5.1.3 . Strumenti/materiali
Essendo ospiti di una Università avremo a disposizione tutto l’occorrente per fornire il
miglior apporto ad una corretta proposta didattica grazie ai materiali didattici concepiti in
continua evoluzione e regolare arricchimento per offrire sempre quegli strumenti di
lavoro appropriati a chi si avvicina allo studio e vuole approfondirne tematiche e
problemi. Avremo quindi strumenti classici come il testo in adozione fornito di cd
multimediale, le lavagne in ardesia e quelle bianche o luminose per poi passare alla
strumentazione tecnologica come la presenza di aule interattive composte da postazioni
multimediali connesse alla rete per la consultazione immediata di materiali didattici o per
la compilazione di schede. Altri strumenti per la comunicazione multimediale che ci
aiuteranno nello svolgimento della nostra azione didattica sono la videoconferenza con
accesso alla rete che collega i poli tra loro e ad Internet, oltre ad impianti per la ricezione
di immagini fisse o in movimento, trasmissione video, filmati e animazioni, immagini da
63
proiettare e trasparenze. Oltre al materiale già elencato, avremo una biblioteca virtuale
degli handouts distribuiti durante le lezioni a scopo didattico,oltre al fatto che sulla
homepage del sito della Dante offriremo una descrizione dettagliata dei contenuti, tempi
e modi del corso di italiano accorciando i tempi della burocrazia e dando informazioni
utili ed immediate agli studenti. Il sito offrirà inoltre agli studenti la possibilità di fare
tests, esercizi interattivi, attività, letture facilitate,dizionario illustrato e giochi on line per
esercitarsi, approfondire specifici argomenti o divertirsi con la lingua. Bisogna qui
sottolineare la particolare situazione della città di Luanda e dell’Angola che per storia e
difficoltà economiche conseguenti all guerra civile, ci porterà in contatto con apprendenti
che per la maggior parte non avranno conoscenze tecnologiche per cui l’uso di tali
strumenti sarà legato alla reale situazione in cui ci troveremo ad operare e in tal caso
dovremo avere le capacità necessarie per confrontarci con tale situazione.
5.1.4 Formazione insegnanti
La formazione degli insegnanti locali comincerà come stabilito negli obiettivi dopo il
primo anno d'attività del Comitato.Si potranno infatti selezionare dopo questo periodo
iniziale, gli studenti più meritevoli ai quali possiamo offrire varie possibilità formative in
glottodidattica della lingua italiana, presso l'Università di Venezia, le Università per
Stranieri di Siena e Perugia o presso i corsi promossi dalla stessa Società Dante Alighieri.
I costi dei corsi di formazioni saranno sostenuti attraverso i contributi ministeriali relativi
ai capitoli di spesa MAE 2620 e 2749.
In questo modo formeremo i primi professori d'italiano angolani, aumentando il numero
dei corsi d’italiano a Luanda e ciò ci condurrà anche verso l'attivazione di sezioni
staccate della Dante nelle tre città angolane scelte ed indicate nell'obiettivo a lungo
termine (Benguela, Lubango, Huambo). La presenza di professori locali permetterà
un'azione di diffusione della lingua italiana a costi contenuti non dovendo pagare un
professore madrelingua italiano, al quale sarebbe necessario pagare il viaggio, l'alloggio e
uno salario molto più alto rispetto a quello di un docente locale.
5.2 Altri possibili sviluppi di promozione culturale
64
Solo dopo aver avviato i corsi di lingua e cultura italiana, oggetto della nostra iniziativa
promozionale, grazie alla professionalità dimostrata alla dedizione e alla volontà di
rendersi utili alla comunità, caratteristica che sempre contraddistinguerà la nostra
associazione, si potranno con i proventi ottenuti dall’istituzione dei corsi di lingua e con
le risorse di sponsors e donors, pensare ad ampliare la nostra offerta culturale e didattica
sul territorio.
Numerose le idee che potrebbero portare ad una maggiore diffusione della cultura e della
lingua italiana in Angola. Prima fra tutte l’apertura di un caffè italiano che diventi punto
di incontro e ritrovo per la comunità italofona rafforzandone così la partecipazione e
punto di accoglienza e scambio culturale con la popolazione locale. Abbiamo pensato al
caffè come primo ed ulteriore passo per la diffusione/ promozione della nostra lingua
perché la parola evoca contemporaneamente il gusto di qualcosa di prettamente italiano,
vero simbolo dell’italian style, ma anche un momento storico di nascita e diffusione del
primo giornale illuminista di Pietro Verri26 , che divenne tempo reale e nello stesso tempo
simbolico nel quale esprimere precise pratiche culturali.
C’è poi l’organizzazione di eventi culturali che sono la prerogativa dell’associazione per
eccellenza per essersi rivelata la forma di promozione più popolare ed efficace. Dalle
conferenze a tema ai concerti o alla lettura di poesie, all’organizzazione di mostre, offrire
quindi squarci di quel vastissimo panorama artistico- letterario che è quello italiano e alle
quali, l’atmosfera del caffè potrebbe aggiungere quel tocco di esotico che da sempre
avvolge le cose belle.
Oltre a ciò l’apertura di una biblioteca porterebbe ad una maggiore diffusione della nostra
letteratura passata ed contemporanea, riconosciuta nel mondo fra le più alte espressioni
artistiche anche con l’istituzione di un servizio simile alle circulating libraries inglesi.27
Nell’ambito delle possibili azioni da promuovere non può mancare la cinematografia
italiana con l’organizzazione di un cineforum ,altro grande strumento di diffusione della
nostra cultura perché il cinema italiano ha ricevuto findal suo esordio, sempre notevoli
riconoscimenti per la professionalità espressa da registi, attori e sia per le tematiche
affrontate ma anche e soprattutto come luogo di incontro di culture diverse e mezzo di 26 C. Capra,2002,I progressi della ragione,Il Mulino 27 http://www.britannica.com/EBchecked/topic/118375/circulating-library
65
veloce apprendimento della lingua.
L’istituzione di corsi di cucina e di una scuola di calcio permanente, essendo anche questi
due ultimi argomenti, simboli fortemente italiani, porterebbero un nuovo e più
diversificato pubblico ad avvicinarsi alla nostra neonata struttura di promozione, alla
ricerca forse di quei piaceri e sapori che non sono definibili come propriamente
intellettuali ma che fanno parte a pieno titolo della nostra italianità e che forse sono fra
quei valori che ci fanno apprezzare e rispettare di più nel mondo perché popolari e meno
elitari, perché accomunano e non dividono, accolgono e non separano.
Ultimo ma non per questo meno importante è la promozione di iniziative a favore della
musica, non solo come promozione di melodie e canzoni italiane ma anche come
promozione di quella professionalità altamente qualificata, tipica della lavorazione di
strumenti musicali (liuteria italiana)28 Si potrebbero infatti promuovere azioni/progetti in
tal senso, visto che in Italia comincia a scarseggiare la manodopera qualificata in questo
settore, che tanto ha dato alla fama dell’Italia nel mondo con il suo “made in Italy” .
L’istituzione poi di borse di studio da elargire agli alunni frequentatori dei nostri corsi per
la frequenza di corsi settimanali o mensili presso una scuola italiana, fornirebbe un valido
mezzo aggiuntivo per far conoscere “dal vivo” tutto ciò che è italiano a persone che
altrimenti non potrebbero permettersi un soggiorno in Italia.
5.3 L'evento d'apertura
Conclusioni Questo lavoro nasce dalla voglia di entrambi gli autori, in questo clima controverso di
cambiamenti epocali, di fare qualcosa di positivo per l’Africa, ed in particolare per
l’Angola, paese così lontano da noi geograficamente parlando ma contemporaneamente
così vicino, perché l’Italia ha sempre avuto con questo paese ottimi rapporti politici ed
economici. È stata infatti l’Italia il primo paese europeo a riconoscerne l’indipendenza
28 ProgettoStrdivarius,artigianato liuteria italiana,attivato dall’Istituto Comprensivo di
Foglianisewww.scuoleaperte.com/scuole/news/news%20Liutaio,%20IC%20R.%20Sanzio,%20Napoli%20(NA).pdf
66
nel 1975 e a stabilire con il paese angolano proficui rapporti economici e commerciali.
L’Italia è presente in Angola con le sue ditte ed imprese, le ONG con progetti specifici di
sminamento e a favore di misure sanitarie ed educative e soprattutto con la sua missioni
diplomatiche, l’Ambasciata italiana infatti da anni promuove con successo iniziative per
la diffusione della lingua e cultura italiana organizzando incontri culturali ed invitando
esperti di chiara fama ad intervenire su argomenti socio-culturali. A dimostrazione
dell’ottimo lavoro svolto dalle nostre istituzioni in loco è la crescente richiesta d’italiano
che si è sviluppata in questi ultimi anni grazie anche ai grandi cambiamenti politici
avvenuti in Angola che hanno dato al paese una maggiore stabilità politica che consente
quindi maggiori e più duraturi rapporti con quei paesi stranieri presenti sul suo territorio
che hanno, già da tempo, avviato con successo rapporti economici e culturali con le
istituzioni locali. L’attuale Ministro degli esteri Frattini, durante una sua recente visita, ha
infatti sottolineato anche la necessità di garantire e migliorare la formazione dei giovani
angolani visto che il tasso di istruzione primaria è in Angola ancora molto basso, circa il
47%, e quello dell’analfabetismo è di circa il 56%. La Farnesina appare infatti interessata,
per rafforzare i rapporti economici delle sue aziende con quelle angolane, a garantire la
formazione di giovani locali in Italia, per formarli e poi farli tornare in Angola
garantendosi così la continuazione e l’ampliamento dei propri rapporti economici e
commerciali. Anche alla luce di questa prospettiva di ampliamento dei rapporti con
l’Angola da parte dell’Italia, che grazie alla ratifica dell’Accordo bilaterale sulla
promozione e protezione degli investimenti italiani in loco del 2007, e il più recente
Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica, che nasce l’idea di
progettare dei corsi di lingua italiana per la popolazione angolana che siano di supporto
linguistico e culturale ai più vasti progetti economico-commerciali avviati dalle numerose
aziende e ditte italiane presenti sul territorio in questa fase di internazionalizzazione del
mercato angolano. La storia della formazione in Angola comincia da lontano, quando i
primi missionari e religiosi italiani furono inviati nelle zone più remote del paese già nel
lontano 1400 per diffondere il cristianesimo e con esso l’istruzione. A livello
universitario, l’Angola ha usufruito di finanziamenti italiani per la costruzione
dell’università di architettura “A. Neto” già nel 1982, a cura del consorzio CICUPE
(Consorzio Interuniversitario per la Cooperazione Universitaria con i Paesi Emergenti) ed
67
esistono già delle istituzioni che forniscono corsi di lingua italiana, per esempio quelli
svolti presso la Universidade Catolìca di Angola che iniziò la sua attività nel 1999 con le
facoltà di Economia e Diritto e poi ampliando il suo raggio d’azione didattica aprendo nel
2001 la facoltà d’Ingegneria e dal 2003 quella di Scienze Umane, con i dipartimenti di
Lingue, Letteratura e Amministrazione.Il nostro impegno nel voler istituire dei corsi di
lingua italiana in Angola, prima nella capitale Luanda e poi in seguito anche nelle città
limitrofe,(obiettivo a lungo termine) nasce anche dal fatto che avendo l’Angola raggiunto
relativamente da poco tempo una maggiore stabilità politico-economica, sono tali e tanti i
problemi che la nuova amministrazione si trova ad affrontare ed a risolvere che
naturalmente quelli educativo-culturali non sembrano essere di primaria importanza
rispetto a quelli più urgenti della costruzione di nuove abitazioni, ospedali e posti di
lavoro. Una moltitudine di persone, infatti si sposta quotidianamente dalle campagne
verso le città e soprattutto verso la capitale (6.000.000,di abitanti) perché unico luogo
dove la speranza di un cambiamento è vista come possibile, dato che le province limitrofe
versano ancora in condizioni di grande arretratezza. Questa continua migrazione verso la
capitale alla ricerca di un miglioramento del proprio tenore di vita, è giustificato dal fatto
che essendo essa la capitale del paese, è anche la sede delle maggiori imprese nazionali
ed estere alla ricerca di mano d’opera a basso costo. Luanda è diventata così un punto
d’incontro di svariate culture: cinesi, brasiliani, indiani, pachistani, libanesi e portoghesi,
impiegati presso imprese internazionali nei diversi settori che affollano la città insieme
agli angolani alla ricerca di un posto al sole. La città quindi, simbolo di multiculturalità,
sta subendo delle grosse trasformazioni sia sul piano architettonico, i vecchi edifici
coloniali vengono abbattuti per far spazio a nuovi condomini, ma al volume d’affari
legato alle numerose attività e iniziative commerciali legate alla prestazione dei servizi e
al mercato immobiliare per i nuovi residenti, non corrisponde tuttavia la stessa ricchezza
in campo culturale.
La vita culturale a Luanda non offre infatti oggigiorno molte opportunità di svago o di
stimolo culturale: sono rari,infatti gli spazi dedicati al cinema o al teatro e ad altre
manifestazioni di tipo culturale: per lo più si incontrano le stesse persone nei pochi luoghi
adibiti allo svago della mente. Quindi la progettazione e la creazione di iniziative a favore
della promozione di eventi culturali avrebbe nel paesaggio fin qui delineato, un impatto
68
fortissimo e si rivelerebbe un sicuro successo se il progetto ad esse sotteso, sarà un
progetto chiaro ed esplicito ed in grado di convogliare le energie politiche, economiche e
culturali presenti sul territorio. È con questo fine che abbiamo cercato di formulare un
progetto quanto più possibile fattibile e dettagliato cercando di coniugare le necessità e le
esigenze della situazione reale e proponendoci come unica alternativa professionale in
grado di mettere insieme richiesta, offerta e professionalità. Proponendo l’avvio di corsi
di lingua italiana flessibili nell’orario e nella progettazione del curricolo,contenuti nei
prezzi e strutturati ad hoc per un pubblico specifico di adulti con esigenze specifiche
legate al lavoro, si andrà incontro a tutte quelle esigenze che i corsi, offerti fin ora, per
esempio dalla Univerità Catolìca, non riescono a soddisfare, essendo essi indirizzati per
lo più a studenti che non hanno impegni di lavoro o esigenze immediate di spendibilità
dello stesso. Abbiamo infatti indagato ed analizzato le possibili variabili e discusso gli
eventuali problemi legati per così dire alla specificità della situazione angolana, quali il
traffico, l’alto fitto dei locali, la mancanza di esperienze precedenti simili e affrontato il
discorso dal punto di vista più consono per garantire un ‘offerta formativa ampia e
diversificata ispirandoci a quei principi che la glottodidattica ha elaborato sul piano
teorico ponendo al centro della nostra azione didattica l’apprendente con le sue necessità,
i suoi bisogni, gli stili di apprendimento, il livello di partenza e non ultima la sua
motivazione.
Abbiamo poi perfezionato i contenuti, gli obiettivi a breve, a medio e a lungo termine, le
metodologie, gli strumenti, specificato il ruolo del docente in una prospettiva
interculturale che riconosca a tutte le culture pari dignità e ponendo l’accento sui
cambiamenti che sono avvenuti ed ancora stanno avvenendo anche nel campo della
didattica che è costretta quotidianamente a riflettere su stessa, per così dire a “ripensarsi”
e ad adattarsi ad una situazione in continuo sviluppo dovuta all’incalzare della situazione
immigrazione, contingente in quasi tutti i paesi del mondo, che spinge quindi i governi
dei paesi cosiddetti industrializzati a trovare nuove soluzioni “in loco” con azioni di
supporto principalmente a livello socio-economico, ma anche laddove possibile, ad
avviare iniziative di promozione culturale. Trascurare questo aspetto della vita delle
persone quale la comunicazione sarebbe come ignorarne l’aspetto fondamentale, quello
metalinguistico, perché una comunicazione corretta consente di stabilire e sviluppare
69
relazioni in modo efficace sfruttando la lingua come strumento per immergersi in modi di
pensare diversi dal proprio, in una logica aperta al contagio linguistico e culturale in cui
ciascuno prende dagli altri le parole, i modelli culturali ed i valori che trova migliori.
Nella stesura di questa tesi, abbiamo naturalmente incontrato delle difficoltà soprattutto
di tipo logistico: infatti la suddivisione dei capitoli da scrivere è stata netta poiché uno dei
due autori non si trovava in Angola e quindi le notizie relative alla situazione del paese
africano, i contatti con le istituzioni economiche e culturali straniere ed italiane sono
ricadute tutte su colui che si trovava in loco mentre all’altro è naturalmente spettata la
parte teorico-pratica sulla preparazione didattica dei corsi. In ogni modo abbiamo
lavorato in continua sinergia discutendo continuamente le scelte teoriche ed operative
così che possiamo considerare questo documento coerente nelle parti, unitario e come il
prodotto di un lavoro a quattro mani e non come la semplice sovrapposizione del singolo
operato dei due autori.
Lavorare insieme, anche se a distanza, ha presentato dei momenti di difficoltà che però
abbiamo sempre superato insieme: i contributi sono sempre stati discussi e rivisti da
entrambi grazie alle risorse della rete, mail e skype che ci hanno permesso di inviarci i
file in tempo reale, cooperando e continuando il nostro lavoro senza rallentamenti
superando le difficoltà e assolvendo il compito che ci eravamo prefissi l’anno scorso a
Venezia, quando decidemmo di collaborare insieme alla stesura di questa tesi sulla
promozione dell’italiano in Angola.