Pubblicazione FORMAPESCA

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Via G. A. Guattani, 9 - 00161 Roma tel. +39.06.44.25.19.46 [email protected] www.mediterraneo.coop Studio per un modello per la qualificazione e lo sviluppo del sistema della formazione professionale degli operatori della pesca e della maricoltura in Puglia

Transcript of Pubblicazione FORMAPESCA

Via G. A. Guattani, 9 - 00161 Roma

tel. +39.06.44.25.19.46

[email protected]

www.mediterraneo.coop

Studio per un modello per la qualifi cazione

e lo sviluppo del sistema della formazione

professionale degli operatori della pesca

e della maricoltura in Puglia

Studio per un modello per la qualifi cazione

e lo sviluppo del sistema della formazione

professionale degli operatori della pesca

e della maricoltura in Puglia

POR Puglia 2000-2006 Asse III Misura 3.5 Azione B.3Progetto FOR.MA.PESCA - Studio per un modello per la qualifi cazione e lo sviluppo del sistema

della formazione professionale degli operatori della pesca e della maricoltura in Puglia.

PROGETTO COFINANZIATO DALL’UNIONE EUROPEA

E REGIONE PUGLIA, SETTORE FORMAZIONE PROFESSIONALE

Citazione bibliografi caR. Mamone, F. Binda, M. D’Onghia, V. Parisi Presicce, P. Pelusi & E. Rambaldi (2008).

“Studio per un modello per la qualifi cazione e lo sviluppo del sistema della formazione professionale degli operatori della pesca e della maricoltura in Puglia ”. CONSORZIO MEDITERRANEO, Roma, 60 pp.

Progetto grafi co e impaginazione: Andrea Grassetti - www.traduvisiva.it

Finito di stampare nel mese di Ottobre 2008

Sommario

Introduzione 7

Finalità e metodologie dello studio 9

Risultati delle indagini 13

Risultati dei sondaggi 13

Il punto di vista dei responsabili regionali del settore ittico 14

Il settore della maricoltura nello specifi co 18

Il settore della pesca nello specifi co 25

Ostacoli alla formazione degli Addetti della pesca e della maricoltura

ed indicazioni per il loro superamento 41

Modello fi nalizzato all’adeguamento del sistema

della formazione professionale 45

Coordinamento d’area 46

Formazione ed aggiornamento dei Facilitatori di processo 47

Moduli motivazionali 50

Corsi di formazione o riqualifi cazione 52

Seminari informativi e/o di aggiornamento 53

Rispondenza alle politiche comunitarie 55

Conclusioni 57

Riferimenti bibliografi ci 60

Ringraziamenti 61

7

Introduzione

Lo “Studio per un modello per la qualifi cazione e lo sviluppo del sistema della formazione professiona-

le degli Operatori della pesca e della maricoltura in Puglia” (Formapesca Puglia) - fi nanziato dalla Regio-

ne Puglia nel quadro della misura 3.5.”Adeguamento del sistema della formazione professionale” - si pro-

pone come contributo alla gestione del sistema di formazione settoriale e locale, andando a colmare una

carenza che concorre alla stagnazione ed al declino del settore ittico regionale pugliese e a quello naziona-

le nel suo complesso.

Fino ad oggi, infatti, la maggior parte delle azioni di formazione e riqualifi cazione indirizzate al settore

non ha tenuto conto delle sue specifi cità e delle esigenze degli Addetti, impiegando modalità inadatte che

spesso hanno fi nito per aumentare la sfi ducia nei confronti del sistema formativo.

L’evidente stato di crisi del comparto; il caro gasolio e la ricerca sull’effi cienza energetica; la recente revi-

sione della normativa vigente in materia di Pesca; l’aumento del numero degli incidenti in mare; il Regola-

mento 1967/2006 cosiddetto Mediterraneo; le possibilità offerte dal nuovo Fondo Europeo per la Pesca tra-

dotte nel Piano Operativo nazionale, la recente nascita del Consiglio Regionale del Mediterraneo etc.: sono

solo alcuni dei motivi che rendono necessario un sistema di formazione strutturato e calato sul settore, adat-

tato ai diversi contesti territoriali, parallelo ad una rete informativa effi ciente e suffi cientemente capillare ca-

pace, infi ne, di raggiungere ogni operatore.

Se è vero che esistono altri aspetti che incidono maggiormente su queste problematiche, non si può non

riconoscere che la consapevolezza sociale, la conoscenza delle innovazioni tecniche, la sensibilità ambientale,

il confronto con altre realtà produttive, l’esempio delle buone pratiche adottate nei diversi contesti nazionali

o internazionali possano contribuire a trovare le soluzioni di cui ha urgente necessità il settore.

A monte dell’elaborazione del modello formativo - che è stato poi sottoposto ad esperti del settore per rac-

coglierne suggerimenti e correzioni - sono state svolte un’indagine bibliografi ca per descrivere e localizzare

la popolazione di riferimento, ed un’inchiesta che ha raccolto sia i dati socioeconomici, sia le istanze relative

alle esigenze formative. L’indagine sul campo è stata basata sulla distribuzione di questionari rivolti ai respon-

sabili istituzionali e di categoria, ai Responsabili d’impresa ed agli Operatori, sia della pesca che della mari-

coltura (molluschicolture e allevamenti in gabbia). Ciò ha consentito di trarre una prima indicazione relati-

vamente alle modalità formative da utilizzare all’interno del modello elaborato.

A tal proposito, l’esperienza sul campo ed il feedback degli Operatori ci ha indotto, innanzi tutto, a cercare

di aumentare i gradi di libertà del sistema, immaginando una formazione improntata alla massima fl essibilità.

Tale impostazione è esattamente contraria a quella che ancora oggi gode di un certo credito tra gli Addetti ai

lavori, testimoniata da quanto proposto in un convegno a Roma solo pochi anni orsono, quando fu ipotizzato

di centralizzare la formazione degli Addetti alla pesca presso una sede unica da localizzare in Campania. Ciò

fu immaginato ignorando la resistenza degli Operatori ad allontanarsi per fare formazione teorica in aula.

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Finalità e metodologie dello studio

Lo studio - che trae spunto da un’esperienza di campo pluridecennale - si pone l’obiettivo principale di for-

nire agli Addetti ai lavori uno strumento per il governo della formazione professionale applicata al compar-

to alieutico ed alla maricoltura pugliesi. Ciò in un’ottica di adeguamento dello stesso ai cambiamenti - nor-

mativi, tecnici e produttivi - ed alle trasformazioni socio-culturali in corso, oltre che al fi ne della valorizza-

zione delle risorse umane e del miglioramento della qualità dello stesso sistema formativo per la riqualifi ca-

zione degli Operatori della pesca.

Più specifi catamente, l’intento è di fornire un modello utilizzabile in tutto il territorio nazionale, utile ad

adeguare gli standard formativi alle tendenze in atto e ad implementare il sistema, dando indicazioni per il su-

peramento degli ostacoli - attuali o prevedibili - alla pratica della riqualifi cazione professionale.

Per costruire una metodologia di gestione dell’innovazione è stato necessario chiarire innanzitutto lo sce-

nario di riferimento, raccogliendo le informazioni socio economiche fi nalizzate sia a descrivere la popolazio-

ne di riferimento, sia ad analizzare i possibili nodi del sistema locale; successivamente si è dunque cercato di

defi nire nei dettagli l’organizzazione del nuovo impianto, le tecniche ed i tempi di somministrazione didat-

tica, l’identikit degli attori, i loro compiti ed il modus operandi.

Obiettivi del modello sono quindi quelli di:

• dare un contributo per ampliare l’esperienza di percorsi e protocolli formativi in un’ottica sia teorica che

applicativa, che consenta di accertarne la validità sul terreno a livello locale;

• porre le premesse per rispondere alla domanda di formazione emersa da più parti;

• ottenere, agendo sulla sfera motivazionale, una maggiore corrispondenza tra il grado di consapevolezza del

bisogno ed il livello di adesione effettiva dei pescatori ai corsi di riqualifi cazione;

• evitare che il patrimonio di professionalità del comparto ittico diventi obsoleto.

• adattare il sistema formativo ad una formazione continua (long life learning).

• creare un punto di riferimento: per i referenti politici che si occupano delle strategie di sviluppo del set-

tore e del territorio; per i responsabili degli enti di formazione; per i progettisti che cercano un suppor-

to per la defi nizione dei profi li professionali e la programmazione dei percorsi didattici; per i Responsabi-

li delle imprese che desiderano riqualifi care il personale; per i formatori interessati al settore; per l’orienta-

mento all’offerta formativa regionale o provinciale - soprattutto nel caso di coloro che vogliono sviluppa-

re ed aggiornare le proprie competenze e cercano di costruirsi percorsi formativi personalizzati; per i pe-

scatori che intendono verifi care la fattibilità e le modalità di realizzazione di nuove idee imprenditoriali in-

terne al settore, attraverso l’acquisizione e l’aggiornamento di conoscenze e competenze, o tramite la mo-

dalità dell’affi ancamento;

• offrire un quadro di riferimento per avviare un confronto istituzionale sulle attività formative, al fi ne di

rendere omogenei gli indirizzi delle Regioni e delle Province con quelli settoriali;

Il rischio, quindi, continua ad essere quello di non confrontarsi con le esigenze dei potenziali benefi cia-

ri, forse anche per come fi no ad oggi è stato gestito, e si è consolidato, il sistema della formazione professio-

nale fi nanziata con i fondi comunitari in Italia. In Spagna, ad esempio, non sono le amministrazioni provin-

ciali, bensì le stesse Cofradìas - antiche congregazioni per il mutuo soccorso - che gestiscono e sono respon-

sabili del sistema. Verifi cano le esigenze del mercato oltre a quelle di adeguamento a nuove norme; affi da-

no corsi, seminari ed aggiornamenti ad enti specializzati nella formazione; controllano i risultati; pianifi ca-

no la formazione continua (ed in parte obbligatoria) dei loro membri; concordano coi pescatori le modalità

ed i tempi. Viceversa, in Italia non si parla quasi mai di effi cienza del sistema di formazione per la pesca o di

indicatori di risultato, e gli studi a tal proposito sono scarsi. Ciò vale anche per la maricoltura, i cui Addetti

hanno però una mentalità più fl essibile e sono generalmente più disponibili a spostarsi per poter fare espe-

rienze formative signifi cative.

Per tutto ciò è stato importante soffermarsi a rifl ettere sulle possibilità di implementare un sistema tarato

sulle specifi cità del settore: ripensare la formazione e l’informazione non tanto dal punto di vista del “cosa”,

cioè dei contenuti, o del “perché”, cioè delle esigenze - avvertite o meno - dei lavoratori, ma focalizzandosi

sul “come” e cioè sulla fl essibilità e le modalità da concordare con gli Operatori, sui principi dell’andragogia

- la disciplina che si occupa di formazione rivolta agli adulti -, sugli aspetti motivazionali ed altro.

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dall’alto schemi rigidi che non avrebbero permesso di attrarre e soprattutto di conservare l’utenza.

Pertanto il modello permette di mettere in relazione tra di loro, con continuità, tutti gli attori dei sistemi

pesca/maricoltura e formazione (utenza, docenti, organizzazioni di categoria, istituzioni ecc.), al fi ne di cre-

are per gli Addetti un sistema di riferimento per una formazione continua di facile accesso.

Infi ne, l’ultima fase è consistita nella divulgazione dei risultati, che sono stati discussi in un convegno/ta-

vola rotonda fi nale - svoltosi a Bari il 14 ottobre 2008 - cui hanno partecipato rappresentanti di diverse asso-

ciazioni di categoria, mitilicoltori, itticoltori, esperti di formazione e rappresentanti delle istituzioni.

La ricerca ha quindi raccolto alcune indicazioni emerse durante il convegno, e la relativa pubblicazione sa-

rà distribuita ai partecipanti, alle Associazioni di categoria ed agli Assessorati al “Lavoro, cooperazione e for-

mazione professionale” e “Risorse Agroalimentari” della Regione Puglia. Quest’ultimi infi ne, insieme a Le-

ga Pesca, hanno garantito la pubblicazione dello studio sui rispettivi siti web.

• aumentare le conoscenze del territorio di riferimento ed il legame dei pescatori con esso, informandoli sul-

le relative opportunità imprenditoriali;

• aggiornare gli Operatori della pesca sui cambiamenti in atto e su quelli prevedibili (innovazione tecnologi-

ca, nuove normative, indirizzi di sviluppo economico ed infrastrutturale del territorio ecc.);

• accrescere la consapevolezza degli Addetti della pesca relativamente alle logiche della fi liera e delle imprese

di riferimento, sviluppando in loro un maggiore senso di appartenenza aziendale e/o alla categoria;

• valorizzare le competenze trasversali per rendere possibile la mobilità professionale in caso di crisi del com-

parto, per necessità aziendali, aspirazioni o esigenze personali.

Il lavoro svolto è stato organizzato in più fasi, alle quali hanno partecipato esperti di pesca, maricoltura,

formazione settoriale, qualità ed elaborazione dei dati.

Per tutta la durata del progetto è stato previsto un coordinamento generale, ed al termine di ogni fase del

piano di lavoro il monitoraggio delle attività, al fi ne di verifi care il grado di realizzazione, la rispondenza al

progetto originario e la qualità del lavoro svolto.

Durante la prima fase sono state raccolte informazioni bibliografi che, utili a: descrivere gli aspetti pro-

duttivi e commerciali che maggiormente concorrono a defi nire la fi liera ittica pugliese; localizzare le attivi-

tà sul territorio; dimensionare campioni statisticamente signifi cativi delle tre diverse categorie individuate,

sia per la pesca che per la maricoltura pugliese: Responsabili di settore - sia pubblici che privati - Responsa-

bili d’impresa e Operatori.

Per ogni categoria è stato quindi elaborato un questionario ad hoc - con risposte predefi nite, ma quando

possibile aperte - col duplice scopo di verifi care l’affi dabilità delle risposte incrociandole tra loro, e di stabi-

lire il grado di consapevolezza e conoscenza dell’universo di riferimento degli attori, ai diversi livelli opera-

tivi e di responsabilità.

L’indagine, prevista durante la seconda fase, è stata effettuata su tutto il territorio costiero regionale, coin-

volgendo le più importanti marinerie ed i principali poli produttivi della pesca e della maricoltura.

Inoltre, le risposte hanno permesso di integrare le notizie socio-economiche raccolte in bibliografi a con

dati relativi alla condizione lavorativa, agli aspetti motivazionali degli Operatori, ed alle loro valutazioni, sia

sulle tendenze del settore di riferimento, che sull’effi cacia del sistema formativo esistente.

Ciò ha anche permesso, ovviamente, un aggiornamento ed un approfondimento delle conoscenze relative

alla popolazione di riferimento, utili per qualsiasi ulteriore pianifi cazione formativa regionale.

Preso atto delle esigenze del comparto ed avendo individuato per grandi linee le aree di attività, i sistemi

di pesca e le qualifi che su cui puntare l’azione formativa, sono state esaminate le cause che fi no ad oggi han-

no ostacolato, rallentandolo, il processo di adeguamento del settore a livello regionale. Da tale disamina so-

no emerse alcune indicazioni procedurali e metodologiche per il superamento degli ostacoli allo sviluppo del

sistema formativo in questione.

La terza fase dello studio è dunque consistita nella costruzione del modello formativo, nel confronto con

gli Operatori e la verifi ca con gli esperti del settore. Le informazioni ottenute dalle fasi precedenti sono sta-

te quindi elaborate e testate allo scopo di organizzare e curare l’architettura di un modello aderente alla re-

altà pugliese.

A differenza dalle attività di individuazione dei fabbisogni e di orientamento formativo generale, che de-

vono essere in parte guidate (approccio up-down) - in quanto il singolo operatore/produttore generalmente

non dispone di una visione globale delle esigenze e dei cambiamenti in atto nel settore -, nella ricerca delle

modalità di facilitazione dell’accesso alla formazione si è utilizzato un approccio bottom-up, evitando di calare

FINALITÀ E METODOLOGIE DELLO STUDIO

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Risultati delle indagini

Risultati dei sondaggi

Come già detto, la ricerca bibliografi ca è servita sia per inquadrare i settori di riferimento, sia per poter defi ni-

re un campione statistico signifi cativo relativamente agli allevamenti di specie eurialine in gabbie, alle mitili-

colture su parchi fi ssi o fl ottanti, ed alle attività alieutiche. All’interno di ogni segmento sono stati intervistati

i Responsabili di settore regionali e locali delle principali Associazioni di Categoria (Lega Pesca, AGCI Agri-

tal, Federcoopesca e Federpesca) ed il Dirigente dell’Uffi cio Caccia e Pesca dell’Assessorato Risorse Agroali-

mentari della Regione Puglia; ad essi si aggiungono sia i Responsabili di impresa (le risultanze delle lo-ro risposte saranno evidenziate in neretto per evitare confusioni) che gli Operatori (o Addetti) occu-

pati (cioè Mitilicoltori, Molluschicoltori o Itticoltori).

Per quanto riguarda la maricoltura in gabbie si è scelto di coprire tutto il territorio intervistando almeno

un Responsabile d’impianto ed un Operatore in ognuna delle quattro provincie in cui è presente questa at-

tività (Lecce, Taranto, Foggia e Bari). Al termine sono stati compresi nell’indagine 5 degli 8 impianti in atti-

vità ed il 9% degli occupati secondo i dati dell’O.R.P.A.

Nel caso della mitilicoltura si è voluto tener presente la concentrazione geografi ca delle attività, intervi-

stando un Responsabile ed un Operatore per impresa, impiegati in otto impianti tarantini ed in altri due si-

tuati in provincia di Foggia (Lesina e Cagnano Varano). In tal modo la copertura dell’indagine è stata pari al

12,3% delle imprese totali ed al 5,3% degli Addetti totali.

Per la pesca sono stati intervistati due Armatori per ogni compartimento, ad eccezione di Manfredonia e

Taranto in cui ne sono stati coinvolti tre. Nell’indagine si è badato a comprendere anche Armatori di navi-

glio esterno alla piccola pesca, che è ovviamente maggiormente rappresentata; anche gli Operatori intervista-

ti, infi ne, sono stati più o meno suddivisi tra i diversi compartimenti marittimi, ponderandone il peso nume-

rico relativo in relazione alla frazione di fl ottiglia del compartimento rispetto alla fl otta regionale. Per questo

settore sono stati quindi coinvolti nel sondaggio tra il 5,2 ed il 6,1% degli occupati, in riferimento alla forbi-

ce di Addetti del settore alieutico stimata da Lembo e Donnaiola (2007).

Di seguito si illustra lo schema delle interviste effettuate secondo qualifi che, settore o compartimento

marittimo di riferimento.

SCHEMA DELLE INTERVISTE EFFETTUATE

DIRIGENTE DELL’UFFICIO CACCIA E PESCA REGIONE PUGLIA 1RESPONSABILI REGIONALI ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA 4RESPONSABILI LOCALI ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA 6TOTALE RESPONSABILI DI SETTORE 11

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possa essere utile per migliorare le condizioni lavorative e rendere la produzione più redditizia, ma quasi due

terzi di loro crede che i lavoratori siano, alla fi ne, scarsamente interessati, soprattutto a causa della scarsa di-

sponibilità di tempo (35,3% delle risposte).

Oltre il 90% del panel crede sia utile la fi gura di un intermediario (facilitatore di processo) per mettere in

relazione il sistema pesca/maricoltura con quello della formazione.

Le fi gure su cui concentrare le risorse della formazione sarebbero innanzitutto quelle più specializzate

(tecnici qualifi cati, retieri e marinai - 26,6%), seguiti dalle fi gure dirigenziali (comandanti, capopesca o diret-

tori d’impianto 23,3%). (Grafi co 1).

La categoria della fi liera da privilegiare nella formazione, per oltre il 40% dei responsabili di settore, risul-

ta essere quella dei giovani da qualifi care. Al secondo posto troviamo il personale da riqualifi care o aggior-

nare, con il 27,3%, seguito dagli operatori che vogliono cambiare lavoro uscendo dal settore con un 18,2%.

(Grafi co 2).

RESPONSABILI D’IMPRESA MARICOLTURA IN GABBIE + MITILICOLTURA 14OPERATORI MARICOLTURA IN GABBIE + MITILICOLTURA 14TOTALE MARICOLTURA IN GABBIE + MITILICOLTURA 28

RESPONSABILI D’IMPRESA PESCA MANFREDONIA 3RESPONSABILI D’IMPRESA PESCA GALLIPOLI 2RESPONSABILI D’IMPRESA PESCA BARI 2RESPONSABILI D’IMPRESA PESCA MOLFETTA 2RESPONSABILI D’IMPRESA PESCA TARANTO 3RESPONSABILI D’IMPRESA PESCA BRINDISI 2TOTALE RESPONSABILI D’IMPRESA PESCA 14

OPERATORI PESCA MANFREDONIA 54OPERATORI PESCA GALLIPOLI 44OPERATORI PESCA BARI 22OPERATORI PESCA MOLFETTA 30OPERATORI PESCA TARANTO 20OPERATORI PESCA BRINDISI 11TOTALE OPERATORI PESCA 181TOTALE PESCA 195

TOTALE COMPLESSIVO 234

Il punto di vista dei responsabili regionali del settore ittico

Introduciamo l’analisi dei risultati del sondaggio con le valutazioni generali espresse sull’intero comparto pe-

sca/maricoltura dai Responsabili del settore ittico.

I rappresentanti delle associazioni di categoria intervistati hanno tutti un’esperienza pluridecennale (da

12 a 50 anni), con una media di quasi 27 anni di attività, e fanno riferimento alle principali organizzazioni:

AGCI Agrital, Lega Pesca, Federcoopesca e Federpesca (a differenza delle altre quest’ultima non rappresenta

gli acquacoltori ed associa principalmente armatori ed imprese esterne alla piccola pesca).

L’indicazione proveniente da tutti i Responsabili di settore - compreso il rappresentante della Pubblica

Amministrazione regionale -, relativa alle qualifi che più richieste sul mercato, viene spalmata un po’ su tut-

te le posizioni lavorative (anche su quelle meno specializzate, seppur in minor misura), sebbene in generale

si ritenga più diffi cile reperire Responsabili d’impresa e tecnici qualifi cati. Ciò potrebbe forse essere un cam-

panello d’allarme che segnala una perdita di competenze generalizzata - seppur non uniforme sul territorio

- causata dal massiccio esodo degli ultimi anni.

Per la selezione del personale ritengono fondamentale l’esperienza fatta “sul campo”. Il giudizio sull’anda-

mento dell’intero settore ittico pugliese è negativo: il 54,5% delle risposte prevede un peggioramento e solo il

36,4% un miglioramento: ciò si rifl etterà - per il 72,7% di loro - in una diminuzione dell’occupazione.

Per quanto riguarda la diversifi cazione si intravede una buona possibilità nello sviluppo del pescaturismo,

e solo un intervistato non crede nella possibilità di diversifi cazione alcuna.

I Responsabili di settore, inoltre, mostrano molta fi ducia nella possibilità che un’adeguata formazione

RISULTATI DELLE INDAGINI

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20%

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30%

Responsabili di settore: su quali figure

concentrare le risorse della formazione?

■ Comandante, Capopesca/Direttore di impianto

■ Marinaio/Retiere/Tecnico qualificato di maricoltura

■ Giovanotto o mozzo/Operaio di maricoltura

■ Direttore di macchina, Motorista/Subacqueo professionista

GRAFICO 1

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5%

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40%

Responsabili di settore: a quali categorie delle filiera

o della marineria sarebbe meglio rivolgere la formazione?

■ Personale da riqualificare o aggiornare

■ Giovani da qualificare

■ Donne

■ Immigrati

■ Over 50

■ Categorie svantaggiate

■ Operatori che vogliono cambiare lavoro uscendo dal settore

GRAFICO 2

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RISULTATI DELLE INDAGINI

Le modalità reputate più idonee per rendere maggiormente effi cace la formazione risultano essere l’ag-

giornamento continuo, assieme alla riduzione della durata degli incontri, e lo svolgimento degli stessi in altre

imprese della fi liera: ciascuna categoria ha ottenuto il 21% delle preferenze complessive. Il 15,8% del cam-

pione pensa inoltre che possa risultare utile l’uso di strumenti audiovisivi ed interattivi. (Grafi co 3).

Per oltre il 50% dei Responsabili di settore, le fi gure da utilizzare come docenti dovrebbero corrisponde-

re ad operatori esperti (con oltre 15 anni d’esperienza specifi ca) e per un 21% a rappresentanti delle associa-

zioni di categoria.

Il sistema di pesca in cui è risultato esservi un maggior bisogno di formazione è stata la pesca con re-

ti da traino, al secondo posto la pesca con draghe idrauliche, a seguire vengono la pesca con attrezzi da po-

sta od ami e quella con attrezzi derivanti; infi ne, in ultima posizione, troviamo la pesca con reti da circuizio-

ne. (Grafi co 4).

Nell’ambito della maricoltura è stato rilevato un prioritario bisogno di formazione nella mitilicoltura su

impianti fl ottanti, seguita dall’allevamento di altre specie di molluschi, dall’avannotteria, dalla mitilicoltura

ad impianti fi ssi ed infi ne dall’allevamento di pesci in gabbie. (Grafi co 5).

Le preferenze espresse dai Responsabili di settore per individuare le principali priorità formative non pre-

sentano picchi particolari. Al primo posto, con il 14,8% si attesta l’esigenza informativa riguardante normative

e fi nanziamenti; seguono, con l’11,1% ciascuna, le necessità di formazione nei seguenti ambiti: “sicurezza sul

lavoro”, “biologia marina ed ecologia della pesca” e “nuove specie, tecniche e tecnologie in acquacoltura”.

E’ riconosciuta infi ne, nella misura del 9,2% del campione ciascuna, l’esigenza di formazione riguardo a:

pescaturismo ed ittiturismo; affi namento ed aggiornamento delle tecniche e tecnologie di pesca; implemen-

tazione di tecnologie fi nalizzate al risparmio energetico.

Bisogna però sottolineare un’importante indicazione emersa nel corso della discussione che ha seguito la

presentazione dei risultati durante il convegno di chiusura: gli operatori hanno bisogno di comprendere me-

glio i meccanismi di funzionamento del mercato, imparando a fare impresa: ciò migliorerebbe la loro quali-

tà di vita e la gestione delle risorse, con indubbi benefi ci anche per l’ambiente. (Grafi co 6)

Responsabili di settore: come potrebbe

essere resa più efficace la formazione?

■ Svolgendola in altre imprese della filiera

■ Abbreviando gli incontri

■ Con un aggiornamento continuo

■ Con un maggior uso di strumenti audiovisivi e interattivi

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GRAFICO 3

Responsabili di settore: quali sono

le più importanti priorità formative?

■ Normative e finanziamenti

■ Sicurezza sul lavoro

■ Pescaturismo e ittiturismo

■ Affinamento o aggiornamento

su tecniche o tecnologie di pesca

■ Tecnologie finalizzate al risparmio energetico

■ Biologia marina ed ecologia della pesca

■ Nuove specie, tecniche o tecnologie in Acquacoltura

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GRAFICO 6

Responsabili di settore: quali sono i sistemi

di pesca in cui c’è bisogno di formazione?

■ Reti da traino (strascico o volante)

■ Draghe idrauliche

■ Reti da circuizione

■ Attrezzi da posta (reti e trappole);

palangaro non derivante e lenze

■ Attrezzi derivanti (ferrettare, palangaro derivante)

24%

21%

17%

19%

19%

GRAFICO 4

Responsabili di settore: quali sono i settori

della maricoltura in cui c’è maggior bisogno di formazione?

■ Allevamento di altre specie di molluschi

■ Allevamento di pesce in gabbie

■ Avannotteria

■ Mitilicoltura ad impianti fissi

■ Mitilicoltura ad impianti flottanti

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29%

24%

12%

19%

GRAFICO 5

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RISULTATI DELLE INDAGINI

Il grafi co 7 illustra chiaramente le motivazioni alla base della scelta lavorativa: il 50% degli Operatori ha ini-

ziato a svolgere il mestiere per tradizione familiare e solo il 25% per passione (per lo più tra gli Itticoltori)

La metà delle risposte indicano che la tradizione familiare continua ad essere una forte motivazione anche

per i fi gli che continuano a rimanere nel settore.

Secondo il sondaggio, negli impianti di maricoltura in gabbie lavorano in media 7,7 persone, e nelle miti-

licolture 6,3, ma in base ai censimenti già citati questi dati sembrerebbero sovrastimati.

In alcuni impianti di Cagnano Varano, Gallipoli, Taranto e Bisceglie lavora personale immigrato (al 60%

extracomunitario).

Tra gli aspetti più critici attribuiti alla propria attività lavorativa il 33% degli Operatori denuncia la durezza

ed il rischio legato alle condizioni di lavoro. Questo aspetto è la prima scelta anche per i Responsabili d’impianto, ma insieme alla scarsa redditività; seguono la scarsa considerazione sociale e la diffi -coltà di accesso a crediti e fi nanziamenti. (Grafi co 8)

Valutazioni dei Maricoltori sulle tendenze del settore e sul complesso del sistema formativoLa valutazione dei Responsabili d’impresa sull’andamento del comparto della maricoltura non dà un’indicazione certa, mentre il 46,1% degli Operatori intervistati, specie tra i tarantini, è pessimista ri-

spetto alle prospettive dell’impianto di appartenenza nei prossimi tre anni, a fronte del 38,5% che mostra ot-

timismo (tra essi tutti gli Itticoltori). Per quanto riguarda la possibilità di diversifi cazione, tutti gli occupati

del comparto indicano con decisione “il pescaturismo” (specie nella provincia di Foggia - per la totalità degli

Addetti locali - e tra i Responsabili degli impianti), cui segue “la commercializzazione e la trasformazio-

ne dei prodotti” (oltre il 31% dei Maricoltori, specie a Taranto).

Inoltre, esprimono molta fi ducia nella possibilità che la formazione possa essere utile per migliorare le con-

dizioni lavorative e la produzione degli impianti, ma la maggioranza dei Responsabili d’impresa (58,3%) pensa che i lavoratori siano solo moderatamente interessati ad essa. Tra le qualifi che più richieste sul mercato i Responsabili d’impresa indicano: al primo posto gli specializzati nella commercializ-zazione, trasformazione o commercializzazione del prodotto, specialmente a Taranto; al secondo posto i tecnici qualifi cati in maricoltura; seguono sia i Direttori d’impianti che i subacquei profes-

Il Settore della Maricoltura nello specifi co

Dati personali dei Maricoltori L’età media degli Addetti agli allevamenti in gabbie è di 31 anni, mentre i Mitilicoltori sono signifi cativa-

mente più anziani, con una media di 43,8 anni: la differenza non meraviglia, in quanto la struttura demo-

grafi ca di quest’ultimi è piuttosto simile a quella del comparto alieutico, anche per la storia di questa tipolo-

gia di allevamento.

Ciò si rifl ette anche sul livello medio di istruzione: tra i primi, ci sono anche due laureati, mentre i secon-

di hanno quasi tutti la licenza media.

Condizione lavorativa ed aspetti motivazionali dei MaricoltoriIl 50% di tutti i Maricoltori risulta essere l’unico percettore di reddito familiare, mentre il 27% – ma solo tra

i Mitilicoltori -, dichiara di alternare l’allevamento alla pesca costiera locale. Inoltre, a Taranto quest’ultimi

lavorano tutti sia su impianti fi ssi che sui long line.

Il 41,7% dei Maricoltori lavora oltre le 8 ore al giorno, in media ca. 8,5; tutti dedicano alle attività di alle-

vamento tra i 5 ed i 6 giorni a settimana per tutti e dodici i mesi. La stessa percentuale dei Responsabili d’impresa dichiara di lavorare 10 o più ore al giorno.

Il 64,3% degli Addetti giudica buone le condizioni di sicurezza sul luogo di lavoro e solo a Taranto alcu-

ni Mitilicoltori esprimono un giudizio negativo (insuffi cienza per il 14,3% del totale dei Maricoltori ed asso-

luta insuffi cienza per il 7,1%). I giudizi dei Responsabili d’impresa sulle condizioni di sicurezza sul lavoro sono invece meno estremi: per la metà di loro sono buone, per il 35,7% appena suffi cienti, e per il restante 14,3% insuffi cienti.

Il 76,9% degli Operatori ha esperienza ultradecennale, ma l’anzianità di servizio è, come prevedibile, mol-

to maggiore tra i Molluschicoltori.

I Responsabili di allevamenti in gabbie hanno una media di 17 anni di esperienza, inferiore di cinque anni a quella dei Responsabili di molluschicolture.

L’84,6% degli Addetti ha sempre svolto lo stesso mestiere, ma solo il 53,8% ne è totalmente soddisfatto: il

maggior malcontento si registra tra i Mitilicoltori di Taranto. Tra i Responsabili d’impresa hanno lavo-rato sempre nel settore ittico oltre i ¾ degli intervistati.

Operatori della maricoltura:

perché ha scelto di fare l’acquacoltore?

■ Tradizione familiare

■ Mancanza di alternative

■ Aspettative di guadagno

■ Passione

■ Per beneficiare della proprietà

dei mezzi di produzione familiari

50%

6%

19%

25%

GRAFICO 7

Responsabili d’impresa

di maricoltura: aspetti critici

■ Lavoro duro e rischi

■ Considerazione sociale scarsa o assente

■ Difficile accesso al credito o al finanziamento

■ Eccesso di adempimenti normativi

■ Scarsa redditività

12%

28%

28%

16%

16%

GRAFICO 8

20

21

La disponibilità di tempo è anche la prima causa ostativa per i Responsabili d’impresa, che ri-badiscono così lo scarso interesse degli Addetti verso la formazione tout court. (Grafi co 12)

Il 78,6 % degli Operatori ed il 92,8% dei Responsabili d’impresa crede sia utile la fi gura di un interme-

diario (facilitatore di processo) per mettere in relazione il sistema pesca/maricoltura con quello della forma-

zione. Qualche perplessità è espressa però a Taranto e a Cagnano Varano.

Le prime due categorie della fi liera cui sarebbe preferibile rivolgere la formazione sono i gio-vani da qualifi care (54,2% delle scelte degli Operatori e 38,5% di quelle dei Responsabili d’impresa) ed il personale da riqualifi care o aggiornare (rispettivamente 20,8% e 34,6%); le donne sono prese in considerazione solo dal 4,2 all’11,5 % degli intervistati. Per gli Operatori intervistati il miglior momento

della giornata per poter frequentare attività formative è la mattina per gli Itticoltori e la sera per i Molluschi-

coltori; diversamente, il 57,1% dei Responsabili d’impresa indicano la sera, contro il 42,8% che pre-ferirebbe il primo pomeriggio, e le percentuali sono simili tra Itticoltori e Molluschicoltori.

sionisti. Ovviamente gli operai con bassa specializzazione sono le fi gure più disponibili.In relazione al miglior uso delle risorse disponibili per la formazione, i Responsabili d’impresa e gli Opera-

tori indicano più importante qualifi care o formare: Direttori d’impianto o Presidenti di cooperative; Tecnici qua-

lifi cati di maricoltura; Addetti specializzati nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti. (Grafi co 9)

I Responsabili d’impresa pensano che i requisiti più importanti per selezionare il personale de-gli impianti siano l’esperienza specifi ca e la fl essibilità lavorativa (capacità di svolgere più man-sioni); a ciò segue la capacità di problem solving. (Grafi co 10)

Dovendo segnalare quali siano gli ostacoli per la formazione, prevale l’interessante indicazione degli Ope-

ratori - come illustrato dal grafi co che segue – che sottolinea la scarsa offerta formativa sul territorio (per il

30% degli Operatori tarantini e l’80% di quelli della provincia di Foggia), cui segue la mancanza di tempo di-

sponibile (per il 20% dei Mitilicoltori di Taranto). (Grafi co 11)

RISULTATI DELLE INDAGINI

Responsabili d’impresa di maricoltura: su quali

figure concentrare le risorse della formazione?

■ Direttore di impianto

■ Retiere/Tecnico qualificato di maricoltura

■ Operaio di maricoltura

■ Subaqueo professionale

■ Addetto specializzato nella commercializzione trasformazione

o commercializzazione dei prodotti

■ Altro

0%

5%

10%

15%

20%

25%

GRAFICO 9

Operatori della maricoltura:

quali ostacoli esistono per la formazione

■ Disinteresse

■ Disponibilità di tempo

■ Scarsa offerta formativa sul territorio

■ Scarsa qualità dell’offerta formativa

■ Scarsa conoscenza dell’offerta formativa

■ Indisponibilità dell’imprenditore

■ Impegno finanziario necessario

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

GRAFICO 11

Responsabili d’impresa di maricoltura:

ostacoli alla formazione

■ Disinteresse

■ Disponibilità di tempo oltre il lavoro

■ Scarsa offerta formativa sul territorio

■ Scarsa qualità dell’offerta formativa

■ Scarsa conoscenza dell’offerta formativa

0%

10%

20%

30%

40%

50%

GRAFICO 12

Responsabili d’impresa di maricoltura: le caratteristiche

importanti per la selezione del personale

■ Capacità di svolgere più compiti o mansioni

■ Capacità di affrontare emergenze ed imprevisti

■ Capacità di avere buone relazioni personali

■ Esperienze a bordo o nell’impianto

■ Autonomia decisionale

17%

29%

4%

29%

21%

GRAFICO 10

22

23

RISULTATI DELLE INDAGINI

Curiosamente, per gli Operatori i giorni preferibili per poter seguire un percorso formativo sembrano

raggrupparsi più per località che per tipologia di attività lavorativa, come appare nella seguente tabella:

OPERATORI DI MARICOLTURA: IN QUALI GIORNI

O PERIODI SAREBBE MEGLIO FARE FORMAZIONE?

COMPARTIMENTO MARITTIMO FERIALIMETEO

AVVERSO

FESTIVI

E PREFESTIVI

TOTALE PER COMPARTIMENTO

BARI (ALLEVAMENTO IN GABBIE)GALLIPOLI (ALLEVAMENTO IN GABBIE)MANFREDONIA (MITILICOLTURE/ALLEVAMENTO IN GABBIE)MOLFETTA (ALLEVAMENTO IN GABBIE)TARANTO (MITILICOLTURE/ALLEVAMENTO IN GABBIE)

10015

01301

00100

11416

TOTALE PER TIPOLOGIA DI GIORNATA 7 5 1 13

I giorni feriali, infatti, sono preferiti dai Mitilicoltori di Taranto e dagli Itticoltori di Bari e Molfetta, mentre

preferirebbero fare formazione durante i giorni di cattivo tempo gli Itticoltori di Gallipoli e Manfredonia.

Egualmente, preferiscono i giorni feriali il 40% dei Responsabili d’impresa a fronte di un 33% che indica i giorni di fermo delle attività causa condizioni meteo avverse.

Nel sondaggio è stato anche chiesto quale potrebbe essere la durata media degli incontri giornalieri per un

corso di 150 ore, tenendo conto delle ripercussioni sulla lunghezza dell’impegno nell’arco di più settimane:

la scelta del minor impegno giornaliero (1-2 ore, pari a 3,5 - 7 mesi) è univoca sia per gli Operai che per i Responsabili delle mitilicolture; viceversa, la scelta degli Addetti alle gabbie, che sono disponi-

bili ad incontri più lunghi (3-4 ore al giorno, pari a 8-10 settimane), è condivisa solo dal 40% dei Respon-sabili degli impianti, contro il 60% che preferisce incontri più brevi.

In relazione alle migliori modalità con cui effettuare formazione professionale: un terzo degli Operato-

ri ed il 45% dei Responsabili d’impresa (Grafi co 13) hanno scelto tra i vari suggerimenti l’aggiornamen-

to continuo; un quarto delle scelte - sia degli Operatori che dei Responsabili d’impresa - sono ricadu-

te sulla possibilità di riqualifi carsi in altre imprese della fi liera; infi ne, il 20,8% degli Addetti preferirebbe un

maggior uso di strumenti audiovisivi ed interattivi, così come il 15% dei Responsabili d’impresa. Tra le

altre cose è stata sottolineata l’esigenza di training pratico.

Ad ogni livello, la scelta dei docenti da utilizzare all’interno del sistema formativo del comparto ricade

principalmente sugli operatori esperti (più di 15 anni di attività) - non necessariamente conosciuti o locali

– e sui docenti espressi dalle Associazioni di categoria; minor fi ducia è posta nei docenti scelti da Istituti od

Enti di Formazione professionale. Di seguito la rappresentazione grafi ca delle scelte dei Responsabili d’im-

presa. (Grafi co 14)

Quasi tutti gli Operatori (92,3%) si sono dichiarati disponibili ad essere riqualifi cati da colleghi più esper-

ti. Viceversa, i Responsabili d’impresa sono per la maggior parte (85,6%) più restii ad aggiornarsi o riqualifi carsi - a meno che non sia attraverso scambi di esperienze in Italia (75%) o anche all’Este-ro (25%) –, mentre sono molto disponibili (83,3%) a trasmettere il proprio patrimonio di cono-scenze. (Grafi co 15)

Responsabili d’impresa di maricoltura:

come rendere efficace la formazione

■ Con un aggiornamento continuo

■ Con un maggior uso di strumenti audiovisivi ed interattivi

■ Disegnando percorsi persona

■ Svolgendola in altre imprese della filiera

■ Abbreviando gli incontri

5%20%

15%

45%

15%

GRAFICO 13

Responsabili d’impresa di maricoltura:

quali figure utilizzare come docenti?

■ Operatori esperti di altre marinerie o di altri impianti

di acquacoltura con caratteristiche simili

4%29%

21%

9%

■ Docenti della formazione professionale

■ Docenti di istituti tecnici professionali

■ Rappresentanti delle Associazioni di categoria

■ Operatori esperti (oltre 15 anni di esperienza specifica)

della marineria o interni all’impianto di acquacoltura

■ Giovani della stessa marineria nel caso di materie innovative

■ Figure polivalenti conosciute e legate al territorio

8%

21%

8%

GRAFICO 14

Operatori della maricoltura: dove

dovrebbe esser effettuata la formazione?

11%

32%

7%

7%

7%

4%

14%

■ In banchina

■ In tirocinio presso altre marinerie nazionali

■ In tirocinio presso altre marinerie all’estero

■ In tirocinio presso altre attività della filiera

■ In altri impianti di acquacoltura o maricoltura

■ In gemellaggio tra marinerie o impianti simili

■ In aula

■ A bordo

18%

GRAFICO 15

24

25

RISULTATI DELLE INDAGINI

d’impresa solo il 37,5% ha usufruito di un patrimonio di conoscenze familiari, mentre il 43% ha appreso il mestiere affi ancandosi ad esperti.

Il Settore della Pesca nello specifi co

Di seguito si evidenzia il livello d’istruzione dell’intero campione:

La tabella indica, invece, la percentuale dei diversi livelli d’istruzione per ogni compartimento marittimo:

TITOLO DI STUDIO IN %

COMPAMARE NESSUNO

LICENZA

ELEMENTARE

LICENZA

MEDIA DIPLOMA

BARI

BRINDISI

GALLIPOLI MANFREDONIA MOLFETTA

TARANTO

3,30,06,80,00,00,0

36,79,1

15,941,59,10,0

53,354,554,552,877,393,8

6,736,422,75,7

13,66,3

TOTALE COMPLESSIVO 2,3 24,4 60,2 13,1

E’ scontato che ogni eventuale azione formativa debba tener conto del livello d’istruzione dei benefi ciari

reali, per cui dalla precedente tabella si può trarre solo un’indicazione di massima relativa alle diverse mari-

nerie, ma è chiaro che in alcune di esse (ad es.: Brindisi e Gallipoli) il grado d’istruzione medio è signifi ca-

tivamente superiore ad altre (es.: Manfredonia e Bari).

Condizione lavorativa ed aspetti motivazionali nel settore alieuticoIl campione di Operatori intervistato è così composto: 37,8% di Comandanti o Capopesca; stessa percen-

tuale per Marinai/Retieri; ben rappresentati i Direttori di macchina/Motoristi con il 16,3% di media e pun-

Per gli Operatori, i luoghi giudicati più idonei per svolgere attività formative sono: a bordo (soprattutto

a Bisceglie, in provincia di Foggia e a Taranto) ed in altri impianti di acquacoltura: in particolare, a Cagnano

Varano, Lesina e Taranto acquista peso l’ipotesi di gemellaggio con altri impianti - situati fi nanche all’estero

- per poter confrontare le esperienze lavorative.

Anche per la maggior parte dei Responsabili d’impresa l’insegnamento a bordo sarebbe prefe-ribile (29,4%), ma molti di loro (23,5%) reputano più adatto l’insegnamento in aula.

L’indicazione sulle prime cinque materie prioritarie è abbastanza uniforme tra gli Operatori: al primo po-

sto si registra “normative e fi nanziamenti”, al secondo “commercializzazione, trasformazione e valorizzazio-

ne del prodotto”, seguono “nuove specie, tecniche o tecnologie in acquacoltura” e “sicurezza sul lavoro” (so-

prattutto a Taranto, coerentemente con l’altra risposta sull’argomento), e quindi “tecnologie fi nalizzate al ri-

sparmio energetico”, risposta che ha risentito sicuramente della crisi dovuta al caro gasolio e delle recenti

proteste estese in tutta la Comunità Europea. (Grafi co 16)

Le risposte dei Responsabili d’impresa sulle prime cinque materie più importanti sono invece piuttosto diverse dalle precedenti: al primo posto si trova la “sicurezza sul lavoro” ed al secondo “normative e fi nanziamenti” insieme a “commercializzazione e valorizzazione del prodotto”; seguono “pescaturismo/ittiturismo” e “tecnologie fi nalizzate al risparmio energetico”.

I settori in cui si avverte maggior bisogno di formazione, insieme al comparto d’appartenenza, sono:

“allevamento di nuove specie di molluschi” ed “avannotteria”. Degna di nota è la scelta degli Operato-

ri di mitilicolture che ritengono prioritaria la formazione relativa agli impianti fi ssi piuttosto che a quel-

li fl ottanti.

La sede dove effettuare gli incontri dev’essere entro un’area di 5-15 km per i Mitilicoltori, mentre gli Ad-

detti ad allevamenti in gabbie sono disponibili a spostarsi anche oltre i 30 km e ciò rifl ette anche la loro mag-

giore preparazione culturale. Viceversa, l’85,7% dei Responsabili d’impresa si orienta su distanze più corte (massimo 15 km).

Il 60% degli Operatori specifi ca di aver acquisito le competenze necessarie per svolgere la propria attivi-

tà in famiglia e la quasi totalità non ha mai frequentato corsi professionali. Viceversa, tra i Responsabili

Operatori della maricoltura:

quali sono le priorità formative?

■ Normative e finanziamenti

■ Sicurezza sul lavoro

■ Pescaturismo e ittiturismo

■ Manutenzione e riparazione

del natante e delle attrezzature da pesca

■ Montaggio, uso, manutenzione

e riparazione di apparati meccanici

■ Montaggio, uso, manutenzione

e riparazione di apparati elettronici

■ Tecnologie finalizzate al risparmio energetico

■ Biologia marina ed ecologia della pesca

■ Nuove specie, tecniche e tecnologie in Acquacoltura

■ Commercializzazione, trasformazione

e valorizzazione del prodotto

■ Organizzazione e gestione di spazi museali

sulla pesca e l’acquacoltura

■ Funzioni di controllo ed ispezione nel settore

■ Conseguimento di titoli di abilitazione

■ Avviamento e gestione d’impresa

■ Alimentazione e patologie

0%

5%

10%

15%

20%

GRAFICO 16

Operatori della pesca: titolo di studio

2%

25%

60%

■ Licenza media inferiore

■ Diploma di licenza media superiore

■ Nessuno

■ Licenza elementare

13%

GRAFICO 17

26

27

RISULTATI DELLE INDAGINI

Il 76,1% di tutti gli Operatori risulta essere l’unico percettore di reddito familiare; il 59,1% lavora oltre le

8 ore al giorno ed il 30,4% 10 o più ore, mentre tra i Responsabili quest’ultima percentuale aumen-ta fi no al 54%.

Tre quarti degli Addetti giudica buone le condizioni di sicurezza sul luogo di lavoro e solo per l’1,6% so-

no insuffi cienti:

Il giudizio dei Responsabili sulla sicurezza delle condizioni di lavoro presenta una visione an-cor più rosea: il 78,6% del campione reputa infatti buone le condizioni di lavoro ed il restante 21,4% (a Manfredonia) le reputa in ogni caso suffi cienti.

Oltre l’84% degli Operatori ha esperienza ultradecennale - riscontrata anche nella totalità dei Re-sponsabili ad eccezione del compartimento di Brindisi (7 anni) - e solo il 3,3% inferiore a 5 anni:

L’88,3% del campione degli Operatori ed il 92,8% dei Responsabili ha sempre fatto lo stesso mestiere;

te del 27,8% a Manfredonia; probabilmente sottorappresentati, col 4,3% le qualifi che più basse di Giovanot-

to o Mozzo; assenti i Primi e Secondi uffi ciali ed i Nostromi.

I tre quarti del campione di Pescatori pratica pesca costiera locale (a Taranto e Brindisi la totalità degli in-

tervistati). Molfetta si distingue con il 43% di pesca Mediterranea o d’altura. Tra i Responsabili oltre l’80% dichiara di dedicarsi alla pesca costiera locale, il 12,5% gestisce imbarcazioni per la pesca costiera ravvicinata e solo il 4,4% è dedito alla pesca mediterranea o d’altura. (Grafi co 18)

Nel complesso, i Responsabili di imprese di pesca esercitano pesca a traino nel 43,9% dei casi (ma si raggiunge il 76,7% a Taranto, il 62,7% a Manfredonia e l’83,3% a Molfetta); il 41,3% usa at-trezzi da posta (fi no all’80,8% a Gallipoli); il 7,6% del campione pratica invece pesca a circuizione ed il 7,1% usa attrezzi derivanti. Non sono rappresentate le draghe idrauliche. (Grafi co 19)

Responsabili d’impresa di pesca:

tipologia delle imbarcazioni gestite

4%

83%

■ Pesca costiera locale

■ Pesca costiera ravvicinata

■ Pesca Mediterranea o d’altura

13%

GRAFICO 18

Responsabili d’impresa di pesca:

tipologia dei pesca effettuata

7%

44%

8%

■ Reti da circuizione

■ Attrezzi da posta (reti e trappole); palangaro non derivante

■ Attrezzi derivanti (ferrettara; palangaro derivante)

■ Reti da traino (strascico o volante)

■ Draghe idrauliche

41%

GRAFICO 19

Operatori della pesca: come sono

giudicate le condizioni di lavoro?

23%

2%

75%

■ Buone

■ Appena sufficienti

■ Insufficienti

GRAFICO 20

Operatori della pesca:

esperienza nel settore

3%13%

48%

36%

■ 10 - 20 anni

■ Oltre i 20 anni

■ Meno di 5 anni

■ 5 - 9 anni

GRAFICO 21

28

29

RISULTATI DELLE INDAGINI

La metà delle risposte indicano che la tradizione familiare continua ad essere una forte motivazione an-

che per i fi gli che continuano a rimanere nel settore, mentre un quarto delle risposte hanno indicato il pos-

sesso delle imbarcazioni.

Secondo il sondaggio, risulterebbe una media di 2,9 imbarcati a livello regionale (da 2,6 a Gallipoli a 3,6 a

Molfetta). In quest’ultimi compartimenti è segnalato personale immigrato, per il 55% extracomunitario.

A livello regionale, le qualifi che più richieste per i Responsabili d’impresa sono quelle di Ma-rinaio/Retiere, a parità con quelle di Direttore di macchina/Motorista; segue la fi gura dell’addet-to specializzato nella commercializzazione e trasformazione del prodotto. La risposta a livello compartimentale risulta però più articolata, come dimostrano i grafi ci che seguono:

il resto degli Operatori si divide tra chi è sempre rimasto all’interno del settore ittico (5,1%) e chi ha avuto

altre esperienze (6,6%):

Il 29,6% degli Addetti interpellati si dice soddisfatto del proprio mestiere, mentre lo è solo in parte il

58,1% e non lo è affatto il 12,3%:

Il seguente grafi co (Grafi co 24) illustra chiaramente le motivazioni alla base della scelta lavorativa: il 53,3%

degli Operatori ha iniziato a svolgere il mestiere per tradizione familiare e ad essi si aggiungono coloro

(13,8%) che sono stati condizionati nella scelta dal possesso familiare dei mezzi di produzione. Il 21,3% lo

ha fatto per mancanza di alternative o per l’aspettativa di un buon guadagno, a fronte dell’11,7% che ha scel-

to il mestiere per passione.

Operatori della pesca: ha sempre

svolto questo mestiere?

7%

5%

88%

■ Si

■ No, ma inerente al settore della pesca

■ No, non inerente al settore della pesca

Operatori della pesca: si reputa

soddisfatto del suo lavoro?

30%

58%

12%

■ In parte

■ Si

■ No

Operatori della pesca: perché

ha scelto di fare il pescatore?

53%

12%

4%

17%

14%

■ Per beneficiare della proprietà

dei mezzi di produzione della famiglia

■ Mancanza di alternativa

■ Aspettative di guadagno

■ Passione

■ Tradizione familiareGRAFICO 22

GRAFICO 23

GRAFICO 24

Responsabili d’impresa di pesca: le qualifiche

più difficilmente reperibili sul mercato - Bari

■ Comandante, Capopesca/Direttore di impianto

■ Marinaio/Retiere/Tecnico qualificato di maricoltura

■ Giovanotto o mozzo/Operaio di maricoltura

■ Direttore di macchina, Motorista/Subacqueo professionale

■ Addetto specializzato nella commercializzazione trasformazione

o commercializzazione del prodotto

0%

5%

10%

GRAFICO 25

30

31

RISULTATI DELLE INDAGINI

RESPONSABILI D’IMPRESA DI PESCA: LE QUALIFICHE PIÙ RICHIESTE IN %

COMPARTIMENTO MARITTIMO A B C D E

TOTALE PER COMPARTIMENTO

BARI

BRINDISI

GALLIPOLI MANFREDONIA MOLFETTA

TARANTO

0,00,00,03,43,46,9

6,96,96,90,03,43,4

3,40,03,43,40,00,0

6,90,03,46,96,93,4

3,40,00,0

10,30,06,9

20,76,9

13,824,113,820,7

TOTALE PER QUALIFICA 13,8 27,6 10,3 27,6 20,7 100,0

I Responsabili d’impresa, inoltre, ritengono che le caratteristiche più importanti per la selezione del personale siano principalmente: l’esperienza a bordo (48% delle risposte), la capacità di svolgere più compiti o mansioni (24%) e quella di affrontare emergenze o imprevisti (20%). (Grafi co 31)

Responsabili d’impresa di pesca: le qualifiche

più difficilmente reperibili sul mercato - Manfredonia

■ Comandante, Capopesca/Direttore di impianto

■ Marinaio/Retiere/Tecnico qualificato di maricoltura

■ Giovanotto o mozzo/Operaio di maricoltura

■ Direttore di macchina, Motorista/Subacqueo professionale

■ Addetto specializzato nella commercializzazione trasformazione

o commercializzazione del prodotto

0%

10%

5%

15%

GRAFICO 26

Responsabili d’impresa di pesca: le qualifiche

più difficilmente reperibili sul mercato - Gallipoli

■ Comandante, Capopesca/Direttore di impianto

■ Marinaio/Retiere/Tecnico qualificato di maricoltura

■ Giovanotto o mozzo/Operaio di maricoltura

■ Direttore di macchina, Motorista/Subacqueo professionale

■ Addetto specializzato nella commercializzazione trasformazione

o commercializzazione del prodotto

0%

5%

10%

GRAFICO 29

Responsabili d’impresa di pesca: le qualifiche

più difficilmente reperibili sul mercato - Brindisi

■ Comandante, Capopesca/Direttore di impianto

■ Marinaio/Retiere/Tecnico qualificato di maricoltura

■ Giovanotto o mozzo/Operaio di maricoltura

■ Direttore di macchina, Motorista/Subacqueo professionale

■ Addetto specializzato nella commercializzazione trasformazione

o commercializzazione del prodotto

0%

5%

10%

Responsabili d’impresa di pesca: le qualifiche

più difficilmente reperibili sul mercato - Taranto

■ Comandante, Capopesca/Direttore di impianto

■ Marinaio/Retiere/Tecnico qualificato di maricoltura

■ Giovanotto o mozzo/Operaio di maricoltura

■ Direttore di macchina, Motorista/Subacqueo professionale

■ Addetto specializzato nella commercializzazione trasformazione

o commercializzazione del prodotto

0%

5%

10%

Responsabili d’impresa di pesca: le qualifiche

più difficilmente reperibili sul mercato - Molfetta

■ Comandante, Capopesca/Direttore di impianto

■ Marinaio/Retiere/Tecnico qualificato di maricoltura

■ Giovanotto o mozzo/Operaio di maricoltura

■ Direttore di macchina, Motorista/Subacqueo professionale

■ Addetto specializzato nella commercializzazione trasformazione

o commercializzazione del prodotto

0%

5%

10%

GRAFICO 27 GRAFICO 30

GRAFICO 28

32

33

RISULTATI DELLE INDAGINI

Il dato è però bilanciato dall’elevata fi ducia riscontrata tra i Responsabili d’impresa che, nell’85,7% dei casi, reputa la formazione molto utile, sebbene il campione ritenga scarsamente (23%) o moderatamente interessati (46,1%) gli Addetti della propria impresa. Il compartimento più ottimista è quello di Gallipoli, mentre i più pessimisti sono i brindisini.

Tra le cause che più ostacolano il successo dell’attuale sistema formativo sono state segnalate, sia da-gli Operatori che dai Responsabili, la scarsa disponibilità di tempo ed il disinteresse. (Grafi co 34).

Da rilevare che nei compamare di Gallipoli e Manfredonia si insiste sulle diffi coltà legate all’impegno fi -

nanziario, anche se esso è inteso più come perdita di introiti che come costo della formazione in se stessa.

Ancora Manfredonia, insieme a Molfetta, evidenziano la scarsa offerta formativa sul territorio.

Il 69,7% degli Operatori e la quasi totalità dei Responsabili (94,8%), ritiene utile la fi gura di un inter-

mediario (facilitatore di processo) per mettere in relazione il sistema pesca/maricoltura con quello della for-

mazione: più scettici sono i compartimenti di Taranto e Brindisi.

Tra gli aspetti più critici attribuiti alla propria attività lavorativa il 33,5% degli Operatori del comparto alie-

utico lamenta la scarsa redditività, seguito da un 26% che denuncia la durezza ed il rischio legato alle condi-

zioni di lavoro; anche la diffi coltà di accesso al credito e ai fi nanziamenti è indicata dal 13,6% delle risposte.

Questi dati differiscono da quelli relativi ai Responsabili, per i quali la principale criticità (25%) è data dall’eccesso di adempimenti normativi; seguono - con ca. il 22% - “la durezza ed il rischio le-gato alle condizioni di lavoro”, “il diffi cile accesso al credito ed ai fi nanziamenti” e la scarsa red-ditività; meno sentita è la scarsa considerazione sociale (9,4%):

Anche tra i Responsabili è diffusa la fi ducia nella possibilità di diversifi cazione nell’ambito del pescaturismo (36,8%), cui seguono commercializzazione e trasformazione (21%), ma rimane for-te lo scetticismo nei confronti di tutte le altre possibili attività. Poco incoraggiante è l’indicazione del

60,5% dei pescatori, che esprime poca o nessuna fi ducia nella possibilità che la formazione possa essere utile

a migliorare le condizioni lavorative della marineria di appartenenza. (Grafi co 33)

Responsabili d’impresa di pesca: le caratteristiche

più importanti per la selezione del personale

■ Capacità di svolgere più compiti o mansioni

■ Capacità di affrontare emergenze o imprevisti

■ Capacità di avere buone relazioni personali

■ Titolo di studio

■ Esperienza a bordo o nell’impianto

4% 4%

48%

24%

20%

GRAFICO 31

Responsabili d’impresa di pesca:

aspetti critici del settore

■ Considerazione scarsa o assente

■ Difficile accesso al credito o ai finanziamenti

■ Eccesso di adempimenti normativi

■ Scarsa redditività

■ Lavoro duro e rischioso

22%

9%

22%

22%

25%

GRAFICO 32

Operatori della pesca: reputa la formazione

utile per migliorare le condizioni lavorative?

■ Per niente

■ Poco

■ Molto

40%

21%

39%

GRAFICO 33

Operatori della pesca: quali

sono gli ostacoli alla formazione?

■ Disinteresse

■ Disponibilità di tempo

■ Scarsa offerta formativa sul territorio

■ Scarsa qualità dell’offerta formativa

■ Scarsa conoscenza dell’offerta formativa

■ Indisponibilità dell’imprenditore

■ Impegno finanziario necessario

0%

10%

20%

30%

40%

GRAFICO 34

34

35

In quasi tutti i compartimenti, sia per gli Operatori (59,4%), che per i Responsabili d’impresa (64,3%), il miglior momento della giornata per poter frequentare lezioni e seminari è la sera, cui segue l’opzione po-

meridiana (rispettivamente 23,7% e 28,6%); si differenzia il compamare di Bari in cui sono preferite le ore

diurne. (Grafi co 37)

Il 44,1% dei Pescatori ed il 40% dei Responsabili interpellati preferirebbero utilizzare i giorni in cui la

pesca è inibita dal maltempo, mentre il 37,4% degli Operatori ed il 40% dei Responsabili sceglierebbero i

giorni di fermo tecnico (nel 2008, per il medio - basso Adriatico - da Pescara a Gallipoli - è durato 30 gior-

ni, dal 14 luglio al 12 agosto). I giorni feriali sono presi in considerazione principalmente dagli Operatori

di Manfredonia o dai Responsabili a Gallipoli. Nel sondaggio è stato anche chiesto quale potrebbe essere la durata media degli incontri giornalieri per un

corso di 150 ore, tenendo conto delle ripercussioni sulla lunghezza dell’impegno nell’arco di più settimane:

la maggior parte delle preferenze degli Addetti (49,4%) va ad un impegno di media durata (3-4 ore al giorno,

Per gli Operatori del settore le risorse disponibili per la formazione dovrebbero essere utilizzate per for-

mare o riqualifi care, nell’ordine: Comandanti e Capopesca; Marinai/Retieri; Direttori di macchina/Moto-

risti; Giovanotti/Mozzi; Responsabili d’impresa/Presidenti di cooperative. Quest’ultima opzione acquista

maggior peso relativo a Manfredonia:

OPERATORI DELLA PESCA - SU QUALI FIGURE

CONCENTRARE LE RISORSE DELLA FORMAZIONE

COMPARTIMENTO MARITTIMO A B C D E F

TOTALE PER COMPARTIMENTO

BARI

BRINDISI

GALLIPOLI MANFREDONIA MOLFETTA

TARANTO

2514541020

2662911515

107276106

165153560

000002

6163357

8320811294650

TOTALE PER QUALIFICHE 114 92 66 77 2 58 409

Le opinioni dei responsabili si discostano leggermente da quelle degli operatori in quanto re-putano prioritaria la formazione di Marinai/Retieri, seguita poi da Direttori di macchina/Moto-risti assieme a Comandanti/Capopesca (specialmente a Taranto e Manfredonia). (Grafi co 36)

Le due categorie della fi liera cui sarebbe preferibile rivolgere la formazione sono i giovani da qualifi care

(40,7% delle scelte degli Operatori) ed il personale da riqualifi care o aggiornare (35,8%); le pari opportunità in

relazione alla formazione di personale femminile quasi non sono prese in considerazione (0,6% degli intervista-

ti), mentre la formazione indirizzata a categorie svantaggiate è un’opzione da prendere in considerazione (11%),

specie a Gallipoli e Manfredonia. La classifi ca è ribaltata per i Responsabili, secondo cui, al 40%, è prio-ritaria la formazione indirizzata a personale da riqualifi care (peraltro in tutti i compartimenti); se-gue la formazione di giovani da qualifi care, con il 36%. E’ interessante, inoltre, che l’11% del cam-pione abbia riconosciuto l’utilità di formare il personale in caso di fuoriuscita dal settore.

RISULTATI DELLE INDAGINI

Operatori della pesca: quali figure

privilegiare nella formazione?

■ Comandante, Capopesca

■ Marinaio/Retiere

■ Giovanotto o mozzo

■ Direttore di macchina/Motorista

■ Primo ufficiale e Secondo ufficiale/Nostromo

■ Responsabile d’impresa

0%

5%

10%

15%

20%

30%

25%

GRAFICO 35

0%

5%

10%

15%

20%

30%

25%

Responsabili d’impresa di pesca: su quali figure

concentrare le risorse della formazione?

■ Comandante, Capopesca

■ Marinaio/Retiere

■ Giovanotto o mozzo

■ Direttore di macchina, Motorista

■ Addetto specializzato nella trasformazione o commercializzazione

GRAFICO 36

Responsabili d’impresa di pesca:

in che orari fare formazione?

■ Sera

■ Mattino

■ Primo pomeriggio

29%

64%

7%

GRAFICO 37

36

37

RISULTATI DELLE INDAGINI

no le preferenze assegnate al training in altre imprese della fi liera, il maggior uso di strumenti audiovisivi ed

interattivi (per lo più a Bari) e le lezioni individuali. Scarsissima fi ducia è riposta nella formazione a distan-

za. (Grafi co 39)

PESCATORI: QUALI SONO LE MIGLIORI MODALITÀ PER SVOLGERE ATTIVITÀ FORMATIVE

COMPARTIMENTO MARITTIMO A B C D E F G

TOTALE SCELTE

PER COMPARTIMENTO

BARI

BRINDISI

GALLIPOLI MANFREDONIA MOLFETTA

TARANTO

1512

11

62

113642

121

122412

9224

2

1

623

1493

5

1

63

408

3479

2222

TOTALE DELLE SCELTE

PER PROVVEDIMENTO20 61 52 17 3 37 15 205

Tra i Responsabili le modalità utili a render maggiormente effi ciente la formazione risul-tano essere l’aggiornamento continuo e lo svolgimento della formazione in altre imprese del-la fi liera, con il 31,6% ciascuno del campione. Seguono i percorsi formativi personalizzati e l’uso di strumenti audiovisivi ed interattivi, rispettivamente con il 21% ed il 15,8% del totale. (Grafi co 40)

Le risposte degli Operatori relative alla scelta dei docenti da utilizzare all’interno del sistema formativo

del comparto sono piuttosto articolate e variano secondo le località: ricadono principalmente sugli opera-

tori esperti (più di 15 anni di attività) nei compamare di Bari, Brindisi, Gallipoli e Taranto, mentre i docen-

ti espressi dalle Associazioni di categoria e dagli Enti di formazione professionale sono preferiti a Manfredo-

nia. Il compartimento di Molfetta, invece, si affi derebbe a fi gure polivalenti conosciute e legate al territorio

o a giovani appartenenti alla stessa marineria nel caso di materie innovative.

pari a 8-10 settimane), specie a Manfredonia, mentre il 43% - tra di essi la totalità dei Tarantini - si orien-

ta verso la scelta di un minor impegno giornaliero (1-2 ore, pari a 3,5 – 7 mesi). Infi ne, il 7,6% (tutti appar-

tenenti al compamare Manfredonia) opta per l’impegno giornaliero più lungo (5-6 ore) che comporta però

una durata di soli 25-30 giorni.

Le preferenze espresse dai Responsabili confermano quanto risulta dall’analisi delle risposte degli Operatori; la durata massima è stata indicata nella metà dei casi (100% a Taranto e Brindi-si) di 1-2 ore al giorno (pari a 3,5–7 mesi), e di 3-4 ore al giorno (pari a 8-10 settimane) nel restan-te 50% degli intervistati (che arriva al 100% a Gallipoli e Molfetta). (Grafi co 38)

PESCATORI: DURATA PREFERIBILE DELL’IMPEGNO

GIORNALIERO PER UN CORSO DI 150 ORE

COMPARTIMENTO MARITTIMO 1 - 2 ORE 3 -4 ORE 5 - 6 ORE

TOTALE SCELTE

PER COMPAMARE

BARI

BRINDISI

GALLIPOLI MANFREDONIA MOLFETTA

TARANTO

145211720

112104114

12

25731542120

TOTALE DELLE SCELTE RELATIVE

ALLA DIVERSA DURATA68 78 12 158

Come si vede, le risposte relative ad orario, impegno giornaliero e giorni preferiti richiedono una forte ri-

fl essione sulla fl essibilità del sistema.

In relazione alle migliori modalità con cui effettuare formazione professionale: il 29,7% degli Operato-

ri ha scelto tra i vari suggerimenti la minor durata degli incontri, un quarto degli intervistati l’aggiornamen-

to continuo; il 18% (espressione soprattutto dei compartimenti di Manfredonia e Molfetta) la possibilità di

percorsi formativi personalizzati - opportunità peraltro offerta dal Piano Operativo FEP 2007-2013; seguo-

Operatori della pesca: quanto dovrebbero durare al massimo

gli incontri giornalieri nel caso di corsi da 150 ore?

■ 1 - 2 ore (75 - 150 giorni pari a circa 3,5 - 7 mesi)

■ 3 - 4 ore (38 - 50 giorni pari a circa 8 - 10 settimane)

■ 5 - 6 ore (25 - 30 giorni pari a circa 5 - 6 settimane)

43%

49%

8%

GRAFICO 38

Operatori della pesca: come

rendere efficace la formazione?

■ Con un aggiornamento continuo

■ Con un maggior uso di strumenti

audiovisivi ed interattivi

■ Con formazione a distanza

■ Con lezioni individuali

■ Svolgendola in altre imprese della filiera

■ Disegnando percorsi personalizzati

■ Abbreviando gli incontri

10%

25%

18%

2%

8%

7%

30%

GRAFICO 39

38

39

RISULTATI DELLE INDAGINI

L’indicazione sugli insegnamenti prioritari è abbastanza uniforme tra gli Operatori ed i Responsabili (si discosta un po’ dalla scelta generale solo il compartimento brindisino). Nell’ordine: “normative e fi nanzia-

menti”; quasi alla pari “sicurezza sul lavoro” e “commercializzazione, trasformazione e valorizzazione del

prodotto”; quindi “tecnologie fi nalizzate al risparmio energetico” (risposta che rifl ette sicuramente la recen-

te crisi dovuta al caro gasolio, sfociata in forti proteste in tutta la Comunità Europea); seguono poco distan-

ziate tra loro “pescaturismo e ittiturismo” e “affi namento o aggiornamento su tecniche e tecnologie di pe-

sca”. (Grafi co 43)

Nel complesso, la situazione avvertita dai Responsabili è più uniforme, e può esser sintetizza-ta con il seguente grafi co. (Grafi co 44)

La sede dove effettuare gli incontri deve trovarsi in un raggio di 5-15 km per l’82,2% degli Addetti, il 12%

Anche tra la maggioranza dei Responsabili intervistati è diffusa l’opinione che debbano essere utilizzati come docenti gli Operatori esperti, ossia con oltre quindici anni di esperienza specifi ca. (Grafi co 41)

La maggioranza degli Operatori (63,4%) si sono dichiarati disponibili ad essere riqualifi cati da colleghi più

esperti ed oltre il 75% dei Responsabili (specie a Gallipoli) si è dichiarato in diversa misura inte-ressato (con l’eccezione di Brindisi) a seguire percorsi formativi o a confrontarsi con altri attori del settore, fi nanche spostandosi all’estero (40%). (Grafi co 42)

D’altra parte, la totalità dei Responsabili si è dichiarata disponibile a seguire un breve corso di for-mazione formatori per poi poter trasmettere le proprie conoscenze. Per i Pescatori, i luoghi giudicati più

idonei per svolgere attività formative sono: a bordo (soprattutto a Bari, Molfetta e Brindisi); in tirocinio presso

altre marinerie nazionali (a Taranto); in banchina (a Gallipoli); in aula (a Manfredonia). Anche per i Respon-sabili il miglior luogo dove fare formazione risulta essere a bordo delle proprie imbarcazioni (35%).

Responsabile d’impresa di pesca: come

rendere efficace la formazione?

■ Con un aggiornamento continuo

■ Con un maggior uso di strumenti audiovisivi ed interattivi

■ Disegnando percorsi personalizzati

■ Abbreviando gli incontri

■ Svolgendola in altre imprese della filiera

■ Svolgendo formazione a distanza

32%

16%

21%

31%

GRAFICO 40

Responsabili d’impresa di pesca:

quali figure utilizzare come docenti?

4%4%

83%

■ Docenti della formazione professionale

■ Rappresentanti delle associazioni di categoria

■ Giovani della stessa marineria

nel caso di materie innovative

■ Figure polivalenti conosciute e legate al territorio

■ Operatori esperti (oltre 15 anni di esperienza) della marineria

■ Operatori esperti di altre marinerie

13%

13%

13%

GRAFICO 41

Responsabili d’impresa di pesca: dove

sarebbe disposto a fare formazione?

40%

■ Estero

■ In Italia

■ Altre realtà regionali

20%

40%

GRAFICO 42

Responsabile d’impresa di pesca:

le più importanti priorità formative

■ Normative e finanziamenti

■ Sicurezza sul lavoro

■ Pescaturismo e ittiturismo

■ Affinamento o aggiornamento

su tecniche e tecnologie di pesca

■ Manutenzione e riparazione

del natante e delle attrezzature da pesca

■ Montaggio, uso, manutenzione

e riparazione di apparati meccanici

■ Montaggio, uso, manutenzione

e riparazione di apparati elettronici

■ Tecnologie finalizzate al risparmio energetico

■ Biologia marina ed ecologia della pesca

■ Nuove specie, tecniche e tecnologie in Acquacoltura

■ Commercializzazione, trasformazione

e valorizzazione del prodotto

■ Organizzazione e gestione di spazi museali

su pesca e acquacoltura

■ Funzioni di controllo ed ispezione nel settore

■ Avviamento e Gestione d’impresa

0%

5%

10%

15%

20%

GRAFICO 43

40

41

Ostacoli alla riqualifi cazione degli addetti

ed indicazioni per il loro superamento

Preso atto della condivisione del bisogno di aggiornamento e riqualifi cazione insieme agli attori del mondo

della pesca marittima e della maricoltura, rimane il problema di chiarire e rimuovere le cause che fi no ad og-

gi hanno ostacolato, rallentandolo, il processo di adeguamento del settore.

Volendo schematizzare, si possono individuare due concause ostative, che sono le facce della stessa me-

daglia: la scarsa disponibilità “effettiva” degli Operatori della pesca verso la formazione (per quanto an-

che i Responsabili di maricolture esprimano scetticismo sul reale interesse dei propri Addetti), qualun-

que siano le motivazioni, e la mancanza di elasticità dell’attuale sistema formativo applicato al settore it-

tico in generale.

Quando consideriamo le differenze locali non è raro osservare una certa incoerenza tra la consapevolez-

za del fabbisogno e la scarsa attivazione della domanda di riqualifi cazione del personale operativo. Il mismatch

tra la percezione del bisogno e l’adesione ad un processo formativo si traduce, quindi, in un ulteriore ritar-

do tra l’emergenza del problema e la sua soluzione.

Dalle risposte relative alle modalità ed alla durata delle attività formative, risulta inoltre evidente che lo

sforzo che gli enti di formazione devono mettere in atto è legato sì alla sfera motivazionale, ma anche alla ca-

pacità di proporre modelli fl essibili.

Se nel primo caso si agisce per fare aumentare la spinta motivazionale verso la riqualifi cazione, nel secon-

do è opportuno innanzitutto conoscere le esigenze e le caratteristiche dell’utenza, progettare percorsi e mo-

dalità di somministrazione più personalizzati e verifi carne la compatibilità con le esigenze degli enti gestori.

Tali dati offrono notevoli spunti di rifl essione per la progettazione dell’architettura formativa:

• La riqualifi cazione degli adulti deve aggiornarsi in funzione dei princìpi e delle strategie della moderna an-

dragogia - spesso ignorati - abbandonando, ad esempio, l’approccio della lezione frontale per disporre la

classe in circolo e dare l’idea di un “consiglio” tra adulti in cui il docente diventa primus inter pares.

• La didattica va innanzitutto calibrata sulle capacità ricettive dei benefi ciari nei termini di adeguamento alla

loro capacità di comprensione. Inoltre, la differente preparazione scolastica all’interno della stessa marine-

ria – che crea ulteriori divisioni generazionali – richiede di porre molta attenzione sul problema dell’uni-

formità delle classi.

• L’età media dei potenziali utenti, il loro basso grado di scolarizzazione, la lunga lontananza dai banchi di

scuola ed il possibile analfabetismo di ritorno, presuppongono una scarsa durata dell’attenzione ed una li-

mitata capacità di stare in aula. Ciò deve indurre a sintetizzare i contenuti nei periodi di maggiore concen-

trazione degli utenti e ad utilizzare tecniche di somministrazione didattica interattiva basata, per quanto

si spingerebbe fi no a 30 km e solo il 5,6% sarebbe disponibile ad allontanarsi ulteriormente. I Pescatori di

Brindisi, e soprattutto quelli di Taranto, sono i più disponibili. I Responsabili d’impresa indicano distan-ze maggiori (soprattutto a Gallipoli): fi no a 15 km nel 53,8% dei casi ed oltre i 30 km per un ulte-riore 30,8%.

Infi ne, il 64% degli Operatori specifi ca di aver acquisito le competenze necessarie per svolgere la propria

attività in famiglia, a fronte rispettivamente del 29,1%, che hanno appreso il mestiere come apprendista im-

barcato. Solo il 5,5% degli Operatori ha frequentato corsi professionali.

Anche il 50% del totale dei Responsabili ha appreso il mestiere in ambito familiare, mentre il 22% si è affi ancato ad un esperto del settore.

0%

5%

10%

15%

20%

30%

25%

Responsabili d’impresa di pesca: sistemi di pesca

maggiormente bisognosi di formazione

■ Draghe idrauliche

■ Reti da traino (Strascico o volante)

■ Attrezzi da posta (reti e trappole);

palangaro non derivante e lenze

■ Reti da circuizione

■ Attrezzi derivanti

(ferrettara; palangaro derivante)

GRAFICO 44

42

43

OSTACOLI ALLA RIQUALIFICAZIONE DEGLI ADDETTI ED INDICAZIONI PER IL LORO SUPERAMENTO

• In generale pescatori gli Operatori del settore ittico non amano “mettere in piazza” i propri problemi, che

siano culturali, economici, caratteriali o familiari.

Infi ne bisogna riconsiderare il ruolo stesso dei formatori: alla credibilità del sistema ed al suo successo

concorrono, infatti, oltre le modalità e la possibilità di selezione dei formatori da parte degli enti, il grado

di motivazione dei docenti, i contenuti della disciplina insegnata, la conoscenza del territorio, le competen-

ze trasversali, la loro fl essibilità e disponibilità (che spesso dipendono dagli impegni imposti dalla loro atti-

vità principale).

Ovviamente è estremamente diffi cile individuare fi gure che soddisfi no tutte le esigenze elencate. Ne

consegue la necessità di inserire nel sistema nuove fi gure di Facilitatori di processo, fortemente moti-

vate, radicate sul territorio e particolarmente qualifi cate ed aggiornate. Ad esse potrà quindi essere affi da-

to l’incarico di:

• selezionare gli utenti;

• accoglierli;

• raccoglierne le istanze (che, convogliate verso la struttura di riferimento, serviranno per costruire i succes-

sivi percorsi formativi o riqualifi cativi);

• orientarli stimolandoli - attraverso brevi moduli motivazionali - a frequentare successivi seminari, a carat-

tere ricorrente, e/o corsi di formazione costruiti su misura. In quest’ultimi i Facilitatori di processo avran-

no il ruolo di anello di collegamento (Tutor) tra gli utenti ed i docenti di discipline specifi che.

possibile, su stimoli visivi (fi lmati ed immagini), come è del resto indicato da una signifi cativa percentua-

le di Maricoltori e Pescatori.

• L’approccio relazionale tra formatori e utenti adulti dovrà tenere in debita considerazione che questi ulti-

mi sono comunque portatori di una cultura legata ai saperi del loro mestiere e mal sopportano che qual-

cun altro glielo insegni.

Al di là delle considerazioni legate ai dati anagrafi ci ed al titolo di studio, l’esame delle diffi coltà che si in-

contrano nella costruzione di un modello formativo o riqualifi cativo deve tenere in debita considerazione i

seguenti aspetti:

• Anche se le attuali tendenze della formazione professionale consigliano di utilizzare il più possibile la

formazione in alternanza, che prevede che al lavoro d’aula seguano periodi di stage aziendali, la messa in

atto di tali orientamenti risulta poco praticabile, specie nel caso del settore alieutico. Ciò per le diffi col-

tà connesse al controllo ed al monitoraggio dell’attività formativa, per i maggiori rischi a carico dell’im-

prenditore, per la diffi coltà di ottenere i permessi di imbarcare personale aggiuntivo, per l’organizzazio-

ne del lavoro sulle imbarcazioni ecc.. L’attività di formazione a bordo – prima opzione sia per gli Ope-

ratori della pesca (47%), che per quelli della Maricoltura (32%) - può eventualmente essere svolta so-

lo eccezionalmente, ad esempio: per la trattazione delle tematiche relative all’uso di strumenti elettro-

nici; per la verifi ca dell’effi cacia di nuove tecniche di cattura; quando si rende necessario testare nuo-

ve attrezzature o per saggiare la validità di eventuali modifi che sugli attrezzi. In tali casi, però, si consi-

glia di far ricorso a procedure di apprendimento che prevedono che le attività svolte a bordo, preceden-

temente pianifi cate in aula, siano poi relazionate dagli utenti e ridiscusse, in un momento successivo,

insieme al docente.

• la riqualifi cazione svolta al di fuori dell’azienda richiede una disponibilità di tempo - oltre che di energie che

vanno a sottrarsi alla normale esecuzione del proprio lavoro - giudicata spesso insostenibile dai potenziali

utenti. Infatti i periodi a terra generalmente sono utilizzati per provvedere alle necessarie attività di manuten-

zione delle attrezzature e delle imbarcazioni, per intrattenere i rapporti con clienti, fornitori, autorità maritti-

me ecc. Non è quindi proponibile un’attività formativa di lunga durata (così come spesso è proposto attraver-

so corsi regionali fi nanziati dal Fondo Sociale Europeo), né una sede lontana dagli utenti. Bisogna però sotto-

lineare che gli Addetti alla maricoltura in gabbie risultano generalmente più disponibili ad allontanarsi.

• I tempi di somministrazione (il quanto ed il quando) devono essere concordati con le classi compatibil-

mente con le capacità di crescita della fl essibilità del sistema formativo. Inoltre, nella composizione delle

classi va considerato che i diversi sistemi di pesca prevedono una differente disponibilità di tempo, e spes-

so non operano negli stessi orari. La sfi da del sistema formativo sarà quindi principalmente organizzativa.

• Oltre ad evitare costi a carico dei destinatari, è probabilmente necessario studiare adeguati incentivi (ad

esempio sgravi fi scali) che compensino, seppur parzialmente, le ore di lavoro perse.

• La tendenziale diffi denza verso gli elementi esterni, che trae probabilmente origine dall’isolamento am-

bientale in cui si svolgono i mestieri della pesca e della maricoltura - ma che comunque va verifi cata caso

per caso, senza preconcetti - non consente facilmente al docente di “avvicinarsi a distanza utile”. Ciò im-

pedisce di dimostrare la propria capacità di trasmettere un know how che arrechi un vantaggio alla profes-

sionalità: ne deriva pertanto l’esigenza di stabilire effi caci relazioni personali.

• Spesso, lavorando con le categorie dei pescatori e dei molluschicoltori, ci si imbatte in gruppi strutturati

come clan, con logiche di gruppo ed un forte senso di appartenenza familiare: di questo si deve tener con-

to nella composizione delle classi.

45

Modello fi nalizzato all’adeguamento

del sistema della formazione professionale

Per quanto affermato nei capitoli precedenti, una discussione generale sul sistema formativo non può es-

sere incentrata sulla sola attività corsuale, ma deve prevedere un rimodellamento dell’intero processo intor-

no alle necessità del sistema “formazione-pesca/maricoltura” a livello territoriale.

Tra l’altro – almeno relativamente alle risorse umane impiegate come corpo insegnante dagli Enti di forma-

zione nei corsi fi nanziati dal FSE - spesso ci si imbatte in docenti prestati temporaneamente dal mondo delle

professioni. Essi talvolta sono estranei alla fi liera ittica o privi di conoscenze settoriali e territoriali di riferimen-

to, e risultano frequentemente a digiuno di adeguate cognizioni didattiche, nuove tendenze formative o, ancor

più, degli indirizzi della moderna andragogia, defi nita dall’ISFOL (2001): “la scienza che studia gli stili ed i processi

di apprendimento degli adulti, fornendo principi e strategie formative adeguate alle loro caratteristiche cognitive e sociali”.

L’analisi effettuata evidenzia l’esigenza di un punto di riferimento stabile, in possesso di una visione glo-

bale, che sappia interagire con le diverse componenti del sistema formazione-pesca, stimoli la creazione di

adeguate condizioni di sistema e territoriali, e guidi il processo di cambiamento, consolidandolo: la risposta a

tali bisogni può essere individuata nell’istituzione di un Coordinatore d’area e nella sua stretta interazione con

i Facilitatori di processo, già indicati come pilastro del sistema proposto.

A differenza dalle attività di individuazione dei fabbisogni e di orientamento formativo generale, che de-

vono essere in parte guidate (approccio up down) - in quanto il singolo imprenditore, e tantomeno i suoi di-

pendenti, generalmente non dispongono di una visione olistica delle esigenze e dei cambiamenti in atto nel

settore - nella ricerca delle modalità di facilitazione dell’accesso alla formazione si deve utilizzare un approc-

cio bottom up, senza voler calare dall’alto schemi rigidi che non permetterebbero di attrarre e soprattutto di

conservare l’utenza. L’adeguamento ai processi di cambiamento richiede quindi la partecipazione attiva dei

benefi ciari dell’azione formativa o riqualifi cativa, ma per motivarli è necessario innanzitutto catturarne l’at-

tenzione, e ciò è possibile solo se si è saputo creare e coltivare un solido sistema di relazioni radicato sul ter-

ritorio. Entra quindi in gioco la fi gura del Facilitatore che, attraverso i moduli motivazionali, dovrà riuscire

nell’intento di condurre gli utenti all’interno del sistema formativo, convincerli dei vantaggi che derivano da

tale adesione, e costruire insieme a loro percorsi formativi realizzabili.

Tale azione porrà quindi le premesse per l’attivazione di successivi corsi di riqualifi cazione o di seminari

informativi e/o di aggiornamento periodici - nell’ottica di una formazione continua - i cui contenuti e mo-

dalità dovranno essere tarati sulle necessità personali e sui fabbisogni locali emersi.

Descritta a grandi linee l’articolazione della proposta, si evidenzia l’architettura del modello schematiz-

zandola come segue in fi g. 1.

46

47

• integrazione tra gli indirizzi di sviluppo delle Regioni e delle Province - titolari dell’offerta formativa - e le

politiche settoriali;

• selezione dei Facilitatori di processo da formare (con essi è previsto uno stretto rapporto collaborativo);

• programmazione, pianifi cazione e coordinamento della formazione e dell’aggiornamento dei Facilitatori di

processo;

• selezione dei docenti di varie discipline, e coordinamento didattico per le diverse attività: formative, di ri-

qualifi cazione, informative o di aggiornamento;

• sensibilizzazione dell’area rispetto alle esigenze formative o riqualifi cative ed alla credibilità del sistema

formativo, a partire dai Responsabili d’impresa: essi dovranno essere convinti dell’importanza strategica e

dell’effi cacia del sistema per la riqualifi cazione dei propri dipendenti. Tale compito prevede quindi la valu-

tazione delle percezioni degli imprenditori in relazione ai cambiamenti in atto ed ai fattori critici di succes-

so negli scenari prevedibili (tra cui vi sono le competenze necessarie all’impresa per interpretare e fronteg-

giare tali cambiamenti, acquisendo maggiore competitività). A tal proposito, i risultati delle indagini effet-

tuate durante il presente studio costituiscono un patrimonio di conoscenze fondamentali.

• programmazione e pianifi cazione dei moduli motivazionali, dei seminari e dei corsi di riqualifi cazione,

nell’ottica della formazione continua tanto invocata da tutto il settore;

• formalizzazione delle procedure - in luogo delle prassi informali e dell’assenza di protocolli - al fi ne di pro-

muovere un linguaggio comune per descrivere lavori e competenze, onde facilitare il confronto con i di-

versi soggetti del sistema formativo regionale e nazionale;

• supporto ai progettisti della Formazione Professionale nell’attività di defi nizione dei profi li professionali

richiesti e nella programmazione dei moduli didattici secondo la logica delle unità formative capitalizzabi-

li (UFC) per la formazione continua;

• monitoraggio delle attività svolte o in corso;

• analisi delle risultanze dei moduli motivazionali - in stretta collaborazione con i Facilitatori di processo - e ve-

rifi ca della compatibilità delle indicazioni emerse sia con gli indirizzi generali, sia con la capacità di fl essibi-

lità del sistema formativo relativamente ai percorsi ed alle modalità di somministrazione didattica;

• creazione di un punto di riferimento per l’orientamento dell’offerta formativa regionale: per le aziende del

territorio; per gli attori della Formazione Professionale impegnati nella gestione, nella progettazione e nel-

la didattica; per i soggetti che cercano una guida per riqualifi carsi scegliendo di costruirsi - eventualmen-

te - percorsi personalizzati; per i referenti politici che si occupano - anche a livello locale - delle strategie

di sviluppo del settore.

Per facilitare la comprensione del sistema di relazioni che interessa la fi gura del Coordinatore d’area lo si è

schematizzato in fi gura 2.

Formazione ed aggiornamento dei Facilitatori di processo

Uno dei compiti del Coordinatore d’area è dunque la pianifi cazione della formazione dei Facilitatori di processo,

attività una tantum che assume un notevole rilievo nel modello proposto, e che richiede un’attenta selezione

sia dei docenti - cui dovranno essere forniti gli opportuni riferimenti settoriali - che dei benefi ciari, anche in

previsione del loro impiego come tutori durante i corsi di riqualifi cazione.

I criteri di selezione dei formandi saranno improntati alla ricerca di persone dinamiche, con una buo-

na conoscenza delle caratteristiche e delle problematiche settoriali, delle marinerie e delle imprese di riferi-

mento, e con spiccate capacità relazionali. Il titolo di studio richiesto è il diploma di scuola media superio-

Schema del Modello per la formazione degli Operatori della pesca

Coordinamento d’area

La chiave di volta dell’architettura del sistema formativo è il Coordinamento d’area, che potrebbe essere affi dato

ad un Coordinatore indicato dalle Associazioni di categoria del settore ittico. Egli dovrà decidere gli indiriz-

zi generali della riqualifi cazione insieme ai Responsabili delle Associazioni, cui relazionerà sulle attività svol-

te e sui risultati raggiunti rispetto agli obiettivi indicati. Il suo identikit corrisponde ad un esperto del settore,

con alte competenze formative e buone capacità relazionali, costantemente aggiornato sulle nuove metodo-

logie didattiche e sulle novità relative al settore alieutico.

Tra i suoi compiti:

• aggiornamento della domanda di formazione attraverso un confronto continuo con gli imprenditori o con

le loro organizzazioni di rappresentanza, ossia con i soggetti che per il loro ruolo hanno una visione globa-

le delle relative esigenze per qualifi che, sistemi di pesca o tecniche di allevamento, e per aree/settori di at-

tività nelle aziende;

• analisi e sintesi dei dati relativi al territorio regionale, anche nel dettaglio provinciale o compartimentale;

MODELLO FINALIZZATO ALL’ADEGUAMENTO DEL SISTEMA DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE

Formazione

Facilitatori

di processo

Facilitatori

di processo Moduli

motivazionali

Corsi

di riqualificazione

Seminari

informativi

e/o di

aggiornamento

ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA

Coordinamento d’area

Riferimento per il Sistema Formazione - Pesca

BACINO DI UTENZA

Aggiornamento

Facilitatori

di processo

FIGURA 1

48

49

MODELLO FINALIZZATO ALL’ADEGUAMENTO DEL SISTEMA DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE

al repertorio delle Unità Capitalizzabili standard delle competenze trasversali elaborato dall’ISFOL (1998),

idoneo al modello proposto.

Inoltre, saranno potenziate le conoscenze informatiche necessarie a: registrare ed elaborare le informazio-

ni ed i dati raccolti durante le attività di tutoraggio (che verranno relazionati, e quindi analizzati con il Coor-

dinatore d’area); cercare informazioni o ricevere aggiornamenti on line nel caso dell’introduzione di signifi cati-

vi elementi di novità per il settore alieutico e l’acquacoltura; semplifi care la raccolta di informazioni e l’ag-

giornamento on line degli Operatori della pesca e della maricoltura durante i relativi seminari.

Pertanto, il team di docenti impegnato in questa fase sarà formato, in prima analisi, almeno da:

1. un docente di andragogia;

2. un esperto di informatica per le competenze relative a word processing, uso di data base, internet e posta elet-

tronica, metodi di calcolo elettronici, presentazioni in power point.

3. un esperto di motoristica e gestione di apparati meccanici;

4. un esperto di tecniche ed attrezzature da pesca che ponga l’accento sulle nuove tecnologie applicate alla

pesca e la manutenzione delle attrezzature;

5. un esperto di maricoltura in gabbie;

6. un esperto di molluschicoltura;

7. un esperto di gestione degli apparati elettronici;

8. un esperto di emergenze e primo soccorso;

9. un esperto di sicurezza a bordo;

10. un esperto di biologia della pesca ed ecologia marina attento ai principi della Pesca Responsabile (FAO,

1995);

11. un esperto di tecniche di conservazione, trasformazione e presentazione del pescato.

L’articolazione ed il dettaglio dei contenuti dei moduli didattici degli insegnamenti relativi ai punti da 2)

a 11) saranno concordati tra il Coordinatore d’area ed i progettisti da lui scelti, strutturandoli – in un’ottica

di formazione continua - secondo le indicazioni ISFOL (1998a e 1998b) relative al Sistema delle Unità For-

mative Capitalizzabili. Inoltre, mentre gli insegnamenti relativi ai punti da 3) a 11) dipendono dalle caratte-

ristiche o dalle esigenze delle diverse marinerie o imprese di maricoltura, quelli relativi ai primi due punti

sono sempre riproponibili tal quali.

In defi nitiva, la formazione multidisciplinare dei Facilitatori di processo avrà quindi lo scopo di fornire loro

una conoscenza generale delle tematiche di interesse per il territorio. Con riferimento alla platea ed alle ca-

ratteristiche dei potenziali utenti, verranno rinforzati gli strumenti idonei a trasferire conoscenze agli adul-

ti, motivarli ed orientarli verso percorsi di riqualifi cazione, informazione ed aggiornamento: i relativi conte-

nuti, le priorità, i tempi di somministrazione didattica e le modalità di attuazione dovranno infi ne essere me-

diati e concordati sia con gli utenti fi nali, sia col Coordinatore d’area, cui saranno convogliate le istanze emer-

se al fi ne di facilitare l’accesso alla formazione e la continuità delle attività.

I Facilitatori di processo dovranno inoltre essere aggiornati, a cura del Coordinatore d’area, per far fronte agli

scenari di eventuali cambiamenti. Per tale aggiornamento potrà eventualmente essere utilizzata l’esperienza

dell’Istituto per lo Sviluppo della Formazione professionale dei Lavoratori - maturata grazie alle opportuni-

tà offerte dai fondi strutturali a livello multiregionale - nello sviluppo del progetto FADOL (Rete nazionale

per la Formazione A Distanza On Line dei formatori - www.fadol.it ).

Altri compiti dei Facilitatori di processo saranno quelli di: valutare attentamente i tempi di apprendimen-

to dei benefi ciari; creare gruppi di apprendimento possibilmente omogenei; presidiare il sistema svolgendo

re, ma più del requisito minimo di scolarizzazione varrà la capacità di sostenere una formazione multidisci-

plinare di alto livello.

Altra caratteristica essenziale degli allievi dovrà essere un forte radicamento sul territorio. Infatti, al con-

trario degli indirizzi comunitari che stimolano la mobilità delle risorse umane, è assolutamente necessario

evitare per quanto possibile il turn over di queste fi gure, al fi ne di consolidare il rapporto fi duciario che i Fa-

cilitatori di processo dovranno stabilire con gli utenti fi nali della riqualifi cazione, con le marinerie e le imprese

di riferimento in generale. Per dare garanzie di stabilità a tale rapporto, ovviamente, costoro dovranno esse-

re adeguatamente motivati e rassicurati sulla continuità del loro impiego.

Al di là delle discipline tecnico-specialistiche, di cui dovranno essere impartiti solo alcuni principi gene-

rali - utili a mettere in condizione i futuri Tutor di essere il trait d’union tra i docenti della riqualifi cazione ed

i destinatari della stessa - la formazione dei Facilitatori di processo sarà incentrata sullo sviluppo delle compe-

tenze trasversali: tecniche motivazionali; capacità di diagnosi delle competenze e dei problemi; empowerment

delle capacità relazionali; problem solving e decision making ecc. A tal fi ne, si può fare riferimento alla mappa ed

Schema delle Relazioni del Coordinatore d’area

Coordinatore

d’area

Riferimento

per il Sistema

Formazione

Pesca

e

Maricoltura

Progettisti di formazione professionale

Responsabili degli enti di formazione professionale

Docenti impegnati nel processo formativo o interessati ad esso

Amministrazioni locali e referenti politici interessati

allo sviluppo del settore ittico

Assessorati alla formazione professionale e alla pesca

Organizzazioni di categoria e sindacali

Facilitatori di processo

Operatori del settore alieutico e della maricoltura

Responsabili di imprese di pesca marittima e maricoltura

Regione Puglia

FIGURA 2

50

51

contribuendo alla sensibilizzazione delle marinerie e delle imprese di riferimento, e pubblicizzando le ini-

ziative pianifi cate con il Coordinatore d’area.

Nella fase successiva verrà quindi effettuata la selezione dei benefi ciari badando soprattutto al loro grado

di motivazione iniziale, per porre le premesse di una partecipazione stabile al percorso formativo.

Al di là della possibilità di percorsi formativi individuali - richiesti da più parti - sarebbe comunque op-

portuno raggiungere un numero di partecipanti pari a 12 elementi per classe, numero ottimale per garanti-

re la massima effi cienza didattica e suffi ciente per cautelarsi nei riguardi di eventuali e purtroppo inevitabi-

li defezioni. Il numero minimo dovrebbe essere comunque fi ssato in 8 allievi per gruppo classe, per evita-

re di disperdere risorse.

Gli argomenti degli incontri motivazionali, in questa fase, saranno standardizzati per ogni modulo, e ri-

calcheranno anche nella loro strutturazione - sebbene la loro durata debba essere ridotta - quelli trattati du-

rante la formazione dei Facilitatori di processo. Questi, a loro volta, dovranno utilizzare attivamente le tecniche

e le informazioni apprese, sintetizzandole e trasformandole in stimoli.

Modalità di svolgimento:

• La durata complessiva del modulo motivazionale sarà di 36 ore, suddivise in 18 incontri di due ore ciascuno

il cui calendario sarà concordato con gli stessi allievi. Gli ultimi 30 minuti di ogni incontro dovranno essere

utilizzati come fase di verifi ca, rifl essione collettiva e feed-back utile alla programmazione delle lezioni suc-

cessive. Verso la fi ne del percorso, dopo i primi 14 incontri, dovrà essere effettuato un momento di verifi ca

ed eventuale rinforzo motivazionale, le cui risultanze saranno confrontate con la situazione d’ingresso.

• Il modulo, gestito dai Facilitatori di processo, si svolgerà essenzialmente in aula, organizzando i banchi in

maniera circolare e badando a creare un clima colloquiale, per presentare l’attività come momento di in-

contro e scambio di esperienze tra persone adulte.

• I Facilitatori di processo dovranno redigere quotidianamente una sorta di diario di bordo per registrare le di-

namiche di classe, tenere una memoria storica dell’evoluzione del percorso, indispensabile per il monito-

raggio e la valutazione del processo formativo, ed utile viatico per il prosieguo delle attività.

• L’iter motivazionale prevede:

- una fase di accoglienza in cui sarà presentata l’offerta formativa e verranno rassicurati i soggetti che pos-

sono presentare il timore di esporsi confrontandosi in situazioni di apprendimento (caso frequente in

presenza di casi di bassa scolarizzazione come quella emersa nel sondaggio effettuato);

- un’autovalutazione assistita dei punti deboli e dei punti di forza, cioè un bilancio tra le necessità dell’azien-

da, della marineria o del settore, e le competenze possedute (es.: esperienza acquisita, autonomia de-

cisionale, polivalenza, capacità di affrontare emergenze ed imprevisti, capacità di rapportarsi col resto

dell’equipaggio o con altri Operatori ecc.);

- la messa a punto di un portfolio elettronico delle competenze, secondo il modello teorizzato per la gen-

te di mare nell’ambito del progetto “F.A.R.O. Flessibilità, Adattabilità e Riconversione degli Operatori

della pesca – Ritaratura del modello” fi nanziato dal programma di Iniziativa Comunitaria EQUAL pro-

mosso dall’Unione Europea (http://www.efeso.it/faro)

- un’autovalutazione dell’interesse e dei tempi di apprendimento.

• Sarà fondamentale utilizzare la cosiddetta didattica attiva per rendere gli utenti - in accordo con le proprie

esigenze ed aspettative - protagonisti della progettazione dei contenuti, dell’organizzazione e delle moda-

lità didattiche, tra cui la defi nizione degli strumenti didattici più adeguati per gli adulti a bassa scolarizza-

zione. Tali proposte saranno oggetto del “contratto formativo”.

MODELLO FINALIZZATO ALL’ADEGUAMENTO DEL SISTEMA DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE

opera di monitoraggio continuo delle attività programmate; contribuire alla sensibilizzazione delle marine-

rie e delle imprese di maricoltura. Per quest’ultima azione sarà necessario un contatto capillare con le comu-

nità dei pescatori e dei maricoltori, al fi ne di:

• costruire relazioni informali con i diversi attori del sistema locale;

• comprenderne le dinamiche socio-economiche;

• avere l’opportunità di chiarire gli obiettivi e di pubblicizzare il progetto qualifi cativo/riqualifi cativo;

• fare emergere eventuali pregiudizi e discuterli;

• selezionare e reclutare gli Operatori della pesca e della maricoltura interessati ad essere coinvolti attiva-

mente nel processo.

Schema dei Compiti dei Facilitatori di processo

Moduli motivazionali

Se la formazione dei Facilitatori di processo è il fulcro del sistema, i moduli motivazionali ne sono la leva e giu-

stifi cano l’investimento da effettuare su tali fi gure. Come già detto, costoro dovranno preparare il terreno

Compiti

dei

FACILITATORI

DI PROCESSO

Collaborazione col Coordinatore d’area per:sensibilizzazione di marinerie ed imprese, gestione moduli motivazionalianalisi dei dati raccolti nel corso delle attività

Tutoraggio durante corsi e/o seminari:• Anello di collegamento tra i docenti impegnati nel processo formativo ed i beneficiari• Facilitazione FAD degli allievi• Stimolazione della partecipazione attiva alle lezioni

• Selezione e motivazione di pescatori e maricoltori verso la riqualificazione e la formazione continua• Valorizzazioni delle competenze trasversali

• Trasferimento conoscenze ed aggiornamenti• Traduzione/spiegazione delle notizie relative al settore• Guida agli approfondimenti

Creazione di un rapporto fiduciario stabile con le marineriee le imprese di riferimento, specie con i potenziali utenti

Pubblicizzazione del sistema formativo e chiarimento dei percorsi

• Sensibilizzazione dei responsabili di impresa• Confronto ed accoglimento delle loro istanze

• Mediazione delle esigenze dei sistemi Pesca/Maricoltura/Formazione• Stipula del “contratto formativo” con gli allievi

Monitoraggio continuo delle attività programmate,del settore e del territorio

Orientamento verso corsi di formazione, seminari informativie/o di aggiornamento, etc.

FIGURA 3

52

53

di riconoscere agli allievi un titolo di ammissione, sorta di “credito formativo” registrato sul portfolio elet-

tronico delle competenze, utile per accedere ai successivi percorsi di riqualifi cazione. In tal modo, agli uten-

ti sarà quindi permesso di entrare ed uscire dal percorso formativo in base ai titoli acquisiti ed alle compe-

tenze riconosciute.

Come già detto, il Facilitatore svolgerà opera di tutoraggio mediando il rapporto tra i docenti (sempre sele-

zionati dal Coordinatore) e gli allievi, sia nella presentazione delle richieste da parte di quest’ultimi, sia sugge-

rendo una diversa modulazione della comunicazione del docente quando necessario. Inoltre, il Tutor moni-

torerà le attività indicando eventuali correttivi e compilerà quotidianamente un diario di bordo.

Accertata la richiesta delle marinerie e delle imprese di riferimento, in linea generale i corsi avranno come

oggetto le qualifi che già individuate come necessarie per la formazione dei Facilitatori di Processo, ma la scelta

fi nale dei contenuti dipenderà ancora una volta dal “contratto formativo”. Durante lo svolgimento delle at-

tività didattiche, a meno di diverse indicazioni del Coordinatore, saranno utilizzati gli stessi tempi (adattati ad

una durata orientativa di 100-150 ore per disciplina), le stesse modalità e tecniche di somministrazione della

fase precedente, comprendendo una fase di orientamento alla formazione continua (verso seminari informa-

tivi e/o di aggiornamento). Inoltre il Tutor faciliterà l’accesso degli allievi ad un’eventuale formazione a distan-

za (FAD), verso la quale però, durante il sondaggio effettuato, è emersa una forte resistenza. La possibilità di

FAD assistita, soprattutto nel caso degli Operatori della pesca e della mitilicoltura, si potrà basare essenzial-

mente sulla utilizzazione di materiali didattici che trasferiscono informazioni e conoscenze attraverso un ca-

nale visivo: immagini e/o video. L’uso di dispense scritte dovrà invece essere limitato al minimo necessario.

Infi ne, coadiuvando i docenti, il Tutor affi ancherà gli allievi nella realizzazione di specifi ci project work, utili

a validare o scartare nuove idee imprenditoriali interne al settore ittico e a misurarsi sulle eventuali diffi coltà

da affrontare. Tale attività potrà quindi defi nire progetti di fattibilità fi no allo stadio di business plan.

Seminari informativi e/o di aggiornamento

La formazione continua inizia dall’autoformazione che si mette in atto nella pratica operativa quotidiana, du-

rante la quale si individuano le esigenze che dovranno essere esplicitate in specifi che richieste da sottopor-

re al sistema formativo.

Nell’ottica long life learning i percorsi formativi o riqualifi cativi potranno quindi utilizzare brevi seminari di

aggiornamento e approfondimento sui contenuti trattati nelle fasi precedenti, e/o incontri informativi sulle

principali novità riguardanti la pesca marittima e la maricoltura.

Questi seminari - fatte salve le considerazioni svolte nel paragrafo precedente sull’opportunità di correg-

gere le scelte di base - dovranno avere la stessa durata e le stesse modalità di svolgimento dei moduli moti-

vazionali, ma a differenza da questi avranno carattere periodico e nella programmazione della loro frequen-

za ordinaria dovrà essere considerata la possibilità di incontri straordinari in caso di particolari urgenze del

settore.

Ad essi parteciperanno prioritariamente coloro che già sono stati inseriti nei percorsi formativi, ma anche

lavoratori estranei a tali percorsi. I titoli di accesso dipenderanno, volta per volta, dai titoli formativi capita-

lizzati, o dalle competenze riconosciute - anche tramite l’autovalutazione - nel corso dei moduli motivazio-

nali. A giudizio del Facilitatore, inoltre, verrà effettuata la selezione del personale esterno, sulla base del rico-

noscimento delle competenze di base necessarie alla comprensione degli argomenti trattati, riportate sul por-

tfolio elettronico delle competenze.

I seminari potranno essere condotti da docenti di discipline specifi che o dallo stesso Tutor, che si occupe-

rà tra l’altro di “tradurre” ed interpretare nuove notizie, faciliterà l’accesso ad un’eventuale formazione a di-

• Oltre all’aspetto motivazionale verso il cambiamento, il Facilitatore dovrà anche orientare verso corsi spe-

cifi ci, o successivi seminari informativi (ad esempio sull’evoluzione normativa, su eventuali stati di crisi del

settore o sui nuovi orientamenti del mercato, ma anche su argomenti proposti dagli stessi allievi) e/o di ag-

giornamento periodici. I contenuti di questi ultimi rispecchieranno in linea generale le tematiche già defi nite

nei punti da 3 a 9 del paragrafo precedente, relativi alla formazione dei Facilitatori di processo. Ciò fatta salva la

possibilità di raccogliere le proposte dei riqualifi candi, convogliandole verso il Coordinatore col quale si de-

ciderà la possibilità di costruire percorsi idonei.

• E’ fondamentale che gli attori del modulo stipulino una sorta di “contratto formativo”. Esso defi nisce e

dichiara l’accettazione delle responsabilità del Facilitatore di processo e degli allievi riguardo al percorso forma-

tivo nel suo insieme. Tale strumento:

- sancisce in forma simbolica il ruolo attivo dell’utente, sottolineando la sua autonomia decisionale nel rifi utare od accet-

tare la proposta formativa;

- rappresenta l’esito di una negoziazione e descrive, per entrambi i contraenti, diritti e doveri. (ISFOL, 2001)

Sarebbe infi ne opportuno vagliare se la dichiarata disponibilità allo spostamento per brevi stage extra-re-

gionali od anche extra-nazionali (modalità che in alcune marinerie, ed in generale per i maricoltori, ha rag-

giunto interessanti percentuali di preferenze) sia reale o meno; nel caso di una conferma si potrà eventual-

mente proporre un gemellaggio tra marinerie con problematiche simili. Ciò permetterebbe lo scambio del-

le rispettive esperienze professionali (diverse tecniche e tipologie di pesca e di maricoltura) ed un confronto

tra le diverse normative, le modalità di organizzazione ecc.

Corsi di formazione o riqualifi cazione

Le moderne politiche della Formazione Professionale promuovono lo sviluppo di un nuovo approccio basa-

to sulla progettazione di moduli di apprendimento combinabili in profi li professionali fl essibili e capitalizza-

bili, fi nalizzato a consentire la crescita professionale durante tutto l’arco della vita lavorativa.

La frequenza del modulo motivazionale, nel nostro modello, verrà considerata come prima unità capita-

lizzabile, e varrà come titolo d’ingresso ai successivi passaggi del percorso. Essa sarà certifi cata - assieme alle

altre - nel portfolio elettronico delle competenze che accompagnerà ogni operatore nel suo personale percor-

so long life learning. Ciò, peraltro, va incontro alla forte richiesta di aggiornamento continuo emersa dalle in-

chieste svolte. La prima fase dovrà infatti indirizzare l’utente verso un seminario o veri e propri corsi di for-

mazione o riqualifi cazione: in essi verranno trattate tutte le discipline relative a qualifi che, sistemi di pesca,

specie innovative e tecniche di allevamento, etc., o riferite ad aree/settori di attività (previamente individuati

durante la fase di orientamento o espressamente richiesti da marinerie ed imprese).

In base alle risultanze del modulo motivazionale si possono quindi defi nire il numero dei corsi, la loro lo-

calizzazione, il dettaglio dei contenuti, la durata ecc. In particolare, data la scarsa propensione alla mobilità ed

il limitato tempo a disposizione dei benefi ciari, bisogna porre molta attenzione nella conferma delle sedi.

Il Coordinatore d’area avrà dunque il compito di analizzare le indicazioni riportate dal Facilitatore di processo

(input), mediarle con le esigenze del Sistema formativo, e pianifi care le successive attività di formazione o ri-

qualifi cazione (output).

A tal punto, sempre a partire dalle indicazioni emerse nella prima fase ed in accordo con il Coordinato-

re d’area, i progettisti dovranno strutturare i corsi valutando attentamente i termini del “contratto formati-

vo” stipulato tra gli allievi ed il Facilitatore, ed avendo come riferimento il Sistema delle Unità Capitalizzabi-

li ISFOL (1998 a e b). Ciò permetterà - al superamento delle verifi che fi nali di ciascun modulo didattico -

MODELLO FINALIZZATO ALL’ADEGUAMENTO DEL SISTEMA DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE

54

55

Rispondenza alle politiche comunitarie

A sostegno della tesi volta a sostenere la necessità di formazione nel settore ittico ed il bisogno di adeguare il

sistema della formazione professionale che lo riguarda, si espone la posizione della Comunità Europea attra-

verso un breve elenco dei fi nanziamenti che sono stati stanziati per raggiungere tali obiettivi.

Innanzitutto, la CE ha confermato, con la misura “1.5 Compensazione socio-economica per la gestio-

ne della fl otta da pesca comunitaria” dell’asse 1, contenuta nel nuovo Fondo Europeo per la Pesca PO FEP

2007-2013, le possibilità di riconversione o di diversifi cazione offerte già dallo SFOP 2000-2006.

I pescatori ed i maricoltori pugliesi sono in media ultraquarantenni, e per quanto possano aver svolto nel-

la loro esistenza altre attività, quasi sempre non riescono a riconoscere e valorizzare le proprie competenze,

sono a digiuno di nozioni relative alla creazione d’impresa, alle opportunità lavorative esistenti ed alle pos-

sibilità di diversifi cazione delle attività (es.: ecoturismo, commercializzazione, trasformazione dei prodotti,

coinvolgimento in azioni di tutela delle risorse, trasporto passeggeri, maricoltura etc.).

A tal proposito è stata prevista - soprattutto per i più giovani - la possibilità di aggiornarsi o migliorare le

proprie competenze attraverso i fi nanziamenti delle misure 1.5 e “1.4 Piccola pesca costiera”. Inoltre, in tali

ambiti, le modalità di formazione/informazione possono essere scelte insieme ai destinatari (FAD, seminari,

programmi televisivi o pillole informative dedicati al mare, tavole rotonde, blog, comunicazione multime-

diale, etc.), con la consapevolezza che il settore ittico - ed in particolare la pesca marittima – vivono di regole,

abitudini e tempi propri, quasi sempre non confrontabili con quelli di altri settori produttivi.

Del resto, tutti coloro che operano nel settore dovrebbero rendersi conto della necessità di aiutarne la cre-

scita ascoltando anche le richieste che provengono dal basso che ovviamente, per raggiungere lo scopo, de-

vono essere tradotte, strutturate e ben indirizzate. A tal fi ne la misura “3.1.2 Azioni collettive” fi nanzia, tra

l’altro, lo sviluppo di nuovi metodi e strumenti di formazione, oltre ad offrire ulteriori opportunità per ac-

crescere le competenze professionali.

Il nuovo Piano Operativo valorizza, tra l’altro, i progetti integrati tra i diversi fondi europei, eliminando

ogni dubbio sul rischio di sovrapposizioni tra le misure riconducibili ai vari fondi strutturali.

stanza con le caratteristiche espresse nel precedente paragrafo, rinforzerà le motivazioni dei partecipanti ver-

so la formazione continua ed infi ne utilizzerà l’approccio del benchmarking per segnalare nuovi casi di eccel-

lenza da usare come riferimento (ad esempio su come in altre marinerie comunitarie sono stati avviati pro-

cessi per il superamento dei limiti di sviluppo attraverso l’attivazione di strumenti fi nanziari UE o per pro-

getti di maricoltura utilizzanti specie non tradizionali, ecc.).

Nel corso degli incontri, inoltre, i Facilitatori/Tutor potranno sperimentare il coinvolgimento nell’insegna-

mento degli stessi Addetti esperti, come suggerito dalle risposte ai questionari. A tale scopo sarà opportuno,

individuati gli opinion leader del gruppo, sfruttare l’effetto trainante della loro autorità, al fi ne di rendere par-

tecipi del trasferimento delle conoscenze sia gli Operatori più esperti - soprattutto nel caso delle discipli-

ne più tradizionali - che i soggetti più scolarizzati, generalmente di fascia di età più giovane, ma in possesso

di maggiori informazioni relativamente all’innovazione tecnologica.

Ciò servirà a:

• trasferire esperienze e conservare le conoscenze tradizionali;

• consolidare i fondamentali del mestiere, soprattutto nel caso degli autodidatti;

• permettere anche alle persone più anziane di trarre vantaggio dalle innovazioni;

• saldare culturalmente le generazioni;

• valorizzare le conoscenze del gruppo;

• consolidare i legami all’interno dell’intera marineria o dell’impianto produttivo;

• rafforzare il senso di appartenenza aziendale e la propria identità all’interno della fi liera.

57

Conclusioni

Lo studio propone nuovi strumenti di indirizzo e gestione dei processi di riqualifi cazione e formazio-ne interni al comparto alieutico e alla maricoltura, contribuendo in tal modo ad ampliare l’esperienza di per-

corsi e protocolli formativi. Il bisogno di innovazione nasce dalla crescente complessità dell’universo di ri-

ferimento e dall’analisi delle criticità nella gestione delle risorse umane, e si evidenzia al momento dell’inte-

grazione del settore ittico con la Formazione Professionale.

La proposta può essere estesa a tutto il contesto nazionale: il risultato fi nale è un modello in cui si indica-

no i dettagli dell’architettura formativa necessari al superamento degli ostacoli alla formazione ed alla ri-

qualifi cazione dei pescatori e dei maricoltori pugliesi.

L’articolazione della proposta richiede di evidenziarne i punti di forza:

1. La formazione e l’aggiornamento periodico di Facilitatori di processo, fortemente radicati sul territo-

rio, permetterà di qualifi care adeguatamente una fi gura di collegamento stabile tra i diversi attori del siste-

ma in ogni provincia o compartimento marittimo, consentendo la raccolta di informazioni, il dialogo tra le

diverse componenti, il monitoraggio del sistema di riqualifi cazione, la sensibilizzazione del territorio di ri-

ferimento e, soprattutto, ponendo le premesse di una partecipazione motivata ai percorsi riqualifi cativi, che

dia garanzia di continuità.

Lo sviluppo delle competenze trasversali di tipo diagnostico, relazionale, e relative alla capacità di affron-

tare i problemi e proporre soluzioni - su cui sarà incentrata la preparazione di questa fi gura - faciliterà la con-

duzione di successivi moduli motivazionali, nonché la possibilità di concordare con gli utenti i contenuti, le

priorità, i tempi di somministrazione didattica e le modalità di attuazione dell’intero percorso formativo o ri-

qualifi cativo. I diritti ed i doveri di ciascuno saranno sanciti dalla stipula di un “contratto formativo”.Un’ulteriore formazione di base sulle altre discipline di interesse per le marinerie e le imprese di riferi-

mento consentirà ai Facilitatori di processo di orientare gli allievi all’offerta formativa e di rivestire il ruolo

di Tutor all’interno dei successivi seminari informativi e/o di aggiornamento, oltre che dei corsi di riqualifi -

cazione rispondenti alle esigenze specifi che.

2. La creazione di un Coordinamento d’area a livello regionale corrisponde alla necessità di istituire un

punto di riferimento per tutti gli attori della Pesca, della Maricoltura e della Formazione Professionale.

Il Coordinatore dovrà pianifi care, localizzare, dirigere e coordinare le azioni di sistema (sensibilizzazione

dell’area, formazione ed aggiornamento dei Facilitatori di processo, moduli motivazionali, seminari informa-

tivi e/o di aggiornamento, corsi di riqualifi cazione ecc.) sulla base di un continuo monitoraggio dell’impianto

formativo, del territorio provinciale e del settore. Inoltre, spetta al Coordinatore studiare e proporre eventuali

incentivi che rendano possibile una maggiore partecipazione degli Operatori ai corsi di riqualifi cazione.

58

59

CONCLUSIONI

All’Amministrazione regionale – tramite gli Assessorati competenti – rimane, in defi nitiva, il compito di

promuovere l’adozione del modello e fare sistema con le imprese produttive, gli Istituti professionali e gli

Enti di formazione. Accertato il gradimento delle principali Associazioni di categoria, infatti, si tratta ora di

renderne concreta l’adesione, e di trovare una sintesi tra le diverse strategie di sviluppo. Quest’ultime, del re-

sto, potranno differenziarsi secondo i diversi disegni politici, i mestieri di riferimento, o le diverse località,

ma dovranno partire tutte dalla creazione di un Coordinamento d’area e, conseguentemente, dalla selezione

e dalla formazione delle fi gure centrali del modello proposto, i Facilitatori di processo. Questo investimen-

to – che potrebbe rientrare tra le iniziative di formazione dei formatori - è ritenuto quindi prioritario ed im-

prescindibile per contribuire al rilancio del settore ittico attraverso una nuova alleanza tra il sistema formati-

vo ed i settori della pesca e della maricoltura pugliesi.

3. Il modello risponde all’esigenza di maggiore fl essibilità - leva del miglioramento del sistema - indicando

il percorso, gli strumenti e le condizioni atti ad ottenerla. Questi consistono principalmente nella possibili-

tà di partecipazione attiva dei formandi alla progettazione dei loro percorsi riqualifi cativi ed al ricono-scimento delle loro capacità ed esigenze.

4. Per superare le resistenze del settore, ed in generale gli ostacoli al funzionamento del sistema, nonché per

favorire l’accesso ai percorsi riqualifi cativi e - in defi nitiva - il successo delle iniziative, la proposta punta in

particolare sugli aspetti motivazionali della formazione. Ciò riduce anche l’incertezza della continuità dei

percorsi formativi.

5. Sulla base delle indicazioni emerse dai moduli motivazionali e di orientamento si potrà infi ne impostare e

pianifi care i successivi percorsi consistenti in seminari informativi e/o di aggiornamento, o in corsi di forma-

zione/riqualifi cazione specifi ci per ogni qualifi ca richiesta.

6. Il modello punta ad anticipare la domanda di adeguamento delle imprese alla crescente competiti-

vità del sistema, e rende possibile la mobilità professionale tramite la valorizzazione delle competen-ze trasversali.

7. La proposta innova la qualità del sistema formativo applicato alla pesca ed alla maricoltura, adattandolo

sia alle tendenze in atto nel settore ittico, che in quello della formazione professionale per adulti occupati.

8. Attraverso l’uso del Sistema delle Unità Formative Capitalizzabili e la realizzazione di un portfolio elettronico delle competenze, e grazie alla possibilità di scelta dei percorsi formativi, si pongono le pre-

messe della formazione continua.

9. Infi ne, lo schema teorico proposto valorizza le prerogative del contesto locale creando un presidio sul ter-

ritorio, e punta a rinforzare nei benefi ciari i legami con il sistema, il territorio e l’impresa d’appartenenza.

Oltre all’elaborazione del modello sono stati inoltre raccolti, tramite un’iniziale ricerca bibliografi ca, i dati

necessari alla descrizione della popolazione di riferimento ed alla sua distribuzione sul territorio. Ciò ha per-

messo di defi nire i rispettivi campioni di Responsabili di settore, Responsabili d’impresa e di Operatori - a li-

vello di ogni singolo compartimento marittimo - cui sottoporre questionari utili a raccogliere ulteriori infor-

mazioni socio-economiche, evidenziare gli aspetti motivazionali e comprendere le esigenze formative degli

Addetti della pesca e della maricoltura. Le informazioni raccolte potranno quindi essere utilizzate per ipotiz-

zare il dimensionamento e la localizzazione delle iniziative da intraprendere sul territorio.

Ovviamente, qualora adottato il modello, l’intero processo necessiterebbe - soprattutto nella sua fase di

avviamento - di un monitoraggio continuo, sia per controllare la regolare applicazione delle indicazioni for-

nite, che per individuare eventuali deviazioni e/o lacune, e mettere in atto in tempo reale gli opportuni cor-

rettivi. In tal caso sarebbe peraltro necessario verifi carne ex post le ricadute sull’intero settore alieutico.

Peraltro, tra le altre informazioni fornite, sono state evidenziate le opportunità di fi nanziamento offerte

dal PO FEP 2007-2013 per migliorare il sistema formativo adattandolo maggiormente al settore, e per incen-

tivare la partecipazione dei pescatori e dei maricoltori pugliesi a tale processo.

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Ringraziamenti

Si ringraziano per la disponibilità il Dr. Giovanni Memeo, Dirigente dell’Uffi cio Caccia e Pesca dell’Asses-

sorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia ed i Responsabili Regionali delle Associazioni di ca-

tegoria: Dr. Giovanni Schiavone (AGCI Agrital), Dr. Nunzio Stoppiello (Federcoopesca), Dott.ssa Maria Te-

resa Spedicato (Lega Pesca) e Dr. Giuseppe Gesmundo (Federpesca).

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