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“Solo il fiore che lasci sulla pianta è tuo” (Aldo Capitini, 1943)

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“Solo il fiore che lasci sulla pianta è tuo” (Aldo Capitini, 1943)

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Articoli

Il Raduno GIROS 2013 nel Casertano di Mauro BiagioliIstruzioni per inviare foto per la nuova edizione di “Orchidee d’Italia”Sintesi della Relazione del Presidente all’Assemblea Sociale - 11.5.2013 di Mauro BiagioliLe Orchidaceae del Friuli Venezia Giulia di Amelio PezzettaOphrys ×albertiana E.G. Camus nothosubsp. grovesii Gennaio, Gargiulo & Medagli

(Ophrys apifera × Ophrys holosericea subsp. apulica), nuovo ibrido naturale del Salento (Puglia) di Roberto Gennaio, Marco Gargiulo & Piero Medagli

Ophrys ×pescolusae (Ophrys ×lyrata × Ophrys passionis), nuovo ibrido naturale “triplo” del Salento (Puglia) di Roberto Gennaio & Piero Medagli

Le Orchidee della Murgia barese e materana: Parco Nazionale dell’Alta Murgia barese - Parco Regionale della Murgia materana - Bosco Difesa Grande di Filippo D’Alonzo

Una interessante convivenza tra Epipactis e Formicidae in fanghi di miniera nell’Iglesiente: addendum di Maria Pia Grasso & Francesco Muntoni

Segnalazioni botaniche

La distribuzione di Epipogium aphyllum Sw. in Campania (Sud Italia), con nuove stazioni per il Cilento e il Matese di Antonio Croce, Annalisa Santangelo, Pasquale Buonpane, Roberto Bocchino & Nicola di Novella

Anacamptis laxiflora, nuovo sito per le Marche di Franco Benigni & Alberto MandozziRitrovamento di Ophrys laurensis Geniez & Melki (Orchidaceae) nel territorio di Nicosia

(Monti Erei, Sicilia centrale) di Angelo ZimmittiPrimo rinvenimento di Orchis italica nella Provincia di Pesaro e Urbino (Marche) di Jan

Marten Ivo Klaver e Domenico (‘Mimmo’) RossiSerapias lingua, nuovo rinvenimento nella Provincia di Pesaro e Urbino (Marche) di Ales-

sandro AllegrucciNuove stazioni di Spiranthes aestivalis (Poir.) Rich. per la Sardegna di Gian Battista PauDactylorhiza ×influenza, nuovo ibrido per le Marche di Franco Benigni, Alberto Mandozzi &

Marco Stortoni

Indice delle illustrazioni

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Il Raduno GIROS 2013 nel Casertanodi Mauro Biagioli

L’annuale Raduno del GIROS si è svolto dal 9 al 12 maggio 2013 in provincia di Caserta (Nord Campania), con base nella splendida cornice appenninica del Lago del Matese, al centro dell’omonimo Parco Regionale; da qui la mattina del giorno 11 è partita una lunga escursione in pullman lungo le propaggini montane del Parco verso il confine molisano, mentre la giornata precedente era stata dedicata a un’escursione al vulcano spento di Roccamonfina, verso la costa e il confine laziale. Si tratta di zone finora poco note agli orchidofili, ma quanto mai interessanti anche dal punto di vista paesaggistico, oltre che floristico-vegetazionale.

La partecipazione è stata buona; i soci Antonio Croce e Giovanni Capobianco, della locale Sezione GIROS “Terra di Lavoro”, si sono prodigati per la riuscita dell’evento, dandoci tutta l’assistenza necessaria per il soggiorno in albergo e durante le escursioni. Colgo l’occasione per ringraziarli ancora a nome dell’Associazione, insieme a tutti coloro che hanno dato una mano a vario titolo: i Sindaci dei Comuni interessati (in particolare il Sindaco di Ciorliano, che ci ha a lungo accompagnato e intrattenuto), il Presidente della Comunità Montana del Matese, i Presidenti dei Parchi Regionali Matese e Roccamonfina-Garigliano, l’Assessore all’Ecologia e Ambiente della Regione Campania.

Diverse interessanti presentazioni si sono succedute nelle tre serate in albergo, ricordo quella introduttiva di Croce sul Matese, quella di Domenico Rossi sulla sua collezione di francobolli tematici sulle nostre orchidee, quella di Luca Oddone sul forum del GIROS, quella di Romolini e Souche sul loro nuovo libro sulle Ophrys.

Il giorno 11 si è svolta anche l’Assemblea sociale, introdotta dalla Relazione del Presidente, che riportiamo a parte.

Ecco il Verbale ufficiale, redatto dal Segretario:

Sigg.ri Soci,in occasione del raduno nel parco del Matese, l’11 maggio scorso presso l’Hotel Miralago a Castello

del Matese (CE), si è tenuta l’Assemblea Ordinaria dei Soci. Di seguito Vi riassumo brevemente lo svolgimento dei lavori.

1) È stato illustrato il Resoconto Economico dell’Associazione al 31/12/2012, che è stato approvato con voto unanime (in allegato alla presente si riporta detto resoconto, redatto con il criterio “per cassa”). L’esercizio chiude con un modesto disavanzo di gestione, imputabile soprattutto ai maggiori costi sostenuti per la stampa della rivista (più pagine, più immagini a colori e rilegatura migliorata), nonché per la ristampa di due numeri esauriti della stessa.

È stato precisato che i soci aderenti alla nostra Associazione per l’anno 2012 sono stati 412.2) Nonostante qualche richiesta di aumento da parte di alcuni soci, la quota annuale di adesione

all’Associazione anche per il prossimo anno 2014 è stata riconfermata dall’assemblea in 30 € per i soci ordinari e in 15 € per il primo anno di adesione di un nuovo socio di età inferiore ai 30 anni, nonché per i soci “familiari”.

3) È confermato che il raduno-convegno del 2014 si terrà in Sardegna dal 25 al 27 aprile. A tutti i soci sarà inviata, appena possibile, una comunicazione con l’indicazione dei costi previsti e sarà richiesta

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una pre-prenotazione, al fine di conoscere il numero delle persone interessate a partecipare, in modo da organizzare l’evento nel miglior modo possibile. Ricordiamo che nel 2014 ricorrerà il 20° anniversario della costituzione della nostra Associazione, e che il convegno sarà l’occasione per festeggiare la ricorrenza.

4) Per il raduno del 2015 l’Assemblea ha approvato la proposta del direttivo di valutare, a seguito dell’interessamento del socio R. Lorenz, la possibilità di organizzarlo in Georgia, sulla catena montuosa del Caucaso, all’incirca verso la metà di giugno. Anche per questa proposta, al fine di procedere o meno con l’organizzazione, abbiamo necessità di conoscere quanti saranno intenzionati in linea di massima a partecipare. Tale quesito sarà posto con la prossima circolare sul raduno in Sardegna.

5) L’Assemblea ha ratificato la costituzione delle seguenti nuove sezioni locali :Sezione “Ligure-Piemontese” con coordinatore il sig. Luca Oddone;Sezione “Gargano” (Prov. di Foggia) con coordinatore il sig. Matteo Perilli;Sezione “Enrico Coleman” (Roma e Lazio Sud) con coordinatrice la Sig.ra Francesca Romana

Brunamonte.6) Per la nuova edizione del libro “Orchidee d’Italia” è stato comunicato che con l’editore “Il

Castello” si è concordata la disponibilità di un maggior numero di pagine e quindi si potranno sviluppare maggiormente alcuni capitoli rispetto alla prima edizione. Rispetto alla prima edizione in quella nuova saranno sostituite un gran numero di immagini, inoltre al libro sarà allegato un DVD con moltissime altre immagini; pertanto invitiamo i sigg. soci a fornire le proprie immagini, da inviare a Bruno Barsella, con le modalità e il formato indicate nelle istruzioni allegate alla presente. È stato confermato che la nuova edizione andrà in stampa nei primi mesi del 2015.

7) Per celebrare il ventennale del GIROS il direttivo valuterà alcune iniziative, tra le quali anche la possibilità di richiedere un’apposita emissione filatelica.

8) L’Assemblea è stata informata che verrà costituito, tra i soci, un gruppo di lavoro che segua le problematiche ambientali e, infine, che a causa di restrizioni normative in fase di revisione periodica, il Ministero delle Politiche Sociali ha avviato la procedura per la cancellazione della nostra Associazione dal registro delle APS.

Il Segretario (Daniele Doro)

RENDICONTO ECONOMICO AL 31/12/2012Redatto con il criterio “per cassa”

ENTRATE

Quote 2012 11.375,00

Quote 2013 720,00

Cessione Arretrati Rivista 915,00

Cessione libro Orchidee d’Italia 1.193,10

Cessione altri libri (Darwin-Cansiglio) 16,00

Abbuoni attivi 5,76

Interessi attivi c/c 83,16

Totale € 14.308,02

USCITE

Stampa e invio 3 notiziari 12.722,34

Ristampa Notiziario 46+47 1.133,60

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spese segreteria 0,00

Spese postali spediz. Libri + copie arretr. Rivista 368,60

Spese postali invio circolari e invio tessere nuovi soci 203,05

Spese di cancelleria 0,00

Stampa adesivi Giros 687,89

Stampa 2 teli pvc 36,30

Quota annua Albo giornalisti Biagioli 95,00

Canone annuo sito internet 314,60

Compensi Lav. Autonomo 0,00

ritenuta fisc. compensi versata 0,00

Acquisto bollettini c/c postale 37,50

Comiss. accredito bollettini ccp 117,88

Oneri c/c banca -posta 81,50

Imposta bollo su c/c 70,29

Ritenuta fiscale int. Attivi c/c 17,66

Totale € 15.886,21

Totale entrate € 14.308,02

Totale uscite € 15.886,21

Risultato gestione -1.578,19

Riepilogo situazione disponibilità finanziaria

Riporto Residuo attivo (liquidità) al 31/12/2011 € 23.230,90

Risultato gestione 2012 € -1.578,19

Saldo disponibilità 31/12/2012 € 21.652,71

Saldo c/c Cassa Rur. Artig. Brendola al 31/12/12 € 19.747,76

Saldo c/c Poste Italiane al 31/12/12 € 1.441,68

Contanti in Cassa al 31/12/2012 € 463,27

Totale disponibilità liquide al 31/12/2012 € 21.652,71

RESIDUO ATTIVO AL 31/12/2012 € 21.652,71

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Istruzioni per inviare foto per la nuova edizione di “Orchidee d’Italia”

In vista della seconda edizione del libro “Orchidee d’Italia” è necessario sostituire parecchie delle fotografie pubblicate nella prima edizione. Inoltre, l’editore ha accettato di includere nel libro un DVD di immagini. Ecco le indicazioni da seguire per le fotografie da sottoporre alla Redazione per la pubblicazione sul libro e sul DVD.

1 – TUTTE le foto inviate DEVONO essere accompagnate dal nome dell’autore, dal luogo dove la foto è stata scattata e dalla data dello scatto. Se la foto è fatta con una macchina digitale di solito contiene la data: badare che l’orologio della macchina fotografica sia impostato bene. Alcune macchine fotografiche digitali oggi montano un GPS che registra le coordinate geografiche locali: in questo caso è superfluo indicare la località. Se le foto provengono da diapositiva o da altro supporto i dati possono essere inseriti nella foto stessa usando uno dei programmi, di solito nel pubblico domino, che permettono di fare editing della parte EXIF della foto.

2 – Per le foto da inserire nel libro sarebbe preferibile scattare le foto con macchina digitale usando il cosiddetto formato raw. Se il software della macchina permette di comprimere la foto in modo lossless questo consente di ridurre un po’ la dimensione del file senza nessun danno. Le foto possono essere inviate in questo formato, qualunque sia la fotocamera. Dal sito www.adobe.com è possibile scaricare un programma, ADOBE DNG Converter, sia per Windows che per Mac, che consente di convertire la foto raw nel format dng, digital negative, senza perdere nessuna caratteristica della foto. Foto in format dng vanno benissimo per l’invio alla redazione. Se la vostra macchina salva solo in format JPEG scegliete quello a massima risoluzione.

3 – Per le foto da inserire nel DVD va benissimo il formato JPEG: dato che non prevediamo che queste foto vadano stampate; la risoluzione può essere quella originale dello scatto. Nel caso che si voglia ridurre il peso dell’immagine convertitele a 72 dpi che va benissimo per vederle sul monitor del calcolatore.

4 –Per quanto riguarda il cosiddetto colour mode scegliete sempre il cosiddetto modo RGB: evitate di convertire le foto per il libro nel modo CMYK. Quest’ultima operazione, necessaria per la stampa, deve essere fatta dal tecnico tipografico che conosce gli inchiostri che verranno usati. Un ultimo accorgimento: non tagliate le foto – anche questo verrà fatto dal tecnico che monta il libro.

4 – Le foto possono essere inviate, per posta elettronica, a [email protected], usando eventualmente uno dei servizio gratuiti di big mail che i vari providers mettono a disposizione degli utenti. Se il vostro collegamento di mail non ve lo consente, potete inviare il materiale su CD o DVD a:

Bruno Barsellavia G. Montanelli 137B56121 PISA

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5 – Sul sito web www.giros.it pubblicheremo l’elenco delle specie, sottospecie e varietà per cui sono necessarie nuove foto per il libro. Per il DVD inviate quante più foto potete. Per qualunque chiarimento o aiuto mandate un mail a [email protected]

Sintesi della Relazione del Presidente all’Assemblea Sociale - 11.5.2013

di Mauro Biagioli

Cari Consoci,vi propongo alcune considerazioni sullo stato e le prospettive dell’Associazione,

ripensando a questo mio primo anno da Presidente; considerazioni sintetizzate in pochi punti fondamentali.

1) Il GIROS negli anni della crisi economica: era lecito attendersi un rallentamento dopo la costante crescita degli ultimi anni. In realtà il numero dei soci nel 2012 è stato identico a quello del 2011: ciò significa che i (molti) soci che non hanno rinnovato sono stati rimpiazzati da (molti) nuovi iscritti. A giudicare da coloro che si sono espressi, le motivazioni per il mancato rinnovo sembrano in gran parte dovute alle sempre maggiori ristrettezze economiche, più che da scontento verso l’Associazione; per la quale è comunque importantissimo sostituirli con nuovi soci. Insomma, se la crescita non è possibile, lo sia almeno la stabilità: e per raggiungerla è indispensabile mantenere vitalità e capacità di attrazione, anche perché la forza poderosa di quella “calamita” che qualche anno fa è stata la pubblicazione del libro sulle orchidee italiane si è ormai esaurita. Ma, come vedremo, abbiamo nel frattempo potenziato altri strumenti che “attirano”, primi fra tutti la piattaforma informatica e la Rivista.

2) L’investimento sulla Rivista GIROS Notizie: il costo della Rivista è sempre stata la nostra principale fonte di spesa, e ancora di più nell’ultimo anno: nel Bilancio 2012 il costo complessivo per la stampa e le spedizioni ha superato l’importo delle quote sociali riscosse. L’aumento dei costi è stato notevole, sia per la stampa (l’incremento delle foto a colore e il salto di qualità degli ultimi numeri è evidente, ma la qualità si paga...) sia per le spedizioni (l’incremento di volume e quindi di peso di ogni numero provoca spesso aumenti delle tariffe postali, specialmente per l’estero). Anche se godiamo di una buona disponibilità finanziaria, alla lunga non potremmo permetterci queste uscite con le nostre attuali entrate; bisogna però considerare che gli ultimi due anni sono stati abbastanza eccezionali per la quantità dei contributi presentati, ci saranno in futuro anche delle uscite più “leggere” (e quindi meno costose). In ogni caso sarebbe irrinunciabile uno standard elevato di qualità, di sostanza ma anche estetico (leggasi soprattutto: molte immagini a colori), in presenza di una “voglia di scrivere” di molti soci che va apprezzata

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e incoraggiata; sarebbe insomma inaccettabile sacrificare al criterio contabile gli standard attuali (o ridurre le uscite da tre a due annuali). Se siamo convinti di questo, ovviamente prima o poi sarà inevitabile un ritocco all’importo della quota sociale, che comunque manteniamo invariata anche per il 2014.

3) Nuova edizione del libro “Orchidee d’Italia”: nessuna preoccupazione invece dal punto di vista finanziario per questa importante operazione che vedrà la luce nel 2015. Paolo Grünanger continua il lavoro preparatorio con i collaboratori, Bruno Barsella ha dato il via alla raccolta di immagini, a tal fine predisponendo una nota sulle modalità di invio delle foto, che confluiranno in due contenitori differenti: quelle di qualità migliore saranno destinate alla stampa, le altre a un DVD che sarà allegato al libro. L’editore infatti ha subito accettato la mia proposta di aggiungere un DVD di immagini realizzate dai soci per avere così una documentazione veramente completa e unica sulle orchidee italiane.

4) Relazioni tra i soci: il sostegno e il potenziamento della nostra piattaforma informatica (sito web, forum di discussioni, facebook) è la rivoluzione che abbiamo intrapreso negli ultimi anni. Il sito ha di per sé un carattere d’ufficialità, e come tale richiede un attento lavoro di aggiornamento, oltre che di completamento in alcune sue parti ancora carenti (il lavoro da fare è notevole, presto lo affronteremo come si deve). Soprattutto per quanto riguarda le reti interattive (forum e fb) lo scambio di informazioni, foto, pareri, dubbi, consigli che questi strumenti permettono in tempo reale sono alla base del loro successo. Il loro uso crescente da parte dei nostri soci dimostra che pian piano si supera la poca dimestichezza (o diffidenza) nei loro confronti, specialmente da parte dei più anziani; anche il gran numero di non soci che li utilizzano è significativo, la continua interazione con gli altri iscritti soci fa sì che spesso aderiscano anch’essi al GIROS. Insomma colgo una grande potenzialità promozionale di forum e fb per l’Associazione: essi stanno sempre più sopperendo al ruolo che dovevano svolgere a livello territoriale le Sezioni, e che spesso esse non riescono a svolgere per limiti oggettivi che questi strumenti invece non hanno. Sezioni che comunque continuano a funzionare bene in molti territori e delle quali si sente evidentemente l’esigenza, se è vero che ben tre nuove Sezioni vengono formalizzate quest’anno!

5) Vocazione protezionistica dell’Associazione: l’acronimo GIROS contiene la parola “Ricerca”, uno dei nostri obiettivi fondamentali, come la “Tutela”, che però non è citata. Possiamo sopperire a questa lacuna adottando come motto una straordinaria frase di Aldo Capitini, il “filosofo della pace” fondatore della marcia Perugia-Assisi, che aveva già ben chiaro il problema con decenni di anticipo, quando nel 1943 scrisse dal carcere: “Solo il fiore che lasci sulla pianta è tuo”.

6) L’anno prossimo ricorre il Ventennale dell’Associazione (1994-2014): invito tutti a proporre idee per festeggiare l’evento (si veda la nota integrativa).

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7) Per quanto sopra detto, sarà indispensabile procedere nei prossimi Direttivi ad un processo di razionalizzazione e potenziamento nell’assetto organizzativo, in particolare con la creazione di gruppi di lavoro, nei seguenti settori:

- redazione della Rivista: già decisa a livello di comitato redazionale e scientifico la riorganizzazione della fase di revisione dei contributi, si accelererà il “passaggio di consegne” da parte di Buno Barsella (che da tempo lo richiede) a Ivo Klaver come segretario di redazione;

- redazione del Sito www.giros.it: creare un gruppo di lavoro che proceda a completare le parti mancanti, a migliorare la parte grafica, all’inserimento delle immagini e all’aggiornamento delle schede (quest’ultimo in parallelo al lavoro di aggiornamento della nuova edizione del libro);

- redazione del Forum: soprattutto potenziare il gruppo di lavoro che si occupa della raccolta dati per elaborare la cartografia delle orchidee italiane, uno degli obiettivi più ambiziosi del Forum stesso (eventualmente affiancando a Klaver e Oddone l’esperienza di soci “storici” come Pacifico e Perazza);

- relazioni interne ed esterne, cioè al nostro interno (tra i soci e le Sezioni), e nei confronti dell’esterno (altre Associazioni, enti pubblici e privati, ecc.): si tratta cioè delle attività promozionali e protezionistiche dell’Associazione. Attività importantissime, che mirano a far conoscere il GIROS e insieme a educare al rispetto della natura e a segnalare le minacce che incombono sulle orchidee e sull’ambiente. Sono tanti i soci particolarmente sensibili e attenti che vedrei bene in questo gruppo, oltre a Rolando Romolini (coordinatore delle Sezioni) e Iolanda Legitimo (relazioni esterne): in particolare cito due nomi che si sono di recente validamente impegnati in battaglie a difesa dei propri territori, Giuliano Frangini per l’Elba e Alessandra Manca per la Sardegna.

Qualcuno ci ha definito “sentinelle ambientali”, cerchiamo di onorare questo appellativo!

NOTA INTEGRATIVA SUL PUNTO 6): VENTENNALE GIROS

Dietro questo invito lanciato durante l’Assemblea, due proposte in particolare hanno preso campo immediatamente durante il Raduno, e poi nei giorni successivi.

La prima è un’idea concepita dal Presidente emerito Galeazzo Sciarretta, e subito accolta da me, suo dirimpettaio a cena, e insieme rimuginata e sviluppata davanti al saporito “agnello laticauda” del Matese: trattasi di uno “Speciale del Ventennale”, una raccolta di foto e dati sulla storia del GIROS, e in particolare su tutti i Raduni a partire dal primo (Certosa di Pisa 1995). Ne uscirà una pubblicazione (del formato della rivista) che verrà presentata al Raduno in Sardegna e poi inviata ai soci. Galeazzo stesso ha già tracciato la struttura, io sono in possesso di una buona documentazione dei primordi (fino al 1997) grazie alle dia di Rolando (scannerizzate da Fabio Lazzari), anche Ennio

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Agrezzi ha una bella documentazione fotografica, che metterà a disposizione; l’invito a collaborare è rivolto a tutti coloro che hanno foto interessanti anche di epoche più recenti, cominciate a mandarmele!

La seconda idea è scaturita da una mostra di francobolli sulle orchidee presentata al raduno da Domenico Rossi: la proposta è quella di celebrare il ventennale GIROS del prossimo anno con un’emissione filatelica dedicata alle nostre orchidee. Nel mese successivo sui nostri forum e facebook si è scatenato un entusiasmo senza pari per questa proposta, con tanto di creazione di bozzetti veramente accattivanti, soprattutto da parte di Giuliano Frangini e Luca Oddone.

Non siamo sicuri che la cosa vada in porto, purtroppo non dipende da noi: a noi spetta preparare la richiesta, che ho spedito al Ministero delle Sviluppo Economico entro il 31 maggio (termine per richiedere le emissioni 2014).

Non ho per ora avuto risposta dalle Poste, né da San Marino, che pure avevo contattato per avere informazioni su un’altra eventuale emissione. Più semplice è invece la procedura per richiedere un annullo postale speciale in occasione dell’evento (Sardegna 2014), che va chiesto direttamente all’Ente postale territoriale: Alessandra Manca sta provvedendo a fare i passi necessari presso la Direzione provinciale delle Poste dove si svolgerà l’evento (Nuoro).

Altra occasione: la socia Maria Angela Rusci dell’isola del Giglio ha conosciuto un redattore della trasmissione di Rai3 “Geo & Geo” e gli ha parlato delle orchidee e del ventennale della nostra Associazione... Ho contattato questa persona, sarebbero interessati a fare un documentario sulle orchidee delle isole toscane, ovviamente da girare nel periodo giusto del prossimo anno (marzo-aprile 2014) dietro la nostra “guida”. Giuliano Frangini si sta interessando della cosa, cercando anche il supporto del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Il documentario sarebbe così legato alla nostra “celebrazione” e sarebbe un’occasione per parlare di noi in trasmissione.

La Redazione ricorda a coloro che intendono contribuire a GIROS Notizie che la data ultima per inviare materiale per il n. 55 di gennaio 2014 è il

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Le Orchidaceae del Friuli - Venezia Giuliadi Amelio Pezzetta

Via Monte Peralba 34 - 34149 Trieste [email protected]

Riassunto: il Friuli Venezia Giulia è una regione dell’Italia settentrionale la cui superfice è di 7858 kmq. A causa della sua eterogeneità ambientale è ricca di specie vegetali. Infatti, al termine del 2010 erano segnalate 3347 entità di piante vascolari. Nel presente lavoro è riportato l’elenco floristico di tutte le Orchidacee, comprendenti 72 taxa e 14 ibridi. Inoltre è fatta l’analisi corologica che evidenzia la prevalenza degli elementi eurasiatici.Parole chiave: Friuli Venezia Giulia, Orchidaceae, check-list regionale, elementi floristici.Abstract: Friuli Venezia Giulia, a region of Northern Italy, has a territory covering 7858 km2. Because of its great environmental heterogeneity there are many different taxa of vascular plants (3347 counted at the end of 2010). The check-list of all known Orchid taxa in the region is here reported, including 72 taxa plus 14 hybrids. The more widespread floristic contingents are the Eurasiatic.Keywords: Friuli Venezia Giulia, Orchidaceae, regional check-list, floristic contingents.

INTRODUZIONEIl Friuli Venezia Giulia è una regione dell’Italia nord-orientale la cui superfice è di

7858 kmq. Il suo territorio, molto articolato, è costituito da:- una fascia costiera caratterizzata, a destra dell’Isonzo, da un ambito generalmente

lagunare e a sinistra dalla pianura monfalconese cui si avvicenda la costa triestina con rocce calcaree, la piana di Zaule e le colline muggesane con terreni marnoso-arenacei;

- un altopiano carsico di natura calcarea che comprende parte della Provincia di Gorizia situata a destra dell’Isonzo e gran parte della Provincia di Trieste;

- un’ampia zona pianeggiante con terreni e ambienti di vario tipo;- una fascia collinare che si avvicenda da nord a est all’ambito planiziale e

raggiunge i primi contrafforti montani;- una fascia montana che comprende le Prealpi e le Alpi Carniche e Giulie.

Il clima è molto variabile a causa dell’estensione della regione dal mare alla montagna, dell’esposizione del versante, dell’altitudine e di altri fattori di dettaglio che possono favorire o no la circolazione delle correnti d’aria e la durata dell’insolazione. Sostanzialmente si possono individuare le seguenti principali tipologie climatiche:

- un ambito con clima submediterraneo lungo la fascia costiera;- un ambito a clima temperato umido e di transizione nelle zone interne; - un ambito a clima alpino tipico della fascia montana.

All’interno di tali principali tipologie ne possono essere distinte altre la cui analisi non rientra nelle finalità del presente lavoro.

La regione è inoltre caratterizzata da particolari ambiti ove si registrano le temperature medie più basse d’Italia (laghi di Fusine) e le precipitazioni più abbondanti (Monti Musi).

Le varietà geomorfologiche, climatiche e altimetriche evidenziate influenzano la vita vegetale e contribuiscono ad accrescere la ricchezza floristica poiché favoriscono

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lo sviluppo di entità con diverse esigenze ecologiche. Infatti, la flora regionale, secondo Peruzzi (2010), al termine del 2010 annoverava 3347 diversi taxa di piante vascolari, un valore superiore a quello di vari stati europei con superfice molto più vasta.

Al corteggio floristico regionale concorrono anche le Orchidaceae che nel presente lavoro saranno analizzate e discusse.

MATERIALI E METODIL’elenco floristico che segue è stato realizzato tenendo conto delle ricerche sul campo

dell’autore, delle segnalazioni inedite di vari studiosi e dei dati ricavati dalle consultazioni bibliografiche. Esso comprende le specie, le sottospecie e gli ibridi mentre non sono state prese in considerazione le varietà cromatiche e morfologiche.

La regione Friuli Venezia Giulia dal punto di vista botanico è una delle più studiate d’Italia, che grazie al lavoro pluridecennale di Poldini (1991, 2002) può vantare un atlante corologico pubblicato per la prima volta nel 1991 e riaggiornato nel 2002. Ora sono in corso ulteriori ricerche che hanno il fine di fornire conoscenze più dettagliate sulla distribuzione delle singole specie.

Nonostante tutti gli studi e ricerche approfondite, allo stato attuale manca ancora un testo monografico completo riguardante le Orchidacee, nonostante che a due studiosi friulani (Sguazzin & Glerean 1985) si debba la prima monografia sulle orchidee d’Italia. Probabilmente il fatto che negli atlanti di Poldini è considerata la distribuzione di tutte le entità di tale famiglia non ha stimolato la produzione di lavori monografici. Tuttavia i contributi specifici di segnalazioni di specie non sono mancati e le ricerche sul campo hanno portato a un aumento del patrimonio orchidologico regionale rispetto a quanto riportato nell’atlante del 2002. Di conseguenza con il presente contributo si vuole evidenziare lo stato attuale delle conoscenze orchidologiche della Regione in esame.

Studi monografici e segnalazioni di nuove Orchidacee in aree del territorio regionale sono stati effettuati da Barbaro (2004, 2007), Barbaro & Kreutz (2007), Bongiorni et al. (2010), De Anna (1988), Ferlan (1946, 1961), Lorenz et al. (2010, 2012), Mezzena (1997), Nonis & Liverani (1997), Nonis (2010), Perazza et al. (2012), Pezzetta (2006, 2010), Poldini (1981) e Regattin (2008, 2011).

In altre opere monografiche che considerano anche altre famiglie, sono riportate segnalazioni riguardanti le Orchidacee. In questa sede sono citate e inserite in bibliografia solo le pubblicazioni che ritengo più importanti, sia perché monografiche, sia perché si tratta di prime segnalazioni o di riconferme o di approfondimenti del rango tassonomico.

Per la nomenclatura dei vari taxa si sono seguite le indicazioni riportate nel recente volume curato dal GIROS (2009).

Per l’assegnazione dei tipi corologici si è tenuto conto di quanto riportato in Pignatti (1982) e Pezzetta (2011).

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ELENCO FLORISTICO1 Anacamptis coriophora s.l. (L.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase –

Eurimediterraneo. Sono state inserite in tale entità le subsp. coriophora e fragrans il cui rango tassonomico per vari autori è controverso.

2 Anacamptis laxiflora (Lam.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase – Eurimediterraneo.

3 Anacamptis morio (L.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase – Europeo-Caucasico. A causa delle difficoltà di determinazione per la presenza di molti individui con caratteri intermedi, sono state raggruppate insieme le due sottospecie morio e picta.

4 Anacamptis papilionacea (L.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase – Eurimediterraneo

5 Anacamptis palustris ( Jacq.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase – Eurimediterraneo.

6 Anacamptis pyramidalis (L.) Rich. subsp. pyramidalis – Eurimediterraneo.7 Cephalanthera damasonium (Mill.) Druce – Eurimediterraneo. 8 Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch – Eurasiatico. 9 Cephalanthera rubra (L.) Rich. – Eurasiatico.10 Chamorchis alpina (L.) Rich. – Artico-Alpino.11 Corallorhiza trifida Châtel. – Circumboreale. 12 Cypripedium calceolus L. – Eurosiberiano.13 Dactylorhiza incarnata subsp. cruenta (O.F. Müll.) P.D. Sell – Artico-Alpino.13 Dactylorhiza incarnata (L.) Soó subsp. incarnata – Eurosiberiano. La specie è stata

osservata dallo scrivente nei pressi di Flambro (UD) anche nella varietà haematodes con le foglie maculate sul lato superiore.

14 Dactylorhiza lapponica subsp. rhaetica H. Baumann & R. Lorenz – Endemico alpino. Osservata per la prima volta in regione da Giuliano De Prato nei pressi di Verzegnis (UD).

15 Dactylorhiza maculata subsp. fuchsii (Druce) Hyl. – Eurasiatico. 16 Dactylorhiza majalis subsp. majalis (Rchb.) P. F.Hunt & Summerh. – Centroeuropeo.

A tale entità è stata ricondotta anche Dactylorhiza majalis subsp. alpestris (Pugsley) Senghas, il cui rango tassonomico è controverso.

17 Dactylorhiza praetermissa (Druce) Soó – Artico-Alpino. Riportata da Poldini et al. (2002) nel nuovo atlante corologico delle piante vascolari nel Friuli Venezia Giulia e confermata da Nonis (2012). Secondo Delforge (2005) l’areale della specie non comprende l’Italia.

18 Dactylorhiza sambucina (L.) Soó – Europeo. 19 Dactylorhiza traunsteineri (Saut ex Rchb.) Soó – Endemico alpino.20 Dactylorhiza viridis (L.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase [sin. Coeloglossum

viride (L.) Hartm.] – Circumboreale. 21 Epipactis atrorubens (Hoffm.) Besser – Europeo. 22 Epipactis helleborine (L.) Crantz subsp. helleborine – Paleotemperato.

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23 Epipactis helleborine subsp. orbicularis (K. Richt.) E. Klein (sin. E. distans Arvet-Touvet) – Centroeuropeo. Segnalato per la prima volta in Regione da Perazza (GIROS 2009) e confermato da Regattin (2011) nel territorio comunale di Osoppo (UD).

24 Epipactis leptochila (Godfery) Godfery subsp. leptochila – Centroeuropeo. 25 Epipactis microphylla (Ehrh.) Sw. – Europeo-Caucasico 26 Epipactis muelleri Godfery – Centroeuropeo. La segnalazione di Poldini (1981)

per la regione fu anche la prima per l’Italia.27 Epipactis palustris (L.) Crantz – Circumboreale. 28 Epipactis persica subsp. gracilis (B. Baumann & H. Baumann) W. Rossi (sin. E. exilis

P. Delforge) – Sud-Est-Europeo. 29 Epipactis zaupolensis (Barbaro & Kreutz) Bongiorni, De Vivo & Fori – Endemico. In

precedenza la specie era stata segnalata come Epipactis rivularis Kranjčev & Čičimir (Barbaro 2007), che alla luce dei nuovi studi deve essere esclusa dalla flora italiana.

30 Epipogium aphyllum Sw. – Eurosiberiano.31 Goodyera repens (L.) R. Br. in W.T. Aiton – Circumboreale.32 Gymnadenia conopsea (L.) R. Br. in W.T. Aiton – Eurasiatico. 33 Gymnadenia odoratissima (L.) Rich. – Centroeuropeo.34 Herminium monorchis (L.) R. Br. in W.T. Aiton – Eurasiatico.35 Himantoglossum adriaticum H. Baumann – Eurimediterraneo. 36 Limodorum abortivum (L.) Sw. – Eurimediterraneo. 37 Liparis loeseli subsp. loeseli (L.) Rich. – Circumboreale.38 Liparis loeseli subsp. nemoralis Perazza, De Carli, Filippin, Bruna & Regattin –

Endemico. Si tratta di un’entità recentemente descritta (Perazza et al. 2012).39 Listera cordata (L.) R. Br. in W.T. Aiton – Circumboreale.40 Listera ovata (L.) R. Br. in W.T. Aiton – Eurasiatico. 41 Malaxis monophyllos (L.) Sw. – Circumboreale.42 Neotinea tridentata (Scop.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase –

Eurimediterraneo. 43 Neotinea ustulata (L.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase - Europeo-Caucasico. 44 Neottia nidus-avis (L.) Rich. – Eurasiatico. 45 Nigritella nigra subsp. austriaca Teppner & E. Klein – Subendemico. Segnalata per la

regione da Perazza (GIROS 2009).46 Nigritella nigra subsp. lithopolitanica (Ravnik) H. Baumann & R. Lorenz –

Subendemico. La segnalazione di Lorenz et al. (2012) per la Regione è anche la prima per l’Italia.

47 Nigritella nigra subsp. rhellicani (Teppner & E. Klein) H. Baumann, Künkele & R. Lorenz – Orofita Centro-Sud-Europeo.

48 Nigritella rubra (Wettst.) K. Richt. subsp. rubra – Orofita Europeo.49 Ophrys apifera Huds. – Eurimediterraneo.50 Ophrys apifera var. tilaventina Nonis & Liverani – Endemico. Descritta come una

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varietà dai due autori. Secondo vari studiosi può essere considerata una sottospecie.51 Ophrys bertolonii subsp. benacensis (Reisigl) P. Delforge – Endemico.52 Ophrys holosericea (Burm. f.) Greuter subsp. holosericea – Eurimediterraneo. 53 Ophrys holosericea subsp. tetraloniae (W.P. Teschner) Kreutz – Appennino-Balcanico.

Segnalata da Pezzetta (2010). 54 Ophrys holosericea subsp. untchjii (Schulze) Kreutz – Subendemico. Segnalata da

Lorenz et al. (2010). 55 Ophrys incubacea Bianca – Stenomediterraneo.56 Ophrys insectifera L. – Europeo. 57 Ophrys serotina Rolli ex H.F. Paulus – Subendemico. Segnalata in Francia, Svizzera,

Istria, Liguria, varie località dell’Italia centrale e da Pezzetta (2006) quale nuova specie per la regione. Secondo alcuni autori è da porre in sinonimia o con O. holosericea subsp. tetraloniae o con O. holosericea subsp untchjii. Secondo Delforge (2005), Demange (2011) e lo scrivente può essere considerata una buona specie con propri caratteri.

58 Ophrys sphegodes Mill. subsp. sphegodes – Eurimediterraneo59 Orchis mascula (L.) L. subsp. mascula – Centroeuropeo.60 Orchis mascula subsp. speciosa (Mutel) Hegi [sin. O. mascula subsp. signifera (Vest.)

Soó] – Centroeuropeo. 61 Orchis militaris L. – Eurasiatico.62 Orchis pallens L. – Europeo-Caucasico. 63 Orchis purpurea Huds. – Eurasiatico. 64 Orchis simia Lam. – Eurimediterraneo.65 Orchis spitzelii Saut. – Europeo-Caucasico. 66 Platanthera bifolia (L.) Rich. – Paleotemperato. 67 Platanthera chlorantha (Custer) Rchb. – Eurosiberiano. 68 Pseudorchis albida (L.) A. Löve & D. Löve - Artico-Alpino.69 Serapias vomeracea (Burm.f.) Briq. – Eurimediterraneo. 70 Spiranthes aestivalis (Poir.) Rich. . – Eurimediterraneo.71 Spiranthes spiralis (L.) Chevall. – Europeo-Caucasico.72 Traunsteinera globosa (L.) Rchb. – Orofita Sud-Europeo.

Ibridi1 Anacamptis coriophora subsp. fragrans × Serapias vomeracea [= ×Orchiserapias

tommasinii Cam.] (Marchesetti 1896-1897). Riportato anche da Rasetti (Pignatti 1982) e da confermare.

2 Anacamptis laxiflora × A. morio [=Anacamptis ×alata (Fleury) H. Kretzschmar, Eccarius & H. Dietr.].

3 Anacamptis laxiflora × A. palustris [= Anacamptis ×intermedia Gadiceau].4 Anacamptis morio × A. pyramidalis [= Anacamptis ×laniccae H. Kretzschmar,

Eccarius & H. Dietr.]. (Ferlan 1961, Poldini 1991).

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5 Anacamptis morio × Serapias vomeracea. [= ×Serapicamptis fontanae (E. G. Camus) H. Kretzschmar, Eccarius & H. Dietr.]. Osservato dallo scrivente nei pressi di Mereto di Tomba su indicazioni di Umberto Nonis.

6 Anacamptis pyramidalis × Neotinea ustulata [= ×Anacamptorchis fallax G. Camus]. Segnalato da Poldini (1991).

7 Dactylorhiza incarnata subsp. incarnata × Dactylorhiza majalis subsp. majalis. [= Dactylorhiza ×aschersoniana (Hausskn.) Borsos & Soó]. Segnalata da Poldini (1991).

8 Dactylorhiza incarnata subsp. incarnata × D. traunsteineri. [= Dactylorhiza ×stenostachys ( J. Murr) Rauschert]. Segnalato da Regattin (2011) nel territorio comunale di Osoppo (UD).

9 Gymnadenia conopsea × G. odoratissima [= Gymnadenia ×intermedia Peterm.]. Martini & Poldini (1988).

10 Gymnadenia conopsea × Nigritella nigra subsp. rhellicani [= Gymnigritella ×suaveolens (Vill.) E. G. Camus]. Osservata da Severino Costalonga (informazione personale) e dallo scrivente in due località diverse.11 Gymnadenia odoratissima × Nigritella nigra subsp. rhellicani [= Gymnigritella

×heufleri (Kern.) Camus]. Segnalata da Poldini (1991).12 Neotinea tridentata × N. ustulata [= N. ×dietrichiana (Bogenh.) H. Kretzschmar,

Eccarius & H. Dietr.]. 13 Ophrys apifera × O. holosericea subsp. holosericea [= Ophrys ×albertiana Cam.].

Segnalata da Nonis & Marini (1999) e Regattin (2011).14 Orchis militaris × O. purpurea [= O. ×hybrida (Lindl.) Boenn. ex Rchb.]. Osservata

dallo scrivente in località S. Barbara (TS).

ANALISI E DISCUSSIONEL’elenco floristico sopra riportato è costituito da settantadue entità distinte tra specie

e sottospecie. Tale numero costituisce oltre il 30 % delle Orchidacee presenti lungo la penisola e contribuisce a collocare il Friuli Venezia Giulia tra le regioni d’Italia più ricche e importanti per il patrimonio orchidologico.

All’insieme delle varie specie e sottospecie considerate si aggiungono quattordici ibridi e di conseguenza l’ammontare complessivo dei taxa riportati è di ottantasei.

Per vari taxa le prime segnalazioni non sono state confermate in successive ricerche. Tra queste:

- Ophrys scolopax Cav., segnalata da Ferlan (1946) nei pressi di Gradisca (GO) e mai riconfermata successivamente.

- Orchis pauciflora Ten., riportata da Poldini (2002) nel nuovo atlante sulla base di segnalazioni storiche non riconfermate.

- Orchis provincialis Balb. ex Lam., segnalata da Marchesetti (1896-1897) e Posphical (1896-99), e mai riconfermata in seguito (Poldini 1991).

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- Serapias cordigera L., segnalata nel 1889 e mai più ritrovata (Poldini 1991).- Serapias lingua L., segnalata da Del Torre nel 1889 (in Poldini 1991) e mai

più ritrovata.

Inoltre non sono state considerate altre segnalazioni ritenute dubbie che richiedono opportune verifiche e conferme quali:

- Dactylorhiza maculata subsp. saccifera (Brongn.) Diklić [sin. D. gervasiana (Tod.) H. Baumann & Künkele], segnalata da Nonis (2011).

- Dactylorhiza traunsteinerioides (Pugsley) Landw., segnalata da Nonis (2010).

Anche in questo caso saranno le ricerche successive a confermare o no la loro presenza.Tenendo conto dei raggruppamenti effettuati, delle entità dubbie e di quelle segnalate

in passato e non ritrovate recentemente, il numero dei taxa di Orchidaceae della Regione nei suoi attuali confini amministrativi si eleva a novantasei, compresi gli ibridi.

Dall’elenco floristico e dal confronto sulla distribuzione dei vari taxa nelle altre regioni italiane (Pezzetta 2011) emerge quanto segue:

- Nel Friuli Venezia Giulia sono presenti tutti i generi di Orchidaceae della flora italiana, esclusi Barlia e Gennaria.

- Il genere Nigritella raggiunge nella Regione, insieme al Veneto e al Trentino-Alto Adige, la maggiore diversità rispetto al resto d’Italia.

- Il genere Dactylorhiza con nove taxa, insieme all’Emilia-Romagna, raggiunge la maggiore diversità rispetto al resto d’Italia.

- Nella regione i generi Ophrys con dieci taxa, Epipactis con nove, Orchis con sette e Anacamptis con sei taxa raggiungono la maggior diversità.

Dall’analisi corologica, com’è visibile nella tabella 1, si può osservare che domina l’elemento eurasiatico con ventuno taxa. È seguito dall’elemento mediterraneo con sedici, dall’elemento europeo con tredici e dagli elementi nordico ed endemico con undici.

Le entità endemiche registrate sono presenti anche in altre regioni e solo una (Epipactis zaupolensis) è esclusiva del Friuli Venezia Giulia. Esse si sono formate con processi di speciazione allopatrica da altre entità simili e vicarianti presenti in altre località e stati europei.

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Tabella 1: Corotipi delle Orchidacee del Friuli Venezia Giulia

Elementi geografici Numero taxa %Endemico e Subendemico 11 15.28Endemico 6 Subendemico 5Mediterraneo 16 22.22Eurimediterraneo 15Stenomediterraneo 1Eurasiatico 21 29.17Eurasiatico s. s. 9Europeo-Caucasico 6Eurosiberiano 4Paleotemperato 2Nordico 11 15.28Artico-Alpino 4Circumboreale 7Europeo 13 18.05Europeo s. s. 3Centro-Europeo 7Orofita Europeo 1Appennino-Balcanico 1Sud-Est-Europeo 1Totale 72 100

RINGRAZIAMENTISi ringraziano il signor Costalonga Severino per le informazioni fornite e il Prof. Grünanger per la paziente revisione del testo.

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─ GIROS Notizie 46: 40-42.Nonis U., 2012: Presenza di Dactylorhiza praetermissa (Druce) Soó in Carnia e in Cadore (Italia Nord-

Orientale). ─ GIROS Notizie 50: 57-59. Nonis U. & Liverani P., 1997: Ophrys apifera Hudson var. tilaventina U. Nonis et P. Liverani, var.

nova. Caesiana 9: 57-59.Nonis U. & Marini P., 1999: Una specie non ancora descritta in regione: Ophrys ×albertiana E. G.

Camus (Ophrys apifera × Ophrys holosericea subsp. holosericea). Bollettino del Centro Micologico friulano 2: 27-28.

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Ophrys ×albertiana E.G. Camus nothosubsp. grovesii Gennaio, Gargiulo & Medagli (Ophrys apifera × Ophrys

holosericea subsp. apulica), nuovo ibrido naturale del Salento (Puglia)

di Roberto Gennaio 1, Marco Gargiulo 2 & Piero Medagli 3

1 Sezione GIROS Salento, [email protected] via Europa 52 – 73055, Racale (LE), [email protected]

3 Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale Di.S.Te.B.A., Università del Salento, [email protected]

Riassunto: gli autori descrivono un nuovo ibrido naturale rinvenuto nel Parco Naturale Regionale Litorale di Ugento (Salento, LE, Puglia), tra Ophrys apifera e O. holosericea subsp. apulica: Ophrys ×albertiana E.G. Camus nothosubsp. grovesii Gennaio, Gargiulo & Medagli. Parole chiave: ibrido naturale nuovo di Ophrys, Ophrys ×albertiana nothosubsp. grovesii (O. apifera × O. holosericea subsp. apulica), Ugento (Salento, Lecce, Puglia).Abstract: The authors describe, through an analysis of the morphological aspects, the new natural hybrid Ophrys apifera × O. holosericea subsp. apulica, named Ophrys ×albertiana E.G. Camus nothosubsp grovesii Gennaio, Gargiulo & Medagli, found in the Natural Regional Park “Litorale di Ugento”, Salento (LE, Apulia).Keywords: new natural Ophrys hybrid, Ophrys ×albertiana nothosubsp. grovesii (O. apifera × O. holosericea subsp. apulica), Ugento (Salento, Lecce, Apulia).

INTRODUZIONEIl 16 aprile 2013, durante una escursione in un’area umida lungo il perimetro

del bacino acquifero di Rottacapozza Nord (2 m s.l.m., coordinate geografiche in gradi decimali 39.880684 N, 18.137071 E) all’interno del Parco Naturale Regionale “Litorale di Ugento”, lungo la costa ionica del Salento meridionale, sono stati rinvenuti tre esemplari dell’ibrido Ophrys apifera Huds. × Ophrys holosericea subsp. apulica (O. Danesch & E. Danesch) Buttler. Si tratta di un raro ibrido del quale abbiamo rinvenuto un’unica indicazione bibliografica riguardante un ritrovamento in una gariga a 1,5 km a nord di Ceglie Messapica (BR) ad opera di Gölz & Reinhard (1982), mentre non ne abbiamo trovato indicazioni nella vecchia monografia di Baumann & Künkele (1986), né nelle recenti pubblicazioni sugli ibridi di Ophrys (Souche 2008) e sulle orchidee del Salento (Gennaio et al. 2010); inoltre l’ibrido non risulta ancora descritto. L’habitat del nuovo ritrovamento è costituito da vegetazione subalofila su substrato limo-sabbioso caratterizzata dalle specie Plantago crassifolia, Schoenus nigricans, Limonium serotinum, Juncus acutus, Juncus bufonius, Juncus pygmaeus, Triglochin barellieri e da numerose altre terofite. A tal proposito occorre sottolineare che Ophrys apifera si rinviene nel Salento in un particolare contesto rappresentato da ambienti umidi costieri subalofili (Ruggiero et al. 1988).

Nell’area sono state osservate le seguenti Orchidaceae indicate secondo la nomenclatura proposta da GIROS (2009): Ophrys apifera Huds., Ophrys holosericea (Burm. f.) Greuter

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subsp. apulica (O. Danesch & E. Danesch) Buttler, O. bombyliflora Link, O. passionis Sennen, Anacamptis morio (L.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase, A. laxiflora (Lam.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase, Serapias vomeracea (Burm. f.) Briq. subsp. vomeracea, S. vomeracea (Burm. f.) Briq. subsp. longipetala (Ten.) H. Baumann & Künkele, S. politisii Renz, S. parviflora Parl., S. bergonii E.G. Camus; e inoltre gli ibridi Ophrys ×celani O. Danesch & E. Danesch (O. incubacea × O. passionis), Ophrys ×daunia H. Baumann & Künkele (O. bombyliflora × O. passionis), Ophrys ×circaea W. Rossi & Prola (O. apifera × O. bombyliflora), Anacamptis ×lloydiana Rouy (A. laxiflora × A. palustris), Anacamptis ×alata Fleury (A. laxiflora × A. morio).

Trattandosi del ritrovamento di un ibrido particolarmente raro e non ancora descritto, abbiamo voluto dedicarlo a Enrico Groves (Weymouth 1835 - Firenze 1891) botanico e farmacista inglese, fiorentino di adozione, tra i primi a studiare la flora del Salento con la sua opera pionieristica “Flora della Costa Meridionale della Terra d’Otranto” del 1887.

Ophrys ×albertiana E.G. Camus nothosubsp. grovesii Gennaio, Gargiulo & Medagli (Ophrys apifera × O. holosericea subsp. apulica), hybr. nat. nov.

Descrizione: pianta costituita da 4-5 foglie basali ovato lanceolate e 1-2 cauline più strette e lunghe, avvolgenti lo scapo fiorale, alto circa 25 cm; infiorescenza lassa portante 4 fiori in piena antesi. Sepali di colore fucsia solcati da una nervatura longitudinale verdastra, i laterali ovato-lanceolati, 10×7 mm, divergenti, il mediano più largo, arrotondato all’apice. Petali piccoli, triangolari, 5×4 mm (di aspetto intermedio rispetto ai parentali), concolori ai sepali, lunghi circa 1/3 – 1/5 dei sepali (in O. holosericea subsp. apulica sono lunghi due terzi dei sepali), mentre in O. apifera sono cortissimi. Brattea 3,5 cm superante l’ovario. Labello piccolo, 12×8 mm, con lobi laterali recanti due gibbosità pronunciate, pubescenti e brunastre all’esterno, giallastre e glabre all’interno, lobo mediano allungato, convesso, di colore brunastro, glabro, con bordi ribattuti sotto, appuntito e pubescente alla base, munito di un apicolo robusto, rivolto verso il basso, giallo, tridentato con apice centrale più pronunciato. Disegno costituito da una macula lucida a forma di W brunastra e marginata di giallo, semplice, più simile a quello di O. apifera, mentre O. holosericea subsp. apulica ha un disegno molto articolato; distaccate più in basso possono essere presenti una o due piccolissime macchie giallo-brunastre, (carattere che si riscontra spesso in O. apifera). Campo basale rossiccio contornato da una linea sottile bianca. Appendice importante, ben evidente come in O. holosericea subsp. apulica (mentre in O. apifera è ribattuta al di sotto del labello). Cavità stigmatica giallastra, contornata in alto da una sottile linea rosso-brunastra munita di due piccoli pseudo-occhi giallo-brunastri. Ginostemio allungato e acuto, di aspetto intermedio rispetto ai parentali, pollinodi gialli. Capsule mature dopo l’antesi.

Diagnosis: Habitus inter Ophrydem holosericeam apulicam et Ophrydem apiferam intermedius. Planta erecta, circuite 25 cm alta; folia basalia 4-5 ovato-lanceolata; spica

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laxa, 4 floribus ornata; sepala rosea, ovato-lanceolata, 10×7 mm, cum nervura viridi; petala parva (5×4 mm) concolora; longitudine 1/3-1/5 sepalorum partes aequantia; appendix connettivi acuta, longa, habitus inter Ophrydem holosericeam apulicam et Ophrydem apiferam intermedius; labellum trilobum, fuscum, convexum, 12mm longum, 8 mm latum, obscuro-fuscum, margine villoso; gibberibus basalibus prominentibus; speculo caerulo-grisaceo, albomarginato, O. apifera simili; appendix flavo-viridis, triangulata; floret aprili.

Holotypus: Bacino Rottacapozza nord (Ugento, LE) m 2 s.l.m., legit R. Gennaio, 16.IV.2013 (in LEC – Herbarium Universitatis Lupiensis).

Etymologia: Ex nomine Enrico Groves (1835-1891), clarissimo florae Apuliae studioso hybrida dicatur.

CONSIDERAZIONIIl nuovo ibrido risulta particolarmente raro e poco osservato. Ciò deriva probabilmente

dalla particolare combinazione dei parentali che implica la presenza contemporanea di Ophrys apifera, specie ad areale molto ampio e Ophrys holosericea subsp. apulica, entità presente, oltre che in Puglia, in Basilicata e Calabria, Abruzzo e Marche (Medagli 2009), e alle Egadi in Sicilia (Lorenz & Lorenz 2002). A ciò va aggiunto che le due specie non sempre coesistono, inoltre alla rarità dell’ibrido può contribuire la ben nota tendenza all’autogamia di Ophrys apifera.

BIBLIOGRAFIA

Baumann H. & Künkele S., 1986: Die Gattung Ophrys L., Mitt. Bl. Arbeitskr. Heim. Orch. Baden-Württ. 18(3): 305-688.

Gennaio R., Medagli P. & Ruggiero L., 2010: Orchidee del Salento. Edizioni Grifo, Lecce.GIROS, 2009: Orchidee d’Italia. Guida alle orchidee spontanee. Il Castello, Cornaredo (MI).Gölz P. & Reinhard H. R., 1982: Orchideen in Süditalien. – Mitt. Bl. Arbeitskr. Heim. Orch. Baden-

Württ. 14(1): 1-124.Lorenz R. & Lorenz K., 2002: Zur Orchideenflora zirkumsizilianischer Inseln. – Jber. naturwiss. Ver.

Wuppertal 55: 100-162.Medagli P., 2009: Ophrys holosericea subsp. apulica. In: GIROS, 2009: Orchidee d’Italia. Guida alle

orchidee spontanee: 207. Il Castello, Cornaredo (MI).Ruggiero L., Bianco P., Medagli P. & D’Emerico S., 1988: Le orchidee spontanee e gli ambienti

naturali nella “Terra d’Otranto” (Puglia Centro Meridionale). – Thalassia Salentina 18: 63-69.Souche R., 2008: Hybrides d’Ophrys du bassin méditerranéen occidental. Sococor, St Martin de

Londres.

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Ophrys ×pescolusae (Ophrys ×lyrata × Ophrys passionis),nuovo ibrido naturale “triplo” del Salento (Puglia)

di Roberto Gennaio 1 & Piero Medagli 2

1 Sezione GIROS Salento, [email protected] 2 Laboratorio di Botanica sistematica ed Ecologia vegetale Di.S.Te.B.A.

Università del Salento, [email protected]

Riassunto: gli autori descrivono il ritrovamento di un nuovo ibrido naturale “triplo” (cioè di un ibrido a sua volta ibridatosi) del genere Ophrys (Orchidaceae), lungo la costa tra Pescoluse e Torre Pali, frazioni di Salve (LE), note località balneari del basso Salento (Puglia): Ophrys ×pescolusae Gennaio & Medagli, ibrido naturale tra Ophrys ×lyrata e Ophrys passionis.Parole chiave: ibrido naturale nuovo triplo di Ophrys, Ophrys ×pescolusae Gennaio & Medagli (O. ×lyrata × O. passionis), Salve (Salento, Lecce, Puglia).Abstract: the authors describe, through an analysis of the morphological aspects, the new triple natural hybrid of the genus Ophrys, named Ophrys ×pescolusae Gennaio & Medagli, found along the coast between Pescoluse and Torre Pali, Salve (LE), Salento, southern Apulia, Italy.Keywords: new natural Ophrys triple hybrid, Ophrys ×pescolusae Gennaio & Medagli (O. ×lyrata × O. passionis), Salve (Salento, Lecce, Apulia). INTRODUZIONE

Il rinvenimento di ibridi “tripli” nel genere Ophrys, cioè riguardanti tre differenti entità, originati dall’incrocio tra una entità ben definita e una entità ibrida, è un evento che ha precedenti illustri nel Salento. Ophrys ×lupiae O. Danesch & E. Danesch, rinvenuto per la prima volta presso Lecce è l’ibrido tra Ophrys ×lyrata H. Fleischm. (O. bertolonii Moretti × O. incubacea Bianca) e Ophrys neglecta Parl. [= O. tenthredinifera Willd. subsp. neglecta (Parl.) E.G. Camus] (Danesch & Danesch 1972). Analogamente Ophrys ×hydruntensis O. Danesch & E. Danesch, rinvenuto nei dintorni di Otranto (Danesch & Danesch 1972) indica l’ibrido tra Ophrys holosericea (Burm f.) Greuter subsp. apulica (O. Danesch & E. Danesch) Buttler × O. tardans pro hybr.: quest’ultimo ai tempi del ritrovamento era quindi considerato ibrido tra O. candica (Nelson ex Soó) H. Baumann & Künkele e Ophrys neglecta Parl., mentre oggi è considerata specie di origine ibridogena. Recentemente abbiamo riscontrato la presenza nel Salento di un nuovo ibrido triplo derivante dall’incrocio tra Ophrys ×lyrata H. Fleischm. e Ophrys passionis Sennen, che non risulta ancora descritto in letteratura: in particolare non risulta in Camus et al. (1908), da Danesch & Danesch (1972), da Del Prete (1984), da Baumann & Künkele (1986), né nel recente lavoro di Souche (2008) e neppure nel lavoro a carattere locale sulle orchidee del Salento di Gennaio et al. (2010).

CARATTERISTICHE STAZIONALIIl nuovo ibrido è stato rinvenuto in due esemplari, l’8 e il 15 aprile 2013 lungo la

costa sabbiosa tra Pescoluse e Torre Pali, frazioni di Salve (LE), (1 m s.l.m., coordinate geografiche in gradi decimali 39.836981 N, 18.222853 E), in ambiente retrodunale,

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costituito da uno strato sabbioso ricoprente il sottostante terreno, separato dal mare da un basso cordone dunale caratterizzato da vegetazione psammofila e in alcuni tratti da una copertura monospecifica di giglio delle dune (Pancratium maritimum). Il retroduna è caratterizzato da una vegetazione densa, rappresentata da macchia mediterranea, costituita in prevalenza da Pistacia lentiscus, da vegetazione alo-igrofila costituita in gran parte da Juncus acutus e da Plantago crassifolia specie appartenenti all’habitat “pascoli inondati mediterranei”. Tale situazione si è verificata in seguito alle continue mareggiate invernali con venti dominanti dal quadrante di S/W, che hanno eroso l’avanduna e la fascia dunale con arretramento della linea di costa di oltre 100 m negli ultimi 20 anni, con il risultato che le diverse fasce vegetazionali si trovano sovrapposte e compresse in un ristretto ambito spaziale e nel periodo invernale alcuni tratti di questa vegetazione sono direttamente influenzati delle acque del mare. Al di là di questa stretta linea di costa, il sito è costituito in parte da piccoli coltivi stagionali sottratti alla pseudosteppa e a effimere zone umide retrodunali, residui delle immense paludi che caratterizzavano questi luoghi in passato. In questa ristretta linea di costa sono state rinvenute nell’area le seguenti Orchidaceae, che a tratti formano nuclei costituiti anche da centinaia di esemplari concentrati in pochi metri quadrati: Ophrys passionis Sennen, O. incubacea Bianca, O. bombyliflora Link, O. bertolonii Moretti, O. apifera Huds., O. holosericea (Burm. f.) Greuter subsp. apulica (O. Danesch & E. Danesch) Buttler, Serapias vomeracea (Burm. f.) Briq. subsp. vomeracea, S. politisii Renz, S. parviflora Parl., e gli ibridi Ophrys ×celani O. Danesch & E. Danesch (O. incubacea × O. passionis), Ophrys ×daunia H. Baumann & Künkele (O. bombyliflora × O. passionis), Ophrys ×lyrata H. Fleischm. (O. bertolonii × O. incubacea, ibrido particolarmente comune nel Salento), Ophrys bertolonii × O. neglecta.

Ophrys ×pescolusae Gennaio & Medagli, hybr. nat. nov.

[Ophrys ×lyrata H. Fleischm. (O. bertolonii Moretti × O. incubacea Bianca) × Ophrys passionis Sennen]

Descrizione: pianta di aspetto intermedio tra Ophrys ×lyrata e Ophrys passionis, costituita da sei foglie basali ovato lanceolate disposte a rosetta e due guainanti, lo scapo fiorale alto 30-40 cm. Infiorescenza lassa portante 6 fiori in piena antesi al momento del rinvenimento. Brattea lunga da 20 a 40 mm, larga da 6 a 10 mm, più lunga dell’ovario. Sepali di colore verdognolo slavato di rosa (cioè di colore intermedio tra quello sovente roseo in O. ×lyrata e quello costantemente verde in O. passionis), i laterali 13×5 mm, il mediano più stretto, oblunghi e smussati ai vertici, percorsi da una nervatura centrale appena evidente; petali lanceolati, auricolati alla base, 8×4 mm, vellutati ad apice tronco di colore marrone-verdastro, larghi e a margine ondulato (come tipicamente avviene in O. passionis). Labello 10×10 mm, piano, di forma tondeggiante come in O. passionis, con gibbosità appena accennate, come in entrambi i parentali, con lobi laterali evidenti

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rivolti in basso, di colore bruno-fulvo e densamente villoso ai margini, macula glabra di colore nero-bluastra simile a quella presente in O. ×lyrata. Apicolo appena evidente, giallastro, intermedio rispetto a quello dei parentali. Campo basale nerastro, tipico di O. ×lyrata. Base della cavità stigmatica munita lateralmente di due piccoli pseudo-occhi allungati di colore nero; cavità stigmatica giallastra al centro con evidenti macchie ovali brunastre sui lati. Colonna acuminata, pollinodi color arancio (come in O. ×lyrata). Capsule tutte mature dopo l’antesi.

Diagnosis: Habitus inter parentes (Ophrys ×lyrata et Ophrys passionis) intermedius. Planta erecta, circuiter 30-40 cm alta; folia basalia 6 ovato-lanceolata; spica laxa, 6 floribus ornata; sepala rosea-viridia (13×5 mm) ovato-lanceolata, cum nervura viridia; petala lata, truncato apice, oblongo lanceolata (8×4 mm), discolora, rosea, puberula et auriculata, sepalis paulo breviora, longitudine 2/3 sepalorum partes aequantia, marginibus undulatis (O. passionis); labellum integrum, fuscum et convexum, 10×10 mm, obscuro-fuscum, margine villoso (O. ×lyrata), laeviter gibbosum; macula grisacea, non marginata, H-formis; appendix parva, flavo-viridis; pseudo oculi nigri; moles polliniferae aurantiacae (O. ×lyrata), floret aprili.

Holotypus: Pescoluse, Salve (LE), m 1 s.l.m., legit R. Gennaio, 8.IV.2013 (in LEC – Herbarium Universitatis Lupiensis).

Etymologia: ex nomine loci “ Pescoluse” ubi prima reperta, hybrida nominatur.

BIBLIOGRAFIA

Baumann H. & Künkele S., 1986: Die Gattung Ophrys L. - Eine taxonomische Ubersicht. – Mitt. Bl. Arbeitskr. Heim. Orch. Baden-Würt., 18(3): 306-388.

Camus E.G., Bergon P. & Camus A., 1908: Monographie des Orchidées de l’Europe. Ed. P. Lechevalier, Paris.

Danesch O. & Danesch E., 1972: Orchideen Europas. Ophrys Hybriden. Hallwag Verl., Bern-Stuttgart.

Del Prete C., 1984: The genus Ophrys L. (Orchidaceae) in Italy: Check-list of the species, subspecies and hybrids. (Contribution to the knowledge of the Italian Orchidaceae XII). Webbia 37(2): 249-257.

Gennaio R., Medagli P. & Ruggiero L., 2010: Orchidee del Salento. Ed. Grifo, Lecce.Souche R., 2008: Hybrides d’Ophrys du bassin méditerranéen occidental. Ed. Sococor, St Martin de

Londres.

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Le Orchidee della Murgia barese e materanaParco Nazionale dell’Alta Murgia barese -

Parco Regionale della Murgia materana - Bosco Difesa Grandedi Filippo D’Alonzo

coordinatore Sez. GIROS Murgiana [email protected]

Riassunto: nel presente lavoro si riporta l’elenco delle Orchidacee presenti nei territori di competenza della Sezione Locale GIROS “Murgiana”.Parola chiave: Murgia barese (Puglia), Murgia materana (Basilicata), Orchidaceae, check-list locali, Sezione GIROS “Murgiana”.Abstract: the check-list of Orchidaceae present in the Murge (an area between Apulia and Basilicata) is here given.Keywords: Murgia barese (Apulia), Murgia materana (Basilicata), Orchidaceae check-list, GIROS “Murgiana” Division.

Dieci anni di ricerche sul campo sono trascorsi (2004 - 2013) in compagnia della macchina fotografica e del treppiede, dello zaino, del metro pieghevole, di una lente d’ingrandimento, di un pennellino per eliminare tracce di pollini dal labello e di un cappellino per ripararmi dal sole.

A metà circa di questo entusiasmante cammino, nel mese di aprile 2008, mi trovavo a Matera, fotografavo a bordo strada l’Ophrys holosericea subsp. apulica che avevo imparato a determinare con esattezza, quando in una vicina piazzola di sosta si fermò una macchina, dalla quale uscì un signore che allora non conoscevo: capì immediatamente che stavo fotografando orchidee spontanee, ma soprattutto che ero un novellino alle prime armi, intuì comunque la passione con la quale raccontai il mio approccio alla scoperta delle orchidee spontanee e mi consigliò di iscrivermi al GIROS, spiegandomi cosa fosse, quale era lo scopo per il quale era stato costituito e mi fornì il numero di telefono di Mauro Biagioli a cui avrei potuto rivolgermi per acquistare qualche pubblicazione sulle orchidee spontanee presenti in Italia.

Fu così che decisi di iscrivermi al GIROS di cui sono socio da ormai sei anni.Dimenticavo, quel “signore” era ed è Vito Antonio Romano, del quale sono orgoglioso

di essere amico.Ampliando le conoscenze tramite il GIROS e alcuni forum su internet che trattavano

di orchidee, decisi di dedicare sempre più i miei momenti liberi (diciamo pure tutto il mio tempo libero, o “liberato” da altri impegni) alla ricerca e alla determinazione delle orchidee spontanee presenti nel territorio circostante la mia città.

L’anno dopo, nel 2009 conobbi alcuni amici (segnalati da Vito Antonio Romano) e precisamente Mirella Campochiaro, Vilmer Alfredo Sabino e Claudio Bernardi, ci fu subito feeling sin dalla prima escursione che organizzammo insieme, fu così che decidemmo di costituire la Sezione Locale GIROS “Murgiana” con l’intento di ricercare e classificare le orchidee spontanee presenti nel territorio del Parco Nazionale dell’Alta

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Murgia barese, nel Parco Regionale della Murgia materana e nel Bosco Difesa Grande (a cavallo tra le province di Bari e Matera, ovvero tra Puglia e Basilicata).

È soprattutto in questo triangolo di territori limitrofi, similari tra loro eppure diversi per altitudine, vegetazione e conformazione geologica, il nostro campo d’azione, spinti dalla passione che ancora oggi coltiviamo, a distanza di dieci anni dalla foto alla prima orchidea, organizzando escursioni ora solitarie, ora tutti insieme, altre volte in compagnia di altri amici comuni.

Dieci anni di ricerca, che è costata fatica, sudore, tempo libero sottratto alla famiglia, ma che ci ha regalato tantissima soddisfazione per i risultati conseguiti, con tante specie di orchidee censite, il cui elenco vado a illustrare di seguito, specificandone i relativi siti e/o i periodi di fioritura nei quali sono state fotografate.

ELENCO DELLE ORCHIDACEE13 GENERI (Anacamptis = 7, Barlia = 1, Cephalanthera = 1, Dactylorhiza = 1,

Epipactis = 2, Himantoglossum = 1, Limodorum = 1, Neotinea = 3, Ophrys = 30, Orchis = 5, Platanthera = 1, Serapias = 6, Spiranthes = 1), per un totale di 60 entità.

Si riportano alcune osservazioni sui singoli taxa, elencati in ordine alfabetico per genere e specie; la nomenclatura segue GIROS (2009).

Anacamptis collina è in alcuni siti rara e localizzata, in altri diffusissima con decine e decine di piante, con i fiori colorati dal rosso intenso al rosso sbiadito quasi rosa, frequentemente sono stati rilevati lusus e diversi esemplari nella forma apocromatica.

Anacamptis coriophora subsp. fragrans è rara e molto localizzata, con fiori che vanno dal rosso acceso al verde sfumato di bianco.

Anacamptis laxiflora è stata trovata nel 2011 in una sola località (Diga del Basentello): una sola pianta molto bella e rigogliosa, mai più ritrovata negli anni successivi.

Anacamptis morio è diffusissima in tutti i territori murgiani, con svariate sfumature di colore, dal rosso al rosa, dal blu al celeste, dal verde al bianco. Sono stati rilevati lusus e forme di apocromia.

Anacamptis papilionacea è presente con fiori in varie tonalità di colore, di tanto in tanto apocromatici, bianchi o beige con le nervature verdi, in tinta unica sfumata o a righe, labello con bordi dentati o a volte lisci. Tanti sono i lusus trovati con il doppio labello e talvolta con 3 labelli.

Anacamptis papilionacea var. grandiflora a volte può essere confusa con l’ibrido Anacamptis ×gennari (A. morio × A. papilionacea), in realtà è rara e localizzata.

Anacamptis pyramidalis è molto diffusa, talvolta in popolazioni di centinaia di individui dal colore rosso vivo, rosso chiaro, rosa, sfumato dal rosso al rosa. La forma apocromatica rappresenta il 40% della popolazione censita.

Barlia robertiana mi sorprende sempre, talvolta fiorisce a fine dicembre e può concludere la fioritura a fine aprile (un periodo lunghissimo); il labello si presenta con bellissime sfumature di colore, dal verde al marroncino, spessissimo bordata di giallo.

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Frequenti lusus anche per questa specie.Cephalanthera damasonium era stata trovata sino all’anno scorso solo nel Bosco

Difesa Grande, in un sottobosco molto fresco e comunque sempre in ombra. Quest’anno 2013 un bellissimo e rigoglioso cespo di 5 steli è stato trovato inaspettatamente nella Murgia materana, in una radura assolata con pochi alberi di pino, radi, all’ombra di una quercia.

Dactylorhiza romana è presente in unica stazione di una decina di piante nel Bosco Difesa Grande, con fiori di colore bianco/beige.

Le piante di Epipactis helleborine subsp. helleborine si trovano unicamente nel Bosco Difesa Grande, quasi tutte all’ombra in un sottobosco fresco e umido, nei pressi del torrente Annunziata. Sono presenti diverse stazioni di fioritura per un totale di una cinquantina di esemplari, tutte riconducibili alla specie nominale.

La fioritura di Epipactis microphylla è anticipata rispetto a quella di E. helleborine di circa 20 giorni. Difficile da individuare per la dimensione esile della pianta, anch’essa si trova unicamente nel Bosco Difesa Grande con stazioni di due-tre piante, ciascuna di altezza variabile da 12/20 cm sino a 30/40 cm.

Una delle orchidee più imponenti è Himantoglossum hircinum, si trova in tutti gli ambienti visitati, è abbastanza comune con individui di altezza variabile, anche fino 80 cm. Di questa orchidea è stato segnalato un lusus (biforcazione del fusto).

Limodorum abortivum è stato trovato solo nel Bosco Difesa Grande ed è presente in modo raro e ben localizzato, quasi sempre con i fiori aperti; una pianta aveva i fiori di un bellissimo colore azzurro intenso.

Un’orchidea delicata è Neotinea lactea, inizialmente trovata nel Parco Regionale della Murgia materana e poi anche nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia con diverse stazioni di fioritura. Anche di questa orchidea si segnala il ritrovamento di un lusus.

Neotinea tridentata è presente ovunque; per diversi anni è stata segnalata la fioritura di una forma ipercromica.

La piccolissima Neotinea ustulata non è mai stata trovata nel Bosco Difesa Grande. Nel territorio murgiano invece è rara e ben localizzata.

Ophrys apifera, inizialmente introvabile, poi è stata reperita un po’ dappertutto; comunque rimane abbastanza rara, i fiori presentano il perianzio bianco e/o rosa, quasi viola. La forma apocromatica era stata segnalata con numerosi individui (D’Agostino & Liuzzi 2010) nei pressi della Diga del Locone a Minervino Murge (BA), mai trovate altre forme o lusus.

Ophrys bertolonii (= O. romolinii) è molto diffusa nel territorio, con una certa variabilità per dimensioni del labello e colore del perianzio: questo presenta sepali rosati con nervatura centrale e petali rosa/rosso più o meno intenso. Molti ibridi con Ophrys incubacea subsp. incubacea, tra loro differenti per forma, dimensione, disposizione della macula, colore del perianzio (Romolini & Souche 2012).

La scoperta di Ophrys bertolonii subsp. bertoloniiformis è stata confermata nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia in località Garagnone per due anni di seguito con

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diverse piante. Testimone di questo ritrovamento è stato, nel maggio 2013, l’amico Rémy Souche: intorno presenti anche Ophrys promontorii e O. sphegodes subsp. sipontensis.

La piccola Ophrys bombyliflora è diffusissima ovunque; il colore del labello marrone può variare dallo scuro al chiaro tendente al verdastro, quasi una forma leucistica. Spesso si trovano lusus, mai la forma apocromatica.

Ophrys cinnabarina, determinata nel 2011 sia nel Parco Regionale della Murgia materana (numerose piante) sia nel Bosco Difesa Grande (una sola stazione con una decina di piante), e poi confermata da Romolini & Soca (2012).

La prima Ophys a fiorire sin dalla metà di febbraio è Ophrys exaltata subsp. exaltata, presente nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia e nel Bosco Difesa Grande con diverse stazioni di fioritura di numerosi individui. Tutti gli esemplari si presentano con il perianzio verde, gli pseudoocchi scuri, spessissimo verdi, la macula molto semplice e l’apicolo quasi sempre assente.

Ophrys exaltata subsp. mateolana, il cui locus classicus è nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia (Cillo 2009), è abbondante anche nel Parco Regionale della Murgia materana, nel Bosco di Lucignano. Straordinaria la variabilità che la caratterizza, ogni pianta è differente dall’altra, vuoi per le infinite sfumature del colore del perianzio, vuoi per il disegno della macula, da semplice a molto complesso. Si trovano spesso forme apocromatiche e alcuni lusus.

Ophrys fusca subsp. funerea, con fiori medio-piccoli, fiorisce nel mese di aprile ed è presente in modo raro e localizzato sia nel Parco Regionale della Murgia materana che nel Bosco Difesa Grande.

Ophrys fusca subsp. fusca, con fiori relativamente grandi, è presente sia nel Parco Regionale della Murgia materana che nel Bosco Difesa Grande.

Dopo la prima segnalazione per la Puglia (Perilli 2010), si segnala la presenza nel Bosco Difesa Grande di Ophrys fusca subsp. lucana in diverse stazioni: ha i fiori più grandi della specie nominale ed è a fioritura tardiva.

Ophrys fusca subsp. lucifera è rara e localizzata, si distingue per il colore rossastro sul retro del labello.

Ophrys holosericea subsp. apulica è diffusissima con stazioni di fioritura talvolta rade, talvolta con numerosissimi individui, anche fino a centinaia, con labello variabile per forma e dimensioni di macula, tonalità del perianzio dal rosa al rosso, dal viola al purpureo, spesso anche bianco. Tutti gli anni si trovano lusus, mai trovata la forma apocromatica.

Dopo la segnalazione di Ophrys holosericea subsp. gracilis (Perilli 2009) al Gargano, anche nei nostri territori in questi ultimi anni sono state trovate diverse stazioni di questa piccola e gracile orchidea; la variabilità riguarda soprattutto il colore del perianzio, che varia da rosa a rosso vinaccia fino a verde sfumato, ma anche bianco con nervature verdi.

Ophrys holosericea subsp. parvimaculata è rara, presenta il perianzio verde o rosato, concolore tra sepali e petali. A volte si presenta in forma scolopaxoide, a volte con le

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gibbe così pronunciate da far pensare a un ibrido con O. bombyliflora. Non reperite forme apocromatiche né lusus.

Alcuni esemplari di Ophrys incubacea var. dianensis, in precedenza segnalata nella provincia di Salerno e di Taranto da Perazza & Doro (2004), sono presenti in modo sporadico nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Si differenzia dalla specie nominale solo per il perianzio rosa, con sepali e petali concolori, a volte con i sepali bianco-rosati percorsi da una nervatura verde e petali rosa scuro.

Molto diffusa nel territorio è Ophrys incubacea subsp. incubacea; in fioritura dai primi di marzo sino a metà maggio, è una delle Ophrys con maggiore variabilità, dalle gibbe più o meno accentuate, alla forma del labello più o meno allungata, al colore del perianzio dal verde al marroncino, con sepali e petali talvolta concolori e altre volte no, il disegno della macula dal classico H o X fino a semplici linee parallele spesso anche interrotte, attaccata al campo basale oppure distaccata, fino al centro del labello. Trovata la forma apocromatica per più anni, numerosi sono anche i lusus.

Ophrys iricolor subsp. lojaconoi è rara e localizzata, si caratterizza per i lobi laterali corti e divaricati, e il labello bordato di giallo.

Ophrys lutea subsp. lutea ha il fiore simile a O. lutea subsp. phryganae per la ginocchiatura del labello, ma è di dimensioni doppie. Non presenta alcuna variabilità, è rara e molto localizzata.

Ophrys lutea subsp. phryganae si succede nella fioritura alla subsp. sicula, ma sovrapponendosi per un lungo periodo; non presenta alcuna variabilità nella forma e nel colore. Abbastanza diffusa, abbiamo trovato diversi lusus con il doppio labello.

Ophrys lutea subsp. sicula è rara ma con popolazioni di numerosi individui, alcuni dei quali con macula più estesa, quasi a coprire l’intero labello. Solo un lusus trovato, più volte, in siti differenti.

Ophrys oxyrrhynchos subsp. celiensis è presente nel Parco Regionale della Murgia materana e nel Bosco Difesa Grande con poche stazioni, ma con numerose piante. Molto variabile la colorazione del perianzio, una tra le più belle è quella con sepali e petali di colore bianco.

Ophrys passionis subsp. minipassionis, di determinazione ancora incerta, sarà verificata nella prossima stagione di fioritura, che si colloca tra fine aprile e metà maggio. Una ricca popolazione è presente lungo una strada sterrata nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia (Pulicchio di Gravina in Puglia).

Ophrys passionis subsp. passionis è una delle più comuni, origina spesso ibridi con altre Ophrys presenti. Alcune hanno il bordo del labello giallo e il perianzio verde, altre il perianzo verde rosato o i petali rosati o marroncini, con gibbe più o meno pronunciate.

Si segnala nella Murgia barese Ophrys promontorii, con diverse stazioni di fioritura concentrate nelle località Garagnone e Franchini nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia.

La scoperta di Ophrys scolopax subsp. conradiae nel Bosco Difesa Grande (D’Alonzo 2009) ancora oggi mi inorgoglisce. È stata questa la seconda segnalazione continentale di questa Ophrys (già considerata endemismo sardo-corso), dopo quella del

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Gargano (Rossini & Quitadamo 2007); successivamente è stata segnalata ancora in Puglia (Laterza - TA) da Campochiaro & Dura (2011) e in Basilicata (Laurenzana - PZ) da Romano & Falconieri (2011).

Ophrys sipontensis è stata descritta nel 2009 come nuova specie (Ophrys murgiana, Medagli & Cillo 2009). In questi ultimi anni numerose altre popolazioni sono state trovate nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, anche nel Bosco Difesa Grande, non ancora nel Parco Regionale della Murgia materana. Nella stazione più ricca, con centinaia di piante, con fiori grandi e senza gibbosità (ma talvolta le gibbosità sono accentuate), sono presenti alcuni ibridi con O. incubacea subsp. incubacea, O. bertolonii, O. passionis subsp. passionis.

Ophrys sphegodes subsp. sphegodes è presente in tutto il territorio; ha pseudoocchi verdi, molto bella anche la forma apocromatica.

Ophrys tardans, considerata endemica del Salento, è presente con alcune piante sia nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia che nel Bosco Difesa Grande. La presenza di O. candica nel Parco Regionale della Murgia materana, pur cercata assiduamente, a tutt’oggi non è stata ancora accertata, pur essendo possibile, dato il carattere ibridogeno di O. tardans tra O. candica e O. tenthredinifera.

Ophrys tarentina è stata trovata nella Murgia materana, limitrofa alla provincia tarentina, locus classicus di O. tarentina. Dopo pochi esemplari rinvenuti isolati, nel 2013 è stata trovata una nuova popolazione di tantissimi esemplari, diversi tra di loro per la forma del labello allungato e della macula (da semplice, formata da linee parallele attaccate al campo basale, a discontinua, formando due aree quadrangolari o ellittiche come in O. promontorii, a volte in forma di scudo rovesciato).

Ophrys tenthredinifera, è presente con entrambe le sottospecie grandiflora e neglecta. La variabilità è grande, dal colore del perianzo alla forma del labello, dal periodo di fioritura (da metà marzo a fine maggio) agli ambienti in cui fiorisce. Presenti esemplari con labello marrone scuro, arrotondato o allungato, molto belli anche i fiori con perianzio bianco e/o beige. Trovata più volte la forma apocromatica e numerosi lusus.

Orchis anthropophora è presente dappertutto, diffusissima e poco variabile nella forma e nelle dimensioni, solo i fiori cangiano dal rossiccio al giallo.

Molto diffusa in tutti i territori anche Orchis italica, spesso con lusus, forme apocromatiche e forme ipercromatiche.

Una tra le orchidee più grandi per dimensioni della pianta è Orchis purpurea. Variabile la forma e il colore dei fiori, sono stati trovati anche dei lusus.

Orchis quadripunctata è presente in Basilicata, ma nella Murgia materana era segnalata in passato e mai più ritrovata (Medagli & Gambetta 2003), fino alla recente scoperta (2011) di una popolazione di una sessantina di piante da parte dell’amico Vilmer Alfredo Sabino.

Orchis simia, dopo la prima segnalazione per la Puglia (D’Agostino & Liuzzi 2010), è stata trovata sia nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, sia nel Bosco Difesa Grande che nel Parco Regionale della Murgia materana.

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Platanthera chlorantha, trovata finora unicamente nel Bosco Difesa Grande, potrebbe trovarsi anche nel territorio murgiano. Non presenta alcuna variabilità né di colore né di forma.

Non sempre ben distinguibile da altre Serapidi, Serapias bergonii è abbastanza diffusa e poco variabile.

Serapias cordigera si distingue bene per le dimensioni molto grandi dell’epichilo, e per il colore che va dal rosso acceso al purpureo molto scuro. È diffusa ma ben localizzata, con una forma leucistica presente nel Bosco Difesa Grande.

Serapias lingua si fa guardare in bocca, così che la si distingue benissimo da tutte le altre Serapias per la sua callosità a goccia intera. È diffusissima, dappertutto, con una discreta variabilità di colore.

Serapias orientalis subsp. apulica, poco diffusa, non presenta variabilità nella forma e nel colore.

Serapias parviflora quando è in fioritura si presenta spesso con l’ovario già ingrossato, caratteristica questa che la distingue da tutte le altre Serapias, ma anche per le dimensioni davvero piccolissime. Abbastanza diffusa, molto spesso è presente anche la forma apocromatica.

Molto comune Serapias vomeracea subsp. vomeracea in prati, bordi strada, campi incolti. Non è difficile trovare esemplari di forma apocromatica, talvolta anche dei lusus.

Dopo averla cercata a lungo, anni fa ho trovato Spiranthes spiralis, rara e molto ben localizzata. Facilmente distinguibile anche nel periodo di non fioritura per la rosetta basale scura e lucida. A volte può presentare anomalie nella tipica disposizione a spirale dei fiori.

CONCLUSIONINon è da escludere la presenza di altre specie nei nostri territori, che continueremo a

ricercare assisuamente, perché ogni nuova scoperta rappresenta la felicità che appaga la passione di ogni orchidofilo.

Un articolo a parte lo meritano gli ibridi trovati, davvero tantissimi, sarà mia premura preparare un elenco completo, corredato anche da fotografie di quelli più significativi.

Tabella 1: le orchidee della Murgia barese e materana

N. Generi e specie Parco Alta Murgia barese

Bosco Difesa Grande

Murgia materana

1 Anacamptis collina x x x

2 Anacamptis coriophora x x

3 Anacamptis laxiflora x

4 Anacamptis morio x x x

5 Anacamptis papilionacea x x x

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6 Anacamptis papilionacea var. grandiflora x x

7 Anacamptis pyramidalis x x x

8 Barlia robertiana x x x

9 Cephalanthera damasonium x x

10 Dactylorhiza romana x

11 Epipactis helleborine subsp. helleborine x

12 Epipactis microphylla x

13 Himantoglossum hircinum x x x

14 Limodorum abortivum x

15 Neotinea lactea x x

16 Neotinea tridentata x x x

17 Neotinea ustulata x x

18 Ophrys apifera x x x

19 Ophrys bertolonii subsp. bertoloniiformis x

20 Ophrys bombyliflora x x x

21 Ophrys cinnabarina x x

22 Ophrys exaltata subsp. exaltata x x x

23 Ophrys exaltata subsp. matheolana x x x

24 Ophrys fusca subsp. funerea x x x

25 Ophrys fusca subsp. fusca x x x

26 Ophrys fusca subsp. lucana x x x

27 Ophrys fusca subsp. lucifera x x x

28 Ophrys holosericea subsp. apulica x x x

29 Ophrys holosericea subsp. gracilis x x

30 Ophrys holosericea subsp. parvimaculata x x

31 Ophrys incubacea subsp. incubacea x x x

32 Ophrys incubacea var. dianensis x

33 Ophrys iricolor subsp. lojaconoi x x x

34 Ophrys lutea subsp. lutea x x x

35 Ophrys lutea subsp. phryganae x x x

36 Ophrys lutea subsp. sicula x x x

37 Ophrys oxyrrhynchos subsp. celiensis x x x

38 Ophrys passionis subsp. minipassionis x

39 Ophrys passionis subsp. passionis x x x

40 Ophrys promontorii x

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41 Ophrys romolinii x x x

42 Ophrys scolopax subsp. conradiae x

43 Ophrys sipontensis x x

44 Ophrys sphegodes subsp. sphegodes x x x

45 Ophrys tardans x x

46 Ophrys tarentina x x

47 Ophrys tenthredinifera x x x

48 Orchis anthropophora x x x

49 Orchis italica x x x

50 Orchis purpurea x x x

51 Orchis quadripunctata x

52 Orchis simia x x x

53 Platanthera chlorantha x

54 Serapias bergonii x

55 Serapias cordigera x x x

56 Serapias lingua x x x

57 Serapias orientalis subsp. apulica x x x

58 Serapias parviflora x x x

59 Serapias vomeracea subsp. vomeracea x x x

60 Spiranthes spiralis x x x

Totale 50 48 45

RINGRAZIAMENTIPer la buona riuscita della ricerca dei 60 taxa elencate, ringrazio gli amici soci della Sezione

Locale “Murgiana” per il tempo trascorso insieme nelle escursioni in campo, e gli amici Matteo Perilli, Vito Antonio Romano, Rolando Romolini, Rémy Souche, per i consigli, gli incoraggiamenti e gli apprezzamenti per l’impegno profuso.

BIBLIOGRAFIACampochiaro M. & Dura T., 2011: Ophrys scolopax subsp. conradiae (Melki & Deschâtres)

H. Baumann, Giotta, Künkele, R. Lorenz & Piccitto, prima segnalazione per la provincia di Taranto. – GIROS Notizie 48: 42-43.

Cillo N., 2009: Ophrys mateolana Medagli, D’Emerico, Bianco & Ruggiero, nuove segnalazioni in provincia di Bari. – GIROS Notizie 40: 38-40.

D’Agostino V. & Liuzzi C., 2010: Orchis simia Lam., prima segnalazione per la Puglia. – GIROS Notizie 43: 52-53.

D’Alonzo F., 2009: Ophrys conradiae Melki & Deschâtres, nuova segnalazione per la Puglia. – GIROS Notizie 42: 11-12.

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GIROS 2009: Orchidee d’Italia. Guida alle orchidee spontanee. Ed. Il Castello, Cornaredo (MI).Medagli P. & Cillo N., 2009: Ophrys murgiana Cillo, Medagli & Margherita, specie nuova delle

Murge (Puglia, Italia meridionale). – GIROS Notizie 41: 23-25.Medagli P. & Gambetta G., 2003: Guida alla Flora del Parco – Parco Regionale della Murgia materana.Perazza G. & Doro D., 2004: Ophrys incubacea var. dianensis, varietà colorata da ricercare. – GIROS

Notizie 25: 26-27.Perilli M., 2009: Ophrys holosericea subsp. gracilis Büel, O. Danesch & E. Danesch, prima segnalazione

per la Puglia. – GIROS Notizie 42: 19.Perilli M., 2010: Entità del gruppo Ophrys fusca nel Gargano, con la prima segnalazione di Ophrys fusca

subsp. lucana. – GIROS Notizie 45: 31-32.Romano V.A. & Falconieri A., 2011: Prima segnalazione in Basilicata di Ophrys scolopax subsp.

conradiae (Melki & Deschâtres) H. Baumann, Giotta, Künkele, R. Lorenz & Piccitto. – GIROS Notizie 52: 97-100.

Romolini R. & Souche R., 2012: Ophrys d’Italia. Editions sococor, Saint-Martin-de-Londres.Rossini A. & Quitadamo G., 2007: Ophrys conradiae Melki & Deschâtres, prima segnalazione per il

Gargano e la Puglia. – GIROS Notizie 36: 37-38.

Anacamptis collina apocroma, Gravina in Puglia (BA), marzo 2010 (foto F. D’Alonzo)

Anacamptis papilionacea var grandiflora, Altamura (BA), aprile 2011 (foto F. D’Alonzo)

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Barlia robertiana, Matera, febbraio 2011 (foto F. D’Alonzo)

Limodorum abortivum, Gravina in Puglia (BA), maggio 2012 (foto F. D’Alonzo)

Neotinea tridentata - ipercromatica, Gravina in Puglia (BA), maggio 2009 (foto F. D’Alonzo)

Ophrys apulica - lusus, Gravina in Puglia (BA), aprile 2011 (foto F. D’Alonzo)

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Ophrys apulica - lusus, Gravina in Puglia (BA), maggio 2013 (foto F. D’Alonzo)

Ophrys bertoloniiformis, Gravina in Puglia (BA), aprile 2013 (foto F. D’Alonzo)

Ophrys celiensis, Matera, maggio 2013 (foto F. D’Alonzo)

Ophrys incubacea var. dianensis, Gravina in Puglia (BA), maggio 2013 (foto F. D’Alonzo)

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Ophrys gracilis, Gravina in Puglia (BA), maggio 2013 (foto F. D’Alonzo)

Ophrys incubacea apocroma, Gravina in Puglia (BA), maggio 2009 (foto F. D’Alonzo)

Ophrys passionis con perianzio colorato, Matera, aprile 2010 (foto F. D’Alonzo)

Ophrys passionis subsp. minipassionis, Gravina in Puglia (BA), maggio 2013 (foto F. D’Alonzo)

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Ophrys sipontensis, Altamura (BA), marzo 2010 (foto F. D’Alonzo)

Ophrys tenthredinifera, Gravina in Puglia (BA), aprile 2013 (foto F. D’Alonzo)

Ophrys tenthredinifera, Gravina in Puglia (BA), maggio 2011 (foto F. D’Alonzo)

Orchis italica - ipercromia, Gravina in Puglia (BA), maggio 2011 (foto F. D’Alonzo)

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Serapias cordigera - leucistica, Gravina in Puglia (BA), maggio 2009 (foto F. D’Alonzo)

Epipogium aphyllum, Bosco di Ottati (M. Alburni - SA), 19 luglio 2011 (foto di A. Croce)

Ophrys laurensis, Rocca S. Venere, Nicosia (EN) - 30 aprile 2013 (foto di A. Zimmitti)

Epipactis helleborine subsp. tremolsii in fanghi di miniera a Barraxiutta, nell’Iglesiente, Sardegna sud-

occidentale (foto di F. Muntoni)

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Ophrys laurensis, Rocca S. Venere, Nicosia (EN) - 30 aprile 2013 (foto di A. Zimmitti)

Habitat di Ophrys laurensis, Rocca S. Venere, Nicosia (EN) - 30 aprile 2013 (foto di A. Zimmitti)

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Spiranthes aestivalis, Bèrchida (Siniscola - NU), 12 giugno 2013 (foto G.B. Pau)

Spiranthes aestivalis, Bèrchida (Siniscola - NU), 12 giugno 2013 (foto G.B. Pau)

Spiranthes aestivalis, Eni Tolti (S. Teodoro - OT), 23 giugno 2013 (foto G.B. Pau)

Spiranthes aestivalis, Eni Tolti (S. Teodoro - OT), 23 giugno 2013 (foto G.B. Pau)

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Habitat di Spiranthes aestivalis, Bèrchida (Siniscola - NU), 12 giugno 2013 (foto G.B. Pau)

Habitat di Spiranthes aestivalis, Eni Tolti (S. Teodoro - OT), 23 giugno 2013 (foto G.B. Pau)

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sopra: Ophrys ×albertiana nothosubsp. grovesii, Parco naturale regionale Litorale di Ugento (LE), 16 aprile 2013 (foto R. Gennaio)

pagina 43, in alto: Ophrys albertiana nothosubsp. grovesii, Parco naturale regionale Litorale di Ugento (LE), 16 aprile 2013 (foto R. Gennaio)

pagina 43, in basso: Ophrys ×pescolusae, loc. Pescoluse - Salve (LE) , 8 aprile 2013 (foto R. Gennaio)

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Indice delle illustrazioni

Dactylorhiza maculata subsp. savogiensis, La Thuile (AO), 5 agosto 2012, foto di M.G. De Si-moni & F. de Giglio

Anacamptis collina apocroma, Gravina in Puglia (BA), marzo 2010, foto F. D’AlonzoAnacamptis papilionacea var grandiflora, Altamura (BA), aprile 2011, foto F. D’AlonzoBarlia robertiana, Matera, febbraio 2011 (foto F. D’Alonzo)Limodorum abortivum, Gravina in Puglia (BA), maggio 2012, foto F. D’AlonzoNeotinea tridentata - ipercromatica, Gravina in Puglia (BA), maggio 2009, foto F. D’AlonzoOphrys apulica – lusus, Gravina in Puglia (BA), aprile 2011, foto F. D’Alonzo

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Prato di Anacamptis laxiflora, Le Fontanelle, Amandola (FM), 10 maggio 2012 (foto di F. Benigni e A. Mandozzi)

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Ophrys apulica - lusus, Gravina in Puglia (BA), maggio 2013, foto F. D’AlonzoOphrys bertoloniiformis, Gravina in Puglia (BA), aprile 2013, foto F. D’AlonzoOphrys celiensis, Matera, maggio 2013, foto F. D’AlonzoOphrys incubacea var. dianensis, Gravina in Puglia (BA), maggio 2013, foto F. D’AlonzoOphrys gracilis, Gravina in Puglia (BA), maggio 2013, foto F. D’AlonzoOphrys incubacea apocroma, Gravina in Puglia (BA), maggio 2009, foto F. D’AlonzoOphrys passionis con perianzio colorato, Matera, aprile 2010, foto F. D’AlonzoOphrys passionis subsp. minipassionis, Gravina in Puglia, maggio 2013, foto F. D’AlonzoOphrys sipontensis, Altamura (BA), marzo 2010, foto F. D’AlonzoOphrys tenthredinifera, Gravina in Puglia (BA), aprile 2013, foto F. D’AlonzoOphrys tenthredinifera, Gravina in Puglia (BA), maggio 2011, foto F. D’AlonzoOrchis italica - ipercromia, Gravina in Puglia (BA), maggio 2011, foto F. D’AlonzoSerapias cordigera - leucistica, Gravina in Puglia (BA), maggio 2009, foto F. D’AlonzoEpipogium aphyllum, Bosco di Ottati (M. Alburni - SA), 19 luglio 2011, foto A. CroceEpipactis helleborine subsp. tremolsii in fanghi di miniera a Barraxiutta, nell’Iglesiente,

Sardegna sud-occidentale, foto di F. MuntoniOphrys laurensis, Rocca S. Venere, Nicosia (EN) - 30 aprile 2013, foto di A. ZimmittiHabitat di Ophrys laurensis, Rocca S. Venere, Nicosia (EN) - 30 aprile 2013, foto di A. Zim-

mittiOphrys laurensis, Rocca S. Venere, Nicosia (EN) - 30 aprile 2013, foto di A. ZimmittiSpiranthes aestivalis, Bèrchida (Siniscola, NU), 12 giugno 2013, foto di G.B. PauSpiranthes aestivalis, Bèrchida (Siniscola, NU), 12 giugno 2013, foto di G.B. PauSpiranthes aestivalis, Eni Tolti (S. Teodoro, OT), 23 giugno 2013, foto di G.B. PauSpiranthes aestivalis, Eni Tolti (S. Teodoro, OT), 23 giugno 2013, foto di G.B. PauHabitat di Spiranthes aestivalis, Bèrchida (Siniscola, NU), 12 giugno 2013, foto di G.B. PauHabitat di Spiranthes aestivalis, Eni Tolti (S. Teodoro, OT), 23 giugno 2013, foto di G.B. PauOphrys ×albertiana nothosubsp. grovesii, Parco naturale regionale Litorale di Ugento (LE),

16 aprile 2013, foto di R. GennaioOphrys ×albertiana nothosubsp. grovesii, Parco naturale regionale Litorale di Ugento (LE),

16 aprile 2013, foto di R. GennaioOphrys ×pescolusae, loc. Pescoluse - Salve (LE) , 8 aprile 2013, foto di R. GennaioPrato di Anacamptis laxiflora, Le Fontanelle, Amandola (FM), 10 maggio 2012, foto di F. Be-

nigni e A. MandozziOrchis italica, Monte Cilio (M. Catria - PU), 18 maggio 2013, foto di J.M.I. KlaverOphrys bertolonii subsp. benacensis f. chlorantha, Caprino Veronese (M. Baldo - VR), 18

aprile 2013, foto di E. Agrezzi

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Una interessante convivenza tra Epipactis e Formicidae in fanghi di miniera nell’Iglesiente: addendum

di Maria Pia Grasso1 & Francesco Muntoni2

1via Costa Marina, 30 - Quartu S. Elena (CA)2Via Trentino, 11 - Cagliari

Riassunto: si riportano ulteriori considerazioni sui rapporti orchidee-formiche e la determinazione degli individui della famiglia Formicidae osservati sulle Epipactis nei fanghi di miniera a Barraxiutta, nell’Iglesiente, Sardegna sud-occidentale.Parole chiave: Epipactis helleborine subsp. tremolsii, Formicidae, fanghi di miniera, Barraxiutta (Domusnovas, CI, Sardegna sud-occidentale).Abstract: this contribution discusses further aspects of the relationship between Orchidaceae and Formicidae, and reports the determination of Formicidae observed in mine dump near Barraxiutta in the Iglesiente area (South-Western Sardinia). Keywords: Epipactis helleborine subsp. tremolsii, Formicidae, mine dump, Barraxiutta (Domusnovas, CI, SW Sardinia).

Come già riferito (Grasso & Muntoni 2013), una popolazione di Epipactis helleborine subsp. tremolsii (Pau) E. Klein visitata da numerose entità di Formicidae è stata rinvenuta e coesiste da molto tempo in un deposito di fanghi rossi della miniera dismessa di Barraxiutta, loc. Sa Duchessa (Domusnovas). In alcuni ulteriori e più recenti sopralluoghi effettuati nei mesi di maggio e giugno 2013, sono stati prelevati campioni dei suddetti imenotteri (non ancora determinati) e inviati a Mauro Doneddu, che ha provveduto alla determinazione sotto riportata. Si è constatata pertanto la presenza di 5 specie appartenenti a ben 5 generi diversi in due diverse sottofamiglie:

FAMIGLIA FormicidaeSOTTOFAMIGLIA Formicinae:Camponotus (Tanaemyrmex) aethiops Latreille 1798Lasius (Lasius) emarginatus Olivier 1792Plagiolepis pygmaea Latreille 1798

SOTTOFAMIGLIA Myrmicinae:Aphaenogaster spinosa Emery 1878 Pheidole pallidula Nylander 1849

La prima rilevazione della presenza delle Epipactis e delle formiche sui fanghi rossi risale al maggio del 1995; come accennato le formiche fungono da impollinatori casuali delle Epipactis osservate, abitualmente esse non sono buoni impollinatori per la presenza sul loro capo di sostanza antibiotica (Claessens & Kleynen 2012) da esse secreta e deleteria per il polline; tuttavia viene riportato il caso di Formica lemani quale impollinatore di Chamorchis alpina, “Da aber die Pollinien bei den Orchideen auf Pollenstielken stehen, erhalten sie ihre Keimkraft” (perché essendo le masse polliniche sostenute dai pollinodi esse rimangono in alto e il loro potere germinativo non viene

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intaccato). In E. helleborine s.l. la stessa funzione viene svolta dal retinacolo, che è molto grosso e sporge dal bordo superiore dello stimma, a dimostrazione di tutte le strategie messe in atto dalla natura, nelle orchidee in particolare, per la perpetuazione della specie. Le formiche sono inoltre aggressive e scacciano, quando sono in visita, gli altri impollinatori (l.c.); in proposito nell’ultimo sopralluogo, in data 10.06.2013, abbiamo notato la presenza di altri numerosi insetti, molti sicuramente impollinatori, in particolare Bombylius sp. (Diptera: Bombylidae), osservato spesso nell’Iglesiente, proprio nella zona di Sa Duchessa (Domusnovas) su E. helleborine (Grasso & Gulli 1999), e una diminuzione delle formiche in quelle più esposte al sole, nelle quali la sostanza nettarifera accennava a disseccarsi. Le Epipactis rinvenute sui fanghi, nell’ambiente più arido e soleggiato, presentano caratteristiche morfologiche che ci hanno consentito di ascriverle a E. helleborine subsp. tremolsii, mentre spostandoci nella zona ombreggiata dai lecci e dove i fanghi si diluiscono nel terreno circostante, gli esemplari di Epipactis sono assimilabili alla subsp. helleborine. Quanto suddetto trova riscontro sull’ampia adattabilità ecologica di E. helleborine, che può presentare variazioni importanti su substrati differenti (Claessens & Kleinen 1994), come si verifica in E. helleborine subsp. neerlandica che vive in popolazioni pure nelle associazioni a Salix repens, mentre coesiste con individui vicini a E. helleborine tipica nelle stazioni dunali boscate (l.c.). Osservazioni similari sulle modifiche morfologiche che E. helleborine (L.) Crantz subsp. helleborine pone in atto al variare delle condizioni ambientali sono riportate anche da altri Autori (Bongiorni et al. 2012) e sarebbero da approfondire in tutta la zona di Sa Duchessa.

RINGRAZIAMENTISi ringrazia il socio Mauro Doneddu per la determinazione degli imenotteri rinvenuti.

BIBLIOGRAFIABongiorni L., De Vivo R. & Fori S., 2012: Variabilità di Epipactis helleborine subsp. helleborine (L.)

Crantz e valutazione di alcune sue sottospecie. − GIROS Notizie 50: 27-29.Claessens J. & Kleynen J., 1994: Quelques espèces allogames et autogames du genre Epipactis en

France. L’Orchidophile 25 (114): 210-218.Claessens J. & Kleynen J., 2012: Bestäubung bei Europäischen Orchideen zwischen Allogamie und

Autogamie - einige Beispiele. − Ber. Arbeitskr. Heim. Orchid. Beih. 8: 14-32.Grasso M.P. & V. Gulli V., 1999: Sur quelques Epipactis et leurs insectes visiteurs. − L’Orchidophile

30 (138): 163-166.Grasso M.P. & Muntoni F., 2013: Una interessante convivenza tra Epipactis e Formicidae in fanghi di

miniera nell’Iglesiente. − GIROS Notizie 53: 93-94.

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he La distribuzione di Epipogium aphyllum Sw. in Campania (Sud Italia), con nuove stazioni per il Cilento e il Matese

di Antonio Croce1, Annalisa Santangelo2, Pasquale Buonpane3, Roberto Bocchino4 & Nicola di Novella5

1 Dip.to delle Scienze e Tecnologie Ambientali, Biologiche e Farmaceutiche, Seconda Università degli Studi di Napoli, Caserta.

GIROS sez. “Terra di Lavoro” - [email protected] Dip.to di Biologia, Università degli Studi “Federico II”, Napoli

3 Via S. Rocco, 34 -81016 Piedimonte Matese (CE)4 Via C. Colombo, 26 - 84098 Pontecagnano (SA)

5 GIROS sez. “Cilento-Vallo di Diano”, Via Ischia, 61 - 84038 Sassano (SA)

Riassunto: gli autori riportano la distribuzione aggiornata in Campania di Epipogium aphyllum Sw., alla luce di nuove segnalazioni. Le nuove stazioni ampliano l’areale della specie in regione al massiccio degli Alburni e al Monte Gelbison, in provincia di Salerno, e al massiccio del Matese, in provincia di Caserta. Il primo dato bibliografico è altresì discusso. Parole chiave: Epipogium aphyllum Sw., Orchidaceae, distribuzione, Campania. Abstract: the authors report the current distribution of Epipogium aphyllum Sw. in Campania, in the light of new findings. The new sites extend the distribution to Alburni massif and M. Gelbison, in the province of Salerno, and to the Matese mountains, in the province of Caserta. The first bibliographic record is also discussed.Keywords: Epipogium aphyllum Sw., Orchidaceae, distribution, Campania.

INTRODUZIONEEpipogium aphyllum è l’unica specie del genere Epipogium in Europa, presente in

quasi tutto il continente (Pridgeon et al. 2005). Elemento corologico eurosiberiano, ha areale che si estende dai Pirenei fino alla Penisola della Kamkatcha e al Giappone. In Italia è più comune nelle regioni del Nord e diviene sempre più rara verso sud (Perazza 2009) dove arriva fino all’estremità della penisola, in Aspromonte (Brullo et al. 2001), ma con poche altre stazioni in Basilicata e Calabria (Fascetti et al. 2009, Pisani 2003). È una specie micoeterotrofa, che può svolgere l’intero ciclo vitale senza mai emergere dal suolo. Anche per questo motivo, oltre che per il periodo fenologico irregolare e breve (la pianta non ha foglie, quindi non si può osservare se non quando è in fioritura), nei paesi anglosassoni è denominata “Ghost orchid”, tradotto anche in Italiano come “Orchidea fantasma” (Perazza 2009).

Molti autori riportano anni di apparente scomparsa anche da luoghi in cui è stata precedentemente osservata (Delforge 2005; Taylor & Roberts 2011; Perazza 1992, 2009). Tuttavia è una specie inconfondibile che fiorisce nel sottobosco povero tipico delle foreste di conifere o di faggio (Delforge 2005). Taylor & Roberts (2011) indicano che le fioriture sono favorite dal susseguirsi di almeno due annate con temperature invernali particolarmente fredde.

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Segnalazioni botaniche

MATERIALI E METODI Ai fini dell’aggiornamento della distribuzione per la regione Campania sono stati

presi in esame i dati bibliografici esistenti e i dati di campo raccolti negli anni tra il 2001 ed il 2013, confluiti nell’archivio cartografico delle Orchidee della Campania (Croce & Nazzaro, in prep.).

In particolare, indagini di campo mirate alla ricerca della specie sono state svolte nel territorio del Cilento. E. aphyllum è stata infatti una delle entità della flora di questo territorio oggetto di ricerca nell’ambito del progetto “Individuazione e valutazione dello stato di conservazione delle specie vegetali rare del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano”, finanziato dallo stesso Ente e svolto nel corso del biennio 2010-2011 (Santangelo 2011). L’obiettivo principale era la verifica dello stato di conservazione della specie nell’unica stazione nota di M. Faiatella, nel massiccio del Cervati (Nazzaro et al. 1996), ma i rilevamenti svolti per la ricerca di altre specie oggetto di studio nel corso del progetto hanno permesso di verificare la presenza di ulteriori stazioni.

Sono stati inoltre esaminati i dati distributivi relativi alla specie raccolti nel corso di escursioni occasionali nel territorio regionale.

Tutti i dati di campo sono stati georiferiti tramite GPS; i dati bibliografici o comunicati attraverso la toponomastica ufficiale sono stati georeferenziati secondo il metodo descritto in Santangelo (2007) e Santangelo et al. (2008). Le elaborazioni cartografiche sono state effettuate utilizzando il Software Quantum Gis. Il sistema di riferimento utilizzato è il WGS 84 fuso 33T; reticolati con maglie di 1km e 10 km sono stati utilizzati per la realizzazione delle mappe di distribuzione.

RISULTATI

DATI BIBLIOGRAFICI PER LA CAMPANIA La prima segnalazione di Epipogium aphyllum (sub Satyrium epipogium L.) in

Campania si deve a Bartolomeo Paolillo, corrispondente di Michele Tenore, che lo raccolse a fine luglio 1845 nel territorio di Bocca della Selva, sulle pendici meridionali di Monte Mutria, nel massiccio del Matese (Paolillo 1846). Guadagno (1910) segnala la presenza della pianta, all’oscuro della nota precedente, sulla base di un campione d’erbario raccolto dallo stesso Paolillo e conservato tutt’oggi nella collezione Tenore in NAP. Da notare la diversa data riferita alla raccolta: “sul finir di luglio” secondo la nota di Paolillo, “5 augusti” secondo il cartellino del saggio d’erbario. Sebbene la comunicazione di Guadagno sia citata spesso come prima segnalazione per il Sud Italia, il riferimento corretto è quindi quello del 1846 di Paolillo.

Nell’ultimo decennio del secolo scorso fu rinvenuto, sempre in provincia di Benevento, nelle faggete del M. Taburno (Menale & Nazzaro 1991) e in quelle del M. Faiatella nel massiccio del Cervati, in provincia di Salerno (Nazzaro et al. 1996). Infine per la provincia di Napoli e precisamente per i Monti Lattari (Penisola Sorrentina), Adinolfi

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he & Fontanella (2010) riportano la presenza di 5 esemplari in due diversi siti a meno di 100 metri l’uno dall’altro.

NUOVI DATILe ricerche svolte nel territorio del Cilento hanno permesso di confermare la stazione

del Monte Faiatella (Nazzaro et al. 1996). La stazione qui riportata si trova ad alcune centinaia di metri da quella già nota e ricade in una maglia diversa del reticolato chilometrico UTM. Per tale motivo si è trattato il record come nuovo. Ulteriori stazioni sono state ritrovate in Cilento, nel territorio degli Alburni e Monte Sacro e nel territorio del Matese.

Le nuove stazioni vengono riportate di seguito con l’indicazione del complesso montuoso, la località desunta dalle tavolette IGM 1:25000, il comune e la provincia, le coordinate della maglia del reticolo UTM chilometrico, la quota, la data di osservazione, il numero di scapi fiorali ed il nome dei rilevatori. Si preferisce usare il termine “scapo” piuttosto che “individuo” non essendo possibile stabilire con certezza se si tratti realmente di piante diverse o di fusti fioriferi partenti dallo stesso rizoma e, quindi, appartenenti allo stesso individuo. Tutte le stazioni si trovano all’interno di faggete, con esposizione nei versanti settentrionali o in condizioni pianeggianti. Per la stazione del Matese, non georiferita attraverso un GPS, si indicano entrambi i comuni in cui ricade l’area identificata sulle carte.

1) Massiccio del Matese, Serra Sbregavitelli (Letino-San Gregorio Matese, CE), UTM 445.4587 [VF45/87], 1250 m s.l.m., 13 giugno 2011, 1 scapo (P. Buonpane). 2) Monti Alburni, tra Postiglione e Campo d’Amore (Postiglione, SA), UTM 521.4489 [WE21/89], 1250 m s.l.m., 13 luglio 2013, 1 scapo (R. Bocchino).3) Monti Alburni, tra Postiglione e Campo d’Amore (Postiglione, SA), UTM 521.4489 [WE21/89], 1220-1250 m s.l.m., 24 luglio 2013, 23 scapi distribuiti su una distanza di un centinaio di metri in due distinte stazioni (R. Bocchino).4) Monti Alburni, Bosco di Ottati (Ottati, SA), UTM 527.4486 [WE27/86], 1400 m s.l.m., 19 luglio 2011, 7 scapi (A. Croce e A. Santangelo).5) Monti Alburni, P.zo Tibellina (Ottati, SA), UTM 527.4485 [WE27/85], 1390 m s.l.m., 19 luglio 2011, 2 scapi a poche decine di metri di distanza l’uno dall’altro (A. Croce e A. Santangelo).6) Monti Alburni, Tra P.zo del Lauro Fuso e P.zo delle Brecce (Ottati, SA), UTM 528.4485[WE28/85], 1370 m s.l.m., 19 luglio 2011, 2 scapi (A. Croce e A. Santangelo).7) Massiccio del Cervati, versante N di Monte Faiatella, (Valle dell’Angelo, SA), UTM 538.4458 [WE38/58], 1600 m s.l.m., 26 luglio 2011, 4 scapi (A. Croce).8) Monte Gelbison (= M. Sacro), versante N presso la cima, UTM 528.4452 [WE28/52], 1650 m s.l.m., 25 luglio 2011, 11 scapi (N. Di Novella).

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CONSIDERAZIONI SULLA DISTRIBUZIONE IN CAMPANIAIn archivio risultano complessivamente 16 record distributivi:

4 da fonti bibliografiche;12 puntuali, rilevati dai curatori del database e da contributori. Fra questi, 10 risultano

inediti e due si riferiscono alle stazioni note di M. Faiatella e M. Taburno.L’incremento è notevole rispetto ai due soli record georiferiti presenti in archivio al

2005 (Nazzaro et al. 2006) ed è imputabile, verosimilmente, a tre fattori:1) La maggiore possibilità di scambio e condivisione di informazioni offerta dagli

strumenti informatici (Forum, Social Network, sistemi di comunicazione);2) Il maggiore numero di osservatori che, in campo, riconoscono e segnalano entità

di particolare interesse;3) La possibilità di indagini accurate sul territorio offerta grazie al finanziamento di

progetti di ricerca riguardanti specie rare. La specie è segnalata, attualmente, per 7 maglie della griglia con risoluzione 10x10

km (fig.1) all’interno dei quali ricadono 11 quadrati UTM di 1x1 km. La quota delle stazioni varia tra i 1200 m (Taburno) e i 1660 m (Faiatella). La stazione di Monte Faito si trova a meno di 3 km in linea d’aria dalla costa. La fioritura è stata osservata tra il 9 luglio (Adinolfi & Fontanella 2010) ed il 5 agosto (Paolillo in NAP), con la sola eccezione di una osservazione del 13 giugno che rivela una relativa irregolarità del periodo di fioritura.

Escludendo il primo dato di presenza (Paolillo 1846, Guadagno 1910), tutte le osservazioni si riferiscono ad un periodo posteriore al 1990 ed il numero di scapi osservati non supera, complessivamente, le 50 unità. Si può affermare, quindi, che la specie sia ancora poco osservata, che il numero di piante censite sia decisamente basso e che si tratti di una fra le più rare specie della flora orchidologica campana. Applicando i criteri esposti da Rabinowitz (1981), E. aphyllum ha in Campania una distribuzione geografica ampia (è presente praticamente in tutta la regione), una specificità elevata per l’habitat (esclusivamente faggete) e forma popolazioni locali piccole. Il numero contenuto di osservazioni è dovuto tanto all’ecologia della specie quanto all’habitat che, estremamente povero in specie, è uno dei meno frequentati da botanici e appassionati.

Il complesso che annovera più segnalazioni è quello dei Monti Alburni (7 records). La distribuzione in regione interessa tanto aree con significative estensioni di faggeta quanto, all’estremo, lembi di ridotta estensione, come il caso

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he del M. Faito. Mancano a tutt’oggi dati solo per la provincia di Avellino che, tuttavia, comprende aree con estese faggete (M. Picentini e Partenio). La specie è da ricercare, inoltre, in tutti gli altri massicci con aree forestali con analoghe caratteristiche ambientali, tanto sui versanti settentrionali che su quelli meridionali.

Dal punto di vista della conservazione, nonostante i numerosi fattori di rischio citati in letteratura (cfr. Taylor & Roberts 2011), non si sono rilevati particolari criticità nelle stazioni osservate. Tutte le stazioni, inoltre, ricadono in aree protette.

BIBLIOGRAFIAAdinolfi G. & Fontanella F., 2010: Epipogium aphyllum Sw. al Monte Faito, prima segnalazione per

la provincia di Napoli. – GIROS Notizie 43: 45-46.Brullo S., Scelsi F. & Spampinato G., 2001: La vegetazione dell’Aspromonte. Laruffa, Reggio

Calabria: 386.Delforge P., 2005: Guide des orchidées d’Europe, d’Afrique du Nord et du Proche-orient. Delachaux

et Niestlé, Paris: 110.Fascetti S., Romano V.A., Sabino A.V., Campochiaro M.B. & LApenna M.R., 2009: Nuova

stazione di Epipogium aphyllum Sw. in Basilicata: specie rara e di antica segnalazione. – GIROS Notizie 40: 44-45.

Guadagno M., 1910: L’Epipogium aphyllum (Schm.) Sw. nell’Italia meridionale. – Bull. Orto Bot. Regia Univ. Napoli 2(4): 521-523.

Menale B. & Nazzaro R., 1991: Una nuova stazione di Epipogium aphyllum Sw. (Orchidaceae) sull’Appennino meridionale. – Ann. Bot., 49, suppl. 8: 83-87.

Nazzaro R., Croce A., Menale B., Varriale A. & Bevilacqua F., 2006: Orchids in Campania (Italy): a first progress report of knowledge. – Jour. Eur. Orch. 38(2): 387-396.

Nazzaro R., Menale B., Di Novella N., La Valva V. & Caputo G., 1996: Le Orchidaceae delle aree interne del Cilento e del Vallo di Diano (Salerno). – Delpinoa n.s. 33-34 (1991-1992): 31-57.

Paolillo B., 1846: Nota del Socio Bartolomeo Paolillo di Cusano. – Annali dell’Accademia degli Aspiranti Naturalisti in Napoli. 3 (1845-46): 208.

Perazza G., 1992: Orchidee spontanee in Trentino -Alto Adige, riconoscimento e diffusione. Manfrini, Calliano.

Perazza G., 2009: Epipogium aphyllum Sw. In: GIROS, 2009: Orchidee d’Italia. Guida alle orchidee spontanee. Il Castello, Cornaredo (MI).

Pisani G., 2003: Segnalazioni Floristiche Italiane: 1067. – Inf. Bot. Ital. 35(1): 103.Pridgeon A.M., Cribb P., Chase M.W. & Rasmussen F.N.(eds), 2005: Genera Orchidacearum,

4.Epidendroideae 1. Oxford University Press, Oxford, UK.Rabinowitz D., 1981: Seven forms of rarity. In Synge H. (ed.): The Biological Aspects of Rare Plant

Conservation: 205-217. John Wiley and Sons, London.Santangelo A., 2007: Relazione tecnico scientifica del progetto “Individuazione e valutazione dello

stato di conservazione delle specie vegetali rare del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano”. Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, 1-27.

Santangelo A., 2011: Relazione tecnico-scientifica del progetto “Individuazione e valutazione dello stato di conservazione delle specie vegetali rare del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano”. Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, 1-44.

Santangelo A., Bronzo E., Croce A., Salvati C. & Strumia S., 2008: Basi di dati per le ricerche floristiche: un esempio per il Matese campano. – Inf. Bot. Ital., 40(1): 59-71.

Taylor L. & Roberts D.L., 2011: Biological Flora of the British Isles:  Epipogium aphyllum Sw. – Journal of Ecology, 99: 878–890. doi: 10.1111/j.1365-2745.2011.01839.x

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Anacamptis laxiflora, nuovo sito per le Marche di Franco Benigni1 & Alberto Mandozzi2

1 [email protected] 2 [email protected]

Riassunto: si segnala un nuovo sito per Anacamptis laxiflora nelle Marche (Amandola, FM).Parole chiave: Anacamptis laxiflora, Le Fontanelle (Amandola, Fermo, Marche).Abstract: a new site in the Marche of Anacamptis laxiflora is here reported (Amandola, FM).Keywords: Anacamptis laxiflora, Le Fontanelle (Amandola, Fermo, Marche).

REPERTO: Località Le Fontanelle, Comune di Amandola (FM), quota 800-1000 m s.l.m., 10 maggio 2012.

DESCRIZIONEIl sito si trova poco sopra Amandola, per la precisione tra il paese e la frazione di

Garulla. Il luogo è un pianoro a circa 800/1000 m in leggero declivio con esposizione est-ovest denominato Le Fontanelle per le molteplici vene acquose che rendono questo luogo ideale per la crescita delle orchidee che amano l’acqua.

La stazione è in pascoli ricchi di specie floristiche, e oltre ad Anacamptis laxiflora, presente con circa 200 esemplari di rara bellezza, con piante alte anche 50 cm con molti fiori, abbiamo potuto anche osservare A. morio, A. ×alata, Serapias lingua, Orchis simia, O. purpurea, O. militaris, O. ×hybrida e qualche pianta di Ophrys holosericea. Inoltre vi sono anche altri fiori di una certa importanza come Calluna vulgaris, Astrantia major subsp. elatior, ecc.

OSSERVAZIONIAnacamptis laxiflora non è molto comune nelle Marche e la motivazione è la stessa

per la quale questa specie è in forte regressione in tutta l’Italia: la crescita in zone acquitrinose, habitat ovunque in pericolo. La perdita di questi ambienti è un gravissimo danno per tutte le specie più o meno igrofile.

Già nel 1853 Gasperini nella Flora Italica di Bertoloni (1853: 550) segnalava questa orchidea per la provincia di Pesaro dove, come riportato anche da Crescentini & Klaver (1997: 174), si conoscono attualmente pochi luoghi di crescita. Oltre queste segnalazioni conosciamo un altro sito tra Fabriano e Sassoferrato dove però vi sono pochissimi esemplari, tra l’altro fortemente minacciati, e poi il sito più noto, quello dei Piani di Monte Lago (MC). Questo nuovo sito è di gran lunga quello in cui A. laxiflora cresce più numerosa.

BIBLIOGRAFIABertoloni A., 1853: Flora Italica. 9 voll., Bologna.Crescentini R. & Klaver J.M.I., 1997: Orchidee Spontanee della Provincia di Pesaro e Urbino con

osservazioni sulle specie delle Marche. Iconografia e distribuzione. Pesaro.GIROS, 2009: Orchidee d’Italia. Guida alle orchidee spontanee. Il Castello, Cornaredo (MI).

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he Ritrovamento di Ophrys laurensis Geniez & Melki (Orchidaceae) nel territorio di Nicosia (Monti Erei, Sicilia

centrale)di Angelo Zimmitti

Via Garibaldi, 21 - 96010 Melilli (SR)[email protected]

Riassunto: Si riporta un nuovo ritrovamento di Ophrys laurensis [O. subfusca subsp. laurensis (Geniez & Melki) Kreutz], raro endemismo siculo descritto per il territorio ibleo (Sicilia sud-orientale). La nuova stazione è stata scoperta nel territorio di Nicosia (Enna, Monti Erei, Sicilia centrale).Parole chiave: Ophrys laurensis, Rocca S. Venere (Nicosia, Monti Erei, Enna, Sicilia).Abstract: A new record of Ophrys laurensis, a rare Sicilian endemism described for the Hyblean Mountains (South-Eastern Sicily), is here reported. The new station has been found in the territory of Nicosia (Enna, Erei Mountains, Central Sicily).Keywords: Ophrys laurensis, Rocca S. Venere (Nicosia, Erei Mts., Enna, Sicily).

REPERTO: Località Rocca S. Venere, quota 910 m s.l.m., Comune di Nicosia (EN); carta IGM: Nicosia, Foglio 260, Quadrante II, Tavoletta SE; UTM: VB.47.32; 28 aprile 2013, Angelo Zimmitti.

DESCRIZIONEUna nuova stazione di Ophrys laurensis è stata rinvenuta in prossimità della cima

di Rocca S. Venere (960 m), rilievo dei Monti Erei (Sicilia centrale). Il sito di crescita è costituito da pascoli molto degradati con substrati di natura argillosa interessati da una vegetazione erbacea subnitrofila con arbusti radi di Calicotome infesta e Pyrus spinosa.

Il ritrovamento è stato possibile grazie alla visione di alcune fotografie, pubblicate alla fine di aprile 2013 da un’appassionata di natura, in un noto social network online in cui è stato creato un gruppo dedicato alla condivisione di immagini e allo studio della flora spontanea siciliana. Le fotografie, recanti indicazioni sulla località degli scatti ma non sull’identità della pianta fotografata, ritraevano una Ophrys sp. in fiore mostrante i caratteri tipici della specie oggetto di questa segnalazione.

Il 28 aprile 2013, al fine di verificare la possibile presenza di O. laurensis nel territorio esaminato, è stata effettuata una visita durante la quale sono stati rinvenuti oltre un centinaio di individui in piena fioritura in un’area di circa 500 mq. Le piante osservate avevano un’altezza compresa tra gli 8 e i 19 cm e un numero di fiori variabile da 2 a 5; alcuni esemplari sono stati raccolti e conservati presso l’erbario dell’Università di Catania (CAT).

Nella stessa località sono state osservate altre Orchidaceae a fine fioritura, quali Anacamptis papilionacea subsp. grandiflora, A. longicornu e Serapias lingua.

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Segnalazioni botaniche

OSSERVAZIONIOphrys laurensis, appartenente al ciclo di O. subfusca, è un endemismo siculo descritto

da Melki & Geniez (1992) per i substrati vulcanici della parte cacuminale di Monte Lauro (986 m), rilievo dell’altopiano ibleo (Sicilia sud-orientale).

In passato la specie è stata considerata esclusiva di quest’area e di zone limitrofe, situate a quote inferiori, ricadenti nei territori comunali di Buccheri, Buscemi e Vizzini (Galesi 1998), solo recentemente Romolini & Souche (2012) l’hanno segnalata per il palermitano sopra la Ficuzza.

Con la presente nota si vuole contribuire alla conoscenza della reale distribuzione e alla conservazione di questo raro endemismo siculo, le cui popolazioni iblee, negli anni, hanno subìto una notevole contrazione causata dallo sfruttamento agro-pastorale del territorio.

RINGRAZIAMENTI: per le informazioni gentilmente fornite, si desidera ringraziare Adelina Cavaleri, autrice delle fotografie che hanno permesso di risalire alla nuova stazione di Ophrys laurensis. Per l’aiuto offerto durante le ricerche di campo, si ringraziano gli amici Mario Abela e Anna Maria Agliata. Per la revisione del testo si ringrazia Salvatore Brullo dell’Università di Catania.

BIBLIOGRAFIAGalesi R., 1998: Le Orchidaceae (Monocotyledones, Gynandrae) della Sicilia sud-orientale. − Boll. Acc.

Gioenia Sci. Nat. 29 (352): 225-261. Melki F. & Geniez Ph., 1992: Orchidées de Sicile: sous le regard des Nebrodi. − Coll. Soc. Franç.

Orchidophilie 12: 13-17.Romolini R. & Souche R., 2012: Ophrys d’Italia. Sococor, Saint-Martin-de-Londres.

Primo rinvenimento di Orchis italica nella Provincia di Pesaro e Urbino (Marche)

di Jan Marten Ivo Klaver1 e Domenico (‘Mimmo’) Rossi2

1 [email protected] [email protected]

Riassunto: si segnala il primo rinvenimento di Orchis italica nella Provincia Pesaro e Urbino (Marche).Parole chiave: Orchis italica, Monte Cilio (Gruppo Monte Catria, Serra Sant’Abbondio, PU, Marche).Abstract: the authors report the first finding of Orchis italica in the province of Pesaro-Urbino (Marche, Italy).Keywords: Orchis italica, Monte Cilio (Monte Catria, Serra Sant’Abbondio, PU, Marche). REPERTO: Località Monte Cilio (Gruppo Monte Catria), Comune di Serra Sant’Abbondio (PU), UTMWGS84 33T UJ 185147, quota 630 m s.l.m., 18 maggio 2013.

DESCRIZIONELa stazione è in pascoli piuttosto aridi sul versante ovest del Monte Cilio. Nella zona

era presente soltanto un esemplare che, nella suddetta data, era in fine fioritura. Altre Orchidacee presenti: Ophrys bertolonii, O. apifera, O. holosericea subsp. dinarica, O. fusca

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he subsp. funerea, O. sphegodes, Anacamptis morio, Orchis anthropophora, O. mascula, O. pauciflora, Dactylorhiza sambucina, D. maculata subsp. fuchsii.

OSSERVAZIONIOrchis italica è una specie stenomediterranea presente in Italia dalla Toscana e le

Marche fino alla Calabria e la Sicilia (Gulli & Tosi 2009). Il limite settentrionale sul versante adriatico fin’ora conosciuto era il sud delle Marche con poche segnalazioni nella provincia di Ascoli-Piceno e con una sola segnalazione nella provincia di Macerata nei dintorni di Sarnano (7 maggio 1981, A.J.B. Brilli-Cattarini, com. pers.). Nelle Marche la specie è da considerarsi rara (Crescentini & Klaver 1997: 270).

Alla fine dell’Ottocento O. italica venne segnalata da Domenico Matteucci (1893) in un saggio sulla flora del Monte Nerone (PU). Poiché nell’elenco fornito da Matteucci manca O. simia, specie assai comune nell’area in questione, la veridicità di questa segnalazione è stata messa in discussione (Brilli-Cattarini & Ballelli 1979: 353; Klaver 1991: 612; Klaver & Rossi 2011). Per questo il nuovo rinvenimento di Monte Cilio è da considerarsi il primo nella provincia di Pesaro e Urbino.

BIBLIOGRAFIABrilli-Cattarini A.J.B. & Ballelli S., 1979: Segnalazione di piante nuove, inedite o notevoli per la

regione marchigiana, IV. − Giorn. Bot. It. 113: 327-358.Crescentini R. & Klaver J.M.I., 1997: Orchidee Spontanee della Provincia di Pesaro e Urbino con

osservazioni sulle specie delle Marche. Iconografia e distribuzione. Pesaro.Gulli V. & Tosi G., 2009: Orchis italica. In: GIROS, 2009: Orchidee d’Italia. Guida alle orchidee

spontanee: 100-101. Il Castello, Cornaredo (MI).Klaver J.M.I., 1991: Distribution of the Orchidaceae of the Province Pesaro-Urbino (Central-East

Italy). − Mitt. Bl. Arbeitskr. Heim. Orch. Baden-Württ. 23(4): 557-747.Klaver J.M.I. & Rossi D., 2011: Contributo alla conoscenza delle Orchidee della Provincia di Pesaro e

Urbino. – GIROS Notizie 46: 30-36.Matteucci D., 1893: Il Monte Nerone e la sua Flora. Città di Castello (PG).

Serapias lingua, nuovo rinvenimento nella Provincia di Pesaro e Urbino (Marche)

di Alessandro Allegrucci [email protected]

Riassunto: si segnala un nuovo rinvenimento di Serapias lingua nella Provincia Pesaro e Urbino (PU, Marche).Parole chiave: Serapias lingua, Parco Miralfiore, Pesaro (PU, Marche).Abstract: the author reports a new finding of Serapias lingua in the province of Pesaro-Urbino (Marche, Italy).Keywords: Serapias lingua, Parco Miralfiore, Pesaro (Pesaro-Urbino, Marche). REPERTO: Località Parco Miralfiore, Comune di Pesaro (PU), quota: 11 m s.l.m., 9 maggio 2013, coordinate 12°54’8.08”E¸ 43°54’18.29”N.

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DESCRIZIONELa stazione è interna a un parco urbano in una zona di prato arido pianeggiante con

esposizione Sud-Est. Nella zona era presente soltanto un esemplare che, nella suddetta data, era in fase di fioritura. Altre Orchidacee presenti: Ophrys apifera, Orchis purpurea.

OSSERVAZIONIPianta a distribuzione steno-mediterranea e atlantico occidentale; in Italia presente

nel bacino del Mediterraneo e lungo le coste tirreniche fino alla Liguria; predilige prati aridi, luoghi incolti e umidi, a volte paludosi. Nella Provincia di Pesaro e Urbino è una specie estremamente rara e localizzata.

È stata segnalata per la prima volta nel 1813 per il Dipartimento del Metauro (Bodei & Brignoli 1813), e nella seconda metà dell’Ottocento è stata inclusa nell’elenco delle specie presenti nell’Urbinate (Federici & Serpieri 1868) con l’annotazione: “9 maggio [1867] […] vallata e nei prati a mezzogiorno delle case coloniche Casino e Cappella sotto nuova villetta Ubaldini”. Crescentini & Klaver (1997) ne segnalano una popolazione sul Monte Petralla, appena fuori confine amministrativo delle Marche in provincia di Arezzo. Diego Marchetti ha trovato una vasta popolazione di Serapias lingua nel 2010 nei dintorni di Mercatello sul Metauro (PU). Questa è la prima testimonianza documentata della specie che rientra ampiamente entro i confini amministrativi della Provincia di Pesaro e Urbino. Successivamente, nel maggio del 2012, Nazzareno Simoncelli ne ha trovata una popolazione di circa 30 piante nei dintorni di Cantiano (PU), mentre per la provincia di Macerata esiste una segnalazione di una popolazione vicino a Sarnano da parte di A.J.B. Brilli-Cattarini (Klaver 2013).

Questo nuovo rinvenimento nel Parco Miralfiore di Pesaro costituisce la quarta segnalazione di Serapias lingua per la Provincia di Pesaro e Urbino e la quinta a livello regionale. La straordinarietà di questo rinvenimento è rappresentata dalla distanza di areale con i precedenti ritrovamenti nonché dal fatto di essere all’interno di un parco urbano.

BIBLIOGRAFIA

Bodei A. & De Brignoli G., 1813: Alcuni Cenni sulle Produzioni Naturali del Dipartimento del Metauro. Urbino.

Crescentini R. & Klaver J.M.I., 1997: Orchidee Spontanee della Provincia di Pesaro e Urbino con osservazioni sulle specie delle Marche. Iconografia e distribuzione. Pesaro.

Federici A. & Serpieri A., 1868: Saggio di una flora dell’agro Urbinate ed epoca della fioritura di molte piante. – Bullettino Metereologico di Urbino, fasc. II, anno 1867: 32-38, 48-56.

Klaver J.M.I., 2013: Serapias lingua – http://www.italiafelix.it/orchids/orchids_marche/ _Ser-lin-txt.htm (consultato il 22/7/2013).

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he Nuove stazioni di Spiranthes aestivalis (Poir.) Rich. per la Sardegnadi Gian Battista Pau

[email protected]

Riassunto: si segnalano alcune nuove stazioni di Spiranthes aestivalis (Poir.) Rich. per le province di Nuoro e Olbia-Tempio (Sardegna).Parole chiave: Spiranthes aestivalis, Bèrchida, Su ‘Anzu (Siniscola, Nuoro), Rio Eni Tolti (San Teodoro, Olbia-Tempio), Sardegna.Abstract: new stations of Spiranthes aestivalis (Poir.) Rich. are discovered in the provinces of Nuoro and Olbia-Tempio (Eastern Sardinia).Keywords: Spiranthes aestivalis, Bèrchida, Su ‘Anzu (Siniscola, Nuoro), Rio Eni Tolti (San Teodoro, Olbia-Tempio), Sardinia.

INTRODUZIONESpiranthes aestivalis (Poir.) Rich. (1817) è una specie a distribuzione eurimediterranea-

atlantica (Perazza 2009), presente nell’Europa centrale e sudoccidentale, con limiti settentrionali nella Gran Bretagna e orientali nella Germania occidentale, spingendosi poco più a est del Danubio e lungo le zone costiere dell’Africa nordoccidentale (Patallo & Aedo 2005). Sebbene il suo areale sia abbastanza ampio, questa entità risulta essere piuttosto rara e la popolazione totale in continuo regresso a causa della distruzione dei suoi habitat molto particolari (predilige infatti ambienti ripariali, paludosi o di torbiera, generalmente su suoli acidi o neutri), tanto che in diverse sue stazioni risulta essersi estinta (Perazza 2009). Per tale ragione compare nell’appendice I della Convenzione di Berna fra le specie della flora rigorosamente protette, nell’allegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE fra le specie animali e vegetali d’interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa, nonché nell’allegato II della convenzione di Washington (CITES) fra le specie (assieme a tutte le altre della famiglia delle Orchidaceae) la cui esportazione dai paesi in cui è autoctona richiede la presentazione di particolari permessi rilasciati da parte delle autorità competenti. Purtroppo nelle Liste Rosse europee (Bilz et al. 2011) S. aestivalis compare nella categoria DD (Data Deficient), mentre questa specie è classificata nelle Liste Rosse italiane come categoria EN (Endangered), criteri B2, a, b (ii, iii), c (ii, iii, iv) e quindi rientra tra le entità a rischio molto elevato di estinzione allo stato selvatico. Questo è dovuto al fatto che l’estensione della superficie totale stimata in cui è presente è inferiore ai 500 km2, è distribuita su un areale molto frammentato e tale superficie è in continua diminuzione sia in termini sia di ampiezza sia di qualità degli habitat, ed è soggetta a estreme fluttuazioni sia in estensione, sia nel numero di stazioni e sottopopolazioni, sia nel numero di esemplari maturi (Rossi et al. 2013, IUCN 2001).

REPERTIReperto 1) Località Bèrchida (sez. 483 III cartografia 1:25000 IGM - ED50), comune di Siniscola, provincia di Nuoro, quota media di 45 m s.l.m., 12 giugno 2013, G.B. Pau.

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DESCRIZIONE: la popolazione di S. aestivalis, molto frammentata, è stimabile in 30-35 individui, singoli o a gruppetti di pochi esemplari, tutti in antesi. La stazione è impostata in corrispondenza di un piccolo avvallamento di origine tettonica su rocce intrusive (leucograniti equigranulari con filoni porfirici del Carbonifero Superiore e Permiano) interessato dallo scorrimento stagionale di un torrentello, durante la stagione estiva completamente in secca ad eccezione di alcuni tratti in cui insistono delle risorgive che formano, nel complesso, un sistema di piccole pozze d’acqua isolate da tratti più o meno ampi di alveo asciutto. La fitocenosi è quella tipica della macchia termoxerofila derivante dalla degradazione di una lecceta originaria di cui rimane testimone qualche sporadico leccio; le specie più rappresentative sono: Erica arborea, E. scoparia, Arbutus unedo, Phillyrea angustifolia, Ph. latifolia, Olea europaea, Juniperus oxycedrus subsp. oxycedrus, Myrtus communis, Chamaerops humilis, Pistacia lentiscus, Cistus sp. pl., Calicotome villosa, Lavandula stoechas, Teucrium marum, Stachys glutinosa, Helichrysum microphyllum subsp. tyrrhenicum, Rubus ulmifolius, Smilax aspera, Asparagus albus; solo nelle immediate vicinanze delle risorgive la vegetazione è caratterizzata dalla presenza di Nerium oleander e da entità erbacee che prediligono la presenza dell’acqua, in particolar modo diverse specie del genere Juncus. S. aestivalis compare, generalmente, a formare piccoli nuclei di pochissimi (o solo uno) individui, proprio ed esclusivamente in corrispondenza di dette risorgive, generalmente fra le rocce affioranti (non è stato trovato alcun individuo fra i ciottoli o sulla sabbia) e di solito condividendo il poco spazio di terreno disponibile con Juncus sp. e con Brachypodium retusum, perlopiù in settori in ombra, più di rado in zone soleggiate. Il sito è integralmente incluso nel SIC di Bèrchida-Biderrosa (ITB020012).

Reperto 2) Località Su ‘Anzu (sez. 483 III cartografia 1:25000 IGM - ED50), comune di Siniscola, provincia di Nuoro, quota 75 m s.l.m., 20 giugno 2013, G.B. Pau.DESCRIZIONE: è stato individuato un unico esemplare di S. aestivalis in fase avanzata di fioritura (solo gli ultimi 3 fiori apicali ancora integri, la restante porzione dell’infiorescenza con capsule in diverse fasi di maturazione). Il fatto che i fiori siano stati fecondati fa presumere che la stazione accolga qualche altro individuo di questa specie; si fa notare che l’impervietà del luogo e la folta vegetazione, in alcuni tratti impenetrabile, rendono alquanto difficoltose le ricognizioni, per cui è probabile che alcuni individui possano essere sfuggiti all’osservazione.

L’ambiente di crescita è ecologicamente molto simile a quello descritto per il reperto 1; in questo caso l’alveo è di maggiori dimensioni (sia in estensione sia in larghezza) e, nel tratto esplorato, risulta essere quasi completamente in secca ad eccezione di qualche pozza ancora attiva, nei pressi di una delle quali è stato trovato l’esemplare di S. aestivalis. Questo sito risulta essere esterno all’area SIC di Bèrchida-Biderrosa.

Reperto 3) Torrente Eni Tolti (sez. 462 I cartografia 1:25000 IGM - ED50), comune di San Teodoro, provincia di Olbia-Tempio; è stato esplorato un tratto di alveo compreso

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he fra i 95 e i 135 m s.l.m., inclusa una porzione di un ramo secondario; 23 giugno 2013, G.B. Pau.DESCRIZIONE: si sono contati circa 60 esemplari di S. aestivalis in diverse fasi di fioritura, generalmente a gruppetti di pochi individui sparsi (in un solo caso è stato trovato un gruppo molto compatto di 15 elementi in antesi).

La stazione è impostata in una profonda vallata di origine tettonica su rocce intrusive (monzograniti equigranulari del complesso plutonico del Carbonifero superiore – Permiano) interessata dallo scorrimento di un torrente quasi completamente in secca durante la stagione estiva e caratterizzato dall’alternanza di numerose, grosse pozze sempre attive. La vegetazione è quella tipica delle formazioni igrofile ripariali e alveali, le specie che più risaltano sono Alnus glutinosa, Tamarix sp., Typha sp., Fraxinus ornus, Osmunda regalis, Lythrum salicaria, Erica terminalis, Rubus ulmifolius, Carex microcarpa, Juncus sp. pl., Mentha sp., in alcuni tratti frammista a essenze tipiche della macchia mediterranea, in particolar modo Phillyrea latifolia, Juniperus oxycedrus subsp. oxycedrus, Erica arborea, Lavandula stoechas, Teucrium marum, Smilax aspera e qualche sporadica Genista aethnensis. Anche in questa stazione S. aestivalis compare sempre fra le rocce affioranti, nessun esemplare è stato individuato fra i ciottoli o sulla sabbia. Il sito è incluso nel cantiere forestale di Pitrisconi, gestito dall’Ente Foreste della Sardegna.

OSSERVAZIONILe stazioni di cui ai reperti 1 e 2 distano fra loro poco più di 3 km in linea d’aria,

mentre l’altra risulta essere alquanto lontana (circa 35 km) dalle suddette; questo fa presumere, tenendo conto delle sue esigenze ecologiche e delle segnalazioni già fatte in Calvia & Doneddu (2012) e in Manca & Calvia (2012), che ulteriori ricerche porteranno a scoprire ulteriori nuovi siti ospitanti S. aestivalis nel settore nord-orientale della Sardegna e nel nuorese. In tutte e tre le stazioni esplorate sono stati costatati i segni, sia nel terreno sia nella vegetazione superstite, dei devastanti effetti causati dagli eventi meteorologici straordinariamente intensi verificatisi tra gli anni 2007 e 2009 e che certamente hanno contribuito, nel settore compreso fra Orosei e San Teodoro, a una contrazione demografica di S. aestivalis. Si suppone che, al momento attuale, le popolazioni di quest’area stiano affrontando una delicatissima fase di ricolonizzazione degli ambienti devastati dalle ondate di piena e che quindi siano in lenta e graduale crescita. Si spera che futuri monitoraggi diano conferma a questa tesi, in virtù della quale si auspicherebbe, da parte dell’Ente Foreste della Sardegna, un controllo mirato, in particolar modo per il Rio Eni Tolti, in quanto molto frequentato da gruppi di persone che praticano il torrentismo e che, se non sensibilizzate, potrebbero arrecare, inconsapevolmente, dei danni. Problemi del genere non si pongono per le stazioni di Bèrchida e Su ‘Anzu, in quanto non facilmente raggiungibili: in questo caso il fattore di rischio maggiore deriverebbe da eventuali incendi, mentre il pascolo di bestiame caprino, sempre presente in queste zone, non sembrerebbe, almeno per il momento, essere di ostacolo alla naturale propagazione di S. aestivalis.

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Segnalazioni botaniche

Per l’inquadramento geolitologico del territorio è stato consultato: Comitato per il Coordinamento della Cartografia Geologica e Geotematica della Sardegna (1996).

RINGRAZIAMENTI: si ringrazia il consocio GIROS Prof. Gallieno Corona per aver segnalato, per primo, la presenza di S. aestivalis nel torrente Eni Tolti.

BIBLIOGRAFIA

Bilz M., Kell S.P., Maxted N. & Landown R.V., 2011: European Red List of Vascular Plants: 118. Publications Office of the European Union. Luxembourg.

Calvia G. & Doneddu M., 2012: Checklist delle Orchidaceae nella provincia di Olbia-Tempio (Sardegna) – GIROS Notizie 51:77-87.

Comitato per il Coordinamento della Cartografia Geologica e Geotematica della Sardegna (cur.), 1996: Carta Geologica della Sardegna (scala 1:200000). Litografica Artistica cartografica, Firenze.

IUCN, 2001: IUCN Red List Categories and Criteria: Version 3.1. IUCN Species Survival Commission. IUCN, Gland, Switzerland and Cambridge, UK.

Manca A. & Calvia G., 2012: Distribuzione e consistenza delle popolazioni di Spiranthes aestivalis (Orchidaceae) in Sardegna. – Inf. Bot. It. 44 (2): 279-285.

Patallo J. & Aedo C., 2005: Spiranthes Rich. [nom. cons.]. In: Aedo Pérez C. & Herrero Nieto A. (eds.), 2005: Flora Iberica Vol. XXI: 69-72. C. Aedo & A. Herrero, Madrid.

Perazza G., 2009: Spiranthes aestivalis. In: GIROS, 2009: Orchidee d’Italia. Guida alle orchidee spontanee: 62. Il Castello, Cornaredo (MI).

Rossi G., Montagnani C., Gargano D., Peruzzi L., Abeli T., Ravera S., Cogoni A., Fenu G., Magrini S., Gennai M., Foggi B., Wagensommer R.P., Venturella G., Blasi C., Raimondo F.M. & Orsenigo S. (Eds.), 2013: Lista Rossa della Flora Italiana. 1. Policy Species e altre specie minacciate. Comitato Italiano IUCN e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Dactylorhiza ×influenza, nuovo ibrido per le Marchedi Franco Benigni1, Alberto Mandozzi2 & Marco Stortoni3

1 [email protected] 2 [email protected]

[email protected]

Riassunto: si segnala la presenza di Dactylorhiza ×influenza nelle Marche (Vallegrascia, Montefortino, AP).Parole chiave: Dactylorhiza ×influenza (Sennholz) Soó [D. maculata subsp. fuchsii (L.) Soó × D. sambucina (Druce) Hyl.], Vallegrascia (Montefortino, Ascoli Piceno, Marche).Abstract: the authors report the first finding of Dactylorhiza ×influenza in the Marche (Vallegrascia, Montefortino, AP).Keywords: Dactylorhiza ×influenza (Sennholz) Soó [D. maculata subsp. fuchsii (L.) Soó × D. sambucina (Druce) Hyl.], Vallegrascia (Montefortino, Ascoli Piceno, Marche).

REPERTO: località Vallegrascia, Comune di Montefortino (AP), quota 1300 m s.l.m., 12 maggio 2013.

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he OSSERVAZIONIIl luogo di ritrovamento è un pascolo alle falde del Monte Banditello a circa 1300

m s.l.m. nel cuore della parte dei Monti Sibillini che guarda l’Adriatico. Tra faggete e pascoli si possono incontrare molte orchidee ma anche altri fiori di una certa rilevanza per la zona, come Thalictrum aquilegifolium, Calluna vulgaris, Astrantia major subsp. elatior.

In questi prati fin dal mese di aprile, neve permettendo, si possono osservare Anacamptis morio, Orchis pauciflora, Neotinea tridentata, N. ustulata, N. ×dietrichiana, Coeloglossum viride, Traunsteinera globosa, ma anche Dactylorhiza sambucina e D. maculata subsp. fuchsii. Quest’anno abbiamo potuto osservare per la prima volta l’ibrido tra queste due ultime piante, mai segnalato finora per le Marche: Dactylorhiza ×influenza (Sennholz) Soó. Si tratta di una piantina unica a inizio fioritura che nell’habitus generale ricorda D. maculata subsp. fuchsii, anche se le colorazioni del labello, almeno nella parte superiore, sono gialle e anche le decorazioni del labello ricordano quelle di D. sambucina.

Essendo questo il primo ritrovamento per le Marche, non vi sono riferimenti bibliografici per questo ibrido e anche per noi è stato difficile individuarlo. Del resto, da ricerche effettuate emerge che si tratta di un ibrido raro in tutta l’Italia, probabilmente perché il periodo di fioritura delle specie parentali, almeno nelle Marche, non è del tutto contemporaneo: D. sambucina è a fine ciclo quando inizia a fiorire D. maculata subsp. fuchsii.

Errata corrige

La foto dell’ibrido in 4° di copertina del n. 53 di GIROS Notizie è di Mario (e non Mauro) Guccione.