Distretto 2120

52

Transcript of Distretto 2120

3

SOM

MAR

IOR

OTA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

Corrispondenti di ZonaAssistenti del GovernatoreLorenzo D’ANISIRC Melfi, Potenza, Potenza Torre Guevara, Venosa

Maria IERARDIRC Matera, Policoro Heraclea Centenario, Senise Sinnia, Val d’Agri

Donato RUSSORC Gargano, Lucera, Manfredonia, San Severo

Maria Teresa CAVALLIRC Cerignola, Foggia, Foggia Capitanata, Foggia Umberto Giordano

Angela VALENTINORC Andria Castelli Svevi, Barletta, Canosa, Trani,Valle dell’Ofanto - Margherita, San Ferdinando, Trinitapoli

Bruno LOGOLUSORC Bisceglie, Bitonto Terre dell’Olio, Corato, Molfetta

Pasquale CHIANURARC Bari, Bari Castello, Bari Mediterraneo, Bari Ovest, Bari Sud

Rosangela BASILERC Acquaviva delle Fonti -Gioia del Colle, Altamura - Gravina,Bari Alto Casamassima, Putignano, Rutigliano e Terre dell’Uva

Giuseppe CARBOTTIRC Grottaglie, Francavilla Fontana Altosalento, Martina Franca, Massafra

Carlo DELL’AQUILARC Manduria, Taranto, Taranto Magna Grecia, Riva dei Tessali

Francesco BAGORDARC Ceglie Messapica - Terra dei Messapi, Fasano, Monopoli,Ostuni Valle d’Itria e Rosa Marina

Massimo STOMATIRC Brindisi, Brindisi Appia Antica, Brindisi Valesio

Mario Filippo Antonio MASSARC Galatina Maglie Terre d’Otranto, Gallipoli, Lecce, Lecce Sud, Nardò

Redazionepresso Segreteria DistrettualeVia Piccinni, 33 - 70122 BariTel. 080-5234620Fax 080-5728265

[email protected]

Il Coordinatore e il Direttore si riservano, a loro insindacabile giu-dizio, la pubblicazione del materiale che in ogni caso, dovrà ri-spettare i principi e l'etica del RI e che non sarà restituito. Sideclina ogni responsabilità per le opinioni espresse dagli Autori.

Il presente numero è stato chiuso il 10 marzo 2017

CopertinaItalgrafica Sud

L’EDITORIALE 4Ti venga un colpo è come dire...Alfonso Forte

MESSAGGIO PRESIDENTE 5Marzo 2017John F. Germ

LETTERA DEL GOVERNATORE 6Marzo 2017Luca Gallo

LETTERA DEL GOVERNATORE 8Aprile 2017Luca Gallo

ANNO ROTARIANO 2017/18 10L’eco di San DiegoGiovanni Lanzilotti

EVENTI 12Seminario sulla LeadershipAchille Cusani

VALORI DEL ROTARYLA DIVERSITÀ 14Diversità e Rotary.Aspetti, connessioni, prospettiveLuca Gallo

Diversità 17Marianne Koebrugge-Mulder

La diversità. Prepariamociad affrontare in modo nuovole diversità presenti nella società 18Mauro Lubrani

La diversità 19Francesco Socievole

Diversità rotariana 21Giorgio Bongiorno

Diversità. I colori dell’arcobaleno 22Maria Buono

La Diversità. Una dote umana,un valore rotariano 24Francesco Carone

La diversità 25Angelo Di Summa

La diversità 26Giorgio Papa

Diversità. Che strana parola 28Giuseppe Seracca Guerrieri

CALENDARIO ROTARIANOMARZO: ACQUA E STRUTTUREIGIENICO-SANITARIE 30L’acqua: cause e rimedi di unosquilibrio tra disponibilià e fabbisognoVito Casarano

Cara Acqua: nessuno ti ha dettoche porti decoro? 31Lorenzo D’Anisi

Il Rotary e l’acqua 33Pietro Gonnella

APRILE: SALUTE MATERNAE INFANTILE 35Salute infantile, premessaper il futuro dell’umana societàFilippo M. Boscia

L’alimentazione infantile,salvaguardia del futurodell’umana società 37Giovanni De Pergola

La salute infantile, garanziaper il futuro della società 38Paolo Vinci

ROTARACT 40Essere rotaractiana, oggiPia Franco

END POLIO NOW 41Newsletter di gennaioChristian Michaud

RYLA 42Ritorna il Ryla

VOCE DEI CLUB 44a cura di Livio Paradiso

RC Andria Castelli Svevi,RC Bari Mediterraneo, RC Bari Ovest,RC Barletta, RC Bisceglie, RC Brindisi,RC Brindisi Valesio, RC Ceglie Messapica,RC Foggia Umberto Giordano,RC Galatina Maglie e Terre d’Otranto,RC Lucera, RC Manfredonia,RC Martina Franca, RC Matera,RC Potenza Torre Guevara,RC Putignano, RC Rutigliano,RC Taranto Magna Grecia, RC Venosa

LA SEGRETERIA INFORMA 51

BIMESTRALE DEDICATOAI ROTARIANI DEL DISTRETTO 2120

Anno 2016/17n. 5 // Marzo/Aprile 2017Autorizzazione Tribunale Bari R.S. 1512/08

Coordinatore EditorialeAlfonso [email protected]

Direttore ResponsabileLivio [email protected]

Impaginazione e StampaITALGRAFICA SUD srl70132 BARI Z.I. - Viale Accolti Gil, 4Tel. 080.5312955 - Fax [email protected]

LA COPERTINADina Colaninno ha così felicementeinterpretato la Diversità.

4

EDIT

ORI

ALE

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

di Alfonso Forte

Ti venga un colpoè come dire...

Come sai, caro Lettore, che come me giovane non sei; come sai, la più re-cente 'grande guerra' risale ormai settanta e più anni ormai. Quanto storie sisono dileguate come grani di sabbia nel vento!

Una di quelle storie è stata ripescata tempo fa dalla stampa italiana, chevoglio farti conoscere, per la bellezza dell'evento, per le ragioni che ne potraitrarre, perché qualcuno possa trarre messaggi su cui meditare.

Bisogna tornare indietro nel tempo; al settembre del 1943. Anno di guerrae di disordine. Le operazioni avevano appena interessato la nostra penisola,quando un giovane militare inglese, Eric -fatto prigioniero in Libia- venne tra-sferito ad un campo presso Macerata. Da qui, questi riuscì a fuggire con altridue compagni. Per i primi giorni, essi vagarono tra monti e valli e piani, presidi paure di fame di freddo. Ad un certo punto trovarono riparo in una casamezzo distrutta, non lontana da un piccola frazione del marchigiano. La vocedella presenza non lontana di quei tre ragazzi erranti non tardò a raggiungerela brava gente del posto. In men che non si dica, essi assaporarono quantogrande e silenziosa fosse la generosità di quella gente. Ciascuno dei tre fuggitivivenne ospitato, nel silenzio assoluto, da altrettante famiglie, che li sfamarono,li vestirono e li nascosero. Eric, fra essi. Due anziani, padroni di una piccolacascina, pur consapevoli del pericolo che correvano lo accolsero, in gran segreto,nutrendolo e curandolo come figlio. A un certo punto, il rapporto si trasformòin forme ancor più intime, tanto che Eric si dedicò, col vecchio, a coltivare or-taggi, a curare animali, addirittura aiutando la donna nella tessitura.

La confidenza arrivò a tal punto da consentire al giovane inglese di imparareparecchi termini della nostra lingua, inciampando talvolta anche in innocenti

equivoci verbali. Ad esempio, quella volta in cui gli fecero credere che la frase"Ti venga un colpo" fosse l'espressione italiana per augurare una felicegiornata ad un parente o ad un amico, Eric - alzatosi un mattino di buo-

n'ora incontrò l'anziano padrone, gli disse, con tutta innocenza, "Tivenga un colpo!", creando nel vecchio agricoltore un grosso im-

barazzo, subito sanato dal ricordo del benevolo equivoco.Sono passati, dal 1943, anni e decenni, ma

la memoria di Eric, oggi novan-tasettenne, non è

mai venuta meno; il ricordo della pic-cola sperduta fattoria marchigiana è rimasto intatto nellasua mente e nel suo cuore. Il bello, il più bello si è verificato inquesti ultimi tempi, quando quella regione italiana e le altre vi-cine sono state terrorizzate da una lunga serie di terremoti.

Eric ha scritto una lettera agli eredi di Rosa e di Pompilio, idue che lo accolsero come figlio durante il trambusto dellaguerra, segnandovi sopra un grosso "Grazie", e allegando adessa una "cifra importante" in sterline, raccolta tra parenti ebuona parte degli abitanti della piccola frazione.

Va precisato che questa volta la parola 'grazie' voleva al-ludere davvero al 'grazie', nostrano, al "thank you" inglese;un 'grazie' tondo e grande quanto il mondo. Segnale incontro-

vertibile dell'umana solidarietà. ÿ

5

PRES

IDEN

TEIN

TERN

AZIO

NAL

ER

OTA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

Quarant'anni fa, il Rotary Club di Duarte, California, ha ammesso tre donne nel suoeffettivo, in violazione dello Statuto del Rotary International. Di conseguenza, il RI avevaannullato l'atto costitutivo del club.

Imperterriti, i soci del club hanno continuato a riunirsi. Avevano messo una X sopra iloro loghi Rotary, avevano creato nuove spille e si facevano chiamare Ex-Rotary Club diDuarte, continuando a promuovere il diritto delle donne di fare parte del Rotary. Diecianni dopo, il Rotary Club di Duarte aveva inviato Sylvia Whitlock, primo presidente donnadel club del Rotary al Seminario d'Istruzione dei Presidenti Eletti. Poco tempo dopo, nel1989, il Consiglio di Legislazione del Rotary, con l'ammissione delle donne nell'effettivo,aveva dichiarato la fine del Rotary come organizzazione di soli uomini.

Oggi, con più di 240.000 donne nei nostri club, il Rotary è più forte che mai. Siamodonne e uomini, da quasi ogni nazione del mondo, al servizio delle nostre comunità inoltre 35.000 club. A livello di club, abbiamo bisogno di persone di ogni provenienza, età,cultura e professione; a livello internazionale, abbiamo bisogno di club in ogni città, Paesee regione del mondo. Più i nostri club riflettono la loro comunità, migliore sarà il servizioche potremo offrire. La nostra diversità è la nostra forza.

Per molti di noi, oggi, è difficile immaginare le ragioni per cui molti avevano sostenutocon fermezza l'idea di non includere le donne nel Rotary. Ripensando al passato, pensoche l'opposizione dipendesse da una semplice resistenza al cambiamento. I Rotarianiamavano il Rotary così com'era e non riuscivano a immaginarlo in altro modo.

Noi amiamo ancora il Rotary come abbiamo sempre fatto. Amiamo le amicizie e leconnessioni che facciamo e le opportunità che il Rotary ci offre per metterci al serviziodell'umanità. Crediamo che il Rotary apporti un valore straordinario nella nostra vita enel mondo intero. E ci rendiamo conto, oggi più che mai, che per poter continuare a cre-scere, il Rotary deve accogliere il mondo che desidera servire; in tutta la sua diversità,varietà e bisogni in continua evoluzione.

I Rotariani di oggi hanno un debito di gratitudine nei confronti dei Rotariani di Duartedi 40 anni fa. La loro determinazione, persistenza e buona volontà hanno gettato le basidell'organizzazione che abbiamo oggi: Il Rotary al servizio dell'Umanità.

Messaggiodel PresidenteInternazionale

MARZO

6

LETT

ERA

DIM

ARZO

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

Care Amiche e Cari Amici,

nel calendario rotariano il mese di marzo è dedicato al problema dell’ “Acqua e delle struttureigienico-sanitarie”. Due questioni tra loro strettamente correlate.

“L’acqua è il più importante elemento necessario affinchè a ognuno sia assicurato il diritto umanouniversale a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua fami-glia”, così cita l’articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Dunque l’acquacome bene prezioso da non sprecare, purchè non inquinata; come fattore determinante per la vita delnostro pianeta; essenziale per soddisfare i bisogni primari per la sopravvivenza, strutture igienico-sanitarie comprese; come bene comune appartenente a tutti gli esseri viventi e quindi l’accesso al-l’acqua in qualità e quantità sufficienti alla vita come diritto umano inalienabile. Ora al di là deldibattito che esiste sulla questione- acqua e sul suo corretto utilizzo e sull’uso sostenibile delle riserved’acqua mondiali, nel futuro le cose andranno sempre peggio e fondamentalmente per motivi quali:la disuguaglianza nella ripartizione naturale delle risorse idriche; lo sperpero e la cattiva gestionedelle risorse disponibili; l’aggravamento dei fenomeni d’inquinamento; la crescita demografica,so-prattutto nei Paesi del Sud del mondo. “La crisi globale dell’acqua sarà una delle sfide più grandidel XXI secolo”.

Il Rotary riconosce l’importanza vitale dell’accesso all’acqua e ne ha fatto una delle suepriorità,convinto com’è che il problema della mancanza dell’acqua viene prima della nutrizione,per-ché senza acqua non esiste agricoltura; viene prima della sanità, perché senza acqua e senza nutri-mento non ci sono le condizioni per l’attuarsi di uno stato di salute accettabile e viene primadell’istruzione,perché un bambino senza acqua,nutrimento e condizioni di vita igieniche accettabilinon potrà mai essere adeguatamente alfabetizzato. Il Rotary ha sviluppato una grande sensibilitàper un giusto impiego dell’acqua e ha accumulato esperienza e competenza su tale problematica inmolti Paesi in via di sviluppo,dove ha condotto studi,progetti e realizzazioni riconosciute e altamenteapprezzate dalla società internazionale (V.Casarano,Il Rotary e l’acqua,Schena 2015).

Obiettivi dei diversi progetti sono stati e sono quelli di: attivare l’equo accesso delle comunità delmondo ad acqua potabile sicura e a servizi igienico-sanitari basilari (oltre 2,5 milioni di personemancano di strutture igienico-sanitarie adeguate e 1.400 bambini muoiono ogni giorno a causa dimalattie dovute alla mancanza di tali strutture e di acqua pulita); rafforzare la capacità delle comu-nità a sviluppare,gestire e mantenere sistemi idrici e igienico-sanitari; finanziare programmi edu-cativi che migliorino la consapevolezza delle comunità sui benefici delle buone abitudini nell’igienepersonale (sfida WASH del Rotary in cinque Paesi:Belize,Guatemala,Honduras,India,Kenia); finan-ziare gli studi di professionisti relativi alla sicurezza dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie(collaborazione Rotary e UNESCO-IHE Institut).

Di recente il Rotary e l’Agenzia di sviluppo internazionale statunitense (USAID) ha lanciatoun’iniziativa congiunta per realizzare progetti dedicati all’acqua e all’igiene nel mondo in via di svi-luppo. Nel 2009 sono partite le prime operazioni in Ghana,Filippine e Repubblica Dominicana. Nel2015,grazie a questa intesa,le due organizzazioni si sono impegnate anche per l’Uganda e il Mada-gascar. Si ritiene che,questa valida cooperazione tra la rete dei volontari del Rotary e le competenzetecniche dell’USAID,possa contribuire ad aumentare in modo significativo e sostenibile la disponi-bilità di acqua potabile e di servizi igienici per le popolazioni più povere e vulnerabili del pianeta.Attualmente,grazie ai progetti del Rotary, 23 milioni di persone hanno acqua pulita e hanno accessoa strutture igienico-sanitarie.

MARZO

7

LETT

ERA

DIM

ARZO

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

Altri service si sono succeduti in questi ultimi anni. Da menzionare,il programma “Acquaplus”,lecui linee guida furono delineate a fine 2008-inizi 2009 dall’allora Distretto 2040 in partenariato conEXPO Milano 2015. Il progetto pilota fu pianificato per la realizzazione ad Haiti e si decise di in-tervenire dopo il terribile terremoto. Così come da segnalare il nostro “Acqua sana per l’Africa”,realizzato in un piccolo villaggio del Benin (Lokpò). L’opera incessante dei Club e la fattiva operati-vità sul campo dei Volontari del Rotary hanno permesso successivamente al Distretto 2120 di usu-fruire di una Sovvenzione Umanitaria 3-H da parte della Fondazione Rotary dell’importo di 300mila dollari,che ha portato ad ulteriori realizzazioni quali un sistema fognario e impianti di depura-zione. Il progetto “Acqua sana per l’Africa” ha avviato un processo che,partendo dalla fornitura diacqua potabile,ha inciso non solo sull’igiene e la salute,ma anche sull’educazione e sulla cultura equindi sulla crescita socio-economica dell’intera comunità di quei territori del Benin(V.Casarano,cit.).

Permettetemi infine di ricordarVi che il 25 marzo a Matera si terrà il Seminario Distrettualesulle “Nuove Generazioni”.

Con Amicizia

8

LETT

ERA

DIAP

RILE

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

Care Amiche e Cari Amici Rotariani,

il calendario rotariano assegna al mese di Aprile il tema della “Salute materna e infantile”. Tema digrande attualità e che riguarda e coinvolge non solo i Paesi in via di sviluppo,ma per alcuni aspetti anchequelli occidentali. Questi ultimi,oltre alle limitazioni di risorse in questi campi per la profonda crisi eco-nomica in atto,stanno modificando di conseguenza atteggiamenti e comportamenti socio-culturali connessidirettamente o indirettamente alla suddetta problematica come,tra gli altri,il senso e il ruolo della mater-nità,il decremento della natalità e le politiche familiari. Certo il divario con i Paesi in via di sviluppo esisteed è profondo e netto; ancora tante sono le differenze, le mancanze e le carenze presenti nel campo della sa-nità materna ed infantile. E se pensiamo che il futuro delle nuove generazioni dipende dal benessere checaratterizza la vita del bambino sin dalla nascita, importante è dunque creare le condizioni per un ambientesano e confortevole per sé e per la madre. Ma purtroppo non è così. Per citare alcuni dati: 5,9 milioni dibambini di età inferiore ai cinque anni muoiono ogni anno a causa di malattie quali malaria,morbillo,pol-monite,diarrea,HIV/AIDS,nonché per le nascite premature,per la malnutrizione e per la scarsa assistenzasanitaria. Per aiutare a ridurre questo numero,il Rotary fornisce vaccinazioni e antibiotici; promuove mi-sure di prevenzione alimentare; sostiene la formazione di operatori sanitari che offrono assistenza di qualitàai bambini e alle loro madri. Riguardo alle donne: 1 su 39,ad esempio, muore durante la gravidanza o percomplicazioni da parto in Africa (rispetto a 1 ogni 4.700 in Europa o Nord America); l’80% dei decessipuò essere evitata mediante l’accesso ai servizi di assistenza riproduttiva; 215 milioni di donne che prefe-rirebbero rimandare o evitare la gravidanza non hanno accesso a metodi contraccettivi sicuri ed efficaci,chepossono contribuire a ridurre la mortalità materna almeno di un terzo. Il fenomeno è strettamente connessoalla povertà e alla scarsa considerazione dei diritti umani delle donne; il 99% dei decessi avvengono inPaesi a basso reddito,con l’85% nell’Africa Subsahariana e in Asia meridionale. E tra i programmi delRotary in tale ambito abbiamo quelli relativi al: migliorare l’accesso delle donne ad usufruire di personalesanitario specializzato quali medici,infermieri,ostetriche e operatori socio-sanitari delle comunità; fornireistruzione,immunizzazioni,kit prenatali e cliniche mediche mobili; insegnare alle donne come prevenirela trasmissione del virus HIV ai loro bambini,come allattare e come proteggere loro stesse e i loro figli dallemalattie.”Se le madri godono di autonomia e buona salute,sarà lo stesso per le loro famiglie”.

Nell’area d’intervento relativa ai problemi della “Salute materna e infantile”,Il Rotary ha poi conso-lidato collaborazioni strategiche con grandi organizzazioni (Oms,Unicef,Fondazione Bill e MelindaGates,Fondo delle Nazioni Unite e altre) per eradicare la polio nel mondo,per diffondere un’educazionealle vaccinazioni di routine,per migliorare appunto la salute materna e infantile.

Anche il Distretto 2120, con i suoi Club e con una eccellente equipe medica di volontari, è stato e loè ancora oggi promotore di attività e iniziative volte a migliorare l’assistenza sanitaria materno-infantile,a creare strutture ospedaliere (reparti di maternità e ginecologia e a formare personale medico-infermie-ristico in vari villaggi poveri del Benin e in altre parti del mondo.

Infine, Vi ricordo che dal 18 al 22 aprile si terrà il Seminario Distrettuale RYLA presso l’IstitutoAgronomico del Mediterraneo di Bari/CIHEAM - Valenzano(BA).

APRILE

10

ANN

ORO

TARI

ANO

2017

/18

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

L’eco diSan Diego

Cari Amici e Amiche rotarianidel Distretto R.I. 2120, nel rispettodella tradizione, nella mia veste diDGE del Distretto 2120 - Puglia/Ba-silicata- ho partecipato dal 16 al 21Gennaio 2017 al tradizionale incontrotra il prossimo Presidente Ian H. S.Riseley e gli oltre 500 IDG 2017/18,nella storica sede di San Diego, Ca-lifornia.

DescriverVi, cari rotariani, le sug-gestioni e le emozioni avvertite insei giorni d’intenso lavoro, per me emia moglie, è stata un'ininterrottascoperta di un mondo nuovo, ho ri-cevuto la conferma di quello che è,in effetti e in realtà, il Rotary, qualisiano i suoi effettivi compiti, quali legrandi finalità.

La presenza contemporanea ditanti miei omologhi, gli ambienti co-nosciuti e frequentati, le istruzioniricevute per la migliore attività diGovernatore, le tante nuove utiliamicizie strette, il patrimonio di dot-trine che ho portato con me a casa,sono stati doni che cercherò di tra-smettere, a partire dal primo luglioprossimo, a tutti voi, cari rotariani.

Intanto, lasciate che vi invii subitoil rapporto ufficiale emesso in chiusuradell’Assemblea presidenziale:

Riseley delinea le aree in cui fare ladifferenza.

Il Presidente eletto Ian H.S. Riseleyannuncia il tema presidenziale2017/2018, Il Rotary fa la differenza,ai dirigenti distrettuali entranti al-l'Assemblea internazionale.

Il Presidente eletto del Rotary In-ternational, Ian H.S. Riseley, ha di-chiarato lunedi che la tutela dell'am-biente e affrontare le questioni legateal cambiamento climatico sono essenzialiper l’obiettivo del Rotary sul serviziosostenibile.

Riseley, socio del Rotary Club diSandringham, Victoria, Australia, ha

presentato il tema presidenziale peril 2017/2018: Il Rotary fa la differenzaai governatori entranti presenti all'As-semblea internazionale del Rotary aSan Diego, California, USA.

Il degrado ambientale e gli effettidel cambiamento climatico globale sonogravi minacce per tutti, secondo Riseley."Stanno avendo un impatto spropor-zionato su coloro che sono più vulne-rabili, ossia le persone verso cui ilRotary ha una maggiore responsabilità.Eppure le questioni ambientali rara-mente sono registrate nell'agenda delRotary", ha continuato a dire.

Il degrado ambientale è una delleprincipali minacce elencate dal gruppodi alto livello dell'ONU che si occupadelle minacce, sfide e cambiamento.

Riseley ha poi aggiunto: "Appartieneormai al passato l'idea che la sostenibilitàambientale non sia un'area di cui ilRotary debba occuparsi. Si tratta, edeve essere, una questione di cui tuttidevono preoccuparsi".

Appartiene ormai al passato l'ideache la sostenibilità ambientale non siaun'area di cui il Rotary debba occuparsi.

Il Presidente eletto hasfidato ogni Rotary

club a fare la diffe-renza a piantandoun albero per ognisocio del suo effet-

di Giovanni Lanzilotti

11

ANN

ORO

TARI

ANO

2017

/18

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

tivo a decorrere dal 1° luglio del nuovoanno rotariano fino alla Giornata dellaTerra che si celebra il 22 aprile 2018.Gli alberi rimuovono dall'aria l’anidridecarbonica e altri gas dell’effetto serra,rallentando così il riscaldamento glo-bale.

"Mi auguro che il risultato di talesforzo vada ben oltre il beneficio am-bientale apportato da quei 1,2 milionidi nuovi alberi", ha spiegato Riseley."Credo che il risultato maggiore saràil fatto che il Rotary riconosce la nostraresponsabilità non solo nei confrontidelle persone del nostro pianeta, maanche per il pianeta stesso".

Assicurare il futuro del Rotary. Nelsuo discorso alla classe di governatoridistrettuali 2017/2018, Riseley ha esor-tato i club a migliorare la composizionemedia del loro effettivo per quanto ri-guarda il genere e abbassare l'età mediadei loro membri.

Solo il 22% dei soci del Rotary ècostituito da donne, un aumento del13 per cento rispetto a 10 anni fa. Diquesto passo, Riseley ha fatto notareche ci vorranno altri tre decenni perraggiungere la parità di genere nelRotary.

Sappiamo bene che possiamo faremolto di più insieme che da soli

"Tre decenni sono un periodo troppolungo da aspettare affinché il Rotaryrifletta il mondo in cui viviamo. Ab-biamo bisogno di farne una prioritàadesso", ha sottolineato.

Facendo notare che 103 dei 539 go-vernatori entranti sono donne, Riseleyha detto che esse sono rappresentativedel tipo di donne di cui ha bisogno ilRotary, "delle persone leader che aiu-teranno il Rotary a connettersi, rap-presentare e servire meglio, tutti i mem-

bri delle nostre comunità".Riseley ritiene, inoltre, che è impe-

rativo che i club trovino dei modi perattrarre e coinvolgere soci più giovani.Oggi solo il 5 per cento dei soci riportatiha un’età inferiore a 40 anni, e la mag-gioranza dei soci ha più di 60 anni.

"Riflettete su come sarebbe il Rotaryfra 10 o 20 anni, se non facciamo sulserio, e da subito, affiliando soci piùgiovani", ha suggerito Riseley.

“I club faranno la differenza que-st'anno attraverso le proprie decisioni,ma serve il lavoro di squadra su scalaglobale per avanzare il Rotary e ga-rantirne il futuro”.

Sappiamo bene che possiamo faremolto di più insieme che da soli", haricordato in chiusura Riseley alla plateadei nuovi governatori. "Vi chiedo dimantenere sempre presente nella vostramente quello spirito di squadra e coo-perazione e di portarlo con voi neivostri distretti".

Non ho ancora finito, amici.. C'èuna 'chicca' che ha entusiasmato mee che sarà certamente gradita a voitutti rotariani di questo nostro Di-stretto.

Nel corso di un incontro col neo-Presidente, questi ha comunicato che,nel proprio anno, dovrà eseguire -

come prescritto- sei “'Conferenze Pre-sidenziali” in altrettanti Paesi. Quan-do, a seguito di un lavoro di squadraa livello di Rotary Italia, gli è stataprospettata l'opportunità che sarebbestata auspicabile che una delle Con-ferenze venisse realizzata in Italia,Ryseley non ha esitato ed ha accettatola proposta. Dopo ampia discussionesulla scelta della città da destinare adetto importante evento, è stata ap-provata unanimemente la mia pro-posta di Taranto, città dai mille inte-ressi e dalle mille prospettive. Nonsono passate molte ore che è venutofuori il comunicato ufficiale, il qualestabiliva per il 28 aprile 2018 l'incontrotarantino di tutti i Governatori italiani2017/18 col Presidente Ryseley.

Un altro importante impegno,questo, che si aggiunge al mio annoricco di iniziative, che cercherò disvolgere nelle maniere migliori, pertestimoniare ancora una volta la va-lenza e l'operosità di questo nostroDistretto.

Ovviamente, anche per questo,conto sull'aiuto e la collaborazionedi tutti Voi, rotariani, ed è con tale fi-ducia che saluto tutti con affetto.

ÿ

12

EVEN

TIR

OTA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

Seminario sulla LeadershipCrescere per servire

Trani, 28 gennaio 2017

Oltre duecento i Soci presenti,sabato 28 gennaio, al Forum sullaLeadership rotariana, nel rinnovatoe funzionale Polo Museale di Trani,in Piazza della Cattedrale e la cosasi spiega con l’importanza dell’ar-gomento trattato, uno dei concettibase, cui deve fare riferimento ognirotariano.

La Segretaria Distrettuale, Mar-gherita Pugliese, ha aperto i lavoricon i rituali saluti ai presenti, aiPDG e ai vari ospiti civili e militari,tra i quali il Sindaco di Trani, Ame-deo Bottaro, che ha rivolto ai presentiun breve cenno di saluto. Ha poipreso la parola il Presidente del Ro-tary Club Trani, Nunzio de Vanna,che ha rilevato come la leadershipsia uno dei cinque valori rotarianidi base, cui, pertanto, va rivolta pe-renne attenzione. Successivamente,l'Istruttore Distrettuale, Beppe diLiddo, ha ringraziato lo staff e ilPDG Paolo Biondi, Rotary Coordi-nator Europa per la zone 12 e 13 Bper la sua presenza. Beppe ha rilevatocome la leadership coincida, in so-stanza, con la missione del Rotary,per dare risposte concrete alla società.Quindi, obiettivo del Seminario è lacomprensione di quale leadershipsia più idonea per il Rotary. Per in-terpretare proficuamente la “Vision”e la “Mission”che ci caratterizzano,vedremo come esercitare il ruolo diLeader, riflettendo sull'importanza

della formazione, utile per la crescitadel rotariano. Ci si è proposto – haproseguito Beppe - di individuare edescrivere la leadership efficace, in-terpretata all'interno di un contestonon profit.

Nella sessione pomeridiana si de-finirà poi il potenziale della leader-ship e come esplicitarlo nei nostriClub, per dare risposte ad una societàsempre più complessa. Tutto ciò sfidail Rotary a trovare nuove soluzionitramite la flessibilità dei nuovi leader,per ottenere il meglio dalle persone,dal clima ambientale e dalla qualifi-cazione dei Soci. Beppe ha poi pre-sentato il PDG Paolo Biondi, che hainiziato definendo la leadership comela capacità di influenzare gli altri,comunicando, per ottenere condivi-sione. Paul Harris diceva che le dotidi leader professionale sono diverseda quelle del leader rotariano perchéquest’ultimo ha una visione. Leadersi diventa progredendo con una ri-cerca continua: il pericolo è chequesto non avvenga nel Rotary, cheora sta cambiando perché il mondosta cambiando. Paul Harris dicevache cambiare non significa scenderea compromessi e che l'amicizia rota-riana, basata sulle necessità comuni,si sostanzia nei service, che sono “ci-vic work”, lavoro nella società civile:noi agiamo per migliorare la situa-zione, attivandoci con dei serviceche non devono essere azione “ca-ritatevole” ma interventi mirati.

Nell'ultimo Consiglio di legisla-zione sono state aperte nuove pos-sibilità per più ampie cooptazioni e

a cura di Achille Cusani

classifiche, temi vitali nel cambia-mento. Abbiamo anche notato – haproseguito Biondi - che molto spesso,i cooptati di recente, dopo pochianni se ne vanno. Come affrontareil problema? Qui ci vorrebbe un'in-dagine approfondita, ma possiamogià indicare alcune soluzioni. I gio-vani ci sono necessari, per fare inmodo che prendiamo atto dei cam-biamenti della società: è chiaro,quindi, che il bacino cui attingere èil Rotaract. La “parola d’ordine” èrinnovarci a mezzo di una più ap-profondita presenza nel territorio.Infatti, chiediamoci: se il nostro Clubdomani chiudesse, la società se neaccorgerebbe? Il Club deve diventareuna realtà, da cui la società in cuiopera non possa prescindere.

È seguito poi l'intervento del go-vernatore Luca Gallo che si è ri-chiamato al modello di leadershipdescritto nell'ultimo numero dellanostra Rivista Distrettuale, dove luiha richiamato gli studi sulla con-cettualizzazione di leadership in unarticolo, al quale si rimanda perogni approfondimento. Luca ci haanche informato, con orgoglio esoddisfazione, che la nostra Rivistaè talmente ben fatta (grazie ad Al-fonso Forte e Livio Paradiso) che lasua fama ha superato i confini na-zionali, al punto che un Governatorespagnolo lo ha chiamato per avernecopia e farne una similare! Sì, maAlfonso e Livio ce li teniamo noi!

A questo punto, vi è stato unbreve intervento del GovernatoreEletto Gianni Lanzilotti che ha an-

Foto Roberto Santomanco

13

EVEN

TIR

OTA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

nunciato come sia stata propostauna manifestazione rotariana dedi-cata alla madri e i figli migranti,prevista per il 28 aprile 2018 a Ta-ranto, ove il futuro Presidente In-ternazionale ha accettato di esserepresente, trasformando l'evento inConferenza Presidenziale.

Beppe di Lido ha poi presentatola dottoressa Luciana De Fino spe-cialista in startup, che ha parlatodella leadership al femminile, chie-dendosi innanzitutto che cos'è la lea-dership. A suo parere, la leadershipè l'influenza sugli altri, lo sforzo dicondividere obiettivi e valori tramiteil dialogo e la motivazione. Mentrela vecchia leadership aveva a chefare con dei “boss” che davano ordini,la nuova leadership è basata sulcoinvolgimento, sull’intelligenzaemotiva, sulla motivazione, che sonotutte caratteristiche tipiche dell'animofemminile. Sarebbe quindi logico ve-dere la differenza di genere comeun valore aggiunto: in sostanza, pun-tiamo a valorizzare le differenze!

L’intervento successivo è statodel Gen. Pasquale Preziosa, di recentecooptato nel Rotary di Bisceglie edal 2009 Generale di Squadra Aerea.In tale ruolo, egli era alla guida di45000 persone, quindi la sua èun'esperienza che, nata dal basso, ècresciuta gradualmente con il cresceredelle sue responsabilità. Per lui, illeader è uno che ottiene risultati.Guardando al passato, il leader è uncondottiero, ma, in realtà, essenzialeè la squadra: il leader, senza squadra,non lo è, così come una squadra,senza leader, non lo è. In un ambientecomplesso, la chiave di volta per illeader è appunto la squadra, nellaquale si ottiene una coesione creatadalla fiducia degli uomini nel leader,fiducia che può essere mantenutasolo tramite la comunicazione. Il lea-der necessita di entusiasmo e inte-resse in ciò che vuole realizzare eprende decisioni strategiche, avendola capacità di individuare il problemachiave. La realtà va compresa, altri-menti la si subisce e oggi è quanto

mai necessario essere collegati allarete di relazioni complesse, che cicirconda (esempio: il Web). Comedice Allan Kay: “Il modo miglioreper predire il futuro è inventarlo”!

E’ stato infine introdotto breve-mente Alex Abate, Executive e busi-ness coach, che ha posto le premessedel suo intervento da sviluppare nelpomeriggio. E’ seguito un breve di-battito sui temi trattati con l’inter-vento del PDG Mario Greco sul ruoloche il rotariano deve avere nella so-cietà, perché, se è vero che noi nondobbiamo fare politica, siamo anchechiamati a intervenire nell'etica pub-blica, dunque è necessario generareun movimento di opinione di tiporotariano. Ha risposto il PDG PaoloBiondi, dicendosi d’accordo sul fattoche è indispensabile che il Rotaryfaccia opinione, ma per far questo ènecessaria maggiore coesione. LucaGallo ha rilevato come il rotarianocoincida con il cittadino e quindidebba accentuare l'interesse per la”polis”, con una leadership etica.Egli ha quindi riassunto la mattinatacon un proverbio cinese: se hai unpiano per un anno, semina grano,se hai un piano per 10 anni, seminaalberi, se hai un piano per la vita,semina per gli uomini, dedicandotiagli altri.

Nel pomeriggio, dopo la pausapranzo, è intervenuto il presidentedella Regione Nicola Giorgino, checi ha detto come la leadership siaindispensabile nel Paese e che nonva confusa con la notorietà, perchébisogna invece guardare i risultati.Concorda che è molto giusto che ilRotary una visione sua propria, chepotrebbe essere necessaria per il no-stro Paese. La sessione pomeridianaha visto poi protagonista il coachAlex Abate, che ha illustrato un mo-dello di coaching che è l'acronimoOSARE: O come obiettivo: che cosadevo realizzare; S come strategia:devo analizzare, pianificare, orga-nizzare e coordinare. A come azioneche porta avanti la strategia; R comeil risultato, perché va valutato il ri-

sultato della strategia ed infine Ecome esempio, perché l'esempio èquello che trascina il team. Questomodello di coaching può diventareuno strumento per il Club Tenerepresente che è l'obiettivo che formala squadra e la tiene insieme. “Ognicapolavoro è fatto di dettagli”, diceMichelangelo, quindi bisogna coin-volgere i Soci con il metodo sopradetto. E, per concludere, Alex haraccontato una breve storia. Una vol-ta, tanti anni fa, un anziano carova-niere, sentendosi prossimo alla fine,chiamò i suoi figli e disse loro: “Carifigli miei, vi lascio tutti i miei cam-melli, che andranno così divisi: ilprimogenito avrà la metà dei cam-melli, il secondogenito avrà un terzoed infine il più giovane avrà un nonodei cammelli. Quando poi il carova-niere passò a miglior vita, i figli siresero conto che il padre aveva la-sciato loro 17 cammelli, un numeroimpossibile da dividere. Iniziaronoallora a discutere al punto che sta-vano per venire alle mani. Allora,per evitare il peggio, decisero di ri-volgersi a un anziano del villaggio,noto come molto saggio. Dopo aversentito la loro storia, il vecchio risposeche non sapeva come aiutarli, mache voleva consolarli, regalando loroun cammello. Con il cammello ag-giunto, ora, i cammelli erano 18 e iragazzi s’accorsero che la divisioneera semplice: il primogenito prese18/2=9 cammelli, il secondo figlioprese i suoi 18/3=6 e il più giovaneprese gli ultimi due cammelli (unnono di 18 è 2). E sorpresa! Il totaleera 17!! E così, tutti contenti, i tre re-stituirono al vecchio saggio il suocammello. Morale: “Tutto ciò chefai per gli altri, come leader, ritornasempre indietro”.

Infine, chiudendo il lavori il no-stro Governatore, Luca Gallo, haringraziato la squadra e il Club diTrani e ha dato appuntamento atutti quanti al prossimo Forum, sot-tolineando come il tempo dedicatoalla crescita personale sia il tempomeglio utilizzato. ÿ

Foto Roberto Santomanco Foto Roberto Santomanco

14

VALO

RIDE

LRO

TARY

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

La DiversitàIl quarto “valore” del Rotary International

La diversità tra noi uomini è una condizione,forse un dono regalatoci dalla natura.Davanti ad essa si parano due strade.Capita talvolta che le diversità si scontrino,si dividano nelle opinioni;allora la collettività incappa in disaccordi,demolisce, si scompone, produce dissidi e lotte e guerre.Ma succede anche che le diversità si uniscanoe riescano a condividere idee, a discuterle, a dibatterle,a smussare gli angoli; e allora si costruisce,si creano campi ricchi di uliveti vigneti frutteti stupendi,si impiantano scuole per le generazioniche verranno, si costruiscono ospedali e musei e industriee centri di cultura o di ricerca,si lavora insomma insieme, si collabora al bene comune,si costruisce il futuro della comunità, si produce pace.Facciamo che la diversità operi e perseverilungo la seconda strada, popolatada una folla di uomini concordi,nell'unica coerente intesa di costruire insiemeun mondo migliore. (a.f.)

Oggi, il pericolo è la globalizzazione

nell'uniformità che distrugge;

la vera unità si fa nella diversità.

Papa Francesco

Guardiamo alle religioni

come alle mille foglie di un albero,

ci sembrano tutte differenti,

ma tutte riconducono

a uno stesso tronco.

Mahatma Gandhi

La diversità, che mi fece stupendo

e colorò di tinte disperate

una vita non mia,

mi fa ancora sordo...

Pier Paolo Pasolini

La nostra ricchezza

è fatta dalla nostra diversità:

l’altro ci è prezioso

nella misura in cui

ci è diverso.

Albert Jacquard

15

VALO

RIDE

LRO

TARY

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

idee, visioni del mondo, conoscenzee interpretazioni. Tutto questo è ilsegno distintivo di una identità crea-tiva e disposta ad una permanentericerca di nuovi modi di essere. Unaidentità in grado di prevenire ap-punto i rischi di una “chiusura rigidae dogmatica”, incapace di far fronteai cambiamenti personali e collettivi,di riconoscere la parzialità del pro-prio punto di vista, di confrontarsicon quanto di inedito, di nuovo etalvolta di “perturbante” arricchisceil comune ambiente di vita. Un’iden-tità “mobile e aperta” è dunque ca-pace di problematizzare e mutare ipropri modi di pensare e di essere,di oltrepassare i confini personali eculturali per accedere a ipotesi in-terpretative molteplici e diversificate,per moltiplicare il proprio sguardoe, con ciò, accorgersi che più sguardiinterpretativi (quelli personali e quellidella propria cultura, quelli deglialtri e delle culture altre) rimandanoad un’immagine della realtà e delmondo molto più articolata e com-plessa. L’identità dunque non “èstatica ma dinamica, in costante di-venire, non è monolitica ma plurale:è un tessuto costituito da molti fili emolti colori che si sono intrecciati,spezzati, riannodati a più ripresenel corso della storia. Quando il fan-tasma dell’identità porta a ridurrele relazioni sociali alla materialitàdel dato tecnico, dell’omogeneitàdel sangue, della lingua parlata odella religione praticata allora siapre la via a forme di politica totali-taria e intollerante. I risorgenti na-zionalismi e le tendenze localistichesi accompagnano sempre a spintexenofobe e razziste che tendono al-l’esclusione dell’altro e si risolvonoin un autismo sociale…” (E.Bianchi,l’altro siamo noi, einaudi 2010). Edè purtroppo quello che sta accadendoin tempi recenti e che caratterizza illinguaggio corrente della comuni-cazione sociale e politica: un usodel termine identità per dividere,distinguere, classificare l’umanità ingruppi determinati. Si tratta di unfenomeno tipico della nostra epoca:

di Luca GalloGovernatore 2016/17 Distretto R.I. 2120

verso è la vocazione umana primaria(M. Buber, incontro, Città Nuova1998). Ogni relazione dialogica nonpuò non fondarsi che sul principioe sulla prassi dell’accoglienza e delrispetto dell’altro, indipendentemen-te dalla sua origine, situazione esi-stenziale e dalla sua cultura. Acco-gliere e rispettare l’altro, è inviargliun esplicito messaggio di riconosci-mento della sua singolarità, è con-sentirgli di fare esercizio della libertàdi essere e di manifestarsi secondola sua differenza, è far crescere inlui la speranza. La diversità, mentrenon impedisce confronto e dialogo,può farsi occasione di valorizzazionedelle rispettive singolarità e di ri-cerca-apprezzamento di quello cheunisce; può contribuire a demitizzarecertezze e a superare dogmatismi efondamentalismi; può sospingere amettersi in discussione e a ripensarsie quindi a ricostruire la propria ap-partenenza culturale non più fon-dandola su criteri e valori pregiudi-ziali e stereotipati, ma sul principiodell’apertura critica contro quellodella chiusura assoluta e rigida.

La propria identità, occorre ri-cordarlo, si costruisce nella storia,sulla base di un incontro tra personae ambiente, tra io e socio-cultura,tra persona e persona. L’identitàsfida continuamente la persona aricercare ciò che la rende uguale enello stesso tempo diversa daglialtri. Essa si realizza in un giococontinuo, in un intreccio dialetticofra diversità e similitudine. Il concettodi identità rimanda, in tal modo,direttamente ed esplicitamente alconcetto di alterità. Attraverso ladialettica tra identificazione e di-versificazione, l’altro aiuta il soggettoa definirsi e a riconoscersi, a cercare,attraverso il confronto, la possibilitàdi moltiplicare i modi di guardare einterpretare la realtà. L’apertura alconfronto con quanto si differenziadai propri modi di essere comportala disponibilità ad accettare di mo-dificarsi in relazione ai cambiamentidella realtà storica e sociale e la di-sponibilità a ridefinire convinzioni,

Diversità e Rotary.Aspetti,connessioni, prospettive

La società e il tempo in cui vi-viamo non sembrano favorevoli asuscitare e potenziare atteggiamentidi attenzione e sensibilità versol’altro, ai pensieri e ai sentimentiche l’altro esprime e comunica tra-mite la parola e la corporeità, alleopportunità di cui è portatore, aidisagi e alle sofferenze di cui nonpoche volte è intessuto il suo esi-stere e che egli, spesso affannosa-mente, tenta di “raccontare” cer-cando comprensione e aiuto. In altritermini, l’altro inteso come diversità,che si carica oggi di ulteriori aspettiquali, tra gli altri, quelli legati allevarie fasi della vita, al genere, allosviluppo psico-fisico, al contesto so-cio-economico e culturale: il bambino,l’anziano, il disabile, il malato, ilpovero, il disoccupato, l’emarginato,l’immigrato, lo straniero e via di-cendo. In definitiva un’alterità e di-versità nel senso più ampio del ter-mine, con connotazioni e caratteri-stiche le più variegate e che possonoessere richiamate quali esempi diumanità inascoltata e per questo tra-scurata e non rispettata. All’originedi tale sordità e di difficoltà a decli-nare al plurale la personale esistenzasta sostanzialmente il rifiuto di ri-conoscere la singolare identità del-l’altro e pertanto la sua pari validitànella differenza che lo contraddi-stingue. La grandezza dell’uomo ènella sua essenza “relazionale e dia-logica”. Non c’è un uomo senza glialtri uomini e ogni persona fa partedell’umanità, fa parte di una realtàin cui ci sono gli altri. Comunicarecon l’altro, con il diverso è il destinodell’uomo; incontrare l’altro e il di-

16

VALO

RIDE

LRO

TARY

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

che è quella in cui, come è stato no-tato, le merci e gli oggetti si mon-dializzano mentre gli esseri umanisi “tribalizzano”. Una reazione ge-nerale di chiusura e di rifiuto si èdiffusa come contropartita della finedelle barriere che dividevano e seg-mentavano il mondo. Oggi sembrache fabbricare identità serva soprat-tutto ad alzare un muro di tradizionie religioni che protegga “noi” dagli“altri” (A.Prosperi, identità, editoriLaterza 2016)), E allora: identità, al-terità e irriducibile esigenza di scam-bio, dialogo, comunicazione, sonoineludibili e necessarie categorie diapprofondimento, perché non è piùpossibile ignorare la dimensionedel cambiamento da cui nessunastoria è immune. Si tratta di un im-pegno e un progetto anche educativoe formativo interculturale, disponi-bile a riconoscere la diversità sia alnostro interno (di genere, di statosociale o altro) che all’esterno (im-migrati, stranieri o altro). L’educa-zione, a proposito, può infatti offrireun contributo rilevante cominciandocon il far proprio, con il diffonderee con il praticare il principio che ladiversità è componente essenzialee indispensabile della condizionedell’essere uomini e che tale umanitàsi consolida nell’incontro autentico,che l’essere umano giunge a sestesso protendendosi oltre se stessoverso l’altro e accogliendone la dif-ferenza. Un’educazione intercultu-rale intesa come impegno formativodi educazione alla differenza e conla differenza, cui tutti, autoctoni eallogeni, sono interessati; di educa-

zione della diversità che si trovadentro ciascuno; di educazione al-l’alterità e alla solidarietà, con quelloche ciò esige in riduzione del proprioindividualismo e di appartenenzaconsapevole ad una comunità localee globale che unisce solidariamentele persone al di là delle connotazionirazziali, economiche, ideologiche,religiose, politiche, culturali; di as-sunzione di impegno e di respon-sabilità a costruire comunità auten-ticamente democratiche ed eguali-tarie, che in quanto tali si adoperanoa garantire a tutti i propri compo-nenti il diritto ad essere consideratie ad esprimersi come persone (B.Rossi, pedagogia dell’arte di vivere,editrice La Scuola 2015).

In tale contesto problematico disignificato e di sviluppo della di-versità s’inserisce l’interpretazionerotariana. La filosofia di vita e laprassi del Rotary ha avuto sin dal-l’inizio particolare attenzione alladiversità e ancora oggi, oltre a co-stituire uno dei cinque valori fon-damentali adottati dal suo Pianostrategico, viene riconosciuta qualeuno dei tratti essenziali dell’essererotariani e viene riconfermata e so-stenuta in tutto il mondo. Riguardoalle sue origini, il Rotary è statospecchio della società composita(quella che oggi chiamiamo societàmulticulturale). La popolazione diChicago era già nei primi del ‘900multietnica: ospitava confessioni re-ligiose diverse, prosperava in attivitàproduttive diversificate, seguivaideologie politiche distinte. Gli stessiquattro fondatori del Rotary, come

sappiamo, non solo esercitavanoprofessioni diverse, ma avevano ori-gini nazionali diverse e appartene-vano a religioni diverse. Un esempiodi modernità del Rotary ed una in-teressante testimonianza di diversità.

E Il Rotary continua, ancora at-tualmente, a proporre un modelloeducativo al cosmopolitismo e al-l’interculturalità attraverso varieesperienze: si pensi, tra le altre, alloScambio giovani. Ogni anno il Rotaryinvia, per brevi o lunghi periodi,ragazzi delle scuole secondarie ita-liane a vivere e studiare all’esteroed accoglie nel nostro Paese altret-tanti giovani di ogni nazione chescelgono di arricchirsi culturalmente,trascorrendo un periodo di vita nellenostre famiglie e nelle nostre scuole.Attraverso queste esperienze di vitavissuta si formala consapevolezzadella molteplicità dei valori storici,sociali e culturali e si può innescareun processo di conoscenza, confrontoe rispetto che può portare al supe-ramento dell’etnocentrismo. E intale ottica si muovono anche le Borsedi studio e della pace, i VTT ed altreiniziative. Il cosmopolitismo e l’edu-cazione interculturale sono oggi dellenecessità, non delle utopie.

Il Rotary è un messaggio, senzadistinzione alcuna di razza, di colore,di lingua, di religione, di opinionepolitica, di genere, di età, di profes-sione. Un Club che rispecchia e pro-muove l’eterogeneità culturale e ladiversità in senso ampio, nell’ambitodella comunità nella quale ha sedeed opera, è protagonista efficace delsuo futuro. ÿ

17

VALO

RIDE

LRO

TARY

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

le differenze che lo contraddistin-guono. Ogni razza, genere, etnia,orientamento politico, religione oideologia, status socio-economicoha la sua importanza.

È l’esplorazione delle differenzein un ambiente sicuro e positivo,che va oltre la semplice tolleranza.È capirsi l’un l’altro e muoversi an-dando oltre la semplice tolleranzaper abbracciare e celebrare la ric-chezza di ogni singolo individuo.Non possiamo limitarci a giudicareciò che è giusto o sbagliato, poichéogni cultura ha i suoi pro, i suoicontro e le sue caratteristiche. E dob-biamo tenere bene in mente cosa si-gnifichi recarsi in un altro paese,adattarsi ad un differente stile divita e conservare comunque le pro-prie tradizioni. All’interno di ungruppo o di un club siamo tutti sin-goli individui, ognuno con il propriotalento, con la propria esperienzaed il proprio stile di vita. Ma qualcosaaccade agli individui quando si entraa far parte di un gruppo. Essi pen-sano ed agiscono in maniera diffe-rente rispetto a quanto farebberocome singoli. La ragione è da ricer-carsi nella natura del gruppo piùche nella natura del singolo indivi-duo.

Gli studiosi hanno fatto le se-guenti scoperte:

Un individuo è intelligente, re-sponsabile, razionale e lavora duro

Un individuo si prende cura del-l’altro e conosce i suoi standard mo-rali.

Un gruppo è spesso stupido, pi-gro, passivo e fermo a guardare.

Un gruppo sembra pensare chesi tratti sempre di un problema deglialtri, biasimando gli altri.

Sì, un individuo è meno predi-sposto ad agire se gli altri non agi-scono. Se un individuo come singoloaiuta gli altri o interviene a loro fa-vore perchè fa parte della propriamorale o del proprio dovere profes-sionale, potrebbe non farlo in gruppo.Può sembrar strano o inusuale magli adulti sono colpevoli di questoatteggiamento. Si tratta della naturadelle persone e questa è la ragioneper la quale esistono eroi al mondo.

Tuttavia, vedere gli individui

di MarianneKoebrugge-MulderGovernatore 2010-2011District RI. 1560, the Netherlands

leggi possono essere diverse perchèla visione di “diversità” sembra es-sere anch’essa differente. Un buonesempio è Singapore che eccelle nelmescolare minoranze e maggioranzereligiose. Ciò non significa che nonci siano tensioni e discriminazioni,ma si tratta in generale di una Na-zione pacifica che ha accolto la di-versità.

Dobbiamo chiederci se nei nostriRotary club ci soffermiamo a rifletteresul tema della diversità; se abbiamomai pensato alla possibilità di ap-profondire la comprensione dei valoridella diversità culturale; se abbiamomai affrontato questo tema nel nostroRotary club; sarebbe possibile valo-rizzare la consapevolezza dell’im-portanza del dialogo interculturaleo si tratta di un tema troppo com-plicato? Oppure, possiamo interpre-tare semplicemente il termine di di-versità come “mescolanza”; l’inte-grazione non è altro che il giustomix di un buon lavoro eseguito in-sieme. La diversità è una materiacomplessa ed ogni singola comunitàrappresenta una realtà unica, tanteopportunità cosi come tante attitu-dini.

Siamo impegnati a rafforzare ilconcetto di tolleranza avendo curadella reciproca comprensione traculture e persone? Cosa dire di mecome Rotariano? Cosa possono farei club in merito a questa tematica?Mai questo tema è stato così fonda-mentale come in quest’era di violenticonflitti, estremismi e indifferenzaverso la vita umana. Dobbiamo pro-muovere la tolleranza, il rispetto ela dignità nel nostro paese o nellanostra città. In questa nostra epocauno dei più grandi conflitti è quelloche vede persone differenti per cul-tura, religione e razza rifiutare diaccettarsi l’un l’altro ed apprezzarele differenze altrui.

Cosa penso della diversità? Ladiversità, l’integrazione e la tolle-ranza possono essere considerateuna opportunità per noi stessi, perla società, per l’economia, per il Ro-tary? Il concetto di diversità è, se-condo il mio pensiero, accettazionee rispetto. Ciò significa capire cheogni individuo è unico e riconoscere

Diversità

Poco più di un mese fa ho rice-vuto una mail dal Dott. AlfonsoForte con la quale mi chiedeva discrivere un articolo sulla “Diversità”per il vostro bollettino. Il mio con-tributo sarà una riflessione sulladiversità intesa in senso generalee sulla diversità nel Rotary.

Cos’è la Diversità?Nel senso più ampio del termine

si può dire che la diversità è quelladimensione che viene utilizzata perdistinguere gruppi di persone. Ciòsignifica soltanto rispetto ed apprez-zamento per le differenze etniche,di genere, di età, di disabilità ecc., ovuol significare molto di più? Ognu-no di noi porta con sé diverse pro-spettive, esperienze, stili di vita eculture. Esiste la diversità profes-sionale. Esiste la diversità sociale.

Nel 2001 l’UNESCO ha adottatola Dichiarazione Universale sullaDiversità Culturale come strumentolegale che riconosce la diversità cul-turale come “patrimonio comunedell’umanità”. Il 21 maggio ricorrela Giornata Mondiale della DiversitàCulturale per il dialogo e lo sviluppo.Celebrare la diversità culturale si-gnifica aprire nuove prospettive peruno sviluppo sostenibile. La culturaè un acceleratore dello sviluppo so-stenibile il cui potenziale è stato ri-conosciuto nel programma del 2030per lo Sviluppo Sostenibile adottatodalle Nazioni Unite.

Negli Stati Uniti il tema della di-versità è di grande attualità ed ètrattato in molti libri, siti e rivistededicati a questo tema. La legisla-zione in materia di diversità è natanel 1961; sono state approvate varieleggi incentrate sulla diversità; le

18

VALO

RIDE

LRO

TARY

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

come un gruppo può rappresentareuna opportunità. Esistono al mondopiù di 1.2 milioni di Rotariani in33.000 club in più di 200 paesi ed ilnostro motto è “Al di sopra di ogniinteresse personale”. Noi Rotarianiabbiamo tutti diverse abitudini, tra-dizioni e costituzione. Dai club tra-dizionali agli e-club, sempre adat-tandoci agli stili di vita frenetici deinostri tempi, alle nuove generazioni,e alla diversità legata all’età.

Non si tratta solo di diversificarei club con un insieme di individuidiversi per esperienza, professione,classifica e punti di vista; il punto è

riuscire a lavorare bene insieme.Avere soci con differenti esperienzee punti di vista può dare al clubl’opportunità di avere una fotografiadella comunità, dei suoi problemi edelle possibili soluzioni. I temi delladiversità e dell’accettazione riguar-dano ognuno di noi.

Ogni essere umano sente il bi-sogno di essere valorizzato, rispet-tato ed apprezzato per ciò che è. Atal proposito, abbiamo tutti qualcosadi unico da offrire; ognuno di noiporta con sé una prospettiva che sibasa sulla nostra individualità. Ge-nere, razza, etnia, educazione ed

esperienza influenzano il modo incui vediamo e concepiamo il mon-do.

Diversità ed accettazione riguar-dano noi ed ogni altro essere umano.Il Rotary fa tantissime buone azioninel mondo e molto spesso possiamoveramente fare la differenza. La miasperanza è che il Rotary ed i rotarianipossano trovare risposte alle tantedomande relative alla “diversità”per poter fare la differenza.

Cari saluti, Marianne. ÿ

(Trad. Erika Brescia/Marilena Stasio)

dersi a vicenda ed essere quindi piùsolidali, cordiali e al servizio gli unidegli altri”.

Pensiamo al Rotary che ci hadato Paul Harris come “Internatio-nal”, impegnato nel confronto quo-tidiano con realtà e nature diverse,costretto a gestire priorità ed emer-genze, ma sempre nel rispetto delladignità della persona, delle identitàe del valore della diversità, nellapiena convinzione che tali diversitàrappresentano una grande risorsaper l’intera umanità.

La diversità è una dote che faparte della natura di ogni individuo,ma che cambia nel tempo, graziealle influenze del percorso di vita,dello studio, della famiglia, del lavoroe delle amicizie.

Nella famiglia rotariana è im-portante la compresenza del fem-minile e del maschile, dei giovani edei meno giovani. L’approccio aicasi della vita in parte cambia se losguardo è di un uomo o di una don-na, la visione del mondo è diversa aseconda dell’età. Ma l’affaticamentoemotivo che nasce dallo sforzo dicontemperare tutte le opinioni è am-piamente ricompensato dalla mag-giore possibilità di successo. È comeguardare un oggetto da differentiangoli di prospettiva. Ne risulta mi-gliorata la visione a tutto tondo.�Ec-

di PDG Mauro LubraniGiornalistaGovernatore 2015/16 Distretto R.I.

i soci: la diversità e il pluralismosono due di queste insieme alla lea-dership, all’integrità, all’amicizia edal servizio.

Essere Rotariani vuol dire com-portarsi con responsabilità, equità erispetto nei rapporti con gli altri di-mostrando una piena integrità. Lesfide sulla diversità che ogni rota-riano deve compiere sono molteplici:non solo quelle per aiutare i sofferentie per combattere le malattie (la sfidaall’eradicazione della polio è la prin-cipale e il traguardo finale è semprepiù vicino), ma soprattutto quelleper contribuire ad una integrazionea tutti i livelli.

Il Rotary International, ad esem-pio, riconosce il valore della diversitàdemografica all'interno dei singoliclub. Il Rotary incoraggia i club avalutare i membri della comunitàin grado di far parte dell'effettivosecondo i principi guida per l'affi-liazione e di fare in modo di includerela giusta diversità di individui neiloro club.

“Lo scopo del Rotary – ha dettoPaul Harris – non è quello di rap-presentare la società dal punto divista sociale, religioso o razziale. IlRotary riunisce uomini d’affari eprofessionisti di diverso stato sociale,di diversa religione e nazionalità,affinché possano meglio compren-

La diversità. Prepariamociad affrontare in modo nuovole diversità presenti nella società

“Le diversità ci fanno paura per-ché andare incontro a una personache ha una diversità grande è unasfida, e ogni sfida ci fa paura. Èpiù comodo non muoversi, ignorarele diversità, dire che tutti siamouguali. Ma tutti siamo diversi, nonc’è uno che sia uguale all’altro”.Così ha detto Papa Francesco, par-lando ad un convegno promossosui problemi delle persone disabili.E, ricordando che “le diversità sonoproprio la ricchezza”, ha invitatotutti a non aver paura delle diversità,perché questa “è la strada per mi-gliorare, per essere più belli e piùricchi”.

Alla base della cultura organiz-zativa del Rotary International cisono dei valori fondamentali checostituiscono le linee guida per tutti

19

VALO

RIDE

LRO

TARY

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

colo, il Rotary: diversità di razza,religione e sesso, differenti culture,una giusta miscela di età e tanta,tanta competenza ed esperienza daoffrire in dono a chi ne ha bisogno.

Ogni diversità tra soci rotarianidi uno stesso club racchiude la pos-sibilità di integrare le migliori energieintellettuali, culturali e professionalidelle persone. Resta il principio chesapersi ben relazionare con gli altricomporta il fatto di accettare l’altroper come è, ricercando insieme con-vergenze e complementarità.

Noi rotariani, infatti, dobbiamoprepararci in modo nuovo ad af-frontare le diversità presenti nellasocietà. Il primo obiettivo è quellodi riuscire a capire che l’ammissioneo l’esclusione a certe attività e acerte opportunità non può esserestabilita sulla base delle decisioni diun presidente o di un consiglio, madeve, invece, essere valutata sullaconsiderazione di ciò che le personedi altri contesti culturali e religiosipossono offrire in termini di profes-sionalità, di esperienza e di poten-zialità.

Per soddisfare le nuove aspetta-tive è indispensabile cercare di co-noscere l’altro, mettendo da parte il

proprio io e tanti eventuali pregiu-dizi. Si tratta di fare appello allapropria umanità, consapevoli chetutti i “mondi” hanno al tempostesso ricchezze e limiti.

Un rotariano che guardi al futurodeve essere aperto mentalmente,creativo e innovatore. Il vero rispettodelle persone è di accettarle percome sono e non per come si vor-rebbe. La creatività ci fornisce ideenuove, preparandoci ad un futurosempre più globalizzato.

I rotariani sono chiamati oggi adaffrontare i problemi connessi aduna società multietnica e alle diver-sità che essa rappresenta. In questocontesto ogni rotariano non può cheessere attento all’ascolto dell’altro,basandosi sui propri valori etici esul rispetto della persona.

Il processo creativo ci offre lapossibilità di comprendere le ideedi altre culture.

Noi rotariani sappiamo bene chesuperare egoismi e posizioni di parteè un valore importantissimo che ciinduce ad operare con spirito di ser-vizio: “service above self”, e ciò noncerto per spirito altruistico o mora-listico, non per carità ma per giustizia,perché “he profits most who serves

best”.Anche nella cultura del servizio,

infatti, i rotariani, seguendo l’inse-gnamento di Paul Harris, si diffe-renziano dal fare semplice benefi-cenza, evidenziano così la loro di-versità rispetto alle attività di tantealtre associazioni. Il Rotary, infatti,unisce globalmente le persone ditutto il mondo attraverso l'idealedel servire. “È un’associazione diservizio (service) – ha scritto lo psi-cologo rotariano Claudio Widmann- i cui membri mettono le proprieelevate capacità umane e professio-nali a disposizione della collettività,nella convinzione che esista un feed-back circolare fra evoluzione delsingolo e del collettivo”.

Il Rotary incoraggia la diversitàdelle conoscenze professionali e delleattività, così come nei progetti d'azio-ne. Un club che riflette la propriacomunità con un effettivo che rap-presenta le professioni presenti è unclub in possesso della chiave per ilsuo futuro con tanti soci pronti adessere “dono nel mondo”, seguendocosì lo splendido motto del Presi-dente internazionale Ravindran cheha accompagnato i Governatori 2015-16 nel loro cammino. ÿ

Il pensiero rotariano c’insegnaad accettare la differenza e c’invitaa evitare d’improntare i rapporti suconsiderazioni e prese di posizionisuperficiali o di poco conto - quali ilcolore della pelle e/o la lingua parlata- bensì ad approfondire ciò che èveramente importante e che ci legal’uno all’altro: siamo essere umaniche, fin dal primo istante di vita,abbiamo bisogno dell’altro.

La diversità’, spingendoci a met-tere noi stessi a confronto con l’altro,diventa arricchimento personale esociale e, attraverso la conoscenza,ci porta al superamento dei pregiu-dizi atavicamente presenti in noi ead accettare l’altro - il “diverso” -che, di volta in volta, può essere lostraniero o chi non conosciamo che,pertanto, ci fa paura.

L’approfondimento delle altreculture e la conoscenza che si puòavere attraverso il dialogo generatodall’incontro, ci aiutano a far crescere

di PDG Francesco SocievoleTitolare Studio Ingegneria - ArchitetturaPast Pres. RC AmanteaGovernatore 2009/2010 Distretto 2100

I primi soci del Rotary Club Chi-cago One svolgevano, infatti, pro-fessioni diverse (avvocato, commer-ciante di carbone, ingegnere mine-rario e sarto) praticavano un diversocredo religioso (protestante, cattolico,ebraico) e appartenevano a diversanazionalità (americana, tedesca, sve-dese e irlandese).

Alla base del Rotary, costituitoda una rete globale di donne e uo-mini di buona volontà, vi è la di-versità che comporta l’inclusione dipersone appartenenti a etnie e culturediverse che s’integrano nella nostraassociazione e la rendono forte graziealla ricchezza delle specifiche espe-rienze e delle diverse competenze.

Il Rotary è, pertanto, un magnificoesempio di come possano coesisterele diversità culturali, religiose, etnichee di genere grazie allo spirito di tol-leranza presente negli associati eche alimenta l’accettazione delle dif-ferenze.

La diversità

“Non giudicare sbagliato ciò che nonconosci, prendi l'occasione per com-prendere.” Pablo Picasso

Si può tranquillamente affer-mare che il termine “Diversità”non solo rientra fra i “Valori fon-damentali del Rotary”, ma che lostesso è insito, profondamente, nelDNA della nostra organizzazionefin dalla sua fondazione.

la comprensio-ne delle diver-sità e a farcelapercepire positi-vamente comedono che stimolail progresso del-l’umanità basato sull’eguaglianzadelle diverse culture e non sull’ege-monia di una di esse in particolare.

La diversità che riconosce l’interagamma delle potenzialità umane di-venta un potente stimolo all’inno-vazione.

La diversità che, nel Rotary èstatutariamente determinata dal si-stema delle classifiche, si traduce,nei nostri club, in un pluralismo dipresenze rappresentative del mag-gior numero possibile di categorieprofessionali e di attività utili allacomunità. Una pluralità che però,attraverso una più bilanciata pre-senza della diversità di genere, deveprevedere una maggior percentualedi donne, per come da qualche tem-po il Board del Rotary pone l’accentonelle sue comunicazioni.

Oggi, alla luce di un effettivoanagraficamente sbilanciato versol’alto, è opportuno - anzi necessario- pensare anche a una diversifica-zione anagrafica che preveda unamaggiore presenza di soci sotto iquarant’anni. Un Rotary rinnovatonella continuità dei suoi valori fon-damentali, in sintonia con una bellaaffermazione di Victor Hugo: “Latradizione è fatta di radici e troncoche a ogni primavera devono gene-rare rami, germogli, fiori e frutti

sempre nuovi”.Tutto ciò, unitamente

alla rappresentanzadelle varie professio-

ni, culture, etnie ereligioni presentinell’ambito ope-rativo del club,serve a riguada-gnare una pro-fonda conoscen-za del proprioterritorio e a sti-

molare una capa-cità di servizio che

si concreta in azioniche contribuiscano al

rinnovamento e miglio-ramento della comunità lo-

cale e mondiale.La speranza che ciò si avveri, ri-

siede nella consapevolezza che i no-stri giovani - abituati al dialogo eall’incontro con persone di altraestradizione culturale, di diversogenere e colore della pelle - sonoportatori di tolleranza e di spiritod’inclusione, pronti a riconoscere laricchezza di una cultura piena divalori contrastanti.

Il Rotary ritiene fondamentalel’accettazione e la coesistenza dellediversità per raggiungere il suo prin-cipale obiettivo: la comprensione fragli uomini e la pace fra i popoli. Nellibro “This Rotarian Age” scritto daPaul Harris nel 1935, a tal propositosi legge: “Il Rotary, nel suo sforzo dipromuovere la comprensione fra ipopoli, fa ricorso agli stessi mezziche ebbero successo agli inizi delmovimento: i rapporti di amicizia.L’unica differenza essenziale sta perònel fatto che, allora, l’esperimentocoinvolse rappresentanti di razzediverse e gruppi religiosi operantiin un’unica città, mentre oggi hannopreso parte alla gloriosa avventuracittadini di quasi tutte le nazionidel mondo”.

Ciò impone che i soci dei nostriclub posseggano e mettano in praticaalcuni importanti requisiti.

Prima di tutto il rispetto dell’altroche implica la sua conoscenza e ciporta, pur non condividendola, al-l’accettazione della sua cultura edelle sue tradizioni, facendoci in-traprendere quella via della ”incul-turazione” indicata dal missionariogesuita Matteo Ricci.

Poi, l’Eguaglianza intesa come

la logica della parità che deve farcapire a tutti gli individui che il miovicino, “l’altro”, deve avere gli stessimiei diritti.

Rispetto ed eguaglianza si so-stanziano nella Solidarietà verso chiti sta vicino e, comunque, essendoconnessi da una rete globale nonc’è più permesso un comportamentoindifferente rispetto ai bisogni del-l’altro che soffre per fame, per ma-lattia o perché è un perseguitato po-litico. L’Umiltà diventa un atteggia-mento necessario per apprendere einsegnare a riconoscere e valorizzarele potenzialità presenti in ogni civiltàumana. Infine la Tolleranza rappre-senta l’essenza per garantire la con-vivenza in una società multiculturale,attraverso il reciproco riconoscimentodi una pari dignità, e rappresenta lapremessa per lo sviluppo del con-fronto e del dialogo fra diversi.

La Tolleranza è l’armonia delledifferenze e facilita il passaggio dallacultura della forza alla cultura del-l’intesa e della conciliazione.

Più volte Paul Harris ci ricordache il Rotary è nato dallo spirito ditolleranza senza restrizioni di federeligiosa o politica, con assoluto ri-spetto dell’opinione altrui.

Ne consegue che l’appartenenzaal Rotary implica che ciascun socio,indipendentemente dall’ambienteculturale cui si sente legato, possaperseguire le sue convinzioni fruttodi un’onesta ricerca ed esperienzadi vita, ma non criminalizza il dis-senso, non ha mentalità dogmaticama è rispettoso dell’altrui opinione.

I nostri club sono nati per essereluoghi di sereno confronto, un la-boratorio di umanità, dove cresconoe si formano donne, uomini e giovanicapaci d’illuminare la via dell’egua-glianza fra tutti, della solidarietà,della difesa della dignità umana edella libertà.

Ritorniamo al Rotary dei Pionieridedicandoci al “civic work” e con-tinuiamo a guardare avanti, con fi-ducia ed entusiasmo, per affrontarele sfide ancora da vincere e creare lecondizioni per garantire l’armoniosacoesistenza di tutte le diversità, cheè la migliore garanzia per una paceduratura.

Un’utopia irraggiungibile? No,il Rotary rende possibile l’impossi-bile. ÿ

20

VALO

RIDE

LRO

TARY

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

21

VALO

RIDE

LRO

TARY

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

tera.Indubbiamente, al di là delle ro-

boanti (e spesso purtroppo fini a sestesse) dichiarazioni d’intento, oc-corre da parte di tutti una coerenteconsuetudine operativa in cui questeintenzioni diventino pratica e con-vinzione quotidiane. E sono propriogli atteggiamenti di ciascuno di noinei confronti delle sfide quotidianea marcare e celebrare il rispetto dellediversità a cui veniamo esposti nelnostro divenire sociale.

Per quanto mi riguarda, essendoda oltre trent’anni rotariano, conti-nuo questa militanza volontaria conprofonda convinzione cercando dialimentare questo senso di appar-tenenza con atteggiamenti, compor-tamenti ed azioni coerenti con il ri-spetto delle diversità che questa mi-litanza propone ogni giorno. Hoimparato dal Rotary ad essere tol-lerante e comprensivo nei confrontidella diversità culturali, sociali, po-litiche e religiose e a vivere nel con-testo e nel turbinoso divenire delmondo odierno sviluppando dotietiche, rifuggendo da posizioni tra-dizionalmente egoistiche. Ho con-diviso il sentimento di riprovazionecontro l’uso di stereotipi e metri digiudizio degli individui sulla basedella loro appartenenza etnica, raz-ziale o religiosa. Mi sono quindiimpegnato a svolgere il mio serviziocon il fine ultimo, attraverso l’esem-pio, la cooperazione, la tolleranza ela solidarietà, del miglioramentodelle condizioni umane e, per quantopossibile, della rimozione degli osta-coli comportamentali tradizionaliper aprire le porte del raggiungi-mento degli obiettivi rotariani citati.

Dalla militanza internazionale(Stati Uniti, Svizzera, Germania,Austria e Italia), resa possibile dallemie condizioni di lavoro, e dai variprogetti di servizio a cui ho parte-cipato negli anni, ho capito ben pre-sto anche quanto il Rotary sia real-mente inclusivo. Una delle doti es-senziali alla appartenenza rotarianae quindi ad una organizzazione in-ternazionale dedicata alla compren-sione e alla pace mondiale, è la tol-leranza rispetto a leggi, costumi etradizioni di altri paesi anche quando

di Giorgio BongiornoPast Pres. RC Courmayeur Valdigne

riconosciuto e affermato il valoredel singolo individuo, la possibilitàche possa sviluppare pienamentela propria personalità, che possafare le proprie scelte, facendo valerei propri diritti e adempiendo ai pro-pri doveri: è questo il principio piùprofondo della nostra costituzione,quello che assegna a ognuno di noila responsabilità della nostre sceltee quindi dei nostri comportamenti.

Sempre maggiore è quindi l’im-portanza riconosciuta a questo det-tame istituzionale in quanto propriouna sua estensione ha reso possibilel’inclusione di importanti diritti“nuovi”, quali per esempio la tuteladell’ambiente e la libertà di espres-sione tramite l’accesso alla rete etutte le forme di tutela del lavoro.

Il Rotary, in tutte le sue campagnedi carattere umanitario, si è sempredistinto nel professare un profondorispetto della natura umana e delledifferenze che questa stessa mani-festa.

Temiamo le diversità perché èuna sfida affrontare situazioni chein quanto poco note incutono sen-timenti di rigetto. Troviamo più co-modo spesso indugiare e ignorare iconflitti generati dall’affrontare si-tuazioni troppo differenti dalle nostreconsuetudini tradizionali. Spesso ledifferenze portano a considerare eti-co e condivisibile solo quanto il co-stume, la vita quotidiana, le con-vinzioni sociali e religiose e la tra-dizione ci propongono. E altrettantospesso e volentieri dimentichiamoquanto le diversità possano conte-nere in sé il seme della tolleranza edella ricchezza spirituale.

Il Rotary è impegnato in areed'intervento specificamente definiteper creare relazioni internazionali,migliorare vite e creare un mondomigliore per sostenere i nostri sforzivolti a edificare la pace, a combatterele malattie, a sviluppare le economielocali, a fornire acqua e struttureigienico sanitarie, a proteggere ma-ternità e infanzia e a sostenere l’istru-zione.

In questo contesto occorre quindisuperare i confini geografici e socialie vincere la sfida delle diversità chehanno sempre diviso l’umanità in-

Diversità rotariana

Diversità è una parola dubbia,associata spesso a situazioni con-flittuali e a tradizionali crisi di ri-getto.

L’uomo si è trovato spesso, nelcorso della storia, ad affrontare con-flitti e sfide e a cercare, con enormedispendio di energie, soluzione aiproblemi creati proprio dal progressoe dalle diversità che l’evoluzionedi nuovi costumi, di nuove scopertee tecnologie avanzate hanno gene-rato. Vantaggi talvolta irrinunciabilima a fronte di questi, difficoltà sem-pre nuove, complicazioni e impassepsicologici di non poco conto.

Si aggiunge oggi la velocità omeglio, l’accelerazione con cui i fe-nomeni scientifici e sociali si alli-neano e talvolta si accavallano neltempo per cui appare più che mainecessario un tempestivo processoeducativo che prepari ad un com-portamento “resiliente” (capace diaffrontare e vincere le resistenze alcambiamento mantenendo eccellen-za di risultato)e rispettoso delle di-versità. Per questo la scuola rap-presenta sicuramente un punto dipartenza imprescindibile per la co-struzione di una società dove chiun-que possa sentirsi cittadino a pienotitolo, indipendentemente dalla con-dizione sociale in cui si trova a vi-vere.

La Repubblica riconosce e ga-rantisce i diritti inviolabili dell'uomo,sia come singolo, sia nelle formazionisociali ove si svolge la sua persona-lità, e richiede l'adempimento deidoveri inderogabili di solidarietàpolitica, economica e sociale (Art.2della Costituzione).

In questo articolo viene quindi

22

VALO

RIDE

LRO

TARY

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

detti comportamenti, costumi e tra-dizioni sembrano inusuali e la noninterferenza nelle leggi e costumidi altre realtà geografiche.

Anche la preghiera del rotarianoin uso in molti paesi non fa riferi-mento a qualsivoglia specifico credoreligioso ma esalta il rispetto inte-grale del credo di ogni rotariano,

impedendo interferenze lesive delleconvinzioni altrui. L’indirizzo spi-rituale di ciascun rotariano, indi-pendentemente dal credo religioso,è orientato quindi alla ricerca dellapace interiore come presuppostoessenziale per la realizzazione diun mondo più giusto in cui le diffe-renze diventano dei valori e le co-

scienze una risorsa essenziale diquesto comune impegno di solida-rietà. Il raccoglimento e la riflessione,caratteristiche dell’esordio di molteriunioni congressuali, rappresentanoun momento di celebrazione e te-stimonianza di rispetto nei riguardidelle fedi professate dalle diversereligioni del globo. ÿ

della vita” invitando ad una riflessioneseria e responsabile tutti gli Attoricoinvolti poiché l’estinzione di tantiesseri viventi rappresenta una mi-naccia catastrofica per l’Universo, es-seri umani inclusi; e se biologi, ecologie ambientalisti lanciano il loro gridodi allarme, i politici dovrebbero ri-flettere sul rischio “collasso ecologicoe umano”. La Storia testimonia chegli Imperi più vitali sono stati carat-terizzati da grande varietà culturale,etnica, religiosa: se Alessandro il Ma-cedone seppe amalgamare culturagreca, antidogmatica e razionalista,nel XVII secolo il boom scientifico,culturale e tecnologico dei Paesi Bassifu dovuto a una politica di tolleranzacapace di attirare ad Amsterdam mer-canti ebrei e artigiani ugonotti, dissi-denti inglesi ed eretici italiani, scien-ziati svedesi e studenti tedeschi. Con-divido il pensiero di Richard Florida,sociologo statunitense, che riconoscecome ingredienti per una Città disuccesso “Tecnologia, Talento e Tol-leranza”, gli unici in grado non sol-tanto di accettare chi è “altro da noi”ma di vederlo come opportunità dicrescita, intellettuale, culturale e mo-rale. Anche il “sistema innovazione”trae linfa dalla diversità di vedute,dalla mescolanza di idee e dall’usoconcreto del sapere astratto; ciascunocontribuisce al grande mosaico delsapere umano dove, per una tesseramancante, il mosaico rimane incom-pleto. Come per l’arcobaleno, le tesseredel mosaico hanno varie forme, colorie dimensioni: nella loro varietà è con-tenuta la bellezza.

La Dichiarazione dei Diritti del-l'Uomo sancisce che “gli uomini sonotutti uguali” e hanno gli stessi dirittialla vita, alla salute, al rispetto, al la-voro, alla libertà di scelte; di fatto, ladiversità è considerata spesso forma

di Maria BuonoPast Pres. R.C. Foggia “U. Giordano”

La “diversità” dovrebbe essereadottata come una vera filosofia divita perché ci colora tutti in mododiverso rendendo unico ognuno dinoi. Sono le differenze e le specifichepeculiarità la vera ricchezza sociale.Per diversità intendo non solo lo stra-niero, differente per colore di pelle,lingua, religione e cultura, ma ancheil portatore di handicap consideratoun limite o un ostacolo. In verità,l’uomo teme la diversità perché locostringe a confrontarsi, a riflettere,ad accettare, mentre i cosiddetti "nor-mali" rassicurano, senza sforzi dicomprensione.

Il cammino dell'uomo è costellatoda battaglie civili e politiche per ga-rantire parità di comportamento eeguali diritti: ricordiamo la trattadegli schiavi neri, le leggi razziali, icampi di sterminio nazisti, le battagliefemministe, le leggi sull’accoglienzaed altro; purtroppo, ancora irto è ilcammino per sfrondare i pregiudizie, oggi più che mai, il fenomeno del-l’intolleranza tende ad evidenziarsiprendendo il nome di “razzismo”.Soluzioni per risolvere le conflittualitànon ne sono ancora state trovate maritengo che il vero percorso sia quelloeducativo partendo dalla base: solostudiando, educando, conoscendo,accogliendo, integrando le diversità,nel rispetto delle differenze, diventapossibile “garantire” il benessere per-sonale e collettivo e abbattere il murodei pregiudizi. Valori e ideali essenzialidovrebbero essere così coniugati: <vi-vere insieme, senza distinzioni, inpiena armonia, liberi da tensioni econflitti>. Certo, è difficile risolvereproblemi così complessi ma diventaurgente affrontarli a tutela della pa-cifica convivenza. La Natura insegnache “la diversità è una ricchezza” e“la biodiversità è l’essenza stessa

Diversità. I colori dell'arcobaleno

Tra i valori dell’enfasi del R.I.per l’anno 2016-17 non poteva man-care la “Diversità” per l’estrema at-tualità e delicatezza del tema checoinvolge tutti i popoli della Terra.L’immagine visiva che ha ispirato lamia riflessione sulla diversità è stataquella dell’arcobaleno poiché la va-rietà e luminosità dei colori mi fapensare alla diversità come ricchezza,fonte di vita. Il significato dell’arco-baleno, nella simbologia leggendaria,è legato alla buona fortuna, alla divi-nità, alla creazione ma, sostanzial-mente, è una combinazione di coloriin perfetta armonia che si traduce instraordinaria bellezza. Questa è lamia visione di diversità: un “corpodi luce” creato dall’insieme equilibratoe armonico di persone con culture,lingua, tradizioni, religioni, diverse.Come nell’arcobaleno ogni colore hala sua specificità e positività così perle persone dobbiamo pensare ad unmondo variegato, costituito da per-sone-individui caratterizzati ognunodalla propria personalità. Se tutti ve-stissimo, parlassimo, pensassimo allostesso modo, il mondo sarebbe tristee noioso. La diversità tra gli esseriumani é indubbiamente complessae soprattutto nell’odierna società su-scita timore, spesso rifiuto, perchéconsiderata un pericolo alla propriaidentità e tranquillità esistenziale.

23

VALO

RIDE

LRO

TARY

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

di conflittualità, come testimonianoi tanti fenomeni di discriminazionee razzismo, giacché i “diversi” nonrispondono ai canoni fissati dai “nor-mali”. La diversità non riguarda solol’aspetto fisico, il carattere, le capacitàma, soprattutto, le condizioni socialied economiche, per cui è errato trattarein modo identico persone che in realtànon lo sono. Ultimamente Papa Fran-cesco, rivolgendosi a persone disabili,accompagnatori e volontari, ha ri-cordato che <non bisogna aver pauradelle diversità, perché questa è lastrada per migliorare, per essere piùbelli e più ricchi>. <Le diversità cifanno paura perché andare incontroa una persona che ha una diversitàgrande è una sfida, e ogni sfida ci fapaura. È più comodo non muoversi,ignorare le diversità, dire che tuttisiamo uguali. Ma tutti siamo diversi,non c’è uno che sia uguale all’altro>.Ritengo che alla Scuola, in quantoAgenzia Formativa per eccellenza,spetti il compito di educare alla “al-terità”, secondo la celebre frase diRousseau: “L’uomo ha bisogno dellosguardo altrui” nel senso che il diversoè necessario alla completezza del-l’umanità.

Come gestire la diversità rappre-

senta la grande sfida del futuro ma èineludibile includere le specificità inun disegno condiviso a livello pla-netario, in cui le diversità siano intesecome valori e risorse per la crescitacollettiva e non “ostacoli da abbatte-re”. Il Rotary può insegnare moltograzie alla visione lungimirante delfondatore Paul Harris il quale, percreare il Rotary, scelse 3 persone di-verse per cultura e professione: uncommerciante di carbone, un inge-gnere minerario e un sarto. Non acaso, tra i valori basilari del R.I. emer-gono “diversità e pluralismo”. Basipensare agli Scambi Giovani in cuila diversità diventa ricchezza. Con-frontarsi, condividere, conoscere stilidi vita e culture diverse aiuta a “pian-tare semi” che fioriranno nella vitadei giovani, protagonisti del cambia-mento. Affascinante è la storia diTodd Jenkins, cresciuto in un quartierepovero della Columbia, a cui il Rotaryha aperto le porte al mondo con ilprogetto Scambio Giovani in Brasile:"Ho dovuto imparare come utilizzaretutte le risorse. Ho dovuto abbatterele barriere. Altrimenti, avrei dovutofare ciò che era l'idea di me della so-cietà. Mi auguro di aver fornito unesempio ai miei familiari per poter

diventare ciò che desiderano". Con ilsuo impegno ha realizzato l’obiettivodi interrompere lo status quo dellasua famiglia e creare un esempio po-sitivo per i fratelli. La sua formazionerotariana gli ha consentito di trasfor-mare i suoi obiettivi professionali inrisultati tangibili trasferendo nellaprofessione il valore che la "diversità"è "completezza". Fondatore diun'azienda internazionale di gestionedi leadership e sviluppo professionale,il cui focus è riunire persone di varieestrazioni per migliorare produttivitàe performance organizzativa, ha su-perato ogni discriminazione socio-culturale. L’esempio di Jenkins è il-luminante perché ci fa comprendereche i programmi Scambio giovani eSviluppo dell'Effettivo possono di-ventare linea diretta con la diversità,vera ricchezza sociale e opportunitàper cambiare la vita di tutti, nellaconsapevolezza che il cammino del-l’uguaglianza è impervio nonostantesi parli di abbattimento di barriere eintegrazioni.

Ancora una volta ringrazio l’esi-mio Alfonso Forte per l’opportunitàconcessami di scrivere un articoloma soprattutto riflettere su un temacosì complesso e profondo. ÿ

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

24

IVAL

ORI

DEL

ROTA

RYIN

TERN

ATIO

NAL

colore della pelle, degli occhi, deicapelli. Sulla terra, c’è solo una razza:la razza umana nella molteplicitàdegli elementi che la compongono;il genere umano che è uno nella di-versità delle persone che lo caratte-rizzano.

La diversità di cultura, di carattere,di gusto, di attitudini, di ingegno diogni uomo, dunque, sono una ric-chezza e l’espressione evidente dellanostra uguaglianza. I valori condivisidi cui tanto si parla oggi sono sem-plicemente il frutto della coesistenza,dell’accettazione e della tolleranzadi valori diversi di un “mondo a co-lori” che ci permette di vivere insiemenonostante e grazie alle nostre di-versità.

Alla luce di queste considerazioni,ha senso allora parlare di impegnodi ciascun uomo ad essere diverso,a non lasciarsi omologare negli ste-reotipi del nostro tempo, a formarsicome persona che sa vivere con glialtri, che sa cogliere i valori dellacultura e dell’umanità per i qualivale la pena vivere e spendersi.

Essere persone significa esserecon gli altri e per gli altri, essere un“io” unico ed originale che scopre il“tu”, gli assegna un primato e loaiuta in ogni circostanza della vita,specie se è in stato di bisogno. Inquest’ottica, Alfonso Forte, parlandodel rotariano “convinto e dal fedelepercorso”, sostiene che la diversitàdiviene “marchio identitario”, “fi-sionomia netta”, segno di distinzionenel coacervo di una moltitudine ap-piattita nell’indifferenza del viveree nella banalità dei luoghi comuni.Il rotariano di fede è dunque un “di-verso”; un uomo la cui caratteristicadistintiva è costituita da un innatosenso dell’apertura mentale, acquisitasicuramente attraverso le scelte ope-rate e le esperienze vissute durantegli anni del suo percorso formativo,“disponibile sempre a fare e a darequalcosa di sé, ad entusiasmarsi, agodere del piacere di incontrare amicivecchi e nuovi e a crearne di nuovi,a lavorare con essi in progetti cheabbiano come fine il miglioramento

di Francesco CaroneDirigente scolasticoSocio RC Ceglie MessapicaTerra dei Messapi

stessa combinazione: nemmeno i ge-melli omozigoti sono così. Si aggiungache la configurazione delle intelli-genze e i loro rapporti mutano neltempo per effetto delle esperienzeche gli individui vivono e del sensoche danno (o non danno) loro” (H.GARDNER, Sapere per comprendere,1999, p.73).

La normalità di un uomo o di ungruppo di uomini non è dunquel’uniformità, ma la diversità, che di-venta pluralità di modi di agire, dipensare, di raggiungere obiettivi. Lediversità sono moltissime: ci distinguela razza, la religione, le convinzioni,oppure semplicemente il fatto di es-sere uomini o donne, e sono talmentetante che è impossibile solo tentaredi contarle.

Ogni persona è portatrice di unmondo interiore fatto di sentimenti,di emozioni, di modi essere e diagire suoi propri che interagisconocon quello dei suoi simili nello svol-gersi delle vicende della storia umana.É il manifestarsi unitario di una mol-teplicità di funzioni corporee, biolo-giche, percettive, cognitive, affettive,psicosessuali, ludiche, relazionali,spirituali ed etiche che ciascuno svi-luppa attraverso l’autoeducazione el’eteroeducazione nel contesto espe-rienziale del mondo che lo circonda.L’originalità e l’intensità dei rapportidella persona con la realtà, dunque,fanno di essa il “diverso” con tuttoil bagaglio di esperienze educative,culturali ed umane acquisite nellevarie età della vita a contatto con glialtri. Si scopre, così, che – come recital’art. 3 della nostra Carta Costitu-zionale – siamo uguali perché siamodiversi e ci nutriamo vicendevol-mente delle diversità degli altri; chela diversità unisce ed arricchisce lacollettività; che la diversità e l’ugua-glianza sono categorie unite tra loroed indissolubili. Si scopre, inoltre,che la pari dignità e la pari opportu-nità di ogni uomo prescindono dalledistinzioni dovute alla bellezza, allaricchezza, al fatto di essere uomo odonna, al credo religioso, all’opinionepolitica, alla nazionalità o censo, al

La Diversità. Una dote umana,un valore rotariano

Ogni persona è un individuo,indiviso in sé e distinto dagli altri,diceva Aristotele; un’entità contrad-distinta da originalità, da una pro-pria identità, con una propria con-notazione, con delle caratteristicheproprie e peculiari. Dunque diversi!

Quasi sempre, purtroppo, la no-stra cultura ci spinge a dare al termine“diversità” una connotazione seman-tica negativa. Per molti infatti la di-versità non è sinonimo di ricchezza;il “diverso” è il matto, il drogato, ildiversamente abile, l’omosessuale,l’extracomunitario, l’immigrato, difronte al quale proviamo un sensodi fastidio quando non di risenti-mento o di paura per vari motivispesso ingiustificati.

Eppure le diversità rendono ilmondo un posto interessante in cuivivere e costituiscono il motore prin-cipale dell’intera umanità, perchésolo con l’apporto di idee diverse èpossibile costruire una società evo-luta. La diversità allora diventa unvalore su cui si fonda la civiltà uma-na; un bene da tutelare perché oc-casione di crescita e di arricchimento;un bene da potenziare ed incorag-giare attraverso lo sviluppo forma-tivo di ogni persona, che la rendeunica ed inimitabile nel contesto so-ciale, culturale ed esperienziale dellafamiglia umana.

Gardner, a proposito dei suoistudi sull’intelligenza umana, soste-neva che “anche se tutti possediamol’intera gamma delle intelligenze,forse non esistono due persone cheabbiano esattamente le stesse intel-ligenze, nello stesso grado e nella

25

IVAL

ORI

DEL

ROTA

RYIN

TERN

ATIO

NAL

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

della società, il superamento di ognibarriera”(V.Casarano, Appunti di Ro-tary, 2014, p.21).

Quando Paul P. Harris fondò ilRotary, coinvolse “persone di diversaprofessione, senza restrizioni di federeligiosa o politica con un assolutorispetto delle opinioni altrui” (P.P.Har-ris, La mia strada…, 2008, p. 81) econ l’obiettivo di aiutarsi vicende-volmente, in spirito di amicizia, nellavoro e in ogni problema della vitaquotidiana. Ogni socio svolgeva unaprofessione o un’attività diversa dallealtre e vedeva come un privilegiol’essere stato scelto per mettere a di-sposizione le sue competenze pro-fessionali al servizio degli altri. L’ami-cizia e la solidarietà animavano lavita di gruppo e il banchiere, il pa-

nettiere, l’idraulico, l’avvocato, ilcommercialista capivano che le loroambizioni, i loro problemi, i loro suc-cessi e i loro fallimenti erano comunie potevano essere affrontati con l’aiutoreciproco, mettendosi l’uno al serviziodell’altro. Siamo di fronte a rotarianidella prima ora, la cui spinta perso-nalistica non è stata fine a se stessa,non ha mortificato la sensibilità diquelli che erano intorno per il desi-derio di primeggiare o per orgoglioo per far vedere di essere i migliori,bensì per far conoscere con umiltàlo spirito di dedizione agli ideali chesostanziavano la vita del Rotary:amicizia, servizio, altruismo, tolle-ranza e dialogo, con l’obiettivo divenire incontro ai bisogni delle co-munità locali e della società; persone

di diversa mentalità e cultura chehanno fatto della famiglia rotarianail luogo privilegiato dell’incontro traculture diverse, che non hanno alzatobarriere all’integrazione tra i popolie che hanno fatto dell’accettazionedel diverso come ricchezza una nor-ma di vita.

La “diversità” è anche questa:una dote che ognuno di noi ha comerotariano, oltre che come uomo, perdistinguersi dalla moltitudine siacome persona unica e irrepetibile siae soprattutto per far valere, con ilproprio servizio, le prerogative cul-turali, professionali ed etiche chepossiede, mettendole a disposizionedel prossimo con l’obiettivo di pro-muovere la rinascita materiale e mo-rale delle comunità. ÿ

colo di guerre e di atroci genocidi.Senza entrare nel merito di pro-

blemi specificatamente politici, allabase di questa crescente cultura del-l’innalzare barriere c’è, ampiamentecomune e diffuso, un dato prepolitico,che, sulla spinta dei populismi, tendea diventare psicologia di massa: lapaura del diverso.

C’è in giro la convinzione alie-nante che ciò che sia diverso sia po-tenzialmente un pericolo. Manca osi va sempre più perdendo la visioneche fa delle differenze una poten-zialità di apporto culturale, di reci-procità arricchente. Finanche con-quiste di civiltà che si ritenevanostoricamente acquisite, orientate aduna visione di accettazione delle di-versità come valore, sembrano oggivacillare. Pensiamo ai recenti “bandi”di Trump tesi a impedire l’accessonegli USA a persone, non in quantoindividualmente pericolose, ma soloin quanto provenienti da taluni Paesimusulmani: siamo alla negazione diquel concetto di melting pot che in-vece è stato alla base della stessa na-scita della nazione americana e dellasua grandezza. Soprattutto siamosempre più lontani dai contenutidella Convenzione delle NazioniUnite sulla protezione e valorizza-zione delle diversità, che nel 2005definì la diversità culturale “una ca-ratteristica inerente l’umanità”, “un

di Angelo Di SummaGià Dirigente Regione PugliaPast Pres. RC Fasano

e di cui noi dovremmo essere oggiinterpreti e portavoce.

Ci vengono alla mente queste ri-flessioni perché oggi, a nostro avviso,è proprio uno di quei momenti incui il Rotary avrebbe qualcosa daindicare al mondo, per esempio lavisione di una unità del genere uma-no, che possa essere fondata esclu-sivamente sul principio della messain comune e della reciproca valoriz-zazione delle diversità.

Parliamo di una reductio ad unumcapace di esaltare il senso dell’essereplurale. L’unità, per usare una im-magine cara a Paul Harris, è quelladel bosco: non è un caso che il Fon-datore usasse piantare un albero nelgiardino della sua casa ad ogni visitadi un rotariano venuto da un Paesediverso e lontano.

Viviamo invece giorni in cui lacultura predominante sembra esserequella dei muri: i muri ai confiniorientali dell’Europa, i muri diTrump, i “muri” non fisici che qual-cuno vorrebbe innalzare nel Medi-terraneo, i muri del Brennero o diVentimiglia, i muri d’Israele, i “muri”economici delle “doppie o triple ve-locità” che qualcuno oggi vorrebbein quella Europa, che invece nacqueper abbattere ogni confine in nomedi una nuova sovranazionalità damostrare come esempio ad un mondouscito lacerato e prostrato da un se-

La diversità

Ci sono momenti in cui le svolteproblematiche della storia offronoal Rotary occasioni d’oro per darevalore al suo stesso fondamentoetico e vitale, anche nella prospettivadell’annuncio pubblico.

Spesso in passato non abbiamosaputo approfittare di queste occa-sioni, preferendo la stanca ripetizione,fra noi e noi, di formule ripetitive ememorizzate, invece di scegliere ilcoraggio di scrutare i segni dei tempiper parlare a chi è fuori con la forzadi una leadership valoriale maturatain una lunga e ultrasecolare vicendadi amicizia e di servizio. Se avessimosempre avuto il coraggio di farlo,invece di limitarci per lo più ad enu-merare sempre e soltanto i campi diazione della pur benemerita RotaryFoundation, forse la gente, al di làdi tanti pregiudizi, avrebbe colto ilsenso profetico e di nuovo umane-simo che Paul Harris ci ha insegnato

patrimonio comune dell’umanità”e “un fattore indispensabile per ga-rantire pace e sicurezza”.

E allora, quale occasione miglioreperché il Rotary urli al mondo, contutti gli strumenti utili, la sua scom-messa sull’umanità, la sua naturadi movimento di professionisti, chesi riconoscono e si chiamano pernome proprio sul fondamento delriconoscimento reciproco delle lorodiversità e che, anzi, su questo fon-damento vanno oltre lo stesso ri-spetto, fino a dichiararsi amici?

Questa è la visione globale delRotary. Lo è stata da sempre, fin daquando Paul Harris pose alla basecostitutiva della sua creatura la di-versità: di etnia, di religione, di pro-fessione, individuando nella tolle-ranza la via per superare ogni even-tuale e sempre possibile conflitto.Anzi, per Paul Harris l’amicizia sisarebbe proprio nutrita delle diver-sità, dimostrandosi tale proprio perla sua capacità, innanzitutto cono-scitiva, di superarle e comprenderle.“Con la conoscenza che sfocia nel-l’amicizia, - affermava - le possibilitàdi dissenso non esistono”.

Al contrario, l’odio per l’altro,fondato su una presunta e pretesasuperiorità, è solo frutto di ignoranzae di mancanza di prospettiva storica.Così scriveva Harris: “Quando un

individuo, una setta, un gruppo ouna nazione odia e disprezza unaltro individuo, una setta, un gruppoo una nazione, significa che non siconosce la causa dell’odio. Alla basedi tutto sta l’ignoranza”.

E ancora: “La meschinità favorisceil complesso di superiorità ed il com-plesso di superiorità è causa di tantimalanni. Nessuna nazione ha mairealizzato nella storia una supremaziaeterna; dopo l’ascesa viene il crollo.La nazione che nel corso di un’epocaprimeggia su tutte le altre, verrà su-perata da quella dell’era successiva.La potenza stessa di una nazione fi-nisce spesso per essere la sua debo-lezza”.

Il pensiero di Harris ovviamentenon si ferma alla condanna dellacultura della predominanza e del-l’odio contro il diverso. In lui c’è laprofonda convinzione che le diffe-renze, accettate nella loro dignitàplurale, possano essere ricchezza daporre alla base dello stesso progettodel Rotary. Un movimento che par-tiva dalle differenze non poteva tra-sformarsi in una realtà amalgamante,in un unicum nuovo fondato sullafine della diversità.

“Non era scopo del Rotary – scri-veva - creare un amalgama sociale,religioso o razziale dei suoi iscritti.Tentare di far questo avrebbe signi-

ficato rendere un disservizio anzichéun servizio. Il voler eliminare le dif-ferenze di carattere sociale, religiosoe razziale, si sarebbe risolto, infatti,nel tentativo di privare della civiltàuno dei suoi più promettenti stru-menti di progresso. Nelle condizioniattuali, ogni categoria sociale, reli-giosa o razziale costituisce un bancodi prova sul quale saggiare le teoriedel Rotary, col risultato che la civiltàsi arricchisce ed il pensiero si elevaverso più alti livelli”.

Oltretutto, si chiedeva Paul Har-ris, “chi si sentirebbe attratto da ungiardino ricco di fiori di una solaspecie e di un unico colore? E statodetto giustamente che la varietà co-stituisce il gusto della vita. L’uni-formità, invece, è monotona, anzi èdeprimente”.

Per sua originaria e intima defi-nizione, quindi, il Rotary non puònon essere un fattore attivo di inte-grazione e di superamento dei confiniintesi come barriere. Siamo recepiticome tali? Forse dobbiamo farci sen-tire più, con l’orgoglio di marcare ladifferenza in tempi in cui sembrapiù forte la voce di chi sembra farea gara per innalzare nuovi e più altimuri di intolleranza razziale e reli-giosa o, più semplicemente, di egoi-smo nazionale o territoriale. ÿ

26

IVAL

ORI

DEL

ROTA

RYIN

TERN

ATIO

NAL

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

a giudizi scandalizzati, guidati dal-l’etnocentrismo, sui costumi “barbari”di altre culture, giudizi che di fattorifuggono e vorrebbero annullare ladiversità culturale. Tale diversità rap-presenta una risorsa e come tale vapreservata. Per progredire è necessarioche gli uomini collaborino e propriole diversità rendono tale collaborazionepiù produttiva e in grado di generareidee nuove e non omologate. Un’unicacultura renderebbe il mondo sterile estatico, eppure un processo simile ègià in atto. Lo stile di vita occidentaleè infatti in continua diffusione, nonsempre per effettivo desiderio quantoper mancanza di alternative, molteciviltà si trovano dunque ad un bivio,adattarsi o scomparire. “La diversitàculturale stimola la creatività – ha di-chiarato Irina Bokova, direttore ge-

di Giorgio PapaConsulente del LavoroPast Pres. RC Bari Sud

mi fa ancora sordo…” e per finireAlbert Jacquard diceva: “La nostraricchezza è fatta dalla nostra diversità:l’altro ci è prezioso nella misura incui ci è diverso”.

La Diversità, un caratteristica, unadote che discende direttamente dallanatura di ogni singola persona, mache poi, con gli anni, con le scelteoperate durante lo sviluppo educati-vo/formativo, assume non solo l’im-magine stessa dell’individuo ma anchela ragione di vita dell’uomo o donna,che sia. Ovviamente, se costui o costeiè rotariano da più o meno lungo tem-po, ma rotariano convinto e dal fedelepercorso, allora anche la ‘Diversità’avrà assunto un “marchio” identitario,una fisionomia netta, che lo farà di-stinguere e talvolta emergere dallamoltitudine. Troppe volte assistiamo

La diversità

A proposito di Diversità il Ma-hatma Gandhi diceva: “Guardiamoalle religioni come alle mille fogliedi un albero; ci sembrano tutte dif-ferenti, ma tutte riconducono a unostesso tronco”, ancora, Pier PaoloPasolini si esprimeva così: “La di-versità, che mi fece stupendo e coloròdi tinte disperate una vita non mia,

27

IVAL

ORI

DEL

ROTA

RYIN

TERN

ATIO

NAL

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

nerale dell’Unesco – investire in questacreatività può trasformare le società.È nostra responsabilità svilupparel’istruzione e le competenze intercul-turali nei giovani per sostenere la di-versità del nostro mondo e impararea convivere in pace, tra lingue, culturee religioni diverse, per portare avantiil cambiamento”. Da quando ci si èaffacciati sui Nuovi Mondi ci si èposto il problema della diversità. Giànel ‘500 Michel De Montaigne riflet-teva sulla diversità delle manifesta-zioni dello spirito umano, diversitàche gli era attestata anche dalla letturadei filosofi antichi e dalle relazionidei viaggiatori e degli esploratori suipopoli «selvaggi». Famose le paginenelle quali, innanzi ai costumi dellepopolazioni del Nuovo Mondo, cosìdifformi da quelli europei, Montaignerileva la relatività del concetto stessodi «barbarie», che è sempre in rapportoai nostri costumi, assunti come para-metro di giudizi assoluti. «Ognunochiama barbarie – dice – quello chenon è nei suoi usi: sembra infatti chenoi non abbiamo altro punto di rife-rimento per la verità e la ragione chel’esempio e l’idea delle opinioni edegli usi del paese in cui siamo».Come i Rotariani ben sanno, la primadimostrazione non solo di tolleranzama di consapevolezza dell’arricchi-mento che la diversità comporta si ègià avuta dalla costituzione del nostrosodalizio. Infatti, come ben sapete, ilRotary nacque la sera del 23 febbraio1905, quando Paul Harris, allora gio-vane avvocato di Chicago, si incontròcon tre amici, Sylvester Schiele, uncommerciante di carbone, Gustav E.Loehr, un ingegnere minerario, e Hi-ram E. Shorey, un sarto, per discutereun'idea che da tempo lo assillava:dar vita ad un club di persone cheprevedesse incontri regolari all'insegna

dell'amicizia, per trascorrere un po'di tempo in compagnia e allargare leconoscenze professionali.

Da quella prima riunione cominciòa realizzarsi l'idea di un club maschiledove ogni socio rappresentava la pro-pria professione. Le riunioni si svol-gevano settimanalmente, a turno pres-so l'ufficio o a casa dei vari soci. Era,questo, un sistema di rotazione cheaveva lo scopo di far conoscere aogni socio l'attività degli altri e cheportò poi Harris a chiamare il suosodalizio: Rotary.

I quattro soci fondatori erano didiscendenza nazionale diversa (ame-ricana, tedesca, svedese e irlandese)ed appartenevano anche a fedi reli-giose diverse (protestante, cattolicaed ebraica). Erano un prodotto diquel grande “melting pot” che eraed è l'America e, sotto questo aspetto,erano i progenitori più adatti a darvita a quel grande movimento inter-nazionale che sarebbe poi diventatoil Rotary Internationa.Pertanto, inqualità di membri di un'organizza-zione internazionale dedicata allacomprensione e alla pace mondiale, irotariani sono chiamati a dar provadi tolleranza e ad astenersi dal giu-dicare i loro amici rotariani di altriPaesi quando il loro comportamentosembri inusuale.

Nel 1933 il Rotary Internationalha adottato una risoluzione che sta-bilisce:"I rotariani di qualsiasi nazio-nalità devono evitare di criticare leleggi e le abitudini degli altri Paesi"non solo, ma la risoluzione insistestabilendo che: "i rotariani di un Paesenon devono interferire con le leggi ei costumi di un altro Paese".

Queste parole servono ancora daguida per tutti i rotariani che hannoa cuore la comprensione, la buonavolontà e l'amicizia.

Entrare a far parte del Rotary si-gnifica diventare parte di una comu-nità di oltre 1,2 milioni di individuiriuniti in più di trentacinquemila clubsparsi in tutto il mondo: una diversitàdemografica, geografica e professio-nale accomunata dagli intenti condi-visi da tutti i rotariani. Tale diversitàsi rispecchia in quella incontrata al-l'interno dei singoli Rotary Club, chetendono a riprodurre in modo equi-librato la composizione del territoriogeografico e sociale di appartenenza.Considerazioni analoghe possono es-sere fatte in tema di credo religioso.In molti Rotary Club vi è l'uso, al-l'inizio delle riunioni settimanali, dicominciare con una breve invocazionedi carattere religioso senza che questafaccia riferimento ad alcun specificocredo. Lo statuto del Rotary riconosceche nel mondo i rotariani professanomolte diverse religioni, fedi o idee eper questo il Rotary rispetta integral-mente il credo di ogni rotariano enon cerca di impedire ad alcuno diseguire le proprie convinzioni.

In occasione di assemblee o dicongressi internazionali è tradizioneosservare un momento di raccogli-mento in occasione del quale, proprioper rispetto allo spirito di tolleranzareligiosa che distingue il Rotary, cia-scuno viene invitato a cercare, secondole proprie convinzioni, un indirizzospirituale e la pace interiore.

È certamente un'esperienza emo-zionante quella di unirsi insieme amigliaia di altri rotariani in una pre-ghiera muta e personale.

Mi piace concludere con una frasesempre di De Montaigne che dicecosì: “Nel mondo non ci sono maistate due opinioni uguali. Non piùdi quanto ci siano due capelli o duegrani identici: la qualità più universaleè la diversità”. ÿ

28

IVAL

ORI

DEL

ROTA

RYIN

TERN

ATIO

NAL

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

Viviamo in società in continuaevoluzione, si allargano gli orizzonti,si complicano gli scenari, i punti diriferimento mutano. Leggere la realtàalla luce dei soliti vecchi stereotipi èeticamente scorretto e rischia di tra-sformarsi in un boomerang per chinon si accorge che le differenze e lediversità, considerate una ricchezzain natura con il suo patrimonio dibiodiversità, diventano un elementodi valore anche nella normale convi-venza. Per il multiculturalismo, il ge-nere, l’età, le diverse abilità fisiche ementali, la provenienza etnico-cultu-rale, l’orientamento sessuale e la federeligiosa, le organizzazioni in cui vi-viamo e lavoriamo sono sempre menouniformi e in una società multietnicae complessa la diversità non è soloun elemento con cui è necessario sa-persi confrontare ma è anche una ri-sorsa che permette di progettare so-luzioni creative e innovative, che ten-gano conto dei diversi punti di vista

È facile vedere quali passi avantinella Civiltà ci ha fatto fare la necessitàdi affrontare i cambiamenti impostida una Società in veloce evoluzione.Lo spostamento dei migranti alla ri-cerca di condizioni di vita migliori,pur con tutti i problemi correlati, ciha portato a sviluppare ed a potenziareil concetto dell’accoglienza, ben di-verso dalla tolleranza. Così come levarie espressioni religiose o la necessitàdi tenere nella massima considerazionele esigenze di chi ha un proprio orien-tamento sessuale, sono state occasionidi, anche aspri, confronti ma hannoportato importanti, e positivi cam-biamenti nel nostro modo di pensareed agire. Ecco perché, sicuramente,la “ diversità” è una ricchezza. Dob-biamo vedere la diversità come un'op-portunità e non come un problema,perché la diversità ci obbliga a crescere.Ogni sistema trae la sua linfa propriodal pensiero critico e libero, dalla di-versità di vedute e dalla mescolanzadelle idee.

Ciascuno di noi contribuisce conla sua tessera al grande mosaico delsapere umano. Pensare che la tesserasia il mosaico sarebbe assurdo. Masenza quella tessera, per quanto pic-cola e inconsistente, il mosaico sarebbeincompleto. Le tessere del mosaico

ci sono anche quelli che non credonoin nulla; ci sono quelli che hanno unproprio orientamento sessuale, e potreicontinuare all’infinito, sorvolandosulle meravigliose varietà del mondovegetale. Ci sono i diversamente abilie quelli che hanno attitudini e capacitàdiverse.

Ma i concetti oggi più attuali eche hanno determinato, e determinanoancora, discussioni e polemiche, nelmigliore dei casi, forti esasperazioni,talvolta, se non conflitti, sono le di-scriminazioni razziali, la fede religiosae gli orientamenti sessuali.

Questo perché reputiamo diversochi non abbia lo stesso colore dellapelle, la stessa fede religiosa e glistessi orientamenti sessuali. O forseperchè abbiamo paura dei cambia-menti e non vogliamo impegnarci ametterli in atto.

Forse, non è inutile sottolineareche noi abbiamo la pelle bianca perchésiamo nati da genitori di pelle bianca,ed in un Paese posizionato in unacerta latitudine; e se fossimo nati daun’altra parte, da genitori diversi?Per questo motivo saremmo “ diversi”e meritereremmo una considerazioneminore?

Anche ricordando la diffusione dialtre fedi religiose nel nostro Paese ele conversioni, probabilmente, se fos-simo nati in altri Paesi, avremmo co-nosciuto meglio altre fedi religiose e,non escludo, saremmo stati mussul-mani o induisti o altro. Per questomotivo saremmo “ diversi” e merite-reremmo una considerazione minore?

Gran parte della popolazione èeterosessuale, ma se fossimo omo-sessuali, saremmo “ diversi” e meri-tereremmo una considerazione mi-nore?

Perché? Può il colore della pelle,la fede religiosa o l’orientamento ses-suale farmi sentire diverso?

La Storia della nostra Civiltà èpiena di uomini e donne che, indi-pendentemente dal colore della pelle– fede religiosa – orientamento ses-suale, hanno dato grandissimi con-tributi alla crescita sociale, morale edeconomica del pianeta, ed in moltihanno pagato con la vita la loro lottacontro le prevaricazioni, la schiavitù,l’intolleranza religiosa o sessuale.

Diversità, che strana parola

Diversità. Che strana parola. Di-verso da chi? Diverso perché? Ma èla persona che mi sta di fronte adessere diverso da me o io sono di-verso da lui? E chi decide cosa sia lanormalità? Il concetto di diversità,spesso è inteso in senso negativoe/o va ad individuare un dominanteed un dominato, e sono i dominantia dare le linee guida, ed a stabilirecosa sia normale e cosa sia diverso.Ma, parlando di diversità, non pos-siamo non considerare, invece, i con-cetti di normalità, di uniformità, diconformismo.

Il concetto di normalità è moltodelicato, perchè suggerisce o preparaaberrazioni del pensiero per cui "nor-male" diventa quasi sinonimo di giu-sto, buono, bello o simili idee. Si de-finisce normale ciò che rientra nellaprevisione di una norma ontologica,ed è chiaro che il concetto di normalitàpresuppone l’esistenza della norma.Le norme ontologiche, descrivono ciòche avviene sempre o nella maggio-ranza dei casi. Quindi la normalitàdi un fenomeno può essere definitain base a criteri "statistici", ma anchein questo caso: in una popolazione didestrimani, un mancino è un diverso?L’uniformità è la mancanza di diffe-renziazioni. Il conformismo è consi-derato quel fenomeno secondo il qualeuna persona trasforma, adegua il pro-prio essere secondo usi, opinioni, stilidi abbigliamento, comportamenti emodelli politici che sono adottati dallamaggioranza delle persone.

Ma, in natura, ogni essere è diversodall’altro, in tutto: ci sono le donne egli uomini, ed ognuno è diverso da-l’altro, ci sono le zanzare e gli elefanti,ed anche loro sono diversi; ci sonopersone che non hanno lo stesso coloredella pelle, la stessa fede religiosa, e

di Giuseppe Seracca GuerrieriOculistaPast Pres. RC Lecce

29

IVAL

ORI

DEL

ROTA

RYIN

TERN

ATIO

NAL

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

hanno varie forme, colori e dimensioni.Proprio per questo il mosaico allafine è così bello.

La superficialità della Società at-tuale, porta a considerare “diversi”quanti abbiamo appena detto, chesono, invece una ricchezza, senza ca-pire che la diversità è un’altra, versola quale siamo non accondiscendentio tolleranti, ma che consideriamocome una inevitabile componentedella Società. Mi riferisco a tutti coloroche non rispettano le regole dellacivile convivenza e che vivono di vio-

lenza, di sopraffazione e di intolle-ranza. Si. Questi sono veramente i “diversi”. Da questi mi sento diverso.Da questi siamo diversi.

È importante concludere ricordan-do che, come affermato dalle leggiispirate alla Dichiarazione dei Dirittidell'Uomo e del Cittadino, gli uominisono tutti uguali, cioè hanno tutti glistessi diritti, il diritto alla vita, allasalute, al rispetto, alla libertà di rea-lizzarsi secondo i loro desideri, diesprimere le loro opinioni, di sceglierela loro religione.

Essere uguali però non significaassomigliarsi, pensare, parlare, vestirsi,comportarsi tutti nello stesso modo,che sarebbe alquanto triste, ma averetutti gli stessi diritti, e doveri, ed eser-citarli a beneficio della crescita per-sonale e di quella della Comunità.

Il Rotary da oltre 100 anni si im-pegna per la diffusione di tali valori.Grazie anche al Rotary ed all'operatodei suoi uomini, sono stati ottenutiimportanti risultati per una miglioreconvivenza civile, nel rispetto del-l'uomo e delle sue specificità. ÿ

Il campione dei pesi leggerinelle spedizioni.

Sistema Economy.Il recapito di pacchetti light,leggero anche nel prezzo.Per il tuo e-commerce spedisci merci piccole e leggere?Vuoi un recapito di qualità a un prezzo che non pesa?Per te, Sistema Economy. Ti consente di inviare le tue mercifino a 2 kg (libri, cd, telefonia) con tutta l’a�dabilità Nexive:

• unica taglia senza calcoli complicati• flyer dedicati compresi nel servizio• sms di pre-alert al destinatario incluso nel prezzo• tempi di consegna in max 3-5 giorni

(7 per Sicilia, Sardegna, Calabria e Basilicata).• recapito certificato, tutto tracciabile

E naturalmente le tari�e: i tuoi pesi leggeria prezzi leggerissimi!

Scopri tutti i vantaggi: nexive.it

30

CALE

NDA

RIO

ROTA

RIAN

OR

OTA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

Marzo:

Acquae struttureigienico-sanitarie

evapotraspirazione, e la si divide perla popolazione mondiale, risulta cheogni anno si rendono disponibili circa7.000 metri cubi di acqua per persona,ovvero circa 20 metri cubi al giorno.Un volume enorme, che sembrerebbepiù che sufficiente.

Ma allora perché si parla di crisiidrica mondiale? Una prima spiega-zione si trova nella natura stessa delleprecipitazioni, che sono fortementevariabili nello spazio e nel tempo. Lerisorse idriche non sono distribuite inmodo uniforme sulla terra.

La sproporzione più forte si registrain Asia, dove vive il 60% della popo-lazione mondiale ed è presente solo il36% delle risorse idriche del pianeta.Purtroppo il surplus idrico di alcunipaesi come il Brasile e il Canada nonpuò essere utilizzato per placare lasete dei paesi soggetti a stress idricocome il Medio Oriente. Né gli abitantidelle zone soggette a siccità nel Nordestdel Brasile traggono benefici dal fattoche la disponibilità media di acquanel paese sia tra le più alte del mondo.

di PDG Vito CasaranoPast Governor 2008/09 Distretto RI 2120Amministratore Technoacque srl

Sul nostro pianeta una persona susei non ha accesso all’acqua potabilee oltre un terzo della popolazionevive in condizioni igienico-sanitarieprecarie per la sua carenza.

Eppure l’acqua in natura non man-ca, anzi abbonda anche se la quasi to-talità (pari al 97,3%) è presente sottoforma di acqua salata. L’acqua dolcecostituisce quindi solo il 2,7% del vo-lume totale. Ma l’acqua “utilizzabile”costituisce una frazione ancora minore,perché il 76,6% dell’acqua dolce èconservato nei ghiacciai. Solo una pic-colissima percentuale (0,5%) è presentesulla superficie della terra sotto formadi fiumi e laghi. La parte restante(22,9%) è custodita negli acquiferi sot-terranei. Il volume di acqua disponibileper le utilizzazioni è, quindi, moltolimitato rispetto alla quantità di acquacomplessivamente presente, ma c’èdi buono che si ricarica continuamenteper effetto delle precipitazioni.

Se si considera la quantità di acquache ogni anno arriva sulla superficieterrestre, al netto delle perdite per

L’acqua: cause e rimedi di unosquilibrio tra disponibilità e fabbisogno

Il “Calendario rotariano” proponeper il mese di marzo che vengonosensibilizzati maggiormente temi eprogetti riguardanti “L’acqua e lestrutture igienico-sanitarie”.

L’amico Alfonso Forte con il suoriconosciuto garbo mi ha invitato atrattare l’argomento con un articoloche ne evidenzi le cause della scarsezzadi acqua in certe zone ed i rimedi persopperire ai bisogni di quelle popola-zioni. Per rispondere alla chiamataritengo d’obbligo partire dalla cono-scenza dei temi della questione.

31

CALE

NDA

RIO

ROTA

RIAN

OR

OTA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

Anche in zone in cui la quantità totaledi precipitazione annua è elevata, sipossono verificare situazioni di crisiidrica in alcuni periodi, a causa dellavariazione stagionale delle precipita-zioni. La variabilità nel tempo delleprecipitazioni può essere fortementeaccentuata, come ad esempio in alcuneparti dell’Asia, dove il 90% della pre-cipitazione annua si concentra in menodi 100 ore. L’effettiva disponibilità diacqua nel corso dell’anno dipendedalla distribuzione temporale delleprecipitazioni e dalla presenza diinvasi naturali come i laghi o gli ac-quiferi sotterranei che si riempianodi acqua nella stagione piovosa e for-niscono acqua nella stagione secca.

Per attenuare gli effetti della nonomogeneità spaziale e temporale dellerisorse idriche si realizzano le opereidrauliche per il trasporto (acquedottie reti di distribuzione) e per l’imma-gazzinamento (invasi artificiali) del-l’acqua. L’attuale disomogeneità nelladisponibilità spaziale e temporaledella risorsa idrica rischia poi di essereulteriormente accentuata dal fenomenodel riscaldamento globale legato al-l’effetto serra. Uno degli effetti di que-sto processo è l’estremizzazione deglieventi climatici, con precipitazionimolto intense e di breve durata e lun-ghi periodi di siccità.

Gli effetti previsti sono catastrofici:a causa del calo delle precipitazioni edell’aumento delle temperature, la di-sponibilità d’acqua in Africa si riduceancora di più.

Un ulteriore elemento che giocaun ruolo sempre più rilevante nelladiminuzione dell’acqua effettivamentedisponibile è l’inquinamento. Le acquedi scarico domestico e industriale ven-gono reimmesse nel ciclo dell’acqua,in molti casi senza passare per unprocesso di depurazione, e di conse-guenza contaminano i corpi idrici ri-cettori. La reversione di questi processi,quando possibile, è molto lenta e co-stosa. In questo modo si perde la pos-sibilità di utilizzare molte delle risorseidriche superficiali, che sono ovvia-mente le più vulnerabili, e alcuni ac-quiferi sotterranei le cui caratteristichedi qualità dell’acqua non sono piùadeguate ad alcuni usi, come ad esem-pio quello potabile.

La buona notizia è che non pos-siamo distruggere l’acqua. Possiamoinquinarla, irrigarci i campi o usarlaper gli scarichi domestici.

Possiamo perfino farla evaporarenell’aria, esponendola al sole in grandibacini. Ma da qualche parte prima opoi l’acqua tornerà purificata e frescasotto forma di pioggia.

La cosa difficile è assicurarsi chesi trovi dove e quando ne abbiamobisogno. Come disse l’idrologo ame-ricano Robert Ambroggi più di tren-t’anni fa, «il problema che deve af-frontare l’umanità non è la mancanzadi acqua dolce, ma la mancanza diun metodo efficace per utilizzare quelladisponibile». La scommessa tecnolo-gica per il XXI secolo non sarà piùquella di preservare con la costruzione

di righe imponenti o di lunghi canalie tubazioni realizzati per il trasportodell’acqua a distanza, bensì raccoglierel’acqua piovana così come avvenivaprima dell’età industriale permettendoalle riserve locali di soddisfare le ne-cessità locali. Non esiste una crisiidrica globale perché i problemi sonolocali e regionali e le soluzioni vannotrovate a quel livello.

Il Rotary riconosce l’importanzavitale dell’accesso all’acqua e ne hafatto una delle sue priorità, ma il suoobiettivo non è quello di creare pozziin quantità tali da togliere dell’indi-genza tutti coloro che di questo pro-blema soffrono, ma fornire alle popo-lazioni le varie tipologie di soluzionimesse a punto, invitandoli a provve-dere autonomamente rendendosi di-sponibile per l’assistenza tecnica eprogettuale, se richiesta. Solo nelle si-tuazioni dove questo non è possibile,il Rotary supporta direttamente il la-voro, ma sempre con il preciso intentodi coinvolgere fortemente la popola-zione locale per renderlo fruttuoso ematuro. Per dare fare forza ed attua-zione a questa ipotesi di lavoro daqualche anno il Rotary ha creato dueGruppi di Azione: il “Gruppo risorseacqua potabile” ed il “Gruppo di Azio-ne rotariana per l’acqua e i serviziigienico-sanitari”, con il preciso com-pito di offrire guida, supporto e lea-dership a tutti quei Club interessatied attuare nel mondo progetti relativiall’acqua, ai servizi igienico-sanitari eall’igiene in generale. ÿ

Puglia. La storia dello sviluppoumano è strettamente legata all’uti-lizzo dell’acqua. Infatti, le grandiciviltà del passato sono sorte e fioritelungo i corsi dei fiumi. La storia ciinsegna anche che le civiltà sonoscomparse quando sono mancatele risorse idriche o queste sono statemalamente utilizzate. Nell’antichitàl’acqua era destinata a soddisfarele esigenze più immediate dell’uo-mo: dissetarsi e lavarsi. Nel nostrotempo, nelle attività umane l’acquaviene utilizzata, principalmente: perl’uso civile che comprende l’acqua

di Lorenzo D’AnisiIngegnere civile idraulicoPast Pres. RC Potenza Torre GuevaraAssistente del Governatore 2016-2017

proposta e volentieri fornisco qual-che spunto di riflessione sul tema.Lo stesso è stato oggetto di un vo-lume scritto a più mani dallo scri-vente e da altri soci del Rotary clubPotenza Torre Guevara dal titolo:“Acqua: Regioni e ragioni. Le regionicoinvolte e le ragioni delle sceltecondivise” diffuso nelle scuole pri-marie e secondarie della città di Po-tenza, nel quale si tratta diffusamentedell’aspetto gestionale, produttivo,sanitario e medico della risorsa ac-qua, con particolare riguardo all’usodella risorsa tra la Basilicata e la

Cara Acqua: nessuno ti ha dettoche porti decoro?

Ringrazio il grande amico Al-fonso Forte per la sollecitazione

32

CALE

NDA

RIO

ROTA

RIAN

O potabile per alimentare i centri ur-bani; produttivo che comprendel’agricoltura, l’industria, la produ-zione di forza motrice (impiantiidroelettrici). L’acqua è il compo-nente più abbondante dell’organi-smo umano rappresentando il 70%del proprio peso ed è alla base ditutti i processi vitali. È quindi ne-cessario che l’acqua utilizzata per ilconsumo umano sia immune da or-ganismi patogeni e con un contenutodi sostanze disciolte non nocive allasalute. L’acqua in natura, duranteil suo ciclo idrologico, viene a con-tatto con numerose sostanze che larendono non adatta al consumoumano per la presenza di sostanzechimiche e di batteri dannosi per lasalute. In particolare l’acqua potabiledistribuita con le reti idriche negliabitati è soggetta ad inquinamentopotenziale a causa della presenzanel sottosuolo anche di condotte fo-gnarie. Le acque di fogna, ricche disostanze organiche con la presenzadi cariche batteriche nocive, in par-ticolari condizioni di esercizio, perla rottura della rete idrica, possonoinquinare l’acqua potabile inducen-do notevoli problemi igienico-sani-tari. Il controllo e la prevenzione diquesti problemi avviene trattandol’acqua distribuita con ipoclorito disodio, Questa sostanza rilascia nel-l’acqua ossigeno che consente, inparte, di abbattere la carica batterica.L’utilizzo dell’ipoclorito di sodioconsente, inoltre, agli enti gestoridi individuare, facilmente, principid’inquinamento. Infatti, basta fareun prelievo dell’acqua e determinareil “cloro residuo”. Nel caso in cuinon vi è la presenza di cloro residuosi rileva che nell’acqua vi è la pre-senza di sostanze organiche inqui-nanti. Le normative vigenti europeee nazionali, fissano le caratteristicheper le acque destinate al consumoumano che sono: “le acque trattateo non trattate, destinate ad uso po-tabile, per la preparazione di cibi ebevande, o per altri usi domestici,

a prescindere dalla loro origine,siano esse fornite tramite una retedi distribuzione, mediante cisterne,in bottiglie o contenitori.” Il rispettodi queste normative garantisce chel’acqua potabile che utilizziamo perle esigenze quotidiane è sicura aprescindere dalla provenienza e deitrattamenti che subisce prima di es-sere distribuita. A tal proposito lenormative impongono, due tipi dicontrolli: interni a cura dell’Entegestore del servizio idrico, ed esterniche vengono svolti dalla ASL com-petente per territorio e che, per leattività di laboratorio, si avvale delleAgenzie Regionali per la Protezionedell’Ambiente.

Le Aziende Sanitarie hanno ilcompito di formulare il giudizio diqualità ed idoneità all’uso sulla basedei controlli chimici e microbiologicieseguiti dalle Agenzie Ambientali,che, oltre a controllare le acque di-stribuite, hanno il compito di ese-guire le analisi sulle acque superfi-ciali e sotterranee destinate alla pro-duzione di acqua potabile. L’acquautilizzata per il consumo umanopuò essere prelevata dalle sorgentiche sgorgano naturalmente dal sot-tosuolo, da pozzi profondi, dai fiumie dai laghi. L’acqua delle sorgenti edei pozzi profondi, in genere hannocaratteristiche prossime a quelle sta-bilite per legge e quindi occorronotrattamenti limitati per il loro uti-lizzo. Mentre le acque superficialidevono essere potabilizzate in ap-posti impianti. Per meglio compren-dere l’importanza dell’acqua neces-saria per l’alimentazione delle po-polazioni è utile far riferimento alproblema dell’approvvigionamentoidrico potabile in Puglia che è statosempre di drammatica attualità, siaper l’estensione del territorio e siaperché la regione è priva di fonti diapprovvigionamento. Nel libro diMichele Viterbo “La Puglia ed ilsuo acquedotto” viene descritta l’ac-qua che si beveva in Puglia all’iniziodel secolo scorso. “A Bari non sierano verificati altri casi di colera

dopo il 1867. Questa volta (1887)non fu come nei tempi an-

dati; tuttavia Bari, con

65 mila abitanti, ebbe 568 casi con303 morti, tutti operai, donne delpopolo, contadini, marinai, soldati,all’infuori di 21 civili e 4 commer-cianti. Alta era anche la mortalitàper tifo, difterite e crup, e ogni tantoappariva il vaiolo. La città tutta èseminata di fosse assorbenti, chehanno già inquinato i pozzi di acquasalmastra. In queste fosse, sono ver-sate materie fecali, orine e acque dirifiuto. Le cisterne costruite e riparatedalle famiglie agiate, prendevanoacque dai tetti e dalle terrazze, maerano prive di filtri. Per il popolominuto c’erano le cisterne pubbliche,ove rifluivano le acque di raccoltadi vie e spiazzi”.

Le iniziative volte a rifornire diacqua potabile il territorio pugliesesi sviluppano con il progredire socioeconomico della regione fin dal1847, per iniziative della Reale So-cietà Economica di Bari, molto al-larmanti per la tragica situazioneigienica esistente. Ma le difficoltàdell’impresa e la notevole spesa ne-cessaria frenarono ogni tentativo. Ilproblema fu ripreso dopo il compi-mento dell’unità nazionale, nel 1861dal Consiglio Provinciale di Barima l’intervento era molto onerosoper l’economia e la finanza dell’epo-ca. Soltanto con la legge del 1901 loStato Italiano decise di finanziare ilprogetto del grande acquedotto checonvogliava le acque delle sorgentidel Fiume Sele nelle tre Provinceallora esistenti di Bari, Foggia e Lec-ce, che venne completato nell’anno1941. L’acqua della sorgente Sanitàormai divenuta insufficiente è stataintegrata a partire dagli anni 50 conle acque di superficie potabilizzate,prelevate dagli invasi del Pertusillo(1974) e di Occhito, del Sinni (1986),del Locone (2009). In Basilicata, al-l’inizio del secolo scorso, gli abitanti,in genere, prelevavano l’acqua perbere e per gli usi di cucina da piccolesorgenti disposte al margine degliabitati. Era anche diffuso l’utilizzodi acqua prelevata da pozzi e da ci-sterne. Da un documento del co-mune di Potenza dell’epoca si rilevache:

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

da fare un’altra riflessione. La ge-stione dell’acqua sta dando originead un crescente fenomeno di pri-vatizzazione di essa, con un forteaumento del suo costo. “Non è giu-stificabile- afferma Riccardo Petrella,professore all’università cattolicadi Lovanio e già presidente del clubdi Lisbona- considerare l’acquacome una fonte di profitto. In quantofonte di vita, essa è un bene patri-moniale che appartiene a tutti gliabitanti del pianeta. La privatizza-zione del petrolio è stata e resta unerrore storico fondamentale che nonpuò essere ripetuto. Occorre impe-dire la petrolizzazione dell’acqua”.L’acqua dunque, penso che siamotutti d’accordo, è patrimonio del-l’umanità; la salute individuale ecollettiva dipende da essa. Il dirittoall’acqua è un diritto inalienabile,individuale e collettivo. Il Rotary

da tempo sta dispiegando unimpegno titanico a favore

di questo bene na-

di Pietro GonnellaPreside emerito di liceoPast President R.C. Putignano

e fiumi e, quindi, potenzialmentedisponibile per l’uomo. Come sivede, essa è un quantitativo irrisorioe per giunta distribuito in manieradiseguale sul pianeta. È evidente,quindi, che la principale fonte divita dell’umanità, si stia trasfor-mando in una risorsa strategica vi-tale. Essendo essa destinata a rive-stire un’importanza sempre più ri-levante nei rapporti tra gli stati, staaumentando il rischio di litigi eviolenti conflitti. In alcune regionidel mondo, come l’Africa, la di-sponibilità di acqua potabile, di retifognarie e di servizi igienici è ancoramolto lontana dagli standard ac-cettabili. La Commissione mondialeper l’acqua indica in quaranta litrial giorno, a persona, la quantitàminima per soddisfare i bisogni es-senziali. Se noi Italiani, con quarantalitri, ci facciamo una doccia, peraltri tale quantità rappresental’acqua di intere setti-mane. C’è poi,

Il Rotary e l’acqua

Il Rotary e l’acqua; l’acqua po-tabile. Un rapporto continuo nel-l’ambito dei suoi interventi uma-nitari. Anche se la superficie ter-restre è ricoperta per il 70% di ac-qua, essa per la maggior parte, il97%, è costituita di acqua salatadei mari. Il restante 3% è acquadolce e si trova intrappolata ingran parte, 69 %, in ghiacciai enevi perenni, il 30% si trova nelsottosuolo e solo meno dell’un per

cento è localizzata in laghi

per i bisogni domestici si fa uso diacque, che sgorgano in pozzi cavatiad una certa profondità nell’abitato.Sono fabbricati chiusi senza intonaco.Non ha la qualità di acqua potabilequella che vi scaturisce. È di colorebianchiccio, ha un cattivo odore dichiuso, il sapore è salmastro e nau-seoso, non cuoce bene i legumi, èdi difficile passaggio allo stomacoe nauseosa. Vi si mantengono scioltidei sali, che contraggono da banchidi tufo onde scaturisce, ove ordina-riamente vi sono dei pietrificati ma-rini.”. All’inizio del secolo scorso loStato unitario prende finalmentecoscienza delle condizioni di estremodisagio in cui versavano le popola-zioni meridionali e decide, fra l’altro,di fornire acqua di buona qualitàalle popolazioni, continuamente mi-nacciate dal colera, a causa delleprecarie condizioni igieniche. Tuttoiniziò con il famoso viaggio del bre-sciano Zanardelli, presidente del

Consiglio all’epoca, che, nel 1902attraversò il meridione d’Italia eche portò a promulgare la legge del1904 intitolata “Provvedimenti spe-ciali a favore della Provincia di Ba-silicata. Alla fine degli anni ’40, in-tanto, in Basilicata erano stati co-struiti tre grandi acquedotti: del Ba-sento, del Caramola e dell’Agri suc-cessivamente integrate, con fondidella Cassa per il Mezzogiorno finoagli anni ‘90, con la costruzione del-l’acquedotto del Camastra che uti-lizza l’acqua dell’invaso del Cama-stra potabilizzata.

Oggi in presenza di tecnologiemolto avanzate è la gestione il veroproblema: essa deve tener contodella distribuzione idrica in modoefficace efficiente ed economica eciò si può raggiungere ottimizzandoil servizio idrico con la riduzionedrastica delle perdite e degli allacciabusivi. Di contro è necessario trat-tare l’acqua di scarico proveniente

dalle fognature per salvaguardare icorpi idrici ricettori. Il futuro del-l’acqua è soprattutto nel migliora-mento delle tecniche di trattamentodei reflui dai quali, peraltro, è anchepossibile ricavare energia. Il Rotarypuò fare tanto: può informare nellescuole ed ai cittadini tutti, molti deiquali sono ancora convinti che l’ac-qua potabile “arriva dal cielo” noncuranti che essa è sottoposta ad unvero e proprio ciclo di gestione in-dustriale. Allo stesso modo si puòpromuovere una campagna di sen-sibilizzazione per il risparmio idricoe per il corretto utilizzo dell’acqua,prevenendo al contempo inquina-menti e facendo assumere alle po-polazioni maggiore consapevolezzadella ricchezza e del benessere legatoalla risorsa idrica. L’acqua è porta-trice di decoro tra gli uomini! Alloraavanti col “Progetto Profilo”: “idrau-lici rotariani di buona volontà: unia-moci!!” ÿ

33

CALE

NDA

RIO

ROTA

RIAN

OR

OTA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

34

CALE

NDA

RIO

ROTA

RIAN

OR

OTA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

turale; per essa sta contribuendo alrafforzamento della solidarietà frai popoli, tra le comunità, i paesi, igeneri e le generazioni.. Poichè lerisorse dell’acqua sono distribuitein maniera molto disuguale, il Ro-tary si sta impegnando perché nonci sia ineguaglianza all’accesso adessa tra persone, comunità e regioni.Alcuni anni fa trentuno club delnostro distretto, insieme allo stessoDistretto 2120 ed alla FondazioneRotary, hanno condiviso un progettodi grande respiro, “Acqua sana perl’Africa”. Il progetto, costato cin-quecentomila dollari, ha permessodi donare agli abitanti di Lokpo inBenin, soggetto ad esondazioni delfiume So per circa otto mesi all’anno,un impianto di acqua potabile, co-struito e donato dalla ditta Serecodi Noci di Donato Ritella, socio delclub di Putignano, capace di pro-durre 240.000 litri di acqua potabileal giorno. I fondi dei club, del di-stretto e della Fondazione hannopermesso di costruire un impiantoelettrico per fornire energia al po-tabilizzatore, costruire un acque-dotto con sette fontane pubblichelungo il villaggio, costruire le in-frastrutture igienico-sanitarie, for-nire l’educazione igienica necessariaagli alunni delle scuole e donareapparecchiature al vicino ospedaledi Zinviè. Nelle attuali condizionidi esercizio l’impianto fornisce me-diamente venticinque litri di acquapotabile al giorno a ciascuno deicirca tremila abitanti. Un altro in-tervento del Rotary è avvenutoquattro anni fa quando, l’allora pre-sidente Donato Ritella del club diPutignano, fortemente sostenutodal past governor Mario Greco, conun impegno economico di venti-seimila dollari, insieme al club diAmman (quattromila dollari piùaltri ventiquattromila della RotaryFoundation), ha portato acqua po-tabile in ben trentadue scuole dellaGiordania, fornendo nuove cisternedi acqua di superficie che sono statecollegate direttamente alle reti mu-nicipali per la distribuzione del-l’acqua ai rubinetti delle scuole. La

speranza del Rotary è che questofattivo intervento possa tra qualcheanno garantire la fornitura di acquapotabile pulita in tutte le cinque-cento scuole della Giordania. Ri-cordiamo che in questa nazione,poiché l’acqua è molto costosa, tantine consumano meno di quanto siaraccomandato, con la conseguenzadi molte altre patologie.

Il club di Putignano ha di recenteeffettuato una visita alle fonti delnostro prestigioso acquedotto, aCassano Irpino e Caposele, in pro-vincia di Avellino. Prima tappa algruppo sorgentizio di Cassano Ir-pino, piccolo comune di nemmenomille abitanti, situato in un amenoloco di una costa dei Monti Picentini.Tecnici dell’AQP hanno spiegatoche l’acqua piovana attraversa lamontagna per sgorgare dopo circasei mesi a Cassano. Qui infatti, sottouna grande cupola, è stata visitatala sorgente Pollentina, dove l’acquasgorga purissima e ricca di ossigeno,tanto da poter notare le polle di os-sigeno puro salire in superficie edoffrire ai nostri occhi un suggestivospettacolo di forme geometriche.Queste acque, così captate, sonoincanalate nella Galleria di valicodi diciassette chilometri e si im-mettono nelle condotte dell’Acque-dotto Pugliese, presso Caposele.Esse approvvigionano tutti i cen-todiciannove paesi della provinciadi Avellino, la Basilicata e la Pugliasoprattutto, oltre a sei centri abitatidella provincia di Campobasso.Emozionante anche la visita di Ca-posele, concessa eccezionalmentedalla direzione dell’AQP di Bari,alle gallerie dell’impianto vicino aSanta Maria della Sanità dove, pe-ricolosamente sopra passerelle, èstata ammirata l’acqua tumultuosa

e rapida scorrere sotto. Essa è l’acquadel Monte Cervialto, filtrata permesi da una imponente parete roc-ciosa calcarea del fianco orientaledel monte Paflagone, tra Avellinoe Salerno. Questa acqua, convogliatain canali sotterranei, confluisce poinelle condotte dell’Acquedotto Pu-gliese, notevole opera di ingegneriaidraulica che, con le acque irpine,disseta tutta la Puglia fino a SantaMaria di Leuca.

Come non ricordare che l’im-portante questione dell’acqua inPuglia fu affrontata già sotto il go-verno di Federico II di Borbone,nel 1847, quando fu dal sovranocostituita una commissione che stu-diasse il modo più pratico per ri-fornire di acqua potabile la regionepugliese. Ma fu grazie al ConsiglioProvinciale di Bari ed al Comunedi Bari che la situazione si sbloccò,i quali nel 1865 bandirono un con-corso, vinto poi dall’ingegnere delGenio Civile Camillo Rosalba (unastrada a lui intitolata lo ricorda an-cora a Bari). Egli pensò di utilizzarele acque delle sorgenti e dei fiumidella Campania, dell’Irpinia, delMolise e della stessa Puglia, perportare “acqua potabile alle popo-lazioni ed acqua, cioè ricchezza,alle terre arse”. Vero ideatore dellagrandiosa opera dell’acquedottopugliese, egli pensò alla captazionedelle acque del Sele soprattutto:“Allacciate ed incanalate le acquedel Sele e portate in Puglia quelleacque benedette da Dio”. Tanti,quella domenica, hanno bevuto aquelle fontane irpine, sulle qualicampeggia la scritta “Bevi e rin-grazia Dio”.

Se pensiamo che l’AQP effettuaben 390.000 controlli l’anno, sia neipunti di produzione che in quelli didistribuzione; che l’acqua di rubinettoè ecologica al contrario di quellaconfezionata; che costa cinquecentovolte meno di quella; che non bisognaprendere l’auto per andare ad ac-quistarla e che con un solo gesto,aprendo il rubinetto, l’abbiamo sem-pre fresca, come non ringraziare Diodi questo oro bianco? ÿ

35

CALE

NDA

RIO

ROTA

RIAN

OR

OTA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

Aprile:

Salutematerna e

infantile

concetto il cui significato non si riferiscepiù alla sola condizione di benesserefisico, psichico e sociale, bensì allapercezione della dimensione di co-scienza di sé, alla conoscenza deipropri limiti e ad ogni capacità e pa-dronanza di compensare gli eventiavversi attraverso la valorizzazionedelle attitudini e delle autonomie fun-zionali residue.

Nella prospettiva di un “nuovoumanesimo” il tema della disabilità edella salute dei bambini assume unruolo di straordinario rilievo, diven-tando un volano che intende assicurareall’essere umano tutte le potenzialitàche natura e cultura assicurano.

Lo Stato e le istituzioni sociali nonsempre tutelano concretamente il bam-bino sofferente, scarne sono le politichefamiliari che, se sostenute, possonoassicurare la stabilità di questa preziosaistituzione che è la famiglia, unicopunto di riferimento del “bambinopersona”, soggetto di particolare di-gnità, titolare di diritti specifici dapromuovere, difendere e amplificare.

di Prof. Filippo M. BosciaDirettore Dipartimento per la Salutedella donna e la tutela del neonatoOspedale “S. Maria” GVM - Bari

nità e della civiltà, è il nostro maestroanche quando ci occupiamo della suacura e della sua educazione.

Attraverso queste parole desiderotrasmettervi la mia posizione che vuoleesprimere l’esigenza di spingere tuttigli adulti ad entrare in relazione con ibambini.

Il contatto con i bambini è impor-tante perché ci aiuta a scoprire i tempi,la bellezza, l’armonia, la gratuità dellavita e ci insegna ad amare le cosebelle che ci circondano. L’augurio èdi offrire ai bambini, specie se disabilio portatori di handicap, l’opportunitàdi aprirsi a realtà nuove, cogliere chev’è una realtà di solidarietà più grandeoltre a quella che si vede, alla qualeattingere linfa vitale nei momenti im-portanti e difficili della vita.

Tra i momenti difficili che si in-contrano v’è proprio quello della di-sabilità e della sofferenza.

I bimbi disabili, in particolare, ciinducono a riflettere su cosa debbaeffettivamente intendersi per “salute”e ci invitano ad approfondire questo

Sono stato invitato dal caro amicoAlfonso Forte a condividere con pic-cole riflessioni il tema “Salute in-fantile, premessa di base per il futurodell’umana società”: lo faccio conmolto piacere e, volendo esprimermiin piena libertà e libero da condi-zionamenti invito tutti a guardareall’interno della nostra società congli occhi dei bambini

Devo affermare con forza che ilbambino non è mai debole nè povero;il bambino è sempre padre dell'uma-

Salute infantile, premessaper il futuro dell'umana società

36

IVAL

ORI

DEL

ROTA

RYIN

TERN

ATIO

NAL

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

Quando un bimbo si ammala, la tuteladei suoi diritti spesso si smorza; vice-versa deve essere rafforzata per renderegli interventi medico-terapeutici ri-spettosi della sua età e della sua di-gnità. Chi è il bambino? È un soggettodi bisogno! Credo che non lo si possadefinire con maggiore esattezza dicosì. Ogni adulto, se concentrato to-talmente su quelle sofferenze umaneche sono i massacri dei bambini, loscempio della creazione, o tutti gli in-numerevoli oltraggi alla vita, può ri-scoprire spazi di vera liberazione e digrande positivo impegno proteso af-finché il bambino, che non disponedi se stesso e non può decidere dellapropria esistenza fruisca dell’aiuto edella carità degli altri. Un nostro im-portante impegno può concretizzarsiin quella “medicina di famiglia e dellasocietà applicata al bambino” risco-prendo in termini attuali la ben notaespressione di Pasteur: “quando vedoun bambino sono diviso tra la tene-rezza che provo per ciò che è e il ri-spetto che gli devo per l’uomo chesarà”. “Si tratta di dover riconoscereconcordemente che il bambino di oggiè veramente il futuro della società edi escludere in senso assoluto e perogni bambino ogni disuguaglianzanel mondo”. È quanto sostiene conforza il mio grande amico AntoninoLeocata, illustre pediatra e presidenteonorario della Società Italiana per laBioetica, il quale aggiunge “Maximadebetur puero reverentia”.

Si tratta di una formula antica, masempre nuova, mille e mille volte ri-petuta dal grande Maestro, che noivogliamo riproporre nel nostro incertotempo e nel nostro mondo purtroppoin frantumi.

Ancorare il problema delle dise-guaglianze dei bambini al tema deidiritti umani può servire a compren-dere la portata del concetto delle tantedisuguaglianze:

È fondamentale sottolineare chese i bambini di oggi sono gli uominidi domani, le diseguaglianze dell’etàinfantile diventeranno le diseguaglian-ze delle età successive; conoscerle ecombatterle può quindi contribuireal benessere ed alla salute anche degliadulti. Tanti sono i bambini cosiddetti“a rischio sociale”, quelli che difficil-mente accedono ai servizi di preven-zione e che ritardano l’esecuzionedelle vaccinazioni, che subiscono piùfrequentemente maltrattamenti, abusi,incurie o che per dispersione scolasticapotrebbero in futuro rischiare gravi

forme di disagio sociale.Ma come si creano le disegua-

glianze?Quando si nasce: ci si “sbaccella”

dalla madre e si impatta con l’am-biente. Quali saranno le persone chesi incontreranno?: la mamma? il papà?altri? il medico? gli operatori sanitario socio-sanitari?

Il nascere rappresenta la più biz-zarra lotteria della nostra vita.

Nascere in una metropoli con unparto estremamente tecnologico è si-curamente diverso dal nascere nelmezzo di una foresta, a contatto conla natura, talvolta benevola e altrevolte matrigna. Nascere in un villaggiosperduto dove i riti di passaggio delnascere oscillano tra gioia o dolore,tra sofferenza e solitudine è molto di-verso che nascere su palafitte nell’ac-qua, ove l’acqua è l’humus e dove ibimbi imparano prima a nuotare, poia camminare e poi ancora a governarepiccole barche prima ancora di parlare.

Nascere nella Savana o in un’isolasperduta o tra i ghiacci polari può es-sere forse più favorevole rispetto alnascere nelle bidonville, nelle periferiedisagiate, nei quartieri malfamati, oveda subito si è affamati, assetati, asfissiatiperché in quei quartieri manca tuttoe l’aria è inquinata e irrespirabile.

Là dove esiste degrado morale co-stantemente si associa ogni carenzamateriale e in quei luoghi purtropponessuno si attiva per un sostentamentoche comunque è sempre possibile.

Gli snodi della vita rappresentanoesperienze diverse, a seconda di dovesi nasce e di come si nasce. Il nascere,il vivere, il soffrire e il morire nelmondo rappresentano diversità edesperienze mai paragonabili.

Il valore della vita e la sua tutelavariano da paese a paese, da etnia edetnia, da nazione a nazione: Nell’Africae nel Terzo Mondo al nascere moltis-simi bimbi sono in bilico tra la vita ela morte, nell’Africa Subsahariana il20% dei bambini nati si spegne, spessoanche con la propria mamma, entro ilprimo anno di vita.

Nel mondo globalizzato i bambinirappresentano sempre e comunqueuna storia di vita dai mille colori.

Qualcuno li suddivide in sani, bellio incompleti, ammalati, problematici,handicappati, geneticamente imper-fetti, destinati alla inabilità o ad essereun peso sociale.

Come più volte sostenuto, certa-mente siamo in piena politica delloscarto! Rabbrividisco nel leggere le

dichiarazioni di Ugo Tristam Engel-hardt, bioeticista tedesco che cosìscrive senza timore di sbagliarsi:Non tutti gli esseri umani sono persone.Non tutti gli esseri umani sono uguali.Non tutti gli esseri umani sono autoco-scienti, razionali capaci di concepire lapossibilità di biasimare e lodare.

I feti, gli infanti, i ritardati mentaligravi e coloro che sono in coma senzasperanza costituiscono esempi di non-persone umane”.

In queste affermazioni si concre-tizza nella cruda e nuda realtà, ilpieno, chiaro ed esplicito riferimentoalla rupe Tarpea e agli scarti sociali.

Ne deriva che nell’odierna societàglobalizzata sembra sia più grave uc-cidere uno scimpanzé che scartare unessere umano gravemente menomatodefinito “non persona”.

Per fortuna l’attuale pontefice PapaFrancesco ci richiama quella “grandemenzogna che si nasconde dietro certeespressioni zuccherose che tanto insi-stono sulla qualità della vita, sì da in-durre a credere che la vita affetta damalattia non sarebbe degna di esserevissuta”

Grazie a Papa Francesco per lasua autorevolezza, per la sua coerenzae per le sue parole che investono intermini positivi la nostra esistenza,coniugando scienza e fede e riaffer-mando che l’essere precede sempre ilcome. Questa è la strada del nuovoumanesimo da percorrere con con-vinzione, soprattutto quando si parladi salute infantile come premessa dibase per il futuro.

Se le autonomie del soggetto sonoalterate o assenti per le più variecause, malattie, handicap o altro, inquesto si configura una vera e propria“nudità”, sia funzionale che relazio-nale! Questa nudità va immediata-mente “vestita”!.

I disabili e tutti i bambini affettida patologie, anche connatali, cioè in-sorte nella vita intrauterina, sono esaranno sempre testimoni privilegiatidi umanità.

Là dove si registrano “gestazionidifficili per le madri e per i figli” edove i bambini di nulla vivono salvoche di un legame empatico con lasola madre, là possiamo veramentesperimentare che fatica, sofferenza,sopportazione, magicamente si arti-colano, nel vivere quotidiano, conl’eroismo, la serenità e la speranza.

Ogni bambino non ancora nato oappena nato, sano o disabile che sia,costituisce un messaggio di speranza

37

IVAL

ORI

DEL

ROTA

RYIN

TERN

ATIO

NAL

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

tanto attuale, così ricco di contenutida potersi trasmettere in ogni angolodella terra! Ai tanti che hanno a cuorele sorti dell’umanità, e che lavoranoin favore dei tanti bambini, si imponequella nuova cultura dell’infanzia,premessa e promessa d’amore e alle-anza con ogni bambino: Un serviziod’amore per ogni bambino che cresce,che soffre, che spera e che attende ungesto di tenerezza, al quale tutti noinon possiamo sottrarci.

In questo senso trova giustifica-zione il richiamo agli aspetti bioeticidella medicina della riproduzione,della medicina neonatale e di quellapediatrica. I medici sono oggi chiamatia vivere ed operare con umiltà e bontàe con la più grande disponibilità pos-sibile, ma anche con scienza adeguata,

con coscienza, con spirito di servizio,con amore e sacrificio: Bambini dacurare. Bambini da proteggere. Bam-bini da salvare. Bambini da amare.

Occorre una “nuova alleanza”, unavera grande alleanza, testimonianzadel nostro modo di essere, di fare, delnostro sapere e del nostro impegnoaffinché mai manchi l’applicazione diuna scienza intrisa di carità che com-prenda il volto più umano dell’amoree sia capace di lenire ogni dolore in-nocente dando adeguate risposte alletante attese dei bambini in questa no-stra epoca segnata dall’indifferenza,dall’abbandono o peggio ancora dalleviolenze. Allora, è vero!

I bambini di oggi sono gli uominidi domani.

Per il benessere dei bambini, di

quelli a rischio in particolare e per leloro famiglie in difficoltà vorremmoproporre una “nuova cultura per l’in-fanzia”, una nuova etica includenteautentico, totale e amorevole servizio.E noi rotariani non possiamo e nondobbiamo mai sottrarci a questo stra-ordinario, esemplare e delicato apo-stolato!

La nostra famiglia rotariana si au-gura che ogni bambino nato in questomondo, che abita in mezzo a noi,possa fruire prioritariamente di quellasplendida e salutare “culla d’amore”che è la famiglia, unità naturale dasola in grado di garantire amore, ac-coglienza, validi progetti di crescita edi sviluppo per tutti i bambini delmondo. ÿ

modelli migliori. Recentemente è statodimostrato che le scelte alimentari ele conseguenze che queste hanno sullasalute possono iniziare molto preco-cemente, dall’inizio della gravidanzaalla fine del secondo anno di vita: icosiddetti mille giorni che determinanola salute del soggetto. L’argomento èdi alto interesse per il mondo scientificotanto che la stessa OMS ha organizzato,insieme alla Regione Puglia, un wor-kshop che ha dato un notevole impulsoalle conoscenze su questo specificoargomento ed i cui risultati sono statipubblicati su un numero speciale diuna importante rivista scientifica (FBranca & M Caroli Complementaryfeeding and dietary prevention of noncommunicable diseases - A gap in thelife course approach? Nutrition, Me-tabolism & Cardiovascular Diseases,22: 763 e 764, 2012).

Di particolare importanza sono imeccanismi individuati nella genesidella permanenza e degli effetti disquilibri alimentari nei primi anni divita che possono essere riassunti indue modelli principali: il programminged il tracking. Programming è il feno-meno per cui un’assunzione eccessivao insufficiente di un nutriente in unospecifico e limitato periodo della vita

di Giovanni De PergolaProfessore Associato di Medicina Internapresso la Facoltà/Scuola di Medicinadella Università BariSocio del RC Bari Sud

elementare, come evidenziato dal si-stema di sorveglianza nazionale “OK-kio alla Salute”, che ricade nell’ambitodel programma di controllo dell’obesitàinfantile europea della OMS. I bambiniitaliani risultano avere delle abitudinialimentari, che sono fra le peggiori:scarsa assunzione di frutta, verdure epesce e quasi totale assenza dei legumi,con eccessiva assunzione di carne fre-sca e trattata (salame, prosciutto, ecc),bevande zuccherate e alimenti ecces-sivamente ricchi in grassi (prevalen-temente saturi), quali i prodotti daforno dolci e salati. Questi modellialimentari apportano una quantità in-sufficiente di fibre e fitonutrienti, im-portanti per la prevenzione delle ma-lattie cardiovascolari, obesità e tumori,mentre forniscono quantità eccessivedi zuccheri a rapido assorbimento,grassi e proteine animali, tutti nutrientiimportanti, ma che in eccesso favori-scono lo sviluppo delle malattie pre-cedentemente citate. È certamente ne-cessario cercare di modificare questeabitudini al fine di migliorare la qualitàdi vita dei nostri ragazzi, ma puòessere più efficace ed economico capirele motivazioni di tali scelte compor-tamentali e definire il momento incui possono essere indirizzate verso

È ampiamente noto che la sanaalimentazione è uno dei fattori piùimportanti per un buono stato di sa-lute e che la qualità della vita e l’al-lungamento della sua durata dipen-dono dal miglioramento dell’alimen-tazione. Meno conosciuto è il datoche la prossima generazione sarà laprima ad avere una durata della vitainferiore a quella dei genitori e questoè dovuto ad un peggioramento dellaqualità dell’alimentazione, nonostan-te l’aumento della disponibilità ali-mentare.

La punta dell’iceberg della “insanaalimentazione” sta nelle cattive abi-tudini alimentari dei bambini di scuola

L’alimentazione infantile,salvaguardia del futurodell’umana società

38

IVAL

ORI

DEL

ROTA

RYIN

TERN

ATIO

NAL

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

produce un risultato sulla salute per-manente, o perlomeno a lungo termine.Esempi di tale meccanismo, nei primidue anni di vita, possono essere unainsufficiente assunzione di ferro, cheriduce lo sviluppo di neurotrasmettitorie le capacità mentali a lungo terminedel soggetto, ed una eccessiva assun-zione di proteine, fattore importan-tissimo per lo sviluppo precoce diobesità. Il tracking è invece è la persi-stenza di uno specifico comportamentoalimentare stabilito nel primo annodi vita, il cui effetto ultimo sul rischiodi sviluppare una malattia può esseredato dall’effetto additivo di ripetuteesposizioni. Esempi di tale processopossono essere un’assunzione ecces-siva di sale nei primi anni vita, checrea l’abitudine di assumere cibi salatied ipertensione in soggetti genetica-mente predisposti, ma anche l’assun-zione di bevande zuccherate, che elevala soglia di percezione del dolce, fa-vorendo l’uso persistente di grandiquantità di zuccheri nell’alimentazionequotidiana, con rischio di obesità ediabete mellito Questi comportamenti,presenti già in tutti i Paesi sviluppatie che stanno comparendo anche neiPaesi in via di sviluppo, sono parti-colarmente attivi in Italia, che ha unadelle prevalenze più alte di sovrappesoed obesità infantile in Europa (MCaroli et Al. Complementary feeding

patterns in Europe with a special focuson Italy. Nutrition, Metabolism & Car-diovascular Diseases, 22: 813-818,2012). Nel complesso mondo dellanutrizione, un’assunzione eccessivao insufficiente di uno o più nutrientisi associa sempre ad una insufficienteo eccessiva assunzione di altri nu-trienti.

Particolarmente pericolosa risultauna scarsa assunzione di grassi neiprimi anni di vita, poiché questo puòincidere negativamente sullo sviluppocerebrale per scarsa o alterata produ-zione di mielina, necessaria per la vi-talità dei neuroni e la corretta condu-zione degli stimoli nervosi, e sul rico-noscimento ed apprezzamento dei sa-pori, che sono veicolati ai recettorispecifici proprio dai grassi. Ancora,una scarsa assunzione di lipidi com-porta una possibile insufficiente as-sunzione di vitamine liposolubili comela vitamina D, fondamentale per ilcorretto sviluppo osseo, ma anche pernumerose tappe del metabolismo ge-nerale e della difesa contro i tumori ele malattie cardiovascolari (C Agostoni& M Caroli Role of fats in the firsttwo years of life as related to later de-velopment of NCDs. Nutrition, Me-tabolism & Cardiovascular Diseases,22: 775-780, 2012). In effetti, bastanopoche azioni per migliorare l’alimen-tazione dei primi anni. 1) Promuovere

l’allattamento al seno, la modalità piùnaturale ed umana per nutrire il cuc-ciolo d’uomo. L’allattamento al senodeve essere protetto e favorito, comeavviene nei Paesi scandinavi, in cuila “maternity leave” dura un annointero, proprio per permettere allemadri di allattare quanto più a lungopossibile. 2) L’allattamento deve essereesclusivo per i primi 6 mesi e seguitoda un svezzamento graduale dove leproteine, soprattutto quelle animali,non siano eccessive. Questo non vuoldire adottare uno stile vegetariano,che presenta aree carenti in nutrienti,ma semplicemente usare la modera-zione, concetto base della dieta medi-terranea. 3) Durante i primi 3 anni divita l’assunzione di grassi deve esseresuperiore al 30%, consigliato general-mente per l’età adulta (il latte maternoarriva ad avere anche il 50% di grassi)e deve essere rappresentato quasiesclusivamentre dall’olio di oliva ex-travergine, fonte di salute e sapore. 4)Ai bambini non devono essere offertebevande zuccherate (la famosa camo-milla della nonna è ammessa, masenza zucchero), né cibi addizionaticon sale.

Questi piccoli accorgimenti ali-mentari, ma di grande impatto sullasalute sin dall’inizio della vita, sonostrumento semplice ed economico permigliorare il futuro della società. ÿ

toimmuni) e nuove problematiche le-gate al disagio sociale e psichico (di-sturbi dell'alimentazione e del com-portamento).

La Pediatria ha senz'altro il compitoimportante di curare le malattie magli studi pediatrici sono diventati spazifondamentali per la promozione dicomportamenti e stili di vita che per-mettano il conseguimento di un pienobenessere psichico, fisico e relazionale.La salute è un indice del progresso diuna società, un banco di prova percoloro che hanno responsabilità pub-bliche e la medicina e le politiche sa-nitarie devono essere integrate all'in-terno di scelte politiche di più ampiorespiro. Partendo dall'accompagnarei genitori a demedicalizzare l'infanziadalle banali patologie, quelle patologie

di Paolo VinciPediatraPast Pres. RC Martina Franca

scolastico nel quale parlavo di questo)...Si è realizzato, con l'aiuto di Dio, e adesso mi dedico con passione, già dapiù di 25 anni, impegnandomi quoti-dianamente come Pediatra di famiglia,a contatto con i bambini e le loro fa-miglie. Negli ultimi decenni è cambiatal'epidemiologia delle malattie: la pos-sibilità di cura delle malattie infettivee i vaccini hanno portato al crollodella mortalità infantile, anche se lanuova "moda" di temere le vaccina-zioni sta facendo riapparire malattieche non si vedevano più; talvolta ri-tornano malattie che sembravanoscomparse, come per esempio la tu-bercolosi; le patologie acute sono menofrequenti mentre si diffondono semprepiù le patologie croniche (le disabilità,il diabete giovanile, le malattie au-

È giunto inaspettato... ma ho ac-colto con gioia l'invito di AlfonsoForte a scrivere di questo argomentoin occasione del mese, aprile, dedicatodal R.I. alla salute materna e infantile.È un tema che mi entusiasma perchéessere Pediatra era il sogno della miainfanzia (conservo ancora un tema

La salute infantile, garanziaper il futuro della società

39

IVAL

ORI

DEL

ROTA

RYIN

TERN

ATIO

NAL

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

innocue che per guarire chiedono diessere affidate senza interferenze alla"vis medicatrix naturae" e al poteredi guarigione del “bacio della mam-ma”, ci sono spazi enormi per parlaredi "altro".

Negli ultimi 20 anni la ricerca ge-netica ha apportato una enorme quan-tità di dati innovativi che stanno pro-fondamente modificando la nostra vi-sione degli esseri viventi e dell’am-biente in cui viviamo. L'insieme dellecaratteristiche morfologiche e funzio-nali di un organismo sono determinatenon solo dal corredo genetico ereditatoin sé, ma anche dalla sovrapposizionedi modifiche, apparentemente secon-darie, che ne determinano il compor-tamento funzionale attraverso segnalied informazioni che arrivano dall'am-biente. Fondamentali gli studi avviatialla fine del secolo da David Barker,medico ed epidemiologo inglese del-l'Università di Southampton e i risultatidel Progetto genoma, completato nel2003: l'ambiente esterno e la nutrizione,nella vita precoce, possono “program-mare” in modo persistente parametricomportamentali, neuroendocrini emetabolici, creando così un “imprin-ting” durevole lungo tutto il corsodella vita. Questa programmazionepuò in un primo tempo essere consi-derata adattativa permettendo all’or-ganismo di far fronte a condizioniambientali sfavorevoli, paradossal-mente spesso essa si rivela essere di-sadattativa sul lungo periodo, in quan-to aumenta la vulnerabilità di un in-dividuo alle patologie dell’età adultae dell’invecchiamento. E ci sono i re-centissimi studi sul latte materno pub-

blicati dal Prof. Vassilios Fanos, Do-cente presso l'Università di Cagliari,molto noto nel panorama internazio-nale della Pediatria e della Neonato-logia per i suoi studi sulla compene-trazione tra geni e ambiente: l'indivi-duazione di cellule staminali multi-potenti nel latte materno, gli studi dimetabolomica (hanno permesso diconoscerne anche il profilo metabolico)e di microbiomica (50 generi e 200specie di batteri presenti nel latte ma-terno). Il latte materno, laddove di-sponibile, nelle prime epoche dellavita è fondamentale per improntaretutto il resto della vita, mettendo inmoto tutta la cascata dei processi me-tabolici dell'organismo. E quel chepiù conta, la programmazione “pre-dittivo-adat¬tativa” dell’espressionegenica, im¬postata in utero e nelleprimissime età della vita, rimane ope-rativa per tutta la vita e in certa misurapersino nelle generazioni future. Oc-corre senz'altro, con crescente consa-pevolezza, approfon¬dire maggior-mente le conoscenze su quanto avvienenei primi mille giorni di vita a partiredal concepimento, dal mo¬mento chetale periodo rappresenta una finestradi vulnerabilità/opportunità con ri-percussioni significative e permanentisu tutta la vita dell’individuo e i datiepidemiologici confermano correla-zioni con l'aumentato rischio di svi-luppare malattie non trasmissibili sianel bambino (ad esempio l’a¬sma)che decine di anni più tardi in etàadulta (malattie cardiovascolari, dia-bete, tumori, malattie neurodegene-rative). Queste malattie rappresentanooggi il più importante problema sa-

nitario sia dei Paesi ad economia avan-zata che di quelli così detti in via disviluppo, essendo responsabili di quasiil 70% della mortalità a livello globalee di oltre il 90% di quella del nostroPaese.

Cosa facciamo già oggi? Ogni annoin Italia nascono circa 55000 bambiniaffetti da difetti congeniti e circa 35000bambini prematuri e ciò rappresentail carico più importante di patologiae di perdita di salute in età pediatricae aumenta la probabilità di patologiecroniche nell'età adulta. Queste con-dizioni sono favorite da fattori di ri-schio presenti già in epoca pre- o pe-riconcezionale, molti dei quali sonomodificabili attraverso interventi diprevenzione primaria, intervenendosu malattie materne (es.: diabete, epi-lessia, obesità); malattie a componentegenetica; stili di vita (fumo, bevandealcoliche, sostanze stupefacenti, deficitalimentari); supplementazione conacido folico; stress; uso corretto di far-maci, di agenti fisici e di agenti chimici;malattie infettive (es.: vaccinazioniper rosolia, morbillo e varicella delledonne suscettibili, norme igienicheper toxoplasmosi e citomegalovirus,trattamento delle Malattie TrasmissibiliSessualmente, infezioni intrauterine,vaginiti). Nonostante le buone inten-zioni espresse dal Piano nazionale dieliminazione del morbillo e rosoliacongenita gli obiettivi di eradicazionerischiano di non essere raggiunti...mancano strategie chiare di interventosulla popolazione adulta in età fertile.Su questo tema qualche anno fa ilmio Club preparò un opuscolo infor-mativo e organizzò incontri di sensi-bilizzazione.

E poi... nonostante nel nostro Paesesi registrino tassi di mortalità sotto i 5anni di vita tra i più bassi del mondo,rimane ancora elevato il numero didecessi o esiti invalidanti adistanza...evitabili: si tratta ogni annodi circa 500 bambini da salvare dallaSIDS (Sindrome della morte improv-visa del lattante), dagli incidenti stra-dali, dagli incidenti domestici, dal-l’annegamento e dall’ostruzione dacorpo estraneo. La sola prevenzionepuò evitare più del 70% di questemorti, ma occorre diffondere la cono-scenza dei corretti comportamenti.Per raggiungere questo obiettivo c'èil bellissimo Progetto "Bimbi Sicuri",al quale sono felice di dedicare moltedelle mie energie, senza stanchezza,perché "chi salva un bambino salva ilmondo intero". ÿ

40

ROTA

RACT

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

Essererotaractiana, oggiHo posto alla giovane Pia Franco la domanda che segue.In momenti come questi, nei quali viene sempre più avvertita l’esigenza di cambiamento,di maggiore impegno, di nuove energie per contrastare malintesi, prepotenze, egemonieed ingiustizie nel mondo, come vedi che, in tale missione, i giovani , in particolarequelli appartenenti ad un Club umanitario , come te, quest’anno degna responsabile. (a.f.)

Ecco l'interessante responsabile risposta della brava rotaractiana.

quelli internazionali (come la co-struzione di silos in Benin o la for-mazione di ostetriche e personalemedico in Afghanistan).

Tuttavia, bisogna ammetterlo,noi rotaractiani siamo ragazzi moltofortunati, poiché possiamo contaresull'aiuto e sull'esempio che i ClubRotary ci forniscono quotidiana-mente.

È per questo motivo, dunque,che una realtà associazionistica comequella rotariana diventa di primariaimportanza nell’evoluzione e nellariqualifica della realtà in cui viviamo,e non solo per i progetti beneficiche realizza o per valori che tentadi diffondere, ma soprattutto per ilcontrapporsi , pacificamente,alleidee di etero-definizione da partedi potenti e tiranni.

Dobbiamo, quindi, essere orgo-gliosi di far parte della famiglia ro-tariana e di agire seguendo gli idealia cui si ispira e che la contraddi-stinguono, traendo di volta in voltauna nuova fonte di ispirazione eduna nuova motivazione per metterein atto quanto il Rotary ci ha inse-gnato. Dopotutto, come affermavaPaul Harris: “...Se il Rotary ci ha per-messo di creare contatti interessanti eutili con altri che a loro volta stannocercando di catturare e trasmettere lagioia e la bellezza della vita, allora ilRotary ci ha dato tutto cio che possiamoattenderci.” ÿ

di Pia FrancoLaurea in GiurisprudenzaPresidente 2016/17 Rotaract Bari

tendo dai piccoli gesti che è possibilemuovere le prime pedine verso unaevoluzione , ed una rivoluzione,della nostra società. E questo credoche sia un obiettivo che spetti in-nanzitutto a noi giovani, che siamoforza del presente e propulsori peril futuro: non a caso la quinta viad'azione del Rotary è dedicata alleNuove Generazioni, proprio perchénoi rappresentiamo la speranza ela risorsa più grande della collettività.C’è una citazione di Sir Henry Brad-don, ripresa da Paul Harris nel suoscritto “La mia strada verso il Rota-ry”, che mi piace ricordare: “Unodei modi attraverso cui il Rotarysviluppa l’individuo e quello di pre-servare il ragazzo che c’e in lui…”.

È grazie al Rotaract, quindi, seio, gli altri soci del nostro Distrettoe tanti professionisti rotariani, ab-biamo acquisito la consapevolezzadel reale valore che i giovani hannonel favorire il miglioramento socialemediante i service che ogni annorealizziamo con i mezzi, spesso, li-mitatissimi di cui disponiamo. Nondi rado mi soffermo a ricordarequanto noi giovani siamo riusciti arealizzare, attraverso il nostro en-tusiasmo e la nostra creativitá, nelcorso di questi anni: dai progettilocali (ad esempio, donazione dilibri alle carceri, consegna di stru-menti terapeutici a chi ne ha bisogno,pulizia delle spiagge e tanti altri) a

È difficile immaginare come ungruppo di ragazzi, tra studenti elavoratori alle prime armi, possacambiare quelle che sono le regoledel nostro vivere quotidiano, diquel sistema di forze e poteri dicui spesso siamo solo meri spetta-tori, ed è forse ancor più difficileprendere consapevolezza del fattoche vi è una realtà in cui i ragazziagiscono, diventano protagonistidei propri sogni e mettono in pra-tica quanto necessario per renderlireali. Ed infatti, si sa, l’ambizione ela voglia di diventare leader eticisono propensioni naturali di ognirotariano o rotaractiano che si ri-spetti: studiare, capire ed analizzarela società ed i suoi bisogni rappre-sentano il punto da cui partire perpoter mettere in pratica gli obiettiviche il Club si propone di perseguire.Certo, non è facile pensare di potercambiare le regole del gioco, ma èproprio nell'impegno comune e par-

41

END

POLI

ON

OW

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

Gennaio 2017. Ecco, sono sei anni che l'ultimo caso dipolio è stato segnalato in India. Questo esito in un paesealtre volte considerato uno dei più difficili per eradicare lapolio dimostra l'importanza di un sistema di solida sorve-glianza, di una vaccinazione intensa e di sforzi di mobilitazionesociale ben mirati. Alcune lezioni apprese in India, compresele strategie miranti ad avvertite le popolazioni all'alto rischioe a sostenere le iniziative della salute infantile oltre le polio-mielite, vengono ora applicati ad altri contesti.

Ma fin quando la malattia non sarà eliminata in tutti ipaesi del mondo, l'India deve rimanere sotto osservanza.

È perché, a partire dal 29 gennaio, 172 milioni di bambinisono stati vaccinati nel paese, nel quadro delle Giornate na-zionali di vaccinazione, in uno sforzo concertato al fine dimantenere livelli elevati di immunità infantile.

Non c'è migliore azione che quella di premere sullapriorità assoluta del Rotary: un mondo senza polio! Siamoprossimi a raggiungere il nostro obiettivo stabilito nel 1985!

a cura di Christian MichaudCoordinatore “EndPolioNow”per la Francia e il MaghrebPolio National Advocacy AdviserGovernatore 2004-2005Distretto 1770

POLIO NEWSLETTER

GENNAIO 2017

L'iniziativa mondiale tesa eliminare la poliomielitecontinua a perfezionare le strategie nei paesi di endemiafinale -Afghanistan, Pakistan e Nigeria- per identificaree ridurre sistematicamente i ragazzi dispersi nel corsodelle campagne di vaccinazione.

In Nigeria, i vaccinatori e gli operatori sociali riescono araggiungere quei fanciulli fino ad allora inaccessibili a causadei conflitti e si dedicano ad altre iniziative di salute infantilecome le campagne contro il morbillo.

In Pakistan, nuove strategie vengono adottate per assistere,nella bassa stagione, le popolazioni che hanno difficoltà adentrare, comprese quelle in corso di trasferimento.

In Afghanistan, lavoratori e operatori della sanità vengonomobilitati per migliorare la qualità dei programmi, guadagnare laconfidenza dei parenti e così migliorare il tasso di vaccinazione.

Il Rotary ha annunciato l'erogazione di 35 milioni didollari quale sovvenzione per sostenere lo sforzo mondialemirante a mettere fine alla poliomielite; tale contributoporta il contributo dell'intera organizzazione dei servizisanitari a 140 milioni di dollari, a partire dal gennaio 2016.

Circa metà dei fondi annunziati attualmente dal Rotary -16milioni di dollari- andranno a sostenere le campagne di interventourgente in Nigeria e nel bacino del lago Tchad. Benché progressisignificativi siano stati realizzati contro il male paralizzante,con soli 35 casi segnalati nel 2016, la polio fa paventare una mi-naccia nelle aree di difficile accesso o male servite nonché nellezone di guerra. Per sostenere tali progressi e poter proteggeretutti i bambini dalla polio, gli esperti stimano che sarannonecessari 1,5 miliardi di dollari.Oltre a rispondere alle richiestedella regione del lago Tchad, altri fondi sono stati elargiti persostenere gli sforzi di eradicazione della polio in Afghanistan(7,15 milioni di dollari), in Pakistan (4,2 milioni), in Somalia(4,64 milioni) e in Sudan del Sud (2,19 milioni).

Le strategie dell'eradicazione migliorano

Karl Landsteiner, buon sangue non mente!

Nessun caso di polio a partire dall’1 gennaio 2017

Questo scienziato austriaco ha scoperto i gruppi san-guigni, il virus della poliomielite e ha meritato nel 1930 ilPremio Nobel. Karl Landsteiner è figlio di famiglia che hasaputo farsi un nome. Suo padre, Leopold (1818/1875), eraun noto giornalista ed editore di riviste, nonché giurista. La re-putazione e il rispetto di cui gode in Austria sono considerevoli.Ciò non ha impedito a Karl, orfano a 7 anni, di affrontarebrillanti studi di biologia e di meritare nel 1930 il Premio Nobel,nella specialità. Una ricompensa meritata, tanto egli abbia rivo-luzionato la conoscenza del sangue e dei suoi componenti. Laprima sua scoperta riguarda i primi gruppi sanguigni per lareazione di emoagglutinazione, nel 1900. Questa è stata pubblicatain una rivista tedesca ma resta relativamente sconosciuta. La

scoperta sfocia nel 1909 nel sistema moderno diclassificazione dei gruppi sanguigni, il sistemaABO. Nel 1940, in collaborazione con AlexandreWiener, egli identifica il fattore Rhésus, responsabiledella malattia emolitica del neonato. Tale scoperta consentirà direalizzare trasfusioni di sangue più sicure per i destinatari.

Landsteiner è diventato nel 1941 membro straniero della'Royal Society des Pays Bas". Intanto, Karl Landsteiner scoprenel 1909 con Constantin Levaditi ed Erwin Popper il poliovirus,responsabile della poliomielite. La sua reputazione è tale che egliè stato assunto nel 1923 dalla Fondazione Rockfeller, cosa chegli consentirà di ottenere sei anni dopo la nazionalità americana(articolo Google).

Due paesi, un solo gruppoLa frontiera tra Pakistan e Afghanistan non costituisce

barriera contro il polio virus. Legami culturali e linguisticistretti tengono insieme i due paesi. Le popolazioni si spostanocon fluidità attraverso le frontiere. Ogni anno, il virus si spostacon essi. L'Afghanistan e il Pakistan hanno realizzato progressisignificativi nel corso degli ultimi 18 mesi, nello sforzo di

fermare la polio. Ma tra i due paesi la malattia ha trovato dellesacche di bambini non vaccinati, nelle quali esso si può annidare,raggrupparsi e fare la sua ricomparsa.

I dirigente politici e amministrativi di alto livello si incontranoogni sei mesi, per risolvere i problemi ed elaborare dei programmiper intervenire sui rimanenti ostacoli.

42

RYLA

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

Ritorna il RYLAROTARY YOUTH LEADERSHIP AWARDLeadership etica e collaborazione in un mondo basato sulla conoscenzaIstituto Agronomico Mediterraneo, Valenzano (BA) - 18/22 aprile 2017

Anche quest'anno il Past President del RC Bari Gaetano Scamarcio coordinerà il RYLA Distrettualeche si svolgerà dal 18 al 22 aprile p.v. ed avrà come sede principale la struttura internazionaleMediterranean Agronomic Institute of Bari, CIHEAM IAMB, Valenzano. Il tema scelto per il programma“RYLA 2017” è “Leadership etica e collaborazione in un mondo basato sulla conoscenza”.

IL PROGRAMMAMARTEDI 18 APRILE 2017

15.00 Incontro collegiale con i partecipantipresso l’Hotel ModernoRegistrazione - Assegnazione delle camere

17.00 Aula Magna “A. Cossu”, Palazzo AteneoUniversità degli Studi di Bari “A. Moro”, P.zza Umberto, 1Cerimonia di apertura alla presenza del Governatore, delleAutorità civili, dei presidenti dei Club e dei Ryliani 2016

Saluti di benvenutoProf. Luca GalloGovernatore del Distretto Rotary 2120 Puglia e Basilicata

Avv. Fabrizio Di TerlizziRappresentante Distrettuale Rotaract

Dott. Maurizio RaeliDirettore dello IAMB

Introduzione al seminario e presentazione dei partecipantiProf. Gaetano ScamarcioPresidente Commissione RYLA

InterventiProf. Antonio UricchioMagnifico Rettore Università degli Studi di Bari “A. Moro”

Prof. Eugenio Di SciascioMagnifico Rettore Politecnico di Bari

ConclusioniProf. Luca GalloGovernatore del Distretto Rotary 2120 Puglia e Basilicata

20.30 Cena a tema Puglia e Basilicata: Gastronomia coast-to-coastpresso Il Cantiere del Gusto, Via Melo, 29 - Bari

MERCOLEDI 19 APRILE 2017

8.00 Prima colazione presso l’Hotel Moderno

8.30 Partenza per Valenzano con pullman

9.00 Visita guidata al CIHEAM Bari InstituteDott.ssa Rosanna QuagliarielloResponsabile delle Relazione Esternedell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari

11.00 Coffee break

11.30 1. La leadership tra etica e management:il ruolo del manager e la struttura della leadershipDott. Marco RotellaMR&A consulenza e formazione

13.00 Colazione di lavoro

15.00 2. Le basi del teamworking come motore della performance3. Leadership e gestione della motivazione4. La delega come strumento di leadershipDott. Marco RotellaMR&A consulenza e formazione

18.30 Rientro in Hotel con pullman20.30 Cena informale nel Borgo Antico di Bari

e a seguire Happy-RYLA organizzato dal Rotaract

GIOVEDI 20 APRILE 2017

8.00 Prima colazione presso l’Hotel Moderno8.30 Partenza per Valenzano con pullman9.00 Le frontiere della ricerca in oncologia

Dalla fase traslazionale al pazienteProf. Angelo VaccaPro-rettore Università degli studi di Bari “Aldo Moro”Presidente della Società Italiana di ImmunologiaImmunologia Clinica e Allergologia

10.00 Le attuali sfide dell’economia dell’innovazioneProf. Ernesto SommaPresidente di Tecnopolis Parco Scientifico e Tecnologico - S.c.ar.l.R.C. Riva dei Tessali

11.00 Coffee break11.30 Il progetto Murgia Valley:

la crescita di un territorio nelle mani dell’uomoIng. Mariarita CostanzaDirettore Tecnico di MACNIL, Gruppo Zucchetti

13.00 Colazione di lavoro15.00 La capacità attrattiva dell’eccellenza pugliese

nelle prove automobilistiche di qualitàIng. Francesco NobileDirettore del Nardò Technical Center - Porsche EngineeringR.C. Gallipoli

16.00 Tradizione e innovazione nella professione di avvocato:dalla specializzazione individualeal lavoro di squadra multidisciplinareAvv. Michele LaforgiaPartner e fondatore di POLIS Avvocati

17.00 Coffee break17.30 Come e dove nascono le imprese knowledge-intensive?

Prof. Ing. Vito AlbinoProrettore delegato alla ricercaed al trasferimento tecnologico del Politecnico di BariPresidente di ARTI PugliaAgenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione

19.00 Partenza per Rutigliano20.00 Cena presso Agriturismo Lama San Giorgio22.30 Rientro in Hotel con pullman

43

RYLA

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

La palma dei primisenza olio di palma.

VENERDI 21 APRILE 2017

7.15 Prima colazione presso l’Hotel Moderno7.45 Partenza per Matera con pullman9.00 Visita all’azienda CALIA Italia

Arch. Saverio CaliaArt Director di Calia Italia

11.00 Visita all’azienda BRECAVDott. Antonio BraiaCEO Brecav s.r.l. - R.C. Matera

13.00 Partenza per Bisceglie con pullman14.00 Colazione di lavoro - Ristorante del Frantoio Galantino15.00 Visita al Frantoio Galantino

Dott. Massimo CassanelliResponsabile Marketing e Qualità - R.C. Bisceglie

16.00 Sessione di progettazione e tutorshipCoordinata dal dott. Marco RotellaMR&A Consulenza e Formazione

18.30 Rientro in Hotel con pullman20.30 Interclub con i 5 Rotary Club Metropolitani di Bari

organizzata dal R.C. Baripresso l’Hotel Mercure Villa Romanazzi CarducciGli ideali del Rotary attraverso i progettiProf. Ing. Giambattista De TommasiPDG - Istruttore R.C. Bari

Voci e immagini del RYLA

SABATO 22 APRILE 2017

8.00 Prima colazione e rilascio camera, Hotel Moderno9.00 Partenza per Valenzano con pullman9.30 Aula Magna del CIHEAM - IAMB

Cerimonia di chiusura alla presenza del Governatoredelle Autorità civili, dei Presidenti dei ClubSaluti di BenvenutoProf. Luca GalloGovernatore del Distretto Rotary 2120 Puglia e Basilicata

Avv. Fabrizio Di TerlizziRappresentante Distrettuale Rotaract

Dott. Maurizio RaeliDirettore dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari

Proposte di leadership - La parola ai RylianiConsegna degli attestati di partecipazioneConclusioniProf. Gaetano ScamarcioPresidente Commissione RYLA

Prof. Luca GalloGovernatore del Distretto Rotary 2120 Puglia e Basilicata

a cura diLivio [email protected]

I Presidenti dei Club e i Corrispondentipossono inviare articoli aventi

contenuto esclusivamente rotariano,a mezzo posta elettronica all’indirizzo

[email protected], contenendola lunghezza in 2.500 battute,

spazi inclusi, e allegando una foto.Per nuove disposizioni, a partire

dal n. 2 - Settembre/Ottobre 2016,potremo ospitare un unico articolo

per Club, il più importanterealizzato nel periodo. (l.p.)

44

VOCE

DEIC

LUB

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

RC AndriaCastelli Svevi

Workshopsull'Azione ProfessionaleMimmo Di MariaIl Rotary considera l’Azione Professionale unodei cardini del proprio impegno istituzionalediretto sia a esaltare il valore dell’etica profes-sionale come quello di aiutare i giovani a rea-lizzare le proprie aspirazioni lavorative e aguidarli nella loro crescita professionale. Tantoha ispirato il workshop –incontro, organizzatodal nostro Club, che ha avuto come relatori ildott. Sergio Fontana (imprenditore farmaceutico,presidente del consiglio di zona ConfindustriaBari e Bat); dott. Claudio Pomo (ingegnere in-formatico, amministratore sistemi di sicurezzareti informatiche); dott. Luca Recchia (direttoredi Deversus, studio di comunicazione e mar-keting); dott. Donato Rossi (presidente Confa-

gricoltura Puglia). Moderatrice la giornalistadott.ssa Nunzia Saccotelli. Si è voluto focalizzarel’attenzione su un tema delicato, specialmentedi questi tempi, quello dell’incontro dei giovanicon il lavoro: sono davvero tanti quelli checercano di dare un significato al proprio futuro,investendo in qualche cosa di nuovo. Nelnostro territorio, nel nostro Sud si può fareimpresa – hanno testimoniato gli oratori- nonmanca, infatti, la ricerca, l’innovazione, la for-mazione che ha permesso un’evoluzione delleprofessioni in tantissimi settori a iniziare daquello agricolo, informatico, scientifico, medico.Inaspettatamente – è stato detto - proprio perciò che rappresenta la grande vocazione delterritorio: l’agricoltura, statisticamente, datialla mano, risulta essere il settore in grado digarantire un’occupazione solida e di assicurarefinanziamenti ai giovani imprenditori. La co-noscenza delle nuove professionalità, è statoasserito, costituisce la condizione fondamentaleperché si concretizzino opportunità lavorativeper le nuove generazioni; quella legata alsettore informatico ha preso il sopravventonegli ultimi anni, grazie a internet e alla suadiffusione di massa. Sono sorte occasioni,anche per chi era fuori da certi meccanismi,con la cooperazione e la cosiddetta “conoscenzacondivisa”: entrare cioè a far parte di ungruppo tecnico e condividere capacità e com-petenze. Altro settore in crescita è costituitodal web marketing e dalla comunicazione,nel quale occorre presentarsi con una fortepreparazione tecnica atta a elaborare sofisticatestrategie di pianificazione pronti però a cambiareidea su se stessi per adeguarsi alle esigenzedi un mercato e di un’economia in evoluzione.

Si è concluso affermando la necessità di ac-quisire la consapevolezza che in qualsiasi ti-pologia di lavoro non s’improvvisa nulla. Lapreparazione, lo studio, i percorsi di formazionee aggiornamento costituiscono l’obbligatoriobagaglio di ogni successo. Potrebbe risultarefondamentale poter contare sul binomiovincente Università e Impresa. •

RC Bari Mediterraneo

Visita del GovernatoreLivio ParadisoA Villa Romanazzi Carducci in Bari, il Gover-natore Luca Gallo ha effettuato la visita ufficialeal Rotary Club Bari Mediterraneo nella giornatadi lunedì 16 gennaio 2017. Nella riunione pre-liminare con la Presidente Doda Renzetti e ilConsiglio Direttivo, sono stati illustrati i servicee le linee d’azione previsti per l’anno in corso.

45

VOCE

DEIC

LUB

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

È poi seguita la riunione conviviale serale, allapresenza del Governatore con la moglie Dina,dell’Assistente Pasquale Chianura, della Se-gretaria distrettuale Margherita Pugliese, edella gran parte soci che hanno ascoltato ilsaluto introduttivo della Presidente Doda, cheha illustrato la scelta del suo motto "Insiemeper migliorare" che nasce dall'intento di intra-prendere un cammino di crescita del Clubpartendo dal concetto di unione per percorrereun itinerario di miglioramento personale e digruppo. Il Club, composto da 49 soci, si ponecome piano strategico quello di rafforzare l'ef-fettivo, promuovendo la conoscenza dei singolimembri del club soprattutto dei numerosinuovi soci, incrementare il numero dei socistessi e dei partecipanti alle riunioni, continuarei services intrapresi, come quello dei mestierie intraprendendone dei nuovi rivolti alle nuovepovertà o in collaborazione con altre realtàcome l'AIDO e il FAI ed ancora con uno sguardoalle esigenze della nostra città. Inoltre, coeren-temente con quanto indicato dal governatore,è stato dato spazio ad incontri tematici sullaformazione rotariana. Il microfono è quindipassato al Governatore che ha tracciato lelinee programmatiche dell’anno in corso, conle priorità costituite dal Piano Strategico Di-strettuale e segnatamente sostenere e rafforzarei Club, incrementando l'azione umanitaria, mi-gliorando l'immagine pubblica del Rotary e fa-cendo riferimento ai Valori fondanti: l'amicizia,l'integrità, la diversità, il servizio e la leadership.Particolare attenzione è stata riservata allaquinta “Via d'azione” del Rotary: l'AzioneGiovani. Con l’invito ai Club a rivolgere maggioreattenzione affinché i giovani costituiscano laforza innovativa necessaria al rinnovamentodel Rotary; da cui l’invito a cooptare giovaniprofessionisti di maggior valore e propensioneal servizio, facilitandone l’ingresso. Il Governatoreha sottolineato l'importanza della Formazionerotariana e dell'aggiornamento, per meglio af-frontare le sfide “di servizio” secondo il mottodel Governatore “I Rotariani: cittadini dal localeal globale”. Partendo dal “civic work”, i problemidella propria comunità locale per passare aquelli globali. Il tutto innestato nel motto del PIJohn F. Germ “Il Rotary al servizio dell’umanità”,che rappresenta pietra angolare del passato,presente e futuro del Rotary. •

RC Bari Ovest

Rotary, cultura russae chiesa ortodossaAngela NappiIl Rotary Club Bari ovest ha organizzato nell’ottobre2016 una serata dedicata alla cultura russa edalla chiesa ortodossa, ospitando il Prof. MarzoCaratozzolo, docente di Letteratura Russa pressol’Università degli Studi di Bari e Padre Andrey

Boytsov, Rettore della Parrocchia Russa di SanNicola di Bari. Il Rotary è un’organizzazioneumanitaria laica, rispettosa di tutte le denomi-nazioni religiose e favorisce le garanzie per la li-bertà di religione, in un sistema di pluralismoculturale e confessionale. Inoltre tra la città diBari e la Chiesa ortodossa esiste un profondoed antico legame. Da secoli i pellegrini ortodossivisitano Bari per inchinarsi innanzi alle spogliedel santo più venerato da tutto il mondoortodosso: San Nicola Taumaturgo. Dalla finedel XIX secolo, l’afflusso di pellegrini ortodossiprovenienti da Russia è cresciuto in manieraesponenziale. I pellegrinaggi per ortodossi inluoghi sacri all’estero erano gestiti dall’AssociazioneOrtodossa palestinese, cui protettore era l’im-peratore Nicola II in persona. Due volte l’anno,durante le feste dedicate al santo, in tuttol’impero russo si raccoglievano offerte destinatealla costruzione di una chiesa russa a Bari. Nel1913 fu posata la prima pietra. La progettazionedella chiesa, nello stile architettonico di Pskov eNovgorod, fu assegnata al famoso architettorusso A.V. Sciusev e la costruzione fu completatanegli anni 20 del XX secolo. La rivoluzione del1917 e la guerra civile ebbero un effetto tragicosulla sorte della popolazione russa. Le chiesein Russia furono demolite o chiuse e cessò ilpellegrinaggio verso le spoglie di San Nicola.Nel 1937 il principe N. Zhevahov vendette ilcomplesso architettonico all’autorità locale. Lachiesa cessò quindi di essere di proprietà Russae, solo dopo lunghe trattative, il 1 marzo 2009si è assistito a Bari all’evento storico della ceri-monia di restituzione della chiesa russa e la ri-consegna simbolica della chiave della chiesada parte del presidente della Repubblica ItalianaGiorgio Napolitano al presidente russo DmitrijMedvedev. A Bari si è quindi formata una foltacomunità di russi che hanno portato avanti leproprie tradizioni letterarie e spirituali e la ChiesaRussa di San Nicola è un centro propulsore ditale fermento culturale oltre che un fiore all’oc-chiello della spiritualità russa in Italia. Persaldare questo sodalizio il club ha invitato PadreAndrey Boytsov anche alla cena degli Auguri,tenutasi il 15 dicembre 2016, ed il nostro amicoe socio Prof. Avv. Raffaele Coppola, tra gli innu-merevoli incarichi anche Coordinatore del CentroStudi Interreligioso Internazionale, con un suoprezioso intervento, ha ribadito e sottolineatol’apertura del club verso un dialogo che favoriscae valorizzi il fecondo rapporto esistente tra ilpopolo russo e quello pugliese. •

RC Barletta

Cammina, Corri e PedalaNuccia CafagnaUna bella e sana camminata sportiva insiemealle associazioni ASD Barletta Sportiva, BarlettaSui Pedali e Uisp Bat. Partecipazione numerosa

ed entusiasta, con varie tappe presso i mo-numenti più importanti della città di Barletta.Tra i partecipanti, anche l’assessore all’Istru-zione, Giovani e Sport Patrizia Mele e, alla po-stazione di arrivo, il Sindaco, che ha ricevutoin omaggio la maglietta celebrativa dal Presi-dente del Rotary di Barletta Sabino Montenero.Una "maratonina" non competitiva all’insegnadella conoscenza del territorio, della cultura esoprattutto del VOLONTARIATO: buona volontàe tempo libero da donare per la realizzazionedi un progetto in favore dei Padri Monfortianidi Balaka in Malawi. L’intero ricavato sarà de-voluto all’acquisto di incubatrici per la missionedei Padri Monfortiani di Balaka in Malawi. •

RC Bisceglie

Festa della scuolaGiovanni CassanelliIl Rotary Club di Bisceglie premia ogni anno igiovani diplomati delle scuole superiori chepiù si sono distinti in occasione degli ultimiEsami di Stato, organizzando l’ormai tradizionale“Festa della Scuola”. L’evento, svoltosi que-st’anno il 1° ottobre, ha visto la partecipazionedell'Istruttore Distrettuale Beppe Di Liddo, delGovernatore Nominato Donato Donnoli, delSindaco e del Vicesindaco della Città diBisceglie, e di un folto pubblico costituito datantissimi ragazzi, dalle loro famiglie e dairappresentanti del mondo della scuola e delleassociazioni, oltre che dai soci del Club. Dopola prolusione del Presidente Rotary, MauroPedone, e i saluti dei Presidenti Rotaract e In-teract, Gaetano Lopopolo e Mara Pinto, si èproceduto all’attribuzione della prima borsadi studio, finanziata dal Rotary di Bisceglie, auno studente meritevole di Santa Helena, inBrasile, borsa che è stata consegnata a DonMario Pellegrino, sacerdote biscegliese daanni attivo missionario fidei donum in terrabrasiliana e, per questo suo impegno, insignitodurante la serata della “Paul Harris Fellow”.Le altre borse di studio sono state offertedalle famiglie di Mimì e Ida Di Gregorio,Salvatore Silvestris e Mario Cosmai rispettiva-mente a Rosita Amoruso (Istituto Professionale“Cosmai”), Annamaria Cangelli (Istituto Tecnico“Dell’Olio”) e Angelo Valente (Liceo Scientifico“Leonardo da Vinci”). I ragazzi sono stati pre-sentati dai loro stessi professori e dirigentiscolastici (Dell’Orco e Musci, Maddalena, DeSilvio e Palumbo) e hanno prodotto un videoin cui hanno sinteticamente raccontato lastoria che li ha condotti a questo successo.Oltre a loro, altri 26 ragazzi, tutti diplomatisi

con il massimo dei voti, sono stati premiaticon la consegna di un attestato, del libro "Lamia strada verso il Rotary" di Paul Harris cheè stato possibile ristampare grazie al contributodi Banca Popolare Pugliese e la "Carta deidiritti fondamentali dell'Unione Europea" gen-tilmente messa a disposizione da Teca delMediterraneo, la biblioteca multimediale delConsiglio Regionale della Puglia. Incisivo ilmessaggio conclusivo dell’Assistente del Go-vernatore Gallo, Bruno Logoluso, con il suoinvito ai giovani affinché il loro rapporto con ilRotary non si interrompa con questa serata epossa invece continuare nell’ottica di una ri-chiesta di collaborazione alla crescita darivolgere ai rotariani. •

RC Brindisi

Burraco pro Telethondi Rotaract e InteractCarmelina Cafiero CasamassimaAnche quest’anno i volontari Telethon, coordinatida Carmelina Casamassima, con il supportodei giovani del Rotaract e dell’Interact, hannorealizzato l’ormai tradizionale torneo di Burraco.Iltorneo era stato fissato per l’8 gennaio, maper l’abbondante nevicata è stato rinviato adomenica 22. Nonostante il rinvio, vi è statogrande afflusso di giocatori e sostenitori dellaricerca Telethon: più di cento persone hannopartecipato all’evento presso i saloni dell’hotelOrientale, messi a disposizione, gratuitamente,dalla proprietà dell’albergo, personale compreso.Alla fine del torneo sono stati assegnati aiprimi classificati ricchi premi offerti da varieaziende brindisine che, anche quest’anno,hanno sponsorizzato l’evento. La serata si èconclusa con un raffinato e vario buffet offertodalle sostenitrici della ricerca, che lo hannopersonalmente realizzato. Un grazie a Telethon,che da oltre 25 anni lavora ogni giorno per ar-rivare alla cura delle malattie genetiche rare,consentendo così a molti bambini di potercondurre una vita normale ed ai loro genitoriuna speranza per il futuro. •

RC Brindisi Valesio

Incontro sul femminicidioLivia Antonucci

In occasione della giornata internazionale controla violenza sulla donna, il Club Rotary BrindisiValesio insieme al Club Inner Wheel di Brindisi,ha organizzato una tavola rotonda presso laSala conferenze di Palazzo Granafei Nervegnail 18 novembre scorso. Interessante confrontosul dilagante fenomeno delle uccisioni delledonne ad opera di chi dice di "volergli bene". "Amare e...Togliere la vita" è il titolo dell'eventoche ha visto la partecipazione, oltre che deiPresidenti del Club Inner Wheel, dott.ssa AnnaMaria D'Agnano Piceci e del Presidente delClub Rotary Brindisi Valesio, Ing. FrancescoMicali, anche del Questore di Brindisi, dott. Ro-berto Gentile, del Prof. Antonio Maria La ScalaPresidente Nazionale dell'Associazione Penelopee della dott.ssa Livia Antonucci, già VicePresidente della Commissione Pari opportunitàdella Regione Puglia nonché Presidente incomingdel Club Rotary Brindisi Valesio. Ha moderatol'incontro la giornalista dott.ssa Maria Di Filippo.L'evento ha voluto rappresentare un momentodi riflessione sulla gravissima situazione. RiferisceLivia Antonucci:” Tento di fare un’analisi sulperché di tante uccisioni e voglio farlo sgombrandoil campo dal collegamento diretto tra violenzefisiche e psicologiche, sparizioni, uccisioni e ilconcetto di genere. Mi piace dire che nonaccetto il termine femminicidio, in linea di prin-cipio, perché non considero il genere prioritariorispetto all’essere una persona, una donna,una madre, una figlia, una lavoratrice. Forse gliuomini uccidono, perché non sono ancorapronti, per effetto di una certa mentalità ecultura, a questa nuova società che vede ladonna protagonista ormai in ogni ambito e laperdita di dominio li rende a volte malvagi.Dico questo perché quando si tratta questotema, le istituzioni, l’opinione pubblica, la societàin generale, tende a considerare la donnacome un essere debole da difendere. Tant’èche nei casi di violenza denunciata, è la donnacon i propri figli che viene ospitata nei centriantiviolenza, dove viene nascosta perché fuoric’è un bruto che la minaccia magari di morte.Allora cerchiamo di ribaltare le cose, perché amio avviso la debolezza sta esattamente dall’altraparte. Il Rotary può contribuire fattivamentenel recupero di valori etico-morali per colmareil vuoto sociale che affligge le nostre comunità.Questi fenomeni sono frutto di disagio socialee di desertificazione di virtù, abbinata allaperdita di riferimenti etici, morali e religiosi.” •

RC Ceglie MessapicaTerra dei MessapiInterclub

Visita ai Rotariani calabresiFrancesco CaroneÈ stato un weekend di alto profilo culturale edi profondo valore umano e spirituale quellotrascorso in Sila il 3-4 e 5 febbraio u.s.,voluto dai R.C. di Ceglie Messapica e LecceSud, al quale hanno aderito soci dei R.C. diFasano, Lecce, Martina F. e Potenza. All’arrivoa Rende (Hotel Europa) la serata è trascorsain un clima di convivialità e di gioia per l’acco-glienza riservata dalle autorità rotariane delClub Cosenza Nord e Telesio con i quali èstata effettuata una passeggiata by night nelcuore della città. La mattina di sabato ilgruppo ha visitato la Basilica di San Giovanniin Fiore ed ha partecipato ad un seminario distudi sul pensiero di Gioacchino da Fiore,tenuto dal Presidente del Centro Studi Gioa-chimiti Prof. Riccardo Succurro, che ha con-sentito di scoprire la straordinaria figura diquest’Abate teologo, fondatore dell’ordine deiFlorensi e figura di spicco del monachesimoapologeta del XII secolo. Successivamente havisitato il laboratorio-scuola di arte tessile “Ca-ruso”, dove vengono prodotti tappeti ed arazzisecondo antiche tecniche di tessitura orientale.Nel pomeriggio, durante la sosta a Camigliatello,il gruppo ha visitato il Museo Naturalistico delCupone sulle rive del Lago Cecìta nel ParcoNazionale della Sila, dove ha osservato repertidella fauna e della flora del luogo. Particolar-mente bella è stata la conviviale della serataa Rende alla quale hanno partecipato amicirotariani dei Club Cosenza Telesio, RoglianoValle del Savuto e rappresentanti di associazioniculturali del luogo come “Ars Enotria” e “P.Rossi”, l’Ordine Congregazione Templari “Jac-ques de Molay” e l’Associazione Musicale“Cantica”. Il Sindaco di Cosenza, assente perimpegni istituzionali, ha fatto pervenire unmessaggio di benvenuto. La serata si è svoltain un clima di festosa accoglienza ed ospitalità,durante la quale è stato effettuato lo scambiodei gagliardetti come pegno di amicizia tra iclub e si è conclusa con un piacevole momentomusicale. Domenica, il gruppo si è recatoa Paola per visitare i luoghi di San Francescoed ha potuto respirare, attraverso la guida diuna giovane ricca di profonda spiritualità, l’at-

46

VOCE

DEIC

LUB

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

47

VOCE

DEIC

LUB

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

mosfera mistica e di preghiera dei luoghidove il Santo ha vissuto diversi anni della suavita in spirito di umiltà, di carità e di amoreper il prossimo. Il ritorno a casa è stato pertutti carico di ricordi che hanno reso unico especiale questo viaggio all’insegna della sanaamicizia rotariana. Nel ringraziare la Presidentedel Club Ceglie Messapica Franca Brescia e ilPast President del Club Lecce sud FrancescoOcchinegro, per aver organizzato, con la col-laborazione di chi scrive, questo weekend in-dimenticabile, ci siamo augurati di ripeterel’esperienza per continuare a scoprire insiemei tesori della nostra terra. •

RC FoggiaUmberto Giordano

Visita del GovernatoreRosario PalumboIl 14 dicembre u.s. il nostro Club ha ricevutola “istituzionale” visita del Governatore LucaGallo. Invero il termine “istituzionale”, chesuggerisce qualcosa di molto protocollare,appare poco consono, atteso il clima dicordiale cameratismo che Luca ha immedia-tamente instaurato, approcciando l’incontrocon la semplicità e la schiettezza che gli sonopropri, senza per questo trascurare la trattazionedi temi e spunti squisitamente rotariani. Nelpomeriggio, come da prassi, ha incontrato ilPresidente e, successivamente, il Direttivo edi Presidenti di Commissione, impostando unapiacevole quanto provvida conversazione, du-rante la quale ha preso conoscenza dei pro-grammi e progetti, già attuati ed in itinere, di-spensandoci preziosi consigli ed utili suggeri-menti. Ma ciò che ha reso più fruttuoso, oltreche gradevole, l’incontro, è stato il gratificanteriscontro di una identità di vedute e condivisionedi principi, che ci ha riempiti di legittimoorgoglio ed ha spronato tutti noi ad un sempremaggiore impegno nel perseguire i nostriobiettivi. In serata, poi, in apertura della con-viviale, il nostro Presidente Antonio Stango,nel ricordare la recente dolorosissima perditadell’ Amico Beppe Centra – immediato Past-President - ha comunicato la decisione unanimedi tutti i soci di intestare allo Stesso la SalaParto della struttura “Punto Nascita”, in corsodi realizzazione da parte del nostro Club a Bi-gene in Guinea Bissau. È seguita la presenta-zione di cinque nuovi Soci nella persone diAnnamaria Lombardi, Renata Montini, AlessiaViti, Antongiulio Del Bianco ed UmbertoVincenzi. Quindi il Governatore ha tenuto lasua allocuzione, donando ai nuovi Soci ed anoi tutti dettami di concreta formazionerotariana e spendendo parole di vivo apprez-zamento per l’operato del nostro Club e per ilclima di vera amicizia e totale partecipazionecon il quale dispieghiamo il nostro servizio.

Grazie di cuore Luca, a Te ed alla gentilesignora Dina che, con la sua presenza visibilee discreta al tempo stesso, ha conquistato lasimpatia di noi tutti. Vi aspettiamo, se e quandovorrete onorarci ancora con la Vostrapresenza, nella consapevolezza che, d’orainnanzi, casa “Giordano” è anche casa vostra.•

RC Galatina Magliee Terre d’Otranto

Riunione al caminettoFrancesco FinoLa serata, dedicata al vino Primitivo, ha avutocome relatori il viticoltore Gianfranco Fino,titolare dell'azienda che produce il famosovino Primitivo di Manduria "Es" e sua moglie,Simona Natale, che si occupa della promozionee della commercializzazione del vino. Dopo isaluti di rito e la presentazione dei due relatorida parte del presidente del Club, Simona hadescritto l'attività dell'azienda e i riconoscimentisinora ottenuti, mentre Gianfranco ha illustratola provenienza dalmata del vitigno originale,che ha assunto in Puglia il nome di Primitivoe in California quello di Zinfandel. Gianfrancoha anche raccontato che la sua passione perla viticoltura e l'enologia si è sviluppata sindall'adolescenza, quando frequentava il pre-stigioso Istituto tecnico agrario di Locorotondo.Con il diploma di perito agrario specializzatoin viticoltura e olivocultura, Gianfranco si èoccupato inizialmente della produzione di oliiextravergine di oliva pregiati. Successivamente,a partire dal 2004, su consiglio di LuigiVeronelli, suo amico e maestro, ha incominciatoa produrre il vino Primitivo di Manduria da unvecchio vigneto ad alberello di soli due ettaripresto portati a ventuno. Con il suo lavoro,Gianfranco ha ottenuto i più importanti rico-noscimenti nazionali, portando in Puglia nel2010 il titolo di viticoltore dell’anno del Gamberorosso, premio che nel centro – sud Italia nonera mai arrivato prima. La filosofia alla basedel suo lavoro è chiara e apparentemente

molto semplice: una cura maniacale dellavigna, rese bassissime, pochi interventi incantina unicamente mirati a valorizzare la na-turale pulizia espressiva del Primitivo. Un’al-chimia perfetta che ha portato ad un successocosì immediato e così importante da far guar-dare con occhi nuovi non solo alla zona diManduria ma a tutta la viticoltura pugliese.Nel 2016, infatti, il vino Primitivo Es, annata2013, è stato consacrato per la quarta volta ilmiglior vino rosso d'Italia. A sancirlo, laclassifica stilata dal magazine Gentleman,che ogni anno incrocia le guide di Gamberorosso, l’Espresso, Veronelli, Bibenda, Vitae,Daniele Cernilli e Luca Maroni, trasformandoi simboli in voti centesimali e dando un nome,un volto ma soprattutto una territorialità alprimo in classifica. •

RC Lucera

Festa degli auguriMaria Massaro BambacignoIl Presidente del Rotary Club di Lucera, Dott.Ernesto De Martinis, Venerdi 16 dicembre2016, ha avuto l’onore di invitare numerosiospiti, soci e gentili consorti al Galà Dinner diBeneficenza in occasione dello scambio degliauguri natalizi. In abito da sera, in una delledimore gentilizie, tra le più prestigiose, PalazzoPetrilli – Carella, allietati da musica dal vivo,tutti gli invitati hanno vissuto l’immenso piaceredi “cenare … con le stelle”. Guest star dellaserata il menù, pensato e realizzato dalloChef Claudio Sadler, 2 stelle Michelin. Lasciatosialle spalle il viaggio da Milano, l’illustre Chefè stato generosamente a disposizione delClub a partire dalla mattinata, quando hapresieduto un meeting con l’Associazionecuochi Gargano e Capitanata, uno showcookingcon gli studenti dell’Istituto Alberghiero IPSSAR– Bonghi, in collaborazione con uno Chef del-l’Azienda Gam. Il tutto a dimostrazione chenon si ottengono per caso le due stelleMichelin. Chef moderno, che usa tecniche in-novative, spuma di nero di seppia e vitellocotto a basse temperature per 12 ore, maprodotti della tradizione, verdure, carni elatticini; figura carismatica, ma semplice;uomo dei nostri tempi, ma con i valori solidiinculcati dalla famiglia d’origine. Un fineparlatore che ha messo a disposizione deiconvitati la sua passione, nel descrivere i suoicapolavori gastronomici e nel soddisfare le

48

VOCE

DEIC

LUB

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

acuriosità di chi voleva saperne di più. L’eventostellare si è poi arricchito con l’ingresso di unnuovo socio. Il Geometra Giovanni Pepe, pre-sentato dal Presidente De Martinis, ha rispostocon generosità all’invito ad onorare la ruotadentata ed ad implementare la famigliarotariana lucerina. •

RC Manfredonia

PHF alla memoriaGiovanni Spagnuolo

Durante l’annuale tombolatanatalizia di beneficenza, nelsalone delle feste del RegioHotel Manfredi, sede del so-dalizio, la sera del 5 gennaioscorso, il R.C. di Manfredoniaha conferito la “Paul HarrisFellow alla memoria” di MatteoTricarico, il giovane globetrottersipontino, che in bicicletta hagirato il mondo per informaree sensibilizzare l’opinione pub-blica sulle condizioni dei bam-

bini disabili, mutilati e invalidi per le mine diguerra. Matteo Tricarico, che era nato nel 1969,è venuto a mancare per un male incurabile, aBangkok, a soli 46 anni. Maturità scientifica,Laurea in Scienze Politiche - indirizzo Organiz-zazioni Internazionali, con corsi presso le Uni-versità degli studi di Siena, Leeds, Westministere Lille; Premio Erasmus come migliore studentescambista italiano. Stage di formazione aBruxelles e Oxford. Sembrava avviato a unabrillante carriera, ma nel 2000 lascia la burocraziae si trasferisce in Egitto, poi in Vietnam,Cambogia, Laos; copre migliaia di chilometri,attraversa villaggi, incontra bambini mutilatidalle mine di guerra, insegna come volontarioin scuole rurali del Bangladesh e del Nepal.Fonda la “Travel for Aid – World Tour by Bicyclefor Disabled Children”. Nel 2014 torna a Man-fredonia per una breve vacanza: dal 2009 hapedalato per 1960 giorni, percorrendo 70 milachilometri con la sua due ruote, attraversando36 Nazioni e tre continenti, per divulgare e in-formare l’opinione pubblica mondiale sulle con-dizioni di disagio dell’infanzia e dei minori di-versabili nei paesi asiatici e del terzo mondo. Alui il Comune di Manfredonia ha intitolato il“Centro polivalente per minori e per disabili”costruito di recente. Il Rotary Club di Manfredonia,ha detto il Presidente del club avv. MarioFrattarolo, consegnando ai genitori di Matteo,presenti alla cerimonia, l’attestato e il distintivo,ritrova nelle doti e nella azione del dott. MatteoTricarico tutti gli ideali e gli scopi del Rotary In-ternational, il servizio al di sopra di ogni interessepersonale, la conformazione della pratica delleprofessioni ai principi della più alta rettitudine,la propagazione della comprensione, la buonavolontà e la pace tra le Nazioni. •

RC Martina Franca

Around jazzLaura BaccaroLa convivenza delle culture afro-americane inambito musicale, nelle Americhe tra il XV e ilXIX secolo, è stato il tema della brillanterelazione tenuta lo scorso 26 novembre daTeresa Satalino, pianista, direttore d'orchestra,compositrice e arrangiatrice, docente di Storiadelle musiche afroamericane e di Musicad’insieme presso il Conservatorio di Monopoli,ospite del Rotary Club di Martina Franca.L’uditorio è stato condotto in un viaggio idealeche, partendo dalla diaspora degli africani,migrati come schiavi nelle Americhe, ha rac-contato la loro convivenza con i nativi e gli eu-ropei a loro volta sbarcati nel nuovo continente,una convivenza che, oltre a provocare ricadutesocio culturali importanti, ha dato origine afenomeni di sintesi in ambito musicale traloro diversi, a seconda delle etnie presenti neivari territori delle Americhe. Una miscellaneadi culture che ha creato quella che oggi èchiamata musica afroamericana. Passandoda Cuba a Rio de Janeiro e di seguito prose-guendo per New Orleans si è parlato di jazz,gospel, rhitm&blues, sino ad arrivare allapopular music, in un percorso che ha coltonon solo le affinità tra i vari stili musicali maanche il ruolo e l’importanza della musicanella vita sociale delle culture multietnicheallora esistenti. L’affascinante racconto è statoarricchito anche dall’ascolto di alcune regi-strazioni appartenenti al repertorio musicaledell’epoca, esplorato con dovizia di particolaried aneddoti originali. L’incontro rappresentail primo di una serie di appuntamenti che ilRotary dedicherà nei prossimi mesi alla musicae ai suoi molteplici linguaggi. •

RC Matera

La cultura è impresa perlo sviluppo del territorioRaffaele BraiaRotary Club Matera in partnership con Confin-dustria Basilicata e Bi3 Associa Onlus ha orga-nizzato il Convegno “La cultura è impresa per lo

sviluppo del territorio”. Tra i presenti il Prefetto diMatera S.E. Antonella Bellomo, Il PresidenteCCIAA di Matera, Angelo Tortorelli, il PDGDomenico Lamastra, il Prefetto DistrettualeCarmela Cipriani, il Presidente RC AcquavivaGioia del Colle Marcello Gisotti, il Presidente RCAltamura Gravina Giacomo Percoco e il PresidenteRC Policoro, Rossella Coriglione.Antonio Braia ha dato il via al Convegno condivi-dendo l’importanza di creare un valore intornoalle cose che apparentemente non ne hanno.Molte volte si pensa alla Cultura come un fattoastratto, slegato dalle dinamiche economiche fi-nanziarie, gestito da associazioni e movimenti.Bisognerà invertire il paradigma iniziando apensare a quelle che operano nel settore comea imprese che generano reddito e occupazionecosì da affrontare le sfide del futuro. Ha sottolineatocome sia necessario che le aziende si riconoscanosempre più in modo da incidere in maniera si-gnificativa sullo sviluppo del territorio. Il PDGMario ha relazionato sul tema “L’industria culturaleper la crescita economica di una società incrisi”.Gaetano Scamarcio, ordinario di Fisica sperimentaleUniversità di Bari ha focalizzato l’attenzione sulleattuali sfide alle frontiere della fotonica e dellenanotecnologie, mentre Pasquale Lorusso, pre-sidente di Confindustria Basilicata e SalvatoreDe Biasio (Socio del Club Caserta Terra di LavoroR.I. Distretto 2100), vice presidente ConfindustriaBasilicata e presidente Cluster Lucano dell’Aero-spazio Clas, hanno trasmesso alla platea la loroesperienza sul rapporto proficuo che deve in-staurarsi tra il mondo dell’Impresa e quello dellaCultura. Il Prorettore Vicario Università degli Studidella Basilicata, Michele Perniola che ha relazionatosul rapporto tra “Università e Impresa”. ProfVitelli, che ha sostituito il Magnifico RettoreUricchio, ha interagito con la platea sui temi delconvegno. “Impresa e Formazione: indirizzi etrend per la crescita di aziende e persone” èstato invece il tema scelto da Piero Villa, SeniorConsultant Bi3 Srl Scuola di Management. Ilavori sono stati conclusi da Luca Gallo, Governatoredel Rotary International Distretto 2120 Puglia-Basilicata che ha ripreso e sintetizzato i temi delconvegno con grande efficacia. •

RC PotenzaTorre Guevara

Regalare un sorrisoAntonio MarcheseMario PennacchioI rotariani sono sempre pronti ad accettare

49

VOCE

DEIC

LUB

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

nuove sfide progettuali con lo scopo di aiutarele fasce più deboli della società sia in ambitolocale che globale.E il C R Potenza Torre Guevara non si sottraeal compito, ospitando in un caminetto Sy-skrack, una start-up tra le più attive in Italia,una vera fucina di idee, un laboratorio acielo aperto che sperimenta tutte le potenzialitàdella stampa 3D.Cosa sia la stampa 3D è presto detto, unastraordinaria capacità di produrre “locale” o“globale”, un opzione che comprime tresecoli di rivoluzione industriale in un singoloclick di mouse. Un’opportunità che non èsfuggita al presidente Luca Onofrio Scappaturache in un caminetto appositamente dedicatoha discusso con gli ospiti l’obiettivo di pro-gettare e creare arti artificiali con cui “regalareun sorriso” a bambini meno fortunati affettida patologie di natura congenita e post-traumatiche.Grazie alla rete Enabling the future, che èun hub informativo creato per condividere leinformazioni su come costruire in 3D unamano, un braccio o un dispositivo per sop-perire a deficienze fisiche altrimenti invalidanti.Durante la serata il presidente Scappaturaha sottoposto alla comune riflessione la stra-ordinaria scoperta avvenuta negli ultimi diecianni: nuovi modi per creare, inventare e la-vorare insieme sul web. Nel prossimo futurociò che abbiamo imparato verrà applicato almondo reale.La rivoluzione digitale non è più limitata aglischermi; ora la produzione di oggetti è di-ventata digitale. I beni materiali prendonovita come disegni su uno schermo e questidisegni possono essere condivisi online sottoforma di file.Se finora tutto ciò avveniva negli opifici enegli studi di progettazione, d’ora in poi, adeterminate condizioni, la trasformazione diuna materia prima in un prodotto finito potràavvenire in piccoli laboratori o, addiritturanella propria abitazione.Chiunque abbia un’invenzione o un buonprogetto può inviare il suo file ad uno storeche produce l’oggetto, in piccoli lotti o ingrandi quantità, oppure realizzarlo lui stessocon alcuni strumenti digitali di fabbricazione,come le stampanti 3D. Qui irrompe la novità,un’idea che è molto coraggiosa, la collabo-razione tra un club service e una start-upper un impegno prolungato nel tempo.Un impegno meglio spiegato dal presidenteLuca Onofrio Scappatura: "Siamo certi chequesto progetto possa essere solo il primopasso di una collaborazione fattiva tra duerealtà molto diverse ma accomunate dall'in-teresse progettuale per i meno fortunati. IlRotary Club Potenza Torre Guevara e Syskrack,eccellenze che operano all'interno del nostroterritorio, devono rappresentare, unendo leproprie forze, un esempio per tutti: Helpinghumans to carry our world on each of ourshoulders (Aiutare gli uomini a portare sullespalle il nostro mondo) come citato sul blogdel compianto Giuseppe Porsia da Grassanoa cui Syskrack costantemente si ispira". •

RC Putignano

Le mille e una notte...per interventi umanitariPietro GonnellaLa favola de “Le mille ed una notte”, in cui ilre Shahriyar, sultano della Persia e dell’Indiasposa Shahrazad che, per non essere uccisadopo la prima notte di nozze, gli raccontauna storia, rimandando il finale al giornodopo, per mille ed una notte e la sua ambien-tazione sono state ricreate dall’arch. NicolaGenco per il RotaryClub di Putignano sabatoscorso 25 febbraio, che ha messo in scenaun “favoloso” veglione di carnevale, ispirato a“Alf layla wa layla”, “Le mille ed una notte”.Ovviamente i partecipanti, venuti da ognidove, da Bagdad, dal Cairo, dal Catai, da Cal-cutta…, erano quasi tutti in maschera, a co-minciare dal presidente Vito Fanelli che haimpersonato re Shahriyar e dalla moglie Marta,travestita da Shahrazad. Gli altri soci nonhanno fatto mancare Aladino con la sua lam-pada meravigliosa; Ali Baba con quasi quarantaladroni; Sindbad il marinaio; Alà ed-Din, figliodi Shams; Dalila la volpe ed Alì il cairino; AbuQir ed Abu Sir; Khalifa, il pescatore di Bagdad;tanti principi arabi tra cui Al-Aziz e sua moglieMona; un principe indiano con un “jama” daMaharaja e la moglie con un “sari”da Maharani;Jinn, il genio della lampada; e tanti altri per-sonaggi con tappeti volanti, scimitarre, spadini.L’atmosfera esotica è stata assicurata dallamusica orientale della Royal Band, nella qualemolte signore hanno fatto sfoggio di bellissimivestiti, quasi tutti con viso coperto ma con ga-leotte trasparenze sexy. Nel centro della seratasi sono esibite le danzatrici del ventre “Iside”,che hanno dato ancora più il senso di esseretutti nel mondo favoloso del medio-oriente.Tale veglione del Rotary Club di Putignano,oltre che inserirsi nella più valida ed attualeatmosfera di carnevale che regna nella cittàin questo periodo, è stato animato da unnobile fine umanitario: tutte le donazioni deisoci e degli ospiti da essi portati al gran balloe provenienti davvero da ogni dove d’Italia,compreso il governatore Luca Gallo ed il pastMario Greco, sono state destinate al progettointernazionale “End Polio Now” per la eradi-cazione totale della polio nel mondo, essendorimasti ormai solo alcuni focolai nel Pakistane nell’Afghanistan. Altre donazioni raccoltenella serata sono state destinate dal presidenteFanelli ad “Emergency”, perché sia tutelato ildiritto di tutti, specialmente dei bambini, al-l’accesso alle cure e soprattutto anche allaassistenza medico-chirurgica dei tanti bambiniferiti dalle schegge dei razzi ad Erbil, a Mosul,ad Aleppo ed alla costruzione di un Centro dieccellenza in chirurgia pediatrica che si staportando avanti ad Entebbe, in Uganda. •

RC Rutiglianoe Terre dell’Uva

Le pillole per il benessere:le intolleranze alimentariBeppe PalminoSi è svolto venerdì 10 febbraio, il primo deicinque seminari mensili promossi gratuitamentedalla farmacia “Le Ginestre” di Rutigliano,con la collaborazione del RC Rutigliano eTerre dell'Uva, del Comune di Rutigliano edello Studio di Psicologia di Masi.Dopo il breve saluto delle farmaciste MagdaSgambati e Alessandra Stanzione, il temasulla consapevolezza delle intolleranze alimentariè stato egregiamente introdotto dalla dott.ssaNicoletta di Masi, che si è soffermata sull'aspettopsicologico ed in particolare, sulla visionemultidimensionale dell'individuo. Un circuitoche si influenza continuamente partendo dalleemozioni che attivano uno stato organico.Nelle intolleranze alimentari, a volte, si appalesauna negazione. Tale negazione è generatadal pensiero che si traduce in un comporta-mento. Ci si sente bene dal punto di vistacomportamentale ma dal punto di vista emotivoci si trova a patire sintomi di sofferenza. Cosìci si rende conto di essere vulnerabili e siprende atto di essere ammalati.La dott.ssa Valentina Andrulli Bucchieri, nutri-zionista, ha affrontato il tema della celiachia.Malattia autoimmunitaria che si differenziadalle altre perchè conosce il suo nemico: ilglutine. Una proteina che viene digerita daibatteri ed innesta nell'intestino un processoinfiammatorio non appena viene in contattocon l'acqua. Le cause possono essere ricon-ducibili a fattori genetici, quindi, una predi-sposizione alla malattia, oppure a fattori am-bientali, essendo il glutine un componentetecnico-agroalimentare, pertanto, contenutocome addensante nell'industria alimentare.Diversi i tipi di celiachia, per i quali vi è

50

VOCE

DEIC

LUB

RO

TA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

aun'unica cura: il regime alimentare. Uno stiledi vita sano ed un buon esercizio fisico,abbinati ad un'attenta alimentazione con ri-duzione delle contaminazioni, può La celiachiapuò essere anche latente e soltanto gli esamidel sangue possono diagnosticarla. La biopsiadel tessuto intestinale, invece, è necessariaper stabilitre il grado d'intensità della malattia.Il tema della serata ha suscitato nei presentiforte interesse e curiosità, cui è seguito unampio confronto tra i partecipanti, alcuni deiquali affetti da celiachia.La chiacchierata si è conclusa con la degu-stazione di pasticceria dolce e salata, rigoro-samente senza glutine, prodotta ed offertada “La Gouterie” di Bari. •

RC TarantoMagna Grecia

Il tema referendarioAntonio Biella“Il referendum costituzionale: le ragioni delSI’ e le ragioni del NO”: è stato questo unodegli incontri clou dell’anno rotariano in corsodel R.C. Taranto Magna Grecia presieduto daMaria Teresa Basile. Un vero e proprio eventonon solo per la partecipazione di tante personeestranee al Rotary che a noi si sono avvicinateper l’occasione; e non solo per la presenza dinomi di spicco come il moderatore Enzo Ma-gistà, direttore di Telenorba (rotariano), delsen. Nicola Latorre del Pd e dell’avv. LuigiAvenia, ex rotaractiano di Bari (in sostituzionedel sen. Gaetano Quaglieriello, rimasto aRoma). Il vero evento è stata l’irruzione delRotary – attraverso l’azione del nostro Club –nel campo minato della politica. Un’irruzionecorretta, s’intende, secondo lo stile rotariano,con pari opportunità per entrambe le parti incausa. Ma un segnale forte per far capire allasocietà, una buona volta, che il Rotary non èquel circolo chiuso di cui si favoleggia, ma unorganismo vivo e vitale che è incarnato nellacittà così come i propri soci vivono, operanoe si fanno stimare nel luogo d’appartenenza.Quindi, la politica ci interessa: ci interessanoi cambiamenti e ci preoccupiamo di esseresempre meglio informati al di là dell’azionenon esaustiva dei mass media. Lo ha sottoli-neato bene la presidente nell’introduzione:“Rispondiamo al dovere dell’informazione per-ché una scelta è possibile solo con la parteci-pazione e una partecipazione informata”. Pro-fessionale come sempre la moderazione deldibattito di Enzo Magistà che ha sottolineatocome ancora una volta l’Italia sia divisa indue; e come questa scelta si riverbererà neidecenni futuri. Appassionati e corretti al tempostesso gli interventi dei due relatori, il sen.Latorre e l’avv. Avenia, che hanno contribuito

ognuno con la propria visione a chiarire tantipunti della complessa riforma costituzionaleoggetto del referendum del 4 dicembre.primoin classifica. •

RC VenosaInterclub

Gemellaggio RCSant’Angelo dei Lombardi,Hirpinia Goleto,Avellino Est Centenario,Melfi, Venosa, Canosa,Cerignola, Valle dell’Ofanto,Margherita di Savoia,San Ferdinando,Trinitapoli, BarlettaCarmen D’AntonioIl giorno 3-dicembre 2016 nella sala delTrono del Castello di Venosa ospiti del localeRotary Club, e della sua Presidente CarmenD’Antonio, si sono riuniti i Presidenti, o lororappresentanti, dei Rotary Club della Valledell’Ofanto dei Distretti 2100 e 2120, AlbinoVoglino per il RC Sant’Angelo dei LombardiHirpinia Goleto; Pasquale Morella per il RCAvellino Est Centenario; Antonio Biscegliaper il RC Melfi; Carmen D’Antonio per il RCVenosa; Francesco Lagrasta per il RC Canosa;Casimiro Dileo per il RC Cerignola; SabinoMontenero per il RC Barletta; AntonellaCusmai per il RC Valle dell’Ofanto; AntonioRiezzo per il RC Andria Castelli Svevi, qualeClub Promotore, e il Coordinatore Luigi LaRovere, per sottoscrivere l’atto di “Gemellaggio”con la ratifica dei Governatori Luca Gallo peril Distretto 2120 e Rosaria Bruno, nelle vecidi Gaetano de Donato, Governatore del Di-stretto 2100. Lo Scopo del Gemellaggio èquello di coordinarsi per realizzare nel territoriodell’intera Valle dell’Ofanto attività di servizio

in linea con le vie di azione del Rotary Inter-national di seguito elencate. Azioni di PubblicoInteresse: L’Ofanto attualmente necessita diinterventi volti a tutelarlo dal punto di vistaambientale, idrogeologico e sismico, perciòsollecitare le Pubbliche Amministrazioni af-finché si adoperino per la salvaguardia delbene comune acqua; Azioni professionali eper i giovani: promuovere la rivalutazione diantiche professionalità necessarie per tra-mandare usi, costumi e tradizioni che sonoalle radici della nostra cultura; premiaregiovani talenti con borse di studio; Azioni in-terne: promuovere maggiore coesione all’in-terno dei club impegnati in service dedicatial territorio; migliore conoscenza reciprocae occasione di rapporti più stretti di amicizia.I Club gemellati sceglieranno ogni anno unservice da realizzare nel territorio della Valledell’Ofanto e organizzeranno periodicamenteun incontro-evento, il prossimo si terrà amaggio presso il RC Valle dell’Ofanto a Mar-gherita di Savoia.Il Governatore del Distretto 2120 Luca Gallocon il Presidente della Commissione Gemel-laggi Francesco Albenzio e l’Assistente delGovernatore Rosaria Bruno per il Distretto2100, hanno sottolineato l’unicità dell’eventofortemente voluto dal Rotary Club AndriaCastelli Svevi, promotore del Gemellaggio. IlSindaco di Venosa Dr. Tommaso Gammone,nel suo intervento di saluto, ha sottolineatol’importanza dell’evento poiché nove RotaryClub di tre Regioni, con gli scopi che si pre-figgono, saranno di sicuro ausilio allo svolgi-mento delle attività istituzionali e supportodi grande levatura per le Comunità locali. •

51

LASE

GRE

TERI

AIN

FORM

AR

OTA

RY

2120

·M

AR

ZO-A

PR

ILE

2017

Dist

retto

2120

-Pu

glia

Basi

licat

a

Una pubblicazionedi Alfonso ForteNei prossimo mese di Aprile vedrà la luce un libro, per i 'tipi' dell'EditoreAdda, in cui il rotariano Alfonso Forte presenta un'ampia serie di mini-racconti, in parte rielaborazioni dei suoi 'Editoriali' apparsi, in tanti anni,sulla Rivista del Distretto 2120, e in parte quali nuove creazioni..La presentazione ufficiale del libro sarà effettuata l'11 aprile prossimo,nel corso di apposita riunione interclub organizzata dal RC Bari, presentiAutorità rotariane.Il libro è stato finanziato dall'Autore e sarà distribuito, quella sera, agliamici presenti. La somma che sarà raccolta in quella occasione e poidai rotariani del Distretto, che richiederanno la pubblicazione, sarà de-voluta 'in toto' ad un noto Istituto di solidarietà operante in Bari, a fa-vore di senza tetto, senza lavoro, indigenti e ammalati.I Presidenti dei Club Rotary, che riceveranno richieste del libro da partedei propri Soci, sono invitati a contattare la Segreteria del RC Bari, cheindicherà loro le relative modalità.(Tel. 080 524 22 74 - E-mail: [email protected])

ComunicazioneSi informano gli amici rotariani che l'edizione della Rivista distrettuale'Maggio/Giugno 2017' uscirà con un lieve ritardo sulla norma, dovendoessa contenere sia il resoconto dell'Assemblea (26/28 maggio 2017)che quello del Congresso (23/25 Giugno 2017).

I prossimi eventidistrettualiRYLA Valenzano - 18/22 Aprile 2017Forum Il Rotary per l'imprenditoria meridionale 13 Maggio 2017XXIII Assemblea distrettuale Bari 26/28 Maggio 2017XXII Congresso distrettuale Barletta 23/25 Giugno 2017

La Segreteria del Distretto 2120ha sede in BARI

alla Via Piccinni, 33Telefono e fax: 080.523 46 20

E-mail: [email protected] web: www.rotary2120.org

ORARIDal lunedì al giovedì9.00 - 19.00

Venerdì9.00 - 17.00

Margherita PuglieseSegretario DistrettualeTel. 080 89 10 590Cell. 349 60 98 678E-mail: [email protected]

I RESPONSABILI DI SEGRETERIA

Erika BresciaAddetta alla SegreteriaCell. 327 99 03 227

Luciana LopopoloAddetta alla SegreteriaCell. 348 29 97 229