La teoria della mente sociale di Mead come supporto per una filosofia delle lingue

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La teoria della mente sociale di Mead come supporto per una filosofia delle lingue Emanuele Fadda Mente, linguaggio, società - La lezione di G. H. Mead a 150 anni dalla sua nascita - 6/5/2013 Università della Calabria 1

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La teoria della mente sociale di Mead come

supporto per una filosofia delle

lingueEmanuele Fadda

Mente, linguaggio, società - La lezione di G. H. Mead a

150 anni dalla sua nascita - 6/5/2013 Università della

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scaletta• Due dimensioni della “psicologia del linguaggio”

• Significato, mondo, linguE• La gestualità vocale e il primato dell’orecchio

• Ritorno al significato: i perché del binomio Mead-Saussure

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Sull’oggetto della filosofia del linguaggio

– Lingua(ggio) vs. mondo– Lingua(ggio) vs. cognitività non linguistica

– Filogenesi vs. ontogenesi del lingua(ggio)– Lingua(ggio) e altri segni– Lingua(ggio), istituzioni, realtà sociale– Lingua(ggio) naturale vs. linguaggi formali – Lingua(ggio) e corporeità (p. es. vocalità ecc.)

– ecc.Tutti questi problemi, per essere affrontati,

richiedono la presa in conto del NODO LINGUAGGIO-LINGUE (che per questo sono dette

storico-naturali)Mente, linguaggio, società - La lezione di G. H. Mead a

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Due dimensioni della ‘psicologia della

lingua’• PL1: esercizio cognitivo (e comunicativo) della lingua da parte dell’individuo

• PL2: ruolo della lingua come istituzione, correlato di una comunità, capace di (im)porsi rispetto agli individui

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PL1 e PL2 in alcuni autori• Saussure: PL1 e PL2 sono viste alternativamente come due facce della stessa medaglia o come distinte

• Wittgenstein: si occupa solo degli aspetti di PL1 che hanno a che fare con PL2

• Searle: doppio strabismo (affronta la PL1 dal punto di vista collettivo – filogenetico – e la PL2 da quello individuale – intenzionalità)

• Chomsky: è il campione della PL1, che riduce però al solo aspetto cognitivo

• Mead: è fondamentale per la PL2 (e forse può fornire qualche indizio per la PL1)

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4 (+ 2) concezioni di ‘significato’

• ANALITICA: verità + riferimento + composizionalità & constestualità

• CHOMSKIANA: cognizioni innate + sintassi• SAUSSURIANA: valore sistemico intralinguistico– GREIMASIANA: assiologia elem. [+ narrativizzabilità]

• PRAGMATISTA: capacità di influenzare il comportamento futuro– COMPORTAMENTISTA: determinazione del comportamento futuro

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IntermezzoSul comportamentismo di Mead

• Il comportamentismo è un esito possibile (non necessario) del pragmatismo, derivato dalla (giusta!) esigenza di dare concretezza a un principio fondamentale

• Una teoria comportament* funzionerà se integra due fattori:– Nozione di MENTE– Ruolo del SIMBOLICO

• Es. Mead (e, in qualche modo, Bourdieu)Mente, linguaggio, società - La lezione di G. H. Mead a

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SIGNIFICATO e DIVERSITA’ delle LINGUE

• La nozione saussuriana, intralinguistica, “cattura” perfettamente la diversità linguistica, ma per fare questo lascia programmaticamente fuori la relazione lingua-mondo (o – un po’ come il Wittgenstein delle Ricerche e Greimas – pone un mondo già linguisticizzato)

• C’è un altro modo di tenere insieme la relazione lingua-mondo, e lasciare spazio (pur senza assumerla radicalmente) per la diversità delle lingue?

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GESTUALITA’ VOCALE• Rispetto alla gestualità non vocale, la GV permette feedback, e dunque (auto-controllo) e interiorizzazione

• La gestualità vocale RICHIEDE dunque che la diversità delle pratiche comunicative si organizzi rispetto alla specifica socialità che di volta in volta si instaura (GAME)

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IntermezzoSull’ineluttabilità filogenetica

della vocalità linguistica• La gestualità vocale come genesi dell’auto-controllo permette di motivare l’intuizione saussuriana sulla non-indifferenza filogenetica del meccanismo fonico-acustico

• D’altra parte, il legame filogenetico tracciato con la gestualità non vocale permette di pensare l’indifferenza ontogenetica (e le superiorità puntuali delle LS sulle LV)

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…è solo questione di voce?• La prospettiva di Mead giustifica (e anzi richiede) il plurilinguismo almeno dal punto di vista fonologico: la voce è il solo veicolo filogeneticamente appropriato del sé

• Essa non è però una semplice riedizione di Ar., De int., 16a: la natura di ta en tē phonē non è per GHM l’unico fattore, che si innesti su pathèmata tēs psykēs uguali per tutti

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Ancora sul significato: Mead vs. Peirce

Assumiamo:PEIRCEMEADabito atteggiamentosignificato universale

•La nozione di universale intrattiene legami con quelle di ‘altro generalizzato’ e ‘comunità’ che delineano una nozione di socialità buona per una filosofia delle lingue

– (migliore, ad esempio, di quella che deriva dall’idealismo oggettivo peirceano)

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La triade Sé, Io, Me in linguistica• E’ forse possibile usare questa triade meadiana per illustrare, per analogia, quanto accade in (certi aspetti della) PL2, e definire:

– Sé ≈ lingua individuale

– Io ≈ parole individuale/innovativa

– Me ≈ riflesso cosciente/normativo della lingua individuale

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Conclusioni• Mead non prende direttamente in conto – o non lo fa abbastanza – la diversità delle lingue, e non dice nulla sugli aspetti tecnici del comportamento verbale (= PL1 stricto sensu)

• La sua teoria della mente offre però la cornice migliore per una filosofia delle lingue, perché inquadra la diversità fonetico-fonologica e quella semantica nei giusti canoni

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