IL GENOCIDIO DEL POPOLO ARMENO - 1894 / 1896 - 1915 / 1918

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IL GENOCIDIO DEL POPOLO ARMENO 1894 / 1896 – 1915 / 1918 di Luigi Rigazzi Nel centenario dell’immane catastrofe. Occuparsi del genocidio del popolo armeno – a un secolo dalla tragedia immane che si è perpetrata ai confini della nostra realtà europea - è una necessità, un modo di allargare l’orizzonte della sua ricerca e soprattutto di sensibilizzare l’opinione pubblica sia italiana che internazionale sull’argomento, ancora poco conosciuto e studiato. Si tratta del secondo evento che ha avuto questa denominazione, dopo il genocidio degli Herero per mano dell’esercito tedesco al comando del Generale Lothar von Trotha tra il 1904 e il 1907 in 1

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IL GENOCIDIO DEL POPOLO ARMENO1894 / 1896 – 1915 / 1918

di Luigi Rigazzi

Nel centenario dell’immane catastrofe.

Occuparsi del genocidio del popoloarmeno – a un secolo dalla tragediaimmane che si è perpetrata ai confinidella nostra realtà europea - è unanecessità, un modo di allargarel’orizzonte della sua ricerca esoprattutto di sensibilizzarel’opinione pubblica sia italiana cheinternazionale sull’argomento, ancorapoco conosciuto e studiato. Si trattadel secondo evento che ha avuto questadenominazione, dopo il genocidio degliHerero per mano dell’esercito tedescoal comando del Generale Lothar vonTrotha tra il 1904 e il 1907 in

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Namibia. Ma il termine genocidio1 èstato coniato per la prima volta da ungiurista ebreo polacco, Raphael Lemkinnel 1944 (che nella Sho’à aveva perso 49familiari), per designare il massacrodel Popolo Armeno.2 Esso riguarda unapopolazione dalla lunga storia eciviltà, cristiana dai primi secolidell’era volgare: gli Armeni hannopopolato l’Anatolia e il sud delCaucaso per oltre 3.500 anni e la loronazione nel 301 d.C. fu la prima adadottare il Cristianesimo comereligione di Stato. Nel 451 d.C., dopoil Concilio di Calcedonia a cui nonpartecipò, costituì una propria chiesa,indipendente dalla Chiesa cattolica eda quella ortodossa, la Chiesa ApostolicaArmena. Sin dall’antichità la storia diquest’ultima coincide con quelladell’Armenia. Più o meno tutti hanno sentito parlaredei “Giusti per Israele”, cioè quanti1 Genocidio, dal greco genos - famiglia, tribù orazza e dal suffisso latino cidio- uccisione. 2 www.treccani.it/enciclopedia/genocidio

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vengono riconosciuti tali, perché sisono prodigati a rischio della lorovita per salvare gli Ebrei durante ilregime nazi-fascista: essi vengonoricordati allo Yad Vashem di Gerusalemmecon la posa di un albero. A pochissimiè noto che dal 1996 esiste a Yerevan,capitale dell’Armenia, il Muro dellaMemoria, sulla “Collina delle rondini,” dovevengono poste le lapidi con i nomi dei“Giusti per gli Armeni” e tumulate le cenerio la terra delle tombe di tutti coloroche hanno testimoniato o denunciato lapianificazione e l’esecuzione delgenocidio del Popolo Armeno da partedei Giovani Turchi. E’ stata istituitaanche la Giornata della Memoria che cade il24 Aprile di ogni anno, a ricordare lastessa data del 1915 legata alcosiddetto “Grande Male / Metz Yeghèrn.”In verità lo sterminio del PopoloArmeno ha avuto luogo in due fasi, dicui la prima tra il 1894 e il 1896sotto l’ultimo sovrano della Sacra Porta,‘Abd ul-Hamid. Egli decise di scaricaresugli Armeni la colpa dei fallimenti

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dell’ operato suo e dei suoipredecessori, ed emanò alcune leggi perisolarli dalla vita civile e renderlireietti dell’impero, un’anticipazionedi quello che avrebbero fatto con gliEbrei negli anni ’30 del ‘900 i nazistiin Germania e i fascisti in Italia.L’immane carneficina, iniziata allafine dell’Ottocento, diventò ilproblema principale dei Giovani Turchi, unmovimento politico nato alla fine delXIX secolo con il nome di GiovaniOttomani, che si ispiravano alla GiovineItalia di Giuseppe Mazzini, desiderosi ditrasformare l’Impero Ottomano ormai indecomposizione in una monarchiacostituzionale moderna. I loro primiobbiettivi erano liberali ecostituzionali, infatti collaboraronoalla stesura della Costituzione del1876. Ma nella volontà di creare unostato nazionale turco, che comprendessetutte le popolazioni turcofone, sulmodello degli stati europei, ilproblema delle varie etnie (l’armena,la greca, la curda, e quella assira),

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fu da loro risolto con la decisione disterminarle.L’8 ottobre del 1912, quando ilMontenegro dichiarò guerra all’ImperoOttomano, ebbe inizio la Prima Guerrabalcanica, che in pochi giornicoinvolse altri paesi della Legabalcanica, Grecia, Bulgaria, Serbia. Inpochissimi mesi il potente esercitoottomano fu costretto alla resa e coltrattato di Londra (30 maggio 1913) unagran parte dei territori balcanicifacenti parte dell’impero furonospartiti tra Grecia, Bulgaria, Serbia,Montenegro e Macedonia. Timorosi diun‘adesione al conflitto da parte degliArmeni, che già da diversi annichiedevano l’indipendenza, i GiovaniTurchi trovarono l’occasione per unulteriore sterminio (peraltro giàdeciso in un congresso segreto tenutosia Salonicco nel 19113) nello scoppiodella prima guerra mondiale. Essa

3 Il riconoscimento del genocidio armeno, www.vietatoparlare.it

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vide la Turchia alleata degli ImperiCentrali, mentre la Russia loroconfinante si schierò sul fronteopposto, a fianco delle PotenzeAlleate. I Giovani Turchi iniziarono amezzo stampa una campagna sistematicadi diffamazione e di odio, considerandola popolazione armena come una quintacolonna al servizio del nemico, perciòuna minaccia per la sicurezzanazionale. Ancora una volta dopo quellidi fine ‘800 vi furono massacrisistematici, fatti passare comecondanne per alto tradimento. L’iniziodel massacro iniziò la notte del 24aprile del 1915, a Costantinopoli, conl’arresto e l’uccisione di 500intellettuali armeni. Quel giorno aCostantinopoli 500 esponenti delMovimento armeno vennero incarcerati epoi strangolati col filo di ferro4. Ilpiano fu ben escogitato, colpendo primagli intellettuali, i politici, i4 Rosselli Alberto, L’Olocausto Armeno, digilander.libero.it/atticciati/storia/olocausto armeno.htm

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giornalisti, poi reclutandonell’esercito i giovani che, dopo averprestato servizio nella campagna delCaucaso, vennero disarmati dai turchi espediti in catene a Kharput col pretestodi utilizzarli per la costruzione diuna strada. Ma appena giunti vennerogiustiziati a colpi di arma da fuoco, etutti i cadaveri vennero gettati in unagrotta. Il fatto fu confermato edescritto nel luglio del 1915 dalConsole statunitense di Ankara. Infinela località di Deir al-Zor, desolata edesertica regione della Siria, vide ladeportazione di oltre 1.200.000persone: vecchi, donne e bambini, checon marce forzate, senza acqua, senzaviveri, iniziarono a morire di stenti,di malattie e i cui sopravvissuti allafine vennero trucidati. Lo sterminioera stato pianificato, con uno studiopuntuale e una programmazione in ognisua fase, a partire dalla primavera del1914. Allo scopo fu istituita unaCommissione di tre elementi compostadal Segretario Nazim, da Behaettin Shakir e

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dal Ministro della Pubblica IstruzioneShoukri, sotto il controllo di TaalatPascià. E’ interessante ascoltare cosascrive il Segretario Nazim, nella suarelazione che chiude una riunionesegreta del Comitato di Unione eProgresso: “Siamo in guerra; e non potrebbeverificarsi un’occasione migliore per sterminare tuttala popolazione armena. In un momento come questoè estremamente improbabile che vi siano interventida parte delle grandi potenze e proteste da partedella stampa; e se anche ciò accadesse tutti sitroverebbero di fronte ad un fatto compiuto.” Unaltro membro della Commissione, HassanFehmin, affermò: “Siamo nelle condizioni idealiper spedire sul fronte caucasico tutti i giovaniarmeni ancora in grado di imbracciare un fucile. Euna volta là, possiamo intrappolarli e annientarlicon facilità, chiusi come saranno tra le forze russeche si troveranno davanti e le forze speciali chepiazzeremo alle loro spalle” 5.Da una stima approssimativa, si presumeche nel massacro morirono circa5 Rosselli Alberto, L’Olocausto Armeno, digilander.libero.it/atticciati/storia/olocausto armeno.htm

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1.500.000 persone, ma il governo turconon ha mai voluto riconoscere ilmisfatto e nega che sia mai statoperpetrato un simile delitto. Duranteil suo mandato come Presidente dellaTurchia, Sami Suleyman Demirel, nonricordando quanto avevano accertato edocumentato le commissioni d’inchiestadel 1918, ha sostenuto che gli Armeni nonhanno mai subito un genocidio, ma che sono stativittime di una punizione meritata.6 Questa presadi posizione ebbe conseguenze nefasteanche in tempi successivi.Alla fine della Prima Guerra Mondiale,col decreto imperiale del 16 dicembre1918, il sultano Mehmed VI, per pauradi rappresaglie da parte delle potenzevincitrici, insediò due commissionid’inchiesta, una parlamentare perascoltare e giudicare ministri,funzionari e alti dignitari dello statocoinvolti nel massacro del PopoloArmeno, l’altra con un decreto del6 B. Di Spigna, Il genocidio armeno: una tragedia dimenticata. http://studenti.liceobeccaria.it/ilbeccariota

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gennaio 1919 consentì alla CorteMarziale di giudicare gli autori di“disposizioni e massacri”. Ci furono diversiprocessi in quasi tutte le città doveerano avvenuti i massacri: Yozgad,Tresibonda, Baibourt, Erzindjan, Moussoul. Iprocessi si svolsero dal febbraio 1919al giugno del 1920. Le condanne piùeclatanti furono quelle emesse contro iMinistri Enveret, Djemal, Talaat e ildr. Nazim che, giudicati colpevoli per“ L’organizzazione e l’attuazione del crimine dimassacro”, furono condannati a morte incontumacia.7 Il 13 gennaio 1921 leCorti Marziali furono sciolte senza cheavessero terminato i loro lavori. Lostato turco smise di perseguitare imassacratori degli armeni facendocadere il silenzio su tutta la storia,con un negazionismo ad oltranza suifatti che avevano portato alla quasitotale eliminazione del Popolo Armeno.I tre principali imputati condannati in

7 V. N. Dadrian, I responsabili di fronte alla Corte Marziale, www.pavonerisorse.it/storia900

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contumacia furono raggiunti da sicaridel Partito Federazione RivoluzionariaArmena, conosciuto anche come Dashnak. Il15 marzo del 1921 Soghomon Tehlirian aBerlino in pieno centro assassinò TalaatPasha, ma, dopo essere stato arrestato eprocessato, fu assolto dal giudicetedesco. Dal 1927 in Turchia è ancorain vigore una legge che vietal’ingresso nel paese degli armeni esoprattutto l’Art. 301 del CodicePenale che riguarda “l’attentato all’integritàturca”. Ne ha fatto le spese per primo lostorico e sociologo turco Altug TanerAkcam, uno dei primi accademici turchia riconoscere e a discutere apertamenteil genocidio armeno del 1915: arrestatonel 1976, fu condannato a dieci anni direclusione per i suoi scritti. Poitoccò al grande saggista e scrittoreturco premio Nobel per la letteratura,Orhan Pamuk, che venne incriminato nel2005, in base al medesimo Art. 301, aseguito di alcune dichiarazioni fatte auna rivista svizzera riguardanti ilmassacro, da parte dei turchi, di un

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milione di armeni e trentamila curdi inAnatolia durante la Prima GuerraMondiale. Il processo, che ha attiratol'attenzione della stampainternazionale, è iniziato il 16dicembre 2005 ma è statosuccessivamente sospeso in attesadell'approvazione del ministro dellagiustizia turco. Va notato che granparte dell’opinione pubblica turca sischierò contro il poeta. Altro martireè stato il giornalista e scrittoreturco di origine armena Harant Dink. Nel2005 fu condannato a sei mesi direclusione per suoi articoli dovedescriveva i fatti avvenuti tra il 1890e il 1917, apparsi sul suo giornalebilingue Agos. I tribunali avevanoritenuto i suoi scritti un insultoall'identità turca secondo l'articolo301 del codice penale turco. Nonostantequesta condanna fosse fortementecriticata dall’Unione europea, H. Dinkvenne a più riprese minacciato di morteper le sue prese di posizione su quantosubito dagli armeni negli ultimi anni

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dell’Impero Ottomano. Infine fuassassinato il 19 gennaio del 2007 aIstanbul, davanti alla sede del suogiornale, con tre colpi di pistola allagola. Oltre al negazionismo assoluto delgoverno Turco, quello che è più grave èstato il silenzio assordante di tuttele diplomazie occidentali, che per puriinteressi di geopolitica hanno giratola testa dall’altra parte, nonostanteconoscessero sin dall’inizio ciò chestava succedendo e ciò che alla fine furealizzato. Infatti le testimonianze dieminenti personaggi erano già adisposizione di tutte le Cancellerie.Ecco quanto scriveva il 24 luglio del1915 Leslee Davis, Console USA: “Non èun segreto che il piano previsto consisteva neldistruggere la razza armena in quanto razza”;Winston Churchill: “Non vi è alcun dubbio chequesto crimine sia stato pianificato ed eseguito perragioni politiche”; ed infine l’AmbasciatoreAericano in Turchia, Henry Morghentau:“Credo che la storia della razza umana noncomprenda un episodio terrificante come questo. Il

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grande massacro e le persecuzioni del passatosembrano insignificanti se comparate a quella dellarazza armena nel 1915.” Un’altra voceimportante fu quella del Consoleitaliano a Trebisonda: “…gli armeni furonosospettati e sorvegliati dovunque, essi subirono unavera strage, peggiore del massacro… Fu una strage ecarneficina d’innocenti, cosa inaudita, una paginanera, con la violazione fragrante dei più sacrosantidiritti di umanità, di cristianità e di nazionalità… Laquestione armena non è morta. Anzi essa sorge e simantiene viva, perché la giustizia internazionale,anche se ritardi…”.8 Ma, come abbiamo visto,l’auspicio del Console italiano non siè avverato, se ancora oggi, nell’annodi grazia 2014, solo 21 paesi hannoufficialmente riconosciuto ilgenocidio: Argentina, Belgio, Canada,Cile, Cipro, Francia, Grecia, Italia,Lituania, Libano, Paesi Bassi, Polonia,Russia, Slovacchia, Stati Unitid’America, Svezia, Svizzera, Uruguay,Vaticano, Venezuela.

8 Testimonianze del genocidio degli Armeni, www.iisbachelet.it/documenti/TESTIMONIANZE

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Tanti furono i testimoni ocularidell’immane eccidio: uno dei primi adenunciare all’opinione pubblicamondiale quanto aveva visto fu Rafael deNogales Mendez (1879 – 1936), ufficialedi origine venezuelana, che avevaprestato servizio nell’esercitoottomano, e al rientro in patriapubblicò il libro “Quattro anni sotto lamezzaluna”. Secondo Mendez l’ordine deimassacri fu dato dal Ministro degliInterni Taalat Pascia direttamente aigovernatori delle provincie, e scrive:“ …. di oltre 10.000 tra armeni, cristiani nestorianie giacobiti, lasciarono i corpi ignudi in pasto agliavvoltoi e ai cani randagi”9 Si conosce pure ildispaccio inviato da Taalat Pascia alGovernatore di Aleppo il 15 settembre1915: “Siete già stato informato del fatto che ilGoverno ha deciso di sterminare l’intera popolazionearmena….Occorre la vostra massimacollaborazione…. Non sia usata pietà per nessuno,tanto meno per le donne, i bambini, gli invalidi…. Per9 Rosselli Alberto, L’Olocausto Armeno, digilander.libero.it/atticciati/storia/Olocausto Armeno.htm

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quanto tragici possano sembrare i metodi di questosterminio, occorre agire senza alcuno scrupolo dicoscienza e con la massima celerità e efficienza”.10

Un altro teste importante, come giàdetto, fu il Console Italiano aTrebisonda, Giovanni Gorrini, che si èbattuto molto per far riconosce idiritti di indipendenza deisopravvissuti per la costituzione di unnuovo Stato Armeno dopo il genocidio.In un suo scritto, apparso sulMessaggero di Roma in data 25 agosto1915, dichiarò: “…. dal 24 Giugno non ho piùdormito né mangiato. Ero preso da crisi di nervi e danausea al tormento di dover assistere all’esecuzionedi massa di quelle innocenti ed inermi persone. Lecrudeli cacce all’uomo, le centinaia di cadaveri sullestrade, le donne e i bambini,…quasi fanno perdere laragione….. degli oltre 14.000 armeni legalmenteresidenti a Trebisonda all’inizio del 1915, il 23 lugliodello stesso anno non ne rimanevano in vita che 90.Tutti gli altri, dopo essere stati spogliati di ogniavere, erano stati infatti deportarti dalla polizia e10 Rosselli Alberto, L’Olocausto Armeno, digilander.libero.it/atticciati/storia/OlocaustoArmeno.htm

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dall’esercito ottomani in lande desolate o in vallatedell’entroterra e massacrati.” Una toccantetestimonianza è stata quella di MesropMinassian, che all’epoca dei fatti avevaquattro anni ed è uno dei pochisopravvissuti al genocidio: “Nel 1914,quando ebbe inizio la prima Guerra Mondiale, iturchi vennero nel nostro villaggio, radunarono gliuomini armeni e li portarono via per arruolarlinell’esercito ottomano. Ma ci fu poi chi portò lanotizia che, lungo la strada, li avevano uccisi tutti acolpi di accetta. Tra quegli uomini c’era anche miopadre….Arrivarono - continua Mesrop – e ci fecerouscire tutti dalle case. Ragazze, donne, bambini: ciportarono tutti nel deserto. Così, come un agnellino,mi hanno strappato da mia madre. Mi miserosottoterra, mi seppellirono lasciando fuori solo latesta e si allontanarono dicendo “Domani uccidiamoanche questo qui”. Poi se ne andarono a scegliersi leragazze più belle: quelle brutte le uccidevano o legettavano nel fiume. Aprivano la pancia alle donneincinte, per vedere se il figlio era maschio ofemmina. Alle ragazze vergini tagliavano i capezzoli,mentre alle donne tagliavano i seni e glielimettevano sulle spalle. Io, dal buco dove erointerrato, vedevo tutto con i miei occhi”. Il

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piccolo Mesrop, dopo aver assistitoalla carneficina, fu salvato grazie aun rapimento: “ Un turco che passava da quelleparti sentì i miei lamenti. Venne, mi tirò fuori e miportò a casa sua: Poi mi condusse dal mullah e mifece circoncidere. Mi fecero stendere per strada, inmezzo al paese, in modo che chi passava vedeva chec’era un musulmano in più. Io rimasi con il miopadrone turco, badavo alle sue pecore…. e miutilizzava come servo. Ogni giorno mi diceva:“Infedele! Porta le pecore al pascolo e torna!”11. Unaltro grande divulgatore del genocidioarmeno fu lo scrittore ebreo FranzWerfel,12 che con il suo romanzo: “Iquaranta giorni di Musa Dagh” scritto nel1929 a Damasco e pubblicato nel 1933,affronta e racconta dello sterminiodegli armeni da parte dei Turchi. Illibro poi ispirò la resistenza e larivolta del ghetto di Varsavia, ed èancora oggi una delle miglioritestimonianze sul genocidio del popolo11 Testimonianze del genocidio degli Armeni, www.iisbachelet.it/documenti/TESTIMONIANZE12 Pietro Kuciukian, I Testimoni del Genocidio e I Giusti, www.vittorininet.it

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armeno. Il testimone oculare piùimportante del genocidio fu senz’altroArmin Theolphil Wegner (Wuppertal 1886– Roma 1978). Ufficiale del ServizioSanitario dell’esercito Tedesco, fuinviato allo scoppio del Prima GuerraMondiale in seguito all’alleanzamilitare tra la Germania e la Turchiain Medio Oriente, come rappresentantedel Servizio Sanitario Tedesco alseguito del Generale Von der Golz. Algiovane Wegner giunge voce dideportazioni e di massacri neiconfronti della popolazione armenastanziata in Anatolia: notizie nonnuove per lui, che ha sentitoraccontare dal padre Gustav deimassacri degli Armeni avvenuti sulfinire dell’Ottocento. Volendoaccertarsi di persona di cosa stiasuccedendo, si procura una macchinafotografica, e approfittando dei giornidi permesso raggiunge le zone dellacarneficina ed inizia a scattarefotografie, a raccoglieretestimonianze, sapendo di trasgredire e

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venir meno ai suoi doveri di ufficialedell’esercito tedesco, alleatodell’esercito turco. Tutto quello cheha visto e documentato sulle sofferenzedel Popolo Ameno viene da lui descrittonelle lettere alla madre, che poisaranno raccolte nel libro “La via senzaritorno”. Il giovane ufficiale, incurantedel divieto di avvicinarsi ai luoghidella deportazione e dell’eccidio, nonsolo prosegue la sua opera didocumentazione ma la invia agli amici ealle autorità di tutta Europa.Scoperto, viene rimpatriato inGermania, dove continua la sua attivitàdi divulgatore. Nel 1919 indirizza unalettera al Presidente degli Stati Unitid’America, dove descrive gli orrori acui ha assistito: “ Non chiuda le orecchieperché è uno sconosciuto che le parla…se Leisfoglierà quei terribili scritti che hanno raccolto suquesti avvenimenti Lord Bryce in Inghilterra eJohannes Lepsuis in Germania, Lei vedrà che nonesagero…faccio questo con il diritto della comunitàumana, con il diritto di promessa sacra. La vocedella coscienza non potrà mai placarsi in me…”. La

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lettera non ha avuto nessun esito.13 Nel1933, dopo la salita al potere diHitler, e memore della sorte toccataagli armeni in Turchia, conoscendo lapolitica del Fuhrer nei confronti degliebrei, indirizza una lettera a AdolfHitler e al popolo tedesco perdenunciare i comportamenti antiumaniche il regime nazista ha iniziato adattuare contro gli ebrei, denunciandotutta la sua indignazione con questeparole: “ … Signor Cancelliere del Reich, non sitratta solo del destino dei nostri fratelli Ebrei. Sitratta del destino dell’intera Germania! In nome diquel popolo per il quale ho diritto non meno che ildovere di parlare, come qualsiasi altro che viene dalsuo sangue, come tedesco a cui non è stato dato ildono della parola per rendersi complice col silenzioquando il suo cuore freme di sdegno, mi rivolgo aLei: fermate tutto questo! L’ebraismo è sopravvissutoalla prigionia babilonese, alla schiavitù in Egitto, aitribunali dell’Inquisizione spagnola, alla calamitàdelle Crociate e alle persecuzioni del Seicento in

13 Armin Theophil Wegner,www.itiservi.it/biblioteca/armeni

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Russia, con la tenacia che ha permesso a questopopolo di diventare antico. Gli Ebrei riusciranno asuperare anche questo pericolo, ma la vergogna e lasciagura che a causa di ciò si abbatterà sullaGermania non saranno dimenticate per lungotempo! Infatti, su chi cadrà un giorno lo stesso colpoche ora si vuole assestare agli Ebrei, se non su noistessi?”. La risposta fu immediata: fuarrestato, torturato e internato invari campi di concentramento aOrannienburg, Börgermoor e Lichtenburg,in fine venne scarcerato e si recòvolontariamente in esilio, prima inInghilterra, poi in Palestina con lamoglie, la poetessa ebrea Lola Landau(1892 – 1990). Infine nel 1936 venne inItalia e visse prima a Positano, poitra Stromboli e Roma, dove morì nel1978. Il Wegner, nonostante soffrissela lontananza dalle cose che avevaamato, non volle mai far ritorno inGermania, di cui lasciò scritto: “LaGermania mi ha preso tutto: la mia casa, il miosuccesso, la mia libertà, il mio lavoro, i miei amici, lamia casa natale, e tutto quanto avevo di più caro. Inultimo la Germania mi ha tolto mia moglie

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(divorziarono nel 1939, n.d.a.); e questo èil paese che io continuo ad amare, nonostantetutto.”14 Per il ruolo che ha avuto neldiffondere e far conoscere la tragediadel Popolo Armeno, il 21 aprile del1996 Pietro Kuciukian (Fondatore delComitato Internazionale dei Giusti pergli Armeni) e il figlio di Wegner,Mischa, hanno trasportato le sue ceneriper tumularle sulla “Collina delle rondini” aYerevan. Egli è stato dichiarato “Giustoper gli Armeni”, insignito dell’Ordine diSan Gregorio e gli viene inoltreintitolata una strada. Wegner è statoil primo “giusto testimone” che ha ottenutoquesto riconoscimento. Israele nel 1968lo aveva insignito del titolo di “Giustoper Israele”, per l’impegno preso in tempinon sospetti a sostegno della causadegli Ebrei. Bellissima la frase cheArmin aveva inciso a Stromboli, nelsoffitto della sua stanza: “Ci è stato

14 Armin T. Wegner. Si appello ai leader del suotempo per fermare i genocidi contro gli armeni e gli ebrei. www.gariwo.net

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affidato un compito di lavorare ad un’opera, ma nonci è dato di compierla”.Voglio ricordare che, oltre alla Sho’à eal Genocidio del Popolo Armeno, ilmondo ha assistito inerme e distratto amolti altri genocidi. Dopo tuttoquesto, penso che sia cosa importantefar memoria di questi misfatti evigilare, perché ciò che è accaduto nonsi ripeta più. Bibliografia consigliata:

David Marshall Lang, Armeni un popoloin esilio, Edizioni Calderini,Bologna, 1989;

Franz Werfel, I quaranta giorni di MusaDagh,Corbaccio, Milano, 2000:

Pietro Kuciukian, Voci nel deserto deiGiusti e testimoni per gli armeni, Guerini eAssociati, Milano, 2000;

Emanuele Aliprandi, 1915, cronaca diun genocidio. La tragedia del popolo armenoraccontata dai giornali italiani dell’epoca, &My Book, 2009;

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Antonia Arslan, La masseria delleallodole, Rizzoli, Milano, 2004;

Claude Mutafian, Metz Yeghèrn: brevestoria del genocidio degli armeni, Guerini eAssociati, Milano, 1995;

Maria Immacolata Maciotti, Ilgenocidio armeno nella storia e nellamemoria, Edizioni Nuova Cultura,Roma, 2011;

Henry Morgenthau, Diario, 1913–1916,Guerini e Associati, Milano, 2010;

Ajemian Ahnert Margaret, Le rose diEster – Una madre racconta il genocidioarmeno, Rizzoli, Milano, 2008;

Marcello Flores, Il genocidio degliarmeni, Il Mulino, Bologna, 2007;

Alberto Rosselli, L’olocausto armeno,Edizioni Solfanelli, Chieti, 2007;

Paolo Cossi, Medz Yeghern, Il GrandeMale, Edizioni Hazard, Milano,2007;

Diego Cimara, Il genocidio turco degliarmeni, Edizioni Editing, Treviso,2006;

Marco Impagliazzo, Una finestra sulmassacro. Documenti inediti sulla strage degli

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armeni (1915–1916), Edizioni Guerini eAssociati, 2000;

Hrand Nazariantz, L’Armenia, il suomartirio e le sue rivendicazioni, F.Battiato, Catania, 1916.

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