F. Miraglia, L’implementazione del GIS nell’analisi del degrado dei materiali lapidei...

10
GIS DAY Il GIS per il governo e la gestione del territorio a cura di Salvatore Sessa Ferdinando Di Martino Barbara Cardone Contributi di Antonio Albano, Giovanni Bello, Paolo Franco Biancamano Roberto Caiazzo, Davide Maria Calandra, G.Caracciolo, Antonio Caso, Bice Cavallo, Maria Laura Chiacchio, Giovanni D’Alessio, Ferdinando Di Martino, Luigi Esposito, Isidoro Fasolino, Roberto Gerundo, Michele Grimaldi, Riccardo Lenoci, Salvatore Schiano Lo Moriello, Francesco Miraglia, Salvatore Muto, Anna Onesti, Valerio Pisacane, M. Pizzo, Armando Riccio, Marina Russo, Salvatore Sessa Luigi Scarpa, Tiziana Venditto

Transcript of F. Miraglia, L’implementazione del GIS nell’analisi del degrado dei materiali lapidei...

GIS DAY

Il GIS per il governo e la gestione del territorio

a cura di

Salvatore SessaFerdinando Di Martino

Barbara Cardone

Contributi diAntonio Albano, Giovanni Bello, Paolo Franco Biancamano

Roberto Caiazzo, Davide Maria Calandra, G.Caracciolo, Antonio Caso,Bice Cavallo, Maria Laura Chiacchio, Giovanni D’Alessio, Ferdinando Di

Martino, Luigi Esposito, Isidoro Fasolino, Roberto Gerundo, MicheleGrimaldi, Riccardo Lenoci, Salvatore Schiano Lo Moriello, Francesco

Miraglia, Salvatore Muto, Anna Onesti, Valerio Pisacane, M. Pizzo,Armando Riccio, Marina Russo, Salvatore Sessa

Luigi Scarpa, Tiziana Venditto

Copyright © MMXVAracne editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, Ariccia (RM)

()

----

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: luglio

Indice

Prefazione

L’implementazione del GIS nell’analisi del degrado dei materialilapidei finalizzata al moderno esercizio della tutelaFrancesco Miraglia

Come costruire un SIT dinamico per processi decisionali. Un’overviewsu analisi spaziale e prospettive di lavoro interattivoBice Cavallo, Ferdinando Di Martino, Salvatore Sessa

Il contributo dei GIS e dell’open data nell’analisi ambientale delverde urbano della V municipalità del comune di napoliClelia Cirillo, Giovanna Acampora, Barbara Bertoli, Raffaela Esposito,Marina Russo, Luigi Scarpa

Approcci integrati per la valutazione dei landscape services. Nuoviscenari sostenibili di trasformabilità del territorioRoberta Mele, Giuliano Poli

SNIE SIT. La gestione e il controllo della rete elettrica di media ebassa tensioneSalvatore Muto, Salvatore Schiano Lo Moriello, Valerio Pisacane, Rober-to Caiazzo, Riccardo Lenoci

Vento e porti. La previsione del vento per la gestione e la sicurezzadelle aree portualiS. Schiano Lo Moriello, S. Muto, V.Pisacane, R.Caiazzo, G.Caracciolo,M. Pizzo

GIS e smart tourism. Il progetto Or.C.He.S.T.R.A. (Organizationfor Cultural Heritage Smart Tourism and Real Time Accessibility)Davide Maria Calandra, Antonio Caso, Maria Laura Chiacchio

Indice

Il Sistema Informativo Territoriale per la valutazione delle trasfor-mazioni del paesaggio storico urbano. Il caso studio di SassanoPaolo Franco Biancamano, Anna Onesti, Giovanni D’Alessio, LuigiEsposito

Pianificare l’emergenza. Il GIS come strumento di progettazionedel territorio di BacoliGiovanni Bello

Il GIS come strumento di supporto ad un Piano Urbanitico Co-munale. Il PUC del Comune di CrispanoAntonio Albano, Armando Riccio

Sistemi Informativi Territoriali a supporto della V.A.S.Tiziana Venditto

Un approccio GIS–based per la costruzione della rete ecologicaalla scala locale.Isidoro Fasolino, Roberto Gerundo, Michele Grimaldi

GIS DAY 2014ISBN 978-88-548-8563-9DOI 10.4399/97888548856392pag. 9–14 (luglio 2015)

L’implementazione del GISnell’analisi del degrado dei materiali lapideifinalizzata al moderno esercizio della tutela

F MSeconda Università degli Studi di Napoli, Dipartimento di Architettura e Disegno

Industriale L. Vanvitelli, Monastero di S. Lorenzo ad Septimum, Aversa (CE)email: [email protected]

: . Introduzione, – . Contesto operativo, tempi di realizzazione,destinatari, – . Progetto, – . Quali prospettive, .

: Prendendo le mosse da analoghe sperimentazioni ideate dall’autore, incorso di realizzazione, rivolte all’analisi e alla datazione delle tecniche costruttivestoriche, il presente contributo descrive i caratteri operativi dell’utilizzo ditecnologie GIS nella sistematizzazione delle patologie di degrado dei materialilapidei naturali (rocce) e artificiali (stucchi, malte, prodotti ceramici, etc.), inaccordo con le raccomandazioni dell’Ente Nazionale Italiano di Unificazione,contenute nel lessico UNI / (Materiali lapidei naturali ed artificiali.Descrizione della forma di alterazione. Termini e definizioni).

K: GIS, Uni /, rilievo del degrado

. Introduzione

Il rilievo del degrado, da redigersi sulla base di un preliminare ed accuratorilievo materico, rappresenta una peculiare fase del progetto di restauro, mi-rante alla comprensione, attraverso la precisa individuazione delle superficicolpite da manifestazioni di degrado, dello stato di conservazione di unastruttura storicizzata.

Il rilievo materico, basato su una lettura critica della struttura, ha comeobiettivo il discernimento della sua complessità costruttiva, attraverso unarestituzione veristica dei dati grafici acquisiti, rafforzativa delle osservazionimutuate dall’analisi in situ. Esso consente, dunque, di evidenziare peculiaritànon riscontrabili ricorrendo esclusivamente ad un rilievo geometrico oarchitettonico.

GIS DAY

Il rilievo del degrado, invece, nel quale vanno evidenziate le aree carat-terizzate dalla manifestazione delle varie patologie, consente agli operatoritecnici di individuare adeguati interventi di conservazione della materia, diseguito meglio specificati.

L’utilizzo del GIS nella gestione di questa complessa tipologia di informa-zioni diviene azione scientifico–critica di notevole interesse, funzionale allarealizzazione di un archivio dinamico, capace non soltanto di individuarecompiutamente le varie patologie, ma anche di valutarne le variazioni neltempo; in ciò consentendo di identificare eventuali peggioramenti dellostato di conservazione della materia costituente il palinsesto architettonicosul quale si va ad intervenire.

. Contesto operativo, tempi di realizzazione, destinatari

Il progetto, in corso d’opera, è sinora pervenuto all’iniziale analisi delle sin-gole patologie di degrado individuate con l’ausilio del lessico Uni /(Materiali lapidei naturali ed artificiali. Descrizione della forma di alterazione.Termini e definizioni). A tal proposito, ha interesse ricordare come tale normachiarisca che:

La scienza della conservazione impone che la progettazione del piano di diagnosticae dell’intervento conservativo debba essere effettuata con riferimento allo stato diconservazione del materiale, cioè in base alle diverse forme di alterazione, nonchéalla presenza di acqua e organismi, osservabili macroscopicamente sul manufatto.La distribuzione di tali forme deve essere riportata sul rilievo grafico e documentatafotograficamente.

Essa fornisce anche «la descrizione dei termini utili ad indicare le di-verse forme di alterazione e gli organismi visibili macroscopicamente» esostituisce le precedenti raccomandazioni, riunite nel lessico Normal /.Suddivide, altresì, le patologie individuate e descritte in due macro–categorie:alterazione, che riguarda una modificazione non implicante un necessariopeggioramento delle caratterizzazioni di un materiale sotto il profilo conser-vativo; degrado, che si riferisce, invece, ad una modificazione comportanteun peggioramento delle stesse.

Dopo questa doverosa fase istruttoria, funzionale alla valutazione dellecaratterizzazioni tecnico–scientifiche del contesto di ricerca, si procederàalla determinazione degli elementi da inserire nel sistema informativo.

A tal proposito, in ordine alla simbologia descrivente gli indicatori dellepatologie di degrado, potrà essere utile, in fase di implementazione, provve-dere ad una sua opportuna riorganizzazione, così da renderne più agevole iltrattamento. Le caratterizzazioni del degrado che affligge il palinsesto archi-

Francesco Miraglia – L’implementazione del GIS nell’analisi del degrado dei materiali lapidei

tettonico saranno quindi anatomizzate attraverso la produzione di peculiaricarte tematiche, cui saranno associati i dati georiferiti.

I destinatari di questo progetto saranno anzitutto i tecnici del restauro(incardinati nell’ambito operativo proprio della conservazione), gli ufficidelle Soprintendenze e gli Enti Territoriali, in primo luogo i comuni (per lasupervisione e pianificazione degli interventi).

. Progetto

Come è ben noto nel settore della ricerca sulle tecniche del restauro archi-tettonico e come esplicitato in letteratura, il rilievo grafico del degrado —redatto su basi scientifiche — rappresenta un processo di delicato impatto,differenziato in virtù del materiale cui si riferisce (naturale: calcare, tufo,calcarenite, arenaria, etc.; artificiale, ossia ottenuto dalla lavorazione di piùmateriali: intonaco, malta da muro, stucco, etc.) e delle condizioni ambien-tali di riferimento (dovute ad esempio ad agenti atmosferici, a cicli di gelo edisgelo, etc.) o antropiche (generalmente consistenti in atti vandalici o ininterventi non congrui).

Si consideri, a tal proposito, una patologia quale il distacco, che determinauna soluzione di continuità tra elementi dello stesso materiale. General-mente, con il passare del tempo e soprattutto a causa dell’assenza di manu-tenzione, questa tipologia di degrado, già di per sé preoccupante, degeneranella mancanza, che il lessico riferisce alla pietra e descrive come «perdita dielementi tridimensionali» o nella lacuna, relativa agli intonaci, ai dipinti, airivestimenti ceramici o ai mosaici ed indicata come «perdita di continuità disuperfici».

Questo peggioramento avviene anche nel caso di diverse altre patolo-gie di significativo impatto, quali ad esempio l’erosione, riportata dal lessicocome «asportazione di materiale dalla superficie» o soprattutto la fratturazio-ne/fessurazione, ossia una «soluzione di continuità nel materiale che implicalo spostamento reciproco delle parti», interessando dunque la strutturaanche sotto il profilo statico.

Ha interesse constatare, peraltro, che anche nel caso di patologie menocomplesse, che determinano un’alterazione agevolmente eliminabile, qualiad esempio la presenza di vegetazione di tipo erbaceo o la patina biologica,quest’ultima descritta come uno «strato sottile ed omogeneo, costituitoprevalentemente da microrganismi, variabile per consistenza, colore e ade-sione al substrato» diviene doveroso effettuare la mappatura delle possibilivariazioni.

Ne deriva, dunque, che un preciso controllo dello stato di avanzamentodi ogni singola patologia, prescindendo dal suo impatto sulle condizioni

GIS DAY

generali della struttura analizzata, può considerarsi azione fondamentaleper la verifica periodica del suo stato di conservazione.

Come poc’anzi accennato, un siffatto progetto mira a concorrere allaconoscenza delle caratterizzazioni del degrado degli edifici storicizzati ea controllarne l’eventuale evoluzione, così da avere maggiore contezzacirca la configurazione della successiva fase, consistente nella definizione diinterventi di conservazione della materia.

Questi ultimi sono generalmente suddivisi in operazioni di pulitura,consolidamento ed integrazione, senza escludere, in particolari casi — a seguitodi un’analisi che ne giustifichi il ricorso — l’eliminazione di aggiunte noncoerenti con l’assetto del palinsesto architettonico.

Figura . Classificazione di alcune patologie di degrado riferibili al tufo giallo napoletano.Si evidenziano: il retino utilizzato; la definizione Uni, in accordo con il lessico; la descrizionedella causa, derivante anche da azioni combinate (meccanica, chimica, biologica, antropica).Per ogni patologia appare utile indicare anche l’estensione, per consentire, in sede dicomputazione degli interventi, la previsione di azioni maggiormente rispondenti alla realemanifestazione del degrado.

Francesco Miraglia – L’implementazione del GIS nell’analisi del degrado dei materiali lapidei

Figura . Carinola (CE), palazzo Marzano, corte quattrocentesca, fronte nord (elab.: F.Miraglia, M.C. Caterino), rilievo del degrado. In evidenza, le varie patologie riscontratesulla struttura, indicate con l’utilizzo dei retini. Il rilievo è accompagnato da un’indaginefotografica sullo stato di conservazione.

Figura . Carinola (CE), palazzo Marzano, corte sette–ottocentesca, fronte est (elab.: F.Miraglia, M.C. Caterino), rilievo del degrado. In evidenza, le varie patologie riscontratesulla struttura, indicate con l’utilizzo dei retini. Come nel caso della Fig. , un’indaginefotografica sullo stato di conservazione accompagna il rilievo.

GIS DAY

. Quali prospettive

Le nuove frontiere di ricerca cui l’utilizzo del GIS consente l’accesso rappre-sentano, anche nel delicato e complesso campo della conservazione dei beniculturali, un contesto di azione oltremodo stimolante. Infatti, poter disporre— pure per gli episodi architettonici a torto ritenuti “minori”, non rientrantinei circuiti ufficiali della tutela e dunque maggiormente vulnerabili — diuna tecnologia che consenta di acquisire, esaminare, mettere in relazione evisualizzare un ampio spettro di variabili rappresenta, senza alcun dubbio,un’opportunità di grande interesse economico e culturale.

Attraverso il GIS, in definitiva, si potrà configurare — come poc’anziaccennato — un’analisi relazionale basata sulla posizione e sulle caratteriz-zazioni di ogni patologia di degrado presente sulla struttura da indagare,utile alla definizione di una mappatura articolata e agilmente aggiornabileriguardante il suo stato di conservazione.

Ringraziamenti

L’autore desidera ringraziare i proff. S. Sessa e F. Di Martino e l’arch. B.Cardone per la costante opera di indirizzo della ricerca.

Bibliografia

M F. . L’implementazione del GIS nell’analisi delle tecniche costruttive storiche: unvalido ausilio per la tutela del patrimonio culturale, in: S S., D M F., C B.(a cura di), GIS Day . Il GIS per il governo e la gestione del territorio, Aracne Editrice,Roma, pp. –.

M F. . Atlante delle tecniche costruttive di Terra di Lavoro. Murature in tufo grigio(XIII–XV): agro Falerno, litorale domizio, area del monte Maggiore, Caramanica Editore,Marina di Minturno.

U . Materiali lapidei naturali ed artificiali. Descrizione della forma di alterazione.Termini e definizioni.

D M F., G M. . I Sistemi Informativi Territoriali. Teoria e Metodi, AracneEditrice, Roma.